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Guantanamo: Il peggior volto di Washington


cubainforma
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Irasmy Peraza Forte cubainformazione.it

Il centro di detenzione che ha installato il governo USA, nel territorio illegalmente occupato dalla Base Navale di Guantánamo, sarà ricordato come uno dei capitoli più bui della lunga storia di violazioni dei diritti umani made in Washington.

Durante l'amministrazione di George W. Bush, e la sua presunta crociata contro il terrorismo internazionale, le strutture della base cominciarono a ricevere centinaia di detenuti senza il dovuto processo, molti dei quali provenienti dalle prigioni segrete USA in paesi terzi.

Secondo i termini del contratto di locazione, forzato durante l'occupazione militare USA agli inizi del secolo scorso ed introdotto nell'Emendamento Platt, il territorio in cui è installata la base è di sovranità cubana, ma Washington ha il pieno controllo di esso per effettuare le sue operazioni. Così è stato creato quello che gli avvocati chiamano un "buco nero legale". L'unico vantaggio "strategico" di questa installazione, che è una ferita nella sovranità del popolo cubano, è realizzare torture e detenzioni arbitrarie senza rendere conto ai tribunali USA o alla comunità internazionale.

Il mondo ha conosciuto, col contagocce, la vera storia di ciò che accade a Guantanamo, dalla testimonianza delle stesse vittime e anche dalle dichiarazioni di onesti funzionari che non hanno sopportato il peso di coprire la barbarie.

La chiusura del centro di detenzione è una delle promesse elettorali, non mantenute, dell'attuale presidente USA.

Barack Obama ha dovuto lottare contro un Congresso dominato dai repubblicani e radicalmente opposto alla chiusura della prigione. Quando restano meno di tre mesi affinché l'Ufficio Ovale sia occupato da un nuovo capo di Stato, tutto sembra indicare che il carcere sarà uno dei suoi lasciti.

Nella più recente direttiva presidenziale, approvata da Barack Obama sulla politica verso Cuba, il governo USA ha riconosciuto che non ha alcuna intenzione di modificare il vigente trattato di locazione e le altre disposizioni relative alla Base Navale di Guantanamo, poiché permette al suo governo di "migliorare e preservare la sicurezza nazionale".

Allo stesso modo, dagli annunci del 17 dicembre 2014, la Base Navale di Guantanamo, è stato uno dei principali temi da risolvere presentati da Cuba, come parte del processo verso la normalizzazione, insieme all'eliminazione del blocco, la cessazione dei programmi sovversivi, la fine delle illegali trasmissioni radio televisive ed il risarcimento, al nostro popolo, dei danni causati nel corso di più di mezzo secolo di aggressioni.
L'eliminazione di questo residuo coloniale, in pieno XXI secolo, è anche un affare pendente della Casa Bianca, poiché costituisce una violazione dei diritti di 11 milioni di cubani che sono contro l'illegale occupazione di parte del loro territorio.

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