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Gli attacchi contro una base militare sono “terrorismo” ?


Hassan
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Gli attacchi contro una base militare sono “terrorismo” ?

Se adesso vengono definiti così gli attacchi sui soldati, come si fa ad escludere da questa definizione molte azioni Americane ?
di Glenn Greenwald, 9 Novembre 2009
Fonte: http://www.salon.com/news/opinion/glenn_greenwald/2009/11/09/terrorism/index.html
Traduzione: http://saigon2k.altervista.org/

Il pernicioso senza pari Joe Lieberman ieri ha detto su Fox News che intende lanciare un’indagine sui “motivi che hanno portato Nidal Hasan a compiere questo brutale omicidio di massa, e se si tratta di un attacco terrorista, è il più grave attacco terrorista dall’11 Settembre 2001″. L’attacco di Hasan è stato compiuto in una base militare, con come chiaro obiettivo dei soldati Americani, non civili. Non importa l’opinione che uno ha su quanto sia stato ingiustificato e malvagio un simile attacco, ma può un attacco contro dei soldati — in particolare quelli che stanno per partire in guerra — cadere in una qualsivoglia legittima definizione di “terrorismo”, che generalmente viene usata per definire gli attacchi intenzionali sui civili ?

L’ovvio problema nel rispondere a questa domanda è che, come anche viene riconosciuto dallo stesso Dipartimento di Stato USA, “non esiste una definizione di terrorismo che si è guadagnata un’accettazione universale” — questo a dispetto della centralità di questo termine nel discorso politico. Nella sua pubblicazione del 2001, Modelli del Terrorismo Globale, il Dipartimento di Stato ha definito il “terrorismo” come “una violenza premeditata, motivata politicamente e perpetrata contro obiettivi non-combattenti”, e subito dopo ha definito “obiettivi non-combattenti” anche “il personale militare che nel tempo dell’attacco è disarmato e/o non in servizio”. Solo accettando questa definizione (o una simile), l’attacco a Fort Hood può venire definito “terrorismo”.

Ma se uno accetta la definizione allargata di “terrorismo” — cioè che include la violenza che prende di mira non solo i civili ma anche combattenti non armati e non impegnati in combattimento durante il momento dell’attacco — sembra impossibile escludere da quel termine molti degli atti che abitualmente vengono perpetrati dagli USA e dai nostri alleati. Infatti, una gran parte della nostra strategia di “guerra” è di uccidere le persone che consideriamo “terroristi” o “combattenti” senza tenere conto se questi sono armati o impegnati in battaglia nel momento in cui li uccidiamo. Non è questo esattamente quello che facciamo con i nostri attacchi tramite droni in Pakistan ? Infatti attualmente abbiamo una “lista da colpire” di individui che intendiamo uccidere in Afghanistan basata sui nostri sospetti che questi siano coinvolti nel commercio di droga e che quindi aiutano a finanziare i Talebani. Durante la sua guerra contro Gaza, Israele attaccò stazioni di polizia, e con un attacco uccise 40 cadetti della polizia che stavano facendo una parata, giustificandosi poi dicendo che queste reclute della polizia erano obiettivi legittimi — anche se non erano impegnati in combattimento in quel momento — per via del loro legame con Hamas (anche se B’Tselem, un gruppo Israeliano per i diritti umani, disse che le reclute colpite “stavano venendo addestrate in tecniche di primo soccorso, diritti umani e per il mantenimento dell’ordine pubblico”).

Esiste una qualche legittima definizione di “terrorismo” che consenta di qualificare così l’attacco di Fort Hood, ma non gli attacchi di cui ho parlato qui sopra ? Gli USA, ovviamente, sostengono di essere incapaci di fare del “terrorismo”, per definizione, perchè il “terrorismo” è qualcosa che solo “gruppi subnazionali o agenti clandestini” possono fare, ma lasciando da parte questa esclusione assurdamente faziosa e incoerente, come può l’attacco di Fort Hood che era diretto contro dei soldati venir chiamato “terrorismo” mentre la stessa cosa non vale per le nostre azioni ?

E solo per fornire quel che dovrebbe essere (ma non sarà) un’inutile diffida: anche se gli USA fossero nobili, virtuosi e buoni, e i fondamentalisti Musulmani malvagi e cattivi, ciò sarebbe completamente irrilevante per la questione. Le leggi della guerra e le definizioni di terrorismo si applicano — come è vero, per definizione, per tutte quelle cose che chiamiamo “leggi” e “definizioni” — in modo eguale a chiunque, indipendentemente da quanto buono o cattivo sia qualcuno. E nemmeno queste questioni hanno qualcosa a che fare sulla legittimità di un atto; molte cose che sono sbagliate e cattive — infatti, la maggior parte — non sono “terrorismo”.

Non è quindi abbastanza chiaro che il termine “terrorismo” sta venendo applicato a quel che Hasan ha fatto per via della sua religione, invece che per l’atto stesso ? Per metterla in un altro modo, come Matt Duss di ThinkProgress ha scritto: “la definizione di terrorismo non è ‘qualsiasi violenza compiuta da qualsiasi Musulmano in qualsiasi luogo, qualsiasi tempo e per qualsiasi ragione’.” Ma questo — assieme alla repellente affermazione secondo cui dire “Allah è Grande” è “indicativo di terrorismo”, invece che indicativo di qualcuno che è Musulmano (che sarebbero poi la stessa cosa nelle menti delle persone che sostengono ciò) — è esattamente ciò pare stia alimentando le discussioni su questo attacco. E’ probabile che ci sarà sempre una certa confusione su cosa motivò esattamente Hasan — una combinazione di instabilità mentale, fervore religioso e convinzioni politiche — ma indipendentemente dal motivo, l’unico modo per definire un attacco contro dei soldati un atto di “terrorismo” è di accusare noi stessi nello stesso modo.

AGGIORNAMENTO: Non so bene come spiegarlo, ma Jonah Goldberg di National Review è riuscito a costruire un’argomentazione valida, sostenendo che l’attacco di Hasan non può venir classificato come “terrorismo” perchè il terrorismo è “un attacco su dei civili inteso a incutere paura nella popolazione non-militare” e “Hasan non ha attaccato dei civili, ha attaccato dei membri in divisa dell’esercito USA che stavano per partire in guerra”. In un post successivo, rispondendo alle email furiose dei lettori, ha anche spiegato che è difficile classificare l’attacco di Hasan come “terrorismo” senza fare la stessa cosa riguardo ai nostri attacchi con i droni in Pakistan. Ma in modo ancora più bizzarro, Cliff May di National Review ha detto di essere d’accordo sul fatto che “un terrorista è qualcuno che attacca in modo violento e intenzionale dei non-combattenti per motivi politici. L’assalitore di Fort Hood, al contrario, stava attaccando combattenti in uniforme. In questo senso, non era un terrorista”.

Che anche i fanatici “guerrieri” di National Review siano più controllati e ponderati in questa questione di Joe Lieberman fa capire quanto radicale e fuori di testa sia il Senatore del Connecticut quando si parla di qualcosa che ha a che fare con i Musulmani.

di Glenn Greenwald
Fonte: http://www.salon.com/news/opinion/glenn_greenwald/2009/11/09/terrorism/index.html
Traduzione: http://saigon2k.altervista.org/


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mazzi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 455
 

A differenza di Ida Magli che ha poche idee ma in compenso confuse, la classe politica americana di idee non ne ha affatto, ma in compenso sono sempre le stesse.


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silviu
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 100
 

Leggersi qui

http://mirumir.altervista.org/

un esempio mirabile di vero giornalismo...


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6373
 

Per chi volesse guardarsi un documentario su Fort Hood, girato prima del massacro:

http://la1.rsi.ch/storie/welcome.cfm?idg=0&ids=0&idc=40231

Parla di tatuaggi, tatuatori e tatuati: i soldati in partenza per la mattanza.


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