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Per chi lavorano i consiglieri? da Villalobos a Gonzalez


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Iroel Sánchez

Per due volte apparve la parola "consigliere" nella conversazione che ha sostenuto Fidel con i giornalisti venezuelani, domenica 8 agosto (2010). I nomi di Joaquin Villalobos e Felipe González, ex comandante della guerriglia salvadoregna ed ex segretario generale del Partito Socialista Operaio Spagnolo, rispettivamente, sono stati quelli che affiorarono durante il dialogo. E non poteva essere altrimenti, dato che l'obiettivo principale di detta intervista era quello di continuare a mobilitare l'opinione pubblica di fronte ai pericoli che scoppi una guerra nucleare.

Sul salvadoregno, il leader storico della Rivoluzione cubana ha detto: "Mi ricordavo un sacco di Tarek William Saab, di là di Anzoategui, che veniva, che stette in Pakistan, che visitò la nostra brigata, e avevo letto, con indignazione, come si lamentava del fatto che gli yankee gli avevano inviato Villalobos, che studiò presso l'Università di Oxford, era il rivoluzionario. Tutto ciò è associato con la morte di un poeta, un grande poeta di là, che quando lo accusavano di ciò a uno sembravano calunnie, delle molte che dicono", aggiungendo poi:"non è stato poco il mio stupore quando ho visto che stavano mandando in Venezuela, alla Rivoluzione Venezuelana, ad un governatore di uno degli stati più ricchi del Venezuela, un consulente per dirgli come doveva governare".

Nel suo libro autobiografico -recentemente pubblicato a Cuba- 'Con i sogni si scrive la vita', l'attuale vice presidente salvadoregno Salvador Sanchez Ceren (Comandante Leonel del FMLN) si riferisce, con dolore, all'assassinio del poeta Roque Dalton, il 10 maggio 1975. Racconta Sanchez Ceren: "Il grande poeta aveva una visione non militarista di costruzione di un grande movimento popolare e fu tra coloro che spinse nell'ERP (Esercito Rivoluzionario del Popolo) la necessità di creare un fronte di massa, in tal modo si scontrava con coloro che difendevano la necessità di un approccio militarista all'interno dell'ERP. Nelle FPL (Forze Popolari di Liberazione Farabundo Marti) si valutava che fu il gruppo guidato da Joaquin Villalobos che si scontrò con il pensiero di Roque e questo portò, a che all'interno del ERP, considerassero sbagliata e deviata la posizione del poeta, e come tutti quelli che non condividevano la visione militarista fu oggetto di persecuzioni e omicidio [...] non possiamo comprendere né concepire che le differenze d'idee si risolvano mediante l'esecuzione di coloro che la pensavano diversamente". Uno dei figli di Roque Dalton, in recenti dichiarazioni ad un quotidiano messicano, ha detto "Joaquin Villalobos non è solo l'assassino di mio padre, ma chi alzò la mano per decidere il suo assassinio e partecipò alla sua esecuzione".

Terminata la guerra nel suo paese, lontano dal lavoro di ricostruzione, Villalobos ricevette una borsa di studio ad Oxford -come cita Fidel- e che tale avallo è ora un "esperto nella soluzione di conflitti internazionali" e ha consigliato i governi della destra in Messico, Colombia ed El Salvador su "questioni della sicurezza". Secondo il suo percorso d'assassino e complice della repressione dei movimenti popolari, l'ex guerrigliero appare, abitualmente, nel quotidiano spagnolo El País attaccando i processi rivoluzionari in America Latina, in particolare Cuba e Venezuela. La sua opinione, pubblicata su quel quotidiano, sul colpo di Stato militare in Honduras è un gioiello: "Il Governo de facto rappresenta una società spaventata, non è una reale dittatura, né una potenziale dittatura".

Il centro dell'intrigo che Villalobos ha tessuto contro l'autore di 'Taberna y otros lugares' , si basava sull'accusarlo di essere agente della CIA. Dopo 35 anni, pochi hanno contribuito meglio agli obiettivi dell'agenzia USA, in America Latina, che l'estremista del 1975. Il fallito tentativo di inserirlo in una posizione di rilievo all'interno di un paese alleato strategico di Cuba, come il Venezuela, non fa che trasparire quel curriculum.

D'altra parte, il consigliato di Felipe González non era nientemeno che Mikhail Gorbachev, Presidente dell'Unione Sovietica. Gonzalez fu meglio ricevuto in URSS che Villalobos nel Venezuela bolivariano, "e diceva Gorbaciov, in una delle lettere, che lo aveva visitato Felipe González; beh, lo dipingeva Felipe come il non plus ultra dei socialisti. Mi dispiace, ma io non la penso così. Ed egli diceva: 'Viene a darci suggerimenti su ciò che dobbiamo fare' ", ricorda Fidel.

Uno degli aspetti più inquietanti del film 'The ghost writer', di Roman Polanski, deriva dall'idea che le decisioni del primo ministro di un importante paese occidentale possano essere determinate dal fatto di essere stato reclutato dalla CIA dai suoi anni come studente universitario. Come sempre accade con la buona arte, il film di Polanski ci lascia con domande e riflessioni che indugiano a lungo dopo la sua visione. Queste sono quelle che emergono all'ascoltare le dichiarazioni realizzate da Fidel ai giornalisti venezuelani, circa il ruolo di "consigliere" dell'ultimo presidente sovietico Mikhail Gorbachev, svolto dall'ex primo ministro spagnolo, Felipe González.

Nel suo libro 'La CIA in Spagna', il ricercatore Alfredo Grimaldos, si documentano vari fatti della storia di chi è stato uno dei principali beneficiari della cosiddetta "transizione" spagnola. Si riferisce della sua presenza al congresso del PSOE, nel 1974 a Suresnes, Francia, con il passaporto fatto dal SECED (servizio d'informazione franchista) e scortato da ufficiali di quella istituzione. In quell'evento, dove -come si testimonia nella ricerca- c'erano più ufficiali franchisti che partecipanti, in cui l'allora giovane avvocato sivigliano è eletto Segretario Generale. Racconta nel libro un capitano del SECED che dopo il ritorno di González dalla Francia un commissario di Siviglia che lo arrestò "si tirò addosso un'enorme lavata di capo e dovette rilasciarlo immediatamente". Un altro ex funzionario franchista racconta: "la dittatura ha portato alla rinascita del PSOE per affogare il PCE" (Partito Comunista di Spagna). Il Congresso di Suresnes si era tenuta solo sei mesi dopo lo scoppio della "Rivoluzione dei Garofani" in Portogallo, con un forte ruolo del Partito Comunista, un fatto che aveva scatenato l'allarme dei nordamericani, che non erano disposti a permettere una situazione simile in Spagna.

Grimaldos afferma nel suo libro: «I delegati presenti al Congresso di Suresnes rappresentano, ufficialmente, i tremila militanti degli interni, ma, in realtà, questa cifra è meno della metà. Durante gli ultimi anni del franchismo, il PSOE è poco più di una sigla. Il maggior peso della resistenza lo hanno portato i comunisti. In definitiva, ciò che accade in Suresnes è una rifondazione del partito creato da Pablo Iglesias, con il modello portoghese come sfondo. Nel paese vicino non c'era un partito socialista storico e si dovette inventarne uno".

Gonzalez, già nella direzione del PSOE, con il sostegno USA e della socialdemocrazia tedesca riesce ad isolare i comunisti nei negoziati della "transizione". Nel XXVII Congresso nel 1979 impone che si elimini il termine "marxismo" degli statuti del partito. Nel 1983 -dopo essere eletto capo del governo nel 1982- supporta la strategia di dispiegamento dei missili in Europa promossa da Ronald Reagan e Margaret Thatcher e nel 1986 ha promuove l'adesione spagnola alla NATO. Quest'ultimo era un radicale cambiamento nelle posizioni del PSOE, che, nel suo XVII Congresso del 1976, aveva proclamato "NATO, all'entrata no".

Per quanto riguarda la NATO, Javier Solana, uno stretto collaboratore di Gonzalez, che è stato successivamente ministro della cultura, portavoce del governo e Ministro degli Affari Esteri, accumula il rovesciamento più spettacolare. Solana pass
ò da "NATO, all'entrata no" all'essere segretario generale dell'Alleanza Atlantica durante l'aggressione contro la Jugoslavia, per cui è stato dichiarato all'unanimità dal parlamento russo, nel 1997, "criminale di guerra". Nel 2006, come alto rappresentante per la politica estera e della sicurezza dell'Unione Europea, giustificò gli oltre mille voli illegali della CIA in Europa come parte della "guerra contro il terrorismo" -associati a torture ed esecuzioni extragiudiziali- con queste parole: "Con i nostri alleati nordamericani condividiamo la convinzione che l'azione dura è necessaria". Fu Javier Solana, che coordinò dalla sua origine una delle operazioni di propaganda anticubana a cui più risorse ha dedicato il governo USA, la rivista 'Encuentro de la cultura cubana'; la presidente della fondazione omonima, Anabelle Rodriguez, ha detto in un'intervista come Solana la chiamò dal suo ufficio per proporle il "lavoro". In breve, tale padre talee figlio, l'ex ministro della cultura è stata all'altezza del suo capo, almeno in quanto a promozione degli interessi USA.

Con un tale stato di servizio e amici come Javier Solana, Felipe González è stato nominato "ambasciatore per la celebrazione del bicentenario dell'indipendenza delle repubbliche ibero-americane", si spera non cerchi di consigliarci ..


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Gracco
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Questo articolo getta luce sinistra sul ruolo controrivoluzionario della socialdemocrazia in ogni tempo e in ogni luogo. Tutti i partiti "socialisti" o socialdemocratici fin dal loro nascere a fine Ottocento erano già intrisi dell'ideologia servile e piccolo borghese che avrebbe portato alla disfatta il movimento operaio in Occidente. Oggi ne abbiamo ulteriore conferma dall'operato di questi partiti in Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, servi più che mai dell'imperialismo, razzisti eurocentrici e nemici giurati dei popoli del mondo. L'Internazionale comunista li bollò come "socialfascisti": anatema quanto mai veritiero e sacrosanto. Fortunata la Cina che rimase ed è tuttora immune da questo flagello, come da quell'altro, non meno pericoloso, inoculato dalle confessioni cristiane.


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