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Grecia - Prendere tempo e fiato ...


radisol
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Prendere tempo e fiato, con la pistola alla tempia

Mercoledì, 18 Febbraio 2015

Uscire dal braccio di ferro col gigante, ma senza perdere la faccia. Se fosse una normale commedia all'italiana, il dilemma che si trova a dover sciogliere in queste ore il governo greco avrebbe una soluzione puramente lessicale: chiamare in un altro modo gli stessi diktat.

Purtroppo, i greci hanno problemi molto reali, che non diminuiscono di virulenza sotto un altro nome. Devono trovare fonti di liquidità a breve termine, ottenere la riduzione dell'avanzo primario dal 4,5 all'1,5% per poter realizzare almeno una parte visibile del programma con cui cui sono stati eletti, allontanare lo spettro degli assalti ai bancomat, guadagnare tempo in attesa che altri paesi possano affiancare Atene nella richiesta di una “riforma” delle politiche economiche fin qui seguite dall'Unione Europea.

Ma lo sanno anche i falchi della Troika, che pensano con orrore a uno scenario – attualmente abbastanza probabile – in cui si potrebbero trovare costretti ad affrontare la resistenza congiunta di Spagna, Irlanda, forse persino del Portogallo, oltre che di Atene. Tutti paesi che hanno elezioni politiche già fissate nel corso di quest'anno e che, al momento, potrebbero veder cadere i “governi della troika” attualmente al timone, facendo emergere forze di sinistra anti-austerità come Podemos e Sinn Fein, o rivitalizzando i socialisti di Lisbona contrari alle politiche Ue.

L'unica soluzione immaginata a Berlino e Bruxelles per evitare questo scenario è strangolare immediatamente il tentativo di resistenza ellenico, prima che il contagio si estenda. L'ultimatum presentato dal “boero” Dijsselbloem all'inizio dell'Eurogruppo – Tsipras chieda l'estensione dell'attuale programma di assistenza, con qutti i suoi annessi, altrimenti non c'è più niente da discuetere - ha un valore chiaro: Atene deve fare un atto di sottomissione, dopo di che i “nuovi sovrani” della Troika potranno cominciare a vedere se e quanta “flessibilità” concedere al valvassino sul lastrico.

Rischiano – consapevolmente – di creare una situazione in cui Atene viene spinta dalle parti di Weimar (il titolo del pezzo di Paul Krugman sul New York Times di ieri). Ma evidentemente si sono ormai abituati a trattare con i nazisti come “cosa loro” (da Jobbik a Pravy Sektor), e non nutrono più grandi preocoppazioni da quel lato. Anzi...

Nella partita si gioca anche sporco, naturalmente. Ieri sera, una “fonte di Bruxelles vicina al dossier” - in pratica un funzionario della Ue – ha fatto sapere che il governo greco oggi potrebbe decidere di chiedere una “estensione dell'accordo di finanziamento” in scadenza il 28 febbraio. Ma solo per sei mesi e con una formula diversa da quella usata dalla Troika (“programma di aggiustamento”). In pratica una proposta di mediazione che punta a non recepire le “riforme strutturali” pretese da Bruxelles, che fanno parte integrante del “programma di aggiustamento”, ma soltanto la parte riguardante il finanziamento (anche perché, inevitabilmente, la Bce chiuderebbe il rubinetto della liquidità a partire da 1 marzo). Probabilmente era questa la soluzione proposta da Pierre Moscovici, e ritenuta “accettabile” dalla delegazione greca, che poi “il boero” aveva deciso di sostituire con l'ultimatum.

Proprio stamattina il governo greco, tramite il portavoce Gabriel Sakellaridis, ha spiegato che «Oggi il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis invierà la richiesta per l'estensione del programma di prestiti». «Le deliberazioni puntano a trovare un terreno comune, penso che siamo a buon punto. Veniamo al tavolo per trovare una soluzione». Il portavoce ha però anche ribadito che il governo di Atene non ha cambiato posizione sulle «linee rosse» considerate non negoziabili. Quelle, insomma, che sempre ieri Tsipras giurava - davanti al Parlamento - che non avrebbe firmato “neanche con una pistola alla tempia”.

Gli stessi giornali padronali, a questo punto, non sono affatto sicuri se questa sia oppure no una "resa" del governo Tsipras.

Sarà accettata questa formula da Schaeuble e Dijsselbloem?

Le borse, stamattina, scommettono di sì. Domani - data di scadenza dell'ultimatum - è un altro giorno...

Claudio Conti

http://contropiano.org/economia/item/29234-prendere-tempo-e-fiato-con-la-psitola-alla-tempia


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Il capitalismo è quello che è...
Purtroppo chi paga maggiormente la crisi sono le categorie che di certo non l'hanno voluta...
Non è colpa di qualche cattivo bancario o politico che sia, l' imperialismo europeo se non vuol perdere mercati in particolar modo contro una Cina sempre più espansiva, deve essere costrittiva...
Questa è la realtà!


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Il capitalismo non è quel che è.
Non esiste un'entità astratta, una legge universale di nome "capitalismo", dalle " bronzee leggi" ( Marx critica del programma di Gotha). Esistono comportamenti umani che, per comodità di analisi, raggruppiamo sotto la categoria capitalismo. Ora, questi comportamenti, anche se non sfuggono dal recinto di questa categoria analitica, possono essere più o meno intelligenti o più o meno stupidi, più o meno umani o più o mneo disumani.

L'unione europea è stupida, stupida, stupida, irrimediabilmente stupida, per questo segue la strada disumana; ma c'era, c'è sempre un'altra strada, anche nel capitalismo.


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radisol
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Ora Babuskin cercherà nel suo breviario per vedere se c'è quest' altra "strada" ...

Ma il breviario non può spiegare tutto ... altrimenti gli avrebbe almeno fatto capire la differenza tra bancario e banchiere ...

Comunque quelli come lui ( non solo quelli di Lotta Comunista ma tutti quelli convinti di avere la verità in tasca ... o nel breviario) stanno facendo un tifo feroce perchè fallisca il tentativo di Tsipras ... sconvolge troppo i loro schemini ... meglio tifare per Juncker ...


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Anonymous
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I servi del capitalismo sono condizionati, il capitalismo dal volto umano non esiste.
Può esistere la società a misura degli interessi umani in un futuro.

A noi operai non servono i paroloni.
Come non rispondiamo ai provocatori, agli individualisti e intellettuali.
Abbiamo pubblicato tanti libri, opuscoli, il GN dove la nostra politica è ben chiara eppure si insiste con la solita litania.
Pura invidia!


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Anonymous
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@adriano_53.
Ho riletto "Critica al programma di Gotha" Di Marx Edizioni Le Idee Editori Riuniti aprile 1978 pag 108. A cura di Umberto Cerroni.
Se spiega meglio il riferimento è ben gradito.


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Anche io avrei delle domande Babuskin, sei disponibile?
P.s.: Non sono né un provocatore, né un individualista e men che meno un intellettuale.


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