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Il divorzio tra Stato e Banca d'Italia


marita91
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IL DIVORZIO DI BANCA D'ITALIA E' L'INIZIO DELLA FINE DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA

In questi giorni di attesa spasmodica e di paura per il futuro della nazione, molti osservatori cercano di capire come mai l'Italia, che un tempo era fra le 5 nazioni più potenti e ricche del mondo, abbia potuto scendere così in basso fino ad arrivare ai limiti del default e del fallimento finanziario.

Molti analisti concordano col dire che uno dei momenti cruciali per capire la storia recente dell'Italia sia stato quando la Banca d'Italia, che allora era ancora la banca nazionale di emissione della moneta sovrana lira, smise di fare la banca centrale e lasciò lo stato nelle mani delle banche private, iniziando il periodo noto come divorzio fra la Banca d'Italia e lo Stato italiano.

Era il luglio del 1981, quando su proposta di legge del ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, Banca d'Italia non entrò più nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato come prestatore di ultima di istanza (per comprare i titoli di stato invenduti o calmierare le aste nel caso in cui le offerte degli investitori privati fossero state troppo basse) lasciando campo libero alle banche private, agli operatori e agli speculatori finanziari che come ampiamente prevedibile cominciarono a scannarsi alla ricerca del maggiore rendimento (che raggiunse in quegli anni livelli assurdi superiori al 12%, mentre oggi l'Italia rischia il default con un misero 7%).
Il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta giustificò questa sua bravata del divorzio di Banca d'Italia dicendo che voleva interrompere la politica dei soldi facili per abbassare il debito pubblico, ridurre l'inflazione e consentire all'Italia di entrare nei rigidi parametri dello SME (Sistema Monetario Europeo, ovvero l'anticamera dell'Unione Europea), ma l'effetto che provocò fu esattamente il contrario perchè poco dopo il divorzio fra Banca d'Italia e lo Stato il debito pubblico cominciò a crescere in modo galoppante, diventando in sostanza quell'enorme massa di debito che ci portiamo avanti fino ad oggi.
Infatti è utile ricordare che nel 1981 quando il ministro Andreatta sancì il divorzio fra Banca d'Italia e lo Stato, nessuno poteva immaginare che la Banca d'Italia nazionale fosse già da tempo passata in mano privata (il capitale della Banca d'Italia è partecipato tutt'oggi dalle principali banche private come Unicredit, Banca Intesa e Banca Montepaschi di Siena, mentre solo il 5% della proprietà appartiene ad enti pubblici), perchè l'inchiesta che svelò la lista degli anonimi azionisti privati di Banca d'Italia, che ingenuamente molti ritenevano un'istituzione pubblica, è solo del 2005.

Quindi il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e l'allora governatore di Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi (presidente emerito della repubblica, ma emerito per cosa? Per aver contribuito allo sfascio della democrazia italiana? Mistero) erano parecchio in mala fede quando decretarono di comune accordo quel divorzio perchè sapevano che impedendo a Banca d'Italia di intervenire nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato avrebbero messo lo Stato italiano nelle mani di voraci banche private come Unicredit, Banca Intesa, Montepaschi, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, gli hedge funds, gli speculatori finanziari, che infatti in quel periodo indirizzarono le aste al rialzo, gettandosi a capofitto nella grande abbuffata di titoli di stato ad alto rendimento e facendo lievitare in modo inimmaginabile il debito pubblico.
Ad onor del vero anche parecchi cittadini privati italiani si arricchirono con i titoli di stato, tuttavia quello era un periodo in cui lo Stato italiano cominciava a perdere pezzi della sua struttura democratica ma era ancora uno stato sovrano, con la sua banca centrale e la sua moneta sovrana la lira, quindi il rischio di fallimento non era nemmeno lontanamente contemplato (al massimo si svalutava la lira rispetto alle altre monete estere, l'inflazione schizzava alle stelle e si cominciava daccapo con la speculazione).
Oggi quel processo iniziato tanti anni fa, proprio con il divorzio fra Banca d'Italia e lo stato italiano, è arrivato al suo finale compimento, perchè non solo la banca centrale Bankitalia S.p.A. è stata privatizzata ma anche l'intero Stato Italiano e la sua effimera democrazia sono stati trasformati in una gigantesca società per azioni, avendo di fatto lo stato ceduto la sua sovranità politica ad una pletora di tecnocrati europei per quanto riguarda l'aspetto legislativo ed esecutivo, e agli avvoltoi della finanza per quel che rimaneva dell'antica sovranità economica e monetaria.

Piero Valerio
http://www.ultimenotizie.we-news.com/politica/interna/6323-il-divorzio-di-banca-ditalia-e-linizio-della-fine-della-democrazia-italiana


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Noumeno
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Qualcuno mi spiega come fa il Giappone con un debito pubblico enorme (oltre il 200 %) ad avere un inflazione bassissima nonostante abbia la sovranita' monetaria ? Forse non stampa moneta ?


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lino-rossi
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ecco le parole dello stesso Andreatta:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=891110&chId=30

è vero che nel '92 l'avremmo comunque persa la sovranità monetaria, ma in oltre un decennio quella politica CRIMINALE ci ha fatto passare il rapporto debito/PIL dal 60% ad oltre il 124%; ... e gli andreatta boys continuano a imperversare.

noi abbiamo perso la sovranità monetaria nel settembre 1979, quando ciampi ha sostituito Paolo Baffi.


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lino-rossi
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Qualcuno mi spiega come fa il Giappone con un debito pubblico enorme (oltre il 200 %) ad avere un inflazione bassissima nonostante abbia la sovranita' monetaria ? Forse non stampa moneta ?

finora ne ha stampata pochissima.
solo ultimamente ha praticato un po' di QE.


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RoccoJackson
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stampare moneta non causa inflazione, dipende da come viene usata. Metti caso che le famiglie italiane abbiano in media 5k di euro di debito privato, bene stampi moneta per far rientrare le famiglie da quei debiti.... se pensi che questo crei inflazione sei deficiente.......se capisci che non crei inflazione sei normale, il problema che il 97% delle persone sono deficienti.

il giappone in particolare vende titoli di stato solo all'interno e con rendite talmente basse che in pratica stampa moneta.

sull'iperinflazione di cermania
http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=3144&reply_id=328082


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marita91
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Cari Lino Rossi e Noumeno...
E almeno dagli inizi degli anni ’90 che la priorità assoluta della politica fiscale del nostro Paese è stata la riduzione del debito pubblico accumulato in passato.

Se sono state tagliate le spese sociali e quelle per gli investimenti pubblici, se è stato privatizzato il patrimonio industriale pubblico, perché il debito dello Stato è cresciuto ulteriormente invece di diminuire?
La stessa adesione all’area monetaria europea fu giustificata dalla necessità di porre un vincolo esterno insormontabile alla crescita della spesa pubblica.

La causa del continuo aumento del debito pubblico non sta allora nell’eccesso di intervento dello Stato nell’economia, ma risiede nella politica monetaria che è stata condotta nell’ultimo decennio dalla Banca d’Italia prima e dalla BCE dopo il 1999 quando le banche centrali nazionali (BCN) di 11 Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno trasferito alla BCE le proprie competenze in materia di politica monetaria.

E’ stata la spesa per interessi che si è mangiata completamente i tagli alla spesa pubblica, facendo lievitare ancor di più il debito pubblico. E poiché il livello dei tassi di interesse è determinato, in ultima istanza, dalle autorità monetarie possiamo indicare nella Banca d’Italia prima e nella BCE poi i veri responsabili dell’esplosione del debito pubblico.

La Banca d’Italia S.p.a. e la BCE hanno agito per conto degli interessi esclusivi della finanza internazionale, imponendo ai cittadini europei delle politiche neoliberiste di riduzione della spesa pubblica e di contrazione dell’intervento pubblico.


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marita91
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L’operato di Andreatta non si potrebbe capire senza conoscerne il profilo politico: neoliberista della prima ora, ministro del Tesoro nel governo Spadolini. (il divorzio avvenne quando al governo c'era il repubblicano Spadolini, che non ne sapesse niente?).

S'era avvicinato alla politica molto prima, negli anni Sessanta, elaborando con altri studiosi la «piattaforma economica» del centrosinistra. In quest'opera era aiutato dalla sua formazione accademica neo-keynesiana, che appariva perfetta da coniugare con il solidarismo cattolico. Andreatta era laureato non in economia ma in giurisprudenza, all'università di Padova.

Poi aveva studiato economia alla Cattolica di Milano ed era stato a Cambridge come visiting professor. Nel 1961 era stato inviato in India, per collaborare alla Planning Commission del governo Nehru. Tornato in Italia, professore alla facoltà di Scienze politiche di Bologna da lui stesso fondata, diventò il punto di riferimento degli economisti cattolici, nel '74 fondò Prometeia, il centro di analisi e previsione economica bolognese; e nel '76 l'Arel, agenzia di ricerche e legislazione.

Raccolse intorno a se una vera e propria scuola, i nomi vanno da Angelo Tantazzi a Romano Prodi, ad Alberto Quadrio Curzio. Fondò l'Università di Cosenza sul modello dei campus anglosassoni.


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Iacopo67
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Tutte le vicende intorno alla perdita della sovranità monetaria che abbiamo dovuto subire, sono molto importanti da studiare e da capire, perchè sono alla base dei nostri problemi economici.
Voglio aggiungere un tassello a quanto già ben esposto, ovvero il periodo delle stragi, dei progettati colpi di stato, delle intimidazioni, culminati nell'assassinio di Aldo Moro (1978, un pò prima che iniziassimo a perdere la sovranità monetaria). Queste azioni terroristiche erano portate avanti soprattutto dagli inglesi e dagli americani che non tolleravano che in Italia si perseguisse una politica che promuovesse gli interessi della nostra nazione. L'Italia doveva essere una colonia, e alla fine ce l'hanno fatta diventare, togliendo di mezzo tutti gli oppositori, con qualunque mezzo, dopo di che hanno cominciato a toglierci le sovranità.


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lino-rossi
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E poiché il livello dei tassi di interesse è determinato, in ultima istanza, dalle autorità monetarie possiamo indicare nella Banca d’Italia prima e nella BCE poi i veri responsabili dell’esplosione del debito pubblico.

in questo gioco entrano anche le società di rating.

In quest'opera era aiutato dalla sua formazione accademica neo-keynesiana, che appariva perfetta da coniugare con il solidarismo cattolico.

Keynes si girerà nella tomba ...


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marita91
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Tutte le vicende intorno alla perdita della sovranità monetaria che abbiamo dovuto subire, sono molto importanti da studiare e da capire, perchè sono alla base dei nostri problemi economici.
Voglio aggiungere un tassello a quanto già ben esposto, ovvero il periodo delle stragi, dei progettati colpi di stato, delle intimidazioni, culminati nell'assassinio di Aldo Moro (1978, un pò prima che iniziassimo a perdere la sovranità monetaria). Queste azioni terroristiche erano portate avanti soprattutto dagli inglesi e dagli americani che non tolleravano che in Italia si perseguisse una politica che promuovesse gli interessi della nostra nazione. L'Italia doveva essere una colonia, e alla fine ce l'hanno fatta diventare, togliendo di mezzo tutti gli oppositori, con qualunque mezzo, dopo di che hanno cominciato a toglierci le sovranità.

Ti rispondo con alcune osservazioni che P.P Pasolini faceva già nel 1974....

Come mai quel 12 dicembre 1969 furono proprio le sedi di queste tre banche:

- Banca Nazionale dell'Agricoltura, Piazza Fontana, Milano
- Banca Commerciale Italiana, Milano (la bomba non esplose)
- Banca Nazionale del Lavoro, via Veneto, Roma

ad essere prescelte quali luoghi deputati delle esplosioni delle bombe con le quali si dette il via alla "strategia della tensione"?

provo a dare una risposta......

La Banca Nazionale dell'Agricoltura aveva cominciato poco tempo prima ad emettere le 500 Lire cartacee con dicitura:....."Biglietto di Stato a corso legale"....... L'emissione fu sospesa pochi giorni dopo l'attentato!!!!!

Lo stato italiano decreto la nascita delle 500Lire in banconota di proprietà dello Stato Italiano e questo andò a scontrarsi con gli interessi dei Rothschild e all'oligarchia reale/bancaria anglo-olandese (oltre che americana).

Poi certo non erano solo i fantomatici agenti americani della solita e più nota "CIA"....la difesa della sovranità italiana da parte di soggetti come De Gasperi, Fanfani, Moro, Mattei, Andreotti, Craxi, Raul Gardini dava fastidio al nazionalismo americano, francese, tedesco, inglese austriaco, belga, olandese, ecc.............insomma ATLANTICO & EUROPEO.........


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AlbertoConti
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Tema interessante. La via italiana alla moneta unica è particolarmente significativa per interpretare il "fenomeno" euro, la moneta che rischia di passare alla storia come il fallimento più corposo e rapido tra tutti. Gli architetti dell'euro si sono fatti le ossa studiando in america, questo è chiaro, con in più l'influsso diretto, la supervisione, della vicina city di Londra. Aggiungi il pallino della stabilità tedesco, il tabù inviolabile del giocatore più forte, ed ecco servito il piatto più indigesto della storia monetaria contemporanea, il cambio fisso tra valute incompatibili in un mercato unico forzoso e senza regole che non fossero quelle delle corporations dominanti.

Divorzio tesoro-bc e privatizzazioni-fusioni bancarie furono le due facce di un processo propedeutico all'ingresso nella mattanza dell'euro per i PIIGS.

E' vero, la stagione delle stragi di stato e del terrorismo eterodiretto prepararono il terreno per le forzature politiche interpretate dai "tecnici" Andreatta, Ciampi, Draghi, ma non dimentichiamo "mani pulite" tra i golpe più o meno silenziosi che aprirono la stagione berlusconiana, la più caratteristica tra le dittature "liberiste", così come il fascismo mussoliniano fù il più caratteristico ed estetico-macchiettistico al mondo, tant'è che la parola "fascismo" è entrata nel linguaggio corrente a livello internazionale.

Insomma, quel che ci sta accadendo ora è l'epilogo di fenomeni globali interpretati in salsa italiana, un mix di antropologia mediterranea e colonialismo plurimo, prima solo anglosassone, poi anche franco-tedesco (grazie all'euro). Se Napoli piange, il resto d'Italia non se la passa tanto meglio, quanto a corruzione di provincia da basso impero.

Perfetto! Siamo nelle condizioni ideali per ribaltare il tavolo.
Un default monetario tanto drammatico quanto virtuale se non Italia dove?

L'epicentro della tempesta perfetta, per un cambiamento vero e radicale di paradigma politico-monetario. In più abbiamo gli esempi virtuosi dell'america latina (guarda caso) e il sacrificio della Grecia, tanto per cominciare, con Irlanda e Portogallo. I tempi sono maturi, e lo roadmap si sta delineando. Prima tappa: audit pubblico sulla formazione dei debiti e l'attribuzione delle responsabilità e dei patrimoni.


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dana74
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1981- comincia l'eclissi della sovranità italiana.

Lo scriverai grante Travaglio o continuiamo con la litania e mistificazione comoda che è solo ed unicamente colpa di Craxi?


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Iacopo67
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E' giusto dire che dietro a tutto questo non ci sono semplicemente la CIA e gli americani. Dal libro "Il golpe inglese" di Cereghino e Fasanella, appena uscito e basato su documenti desecretati inglesi, risulta che siano implicati almeno USA, Gran Bretagna, Germania e Francia.
Per esempio:
L'8 Luglio 1976 ci fu un vertice segreto da cui l'Italia era esclusa, tra i rappresentanti dei quattro paesi sopraddetti, dove dovevano mettersi d'accordo su alcune importanti ingerenze da perpetrare nel nostro paese.
Il "compromesso storico" tra DC e PCI, che avrebbe dato maggiore impulso a una sana politica nazionalista, doveva essere fermato, e il PCI non doveva andare al governo, per quanti voti avesse preso.
Decisero di contattare i politici e le personalità importanti italiane, uno per uno, per fargli capire bene cosa dovevano fare.
Il rappresentante inglese stilò un rapporto su questo vertice segreto, che venne poi letto dal capo del governo inglese, Jim Callaghan, il quale rimase turbato per i contenuti e i toni di quel documento.
Scrisse subito una lettera ai capi di governo francese e tedesco, Giscard d'Estaing e Helmut Schmidt, raccomandandosi;
" Dovremmo usare molta cautela nel trattare questo documento, tenendo conto dell'enorme danno che ne deriverebbe se la sua esistenza divenisse di dominio pubblico: sarebbe considerato un'intrusione diretta negli affari di uno Stato europeo nostro alleato."
Insomma, è un vero intrigo internazionale.


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istwine
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io non capisco, devo dire, perché tutti quelli che scrivono queste cose abbiano una conoscenza così sballata di determinate cose. partiamo dal presupposto che la situazione propria del divorzio "all'italiana" è propria della maggior parte degli Stati attuali. l'unico, volendo essere precisi è il Canada, che ha appunto un sistema non dissimile dall'Italia predivorzio, ovvero la Banca Centrale può intervenire alle aste primarie.

http://www.fin.gc.ca/treas/evaluations/edap-epatd01-eng.asp#09

Era il luglio del 1981, quando su proposta di legge del ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, Banca d'Italia non entrò più nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato come prestatore di ultima di istanza (per comprare i titoli di stato invenduti o calmierare le aste nel caso in cui le offerte degli investitori privati fossero state troppo basse) lasciando campo libero alle banche private, agli operatori e agli speculatori finanziari che come ampiamente prevedibile cominciarono a scannarsi alla ricerca del maggiore rendimento (che raggiunse in quegli anni livelli assurdi superiori al 12%, mentre oggi l'Italia rischia il default con un misero 7%).

Prendiamo questo dato, il 12%. che senso ha piazzarlo così senza spiegare che in quegli anni il tasso d'inflazione era decisamente alto rispetto adesso, si aggirava intorno al 20% (in base ai dati che si prendono, ad ogni modo era un'inflazione a due cifre), e i più attenti sanno che in genere ai tassi si aggiunge una percentuale anche di inflazione (o di rischio default come nel caso attuale, o di rischio di cambio, sempre nel caso attuale). insomma non possono essere confrontati così in maniera vuota. quelli ancora più attenti sanno che in genere i tassi d'interesse sui titoli a lungo termine sono basati anche su aspettative sui tassi d'interesse a breve termine, sotto il controllo della Banca Centrale. cioè sono ancorati ai tassi a breve termine in un qual senso e in situazioni normali.

in una situazione come quella di adesso per esempio, essendosi rotto il legame tra Tesoro e Banca Centrale, i tassi d'interesse sui titoli a lungo termine degli Stati, sono realmente del tutto in balia dei mercati.

Il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta giustificò questa sua bravata del divorzio di Banca d'Italia dicendo che voleva interrompere la politica dei soldi facili per abbassare il debito pubblico, ridurre l'inflazione e consentire all'Italia di entrare nei rigidi parametri dello SME (Sistema Monetario Europeo, ovvero l'anticamera dell'Unione Europea), ma l'effetto che provocò fu esattamente il contrario perchè poco dopo il divorzio fra Banca d'Italia e lo Stato il debito pubblico cominciò a crescere in modo galoppante, diventando in sostanza quell'enorme massa di debito che ci portiamo avanti fino ad oggi.

Questo per esempio fu la grande puttanata basata sull'idea monetarista di BC e banche. Credevano di abbattere l'inflazione, credendola un fattore monetario, e non capendo le transazioni che avvengono all'acquisto dei titoli. Difatti, la prova provata è proprio il Canada, che ovviamente non ha inflazione a due cifre anche se la BC interviene alle aste primarie. Perché? Perché non c'entra nulla con l'inflazione, ma proprio nulla di niente. Il debito pubblico aumentò per via della sommatoria dei deficit di bilancio, e contestualmente, essendo un'identità contabile basilare (e non una teoria), aumentò il risparmio del settore privato, come avviene per ogni deficit di bilancio.

Quindi il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e l'allora governatore di Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi (presidente emerito della repubblica, ma emerito per cosa? Per aver contribuito allo sfascio della democrazia italiana? Mistero) erano parecchio in mala fede quando decretarono di comune accordo quel divorzio perchè sapevano che impedendo a Banca d'Italia di intervenire nelle aste primarie di collocamento dei titoli di stato avrebbero messo lo Stato italiano nelle mani di voraci banche private come Unicredit, Banca Intesa, Montepaschi, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, gli hedge funds, gli speculatori finanziari, che infatti in quel periodo indirizzarono le aste al rialzo, gettandosi a capofitto nella grande abbuffata di titoli di stato ad alto rendimento e facendo lievitare in modo inimmaginabile il debito pubblico.

Quindi per fare un esempio la Svezia o che so, gli USA, o che so, il Giappone sono in balia dei mercati? eppure esiste lo stesso divorzio di cui parla l'articolo, e tassi sui titoli decisamente bassi, e livelli di debito, decisamente alti. Rifletteteci, la teoria dell'articolo non torna e non può tornare perché vi sono un bel po' di errori base, tipicamente monetaristi a dirla tutta.


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AlbertoConti
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C'è BC e BC, ognuna col suo statuto e con regole diverse nei rapporti coi rispettivi governi, ma una cosa è certa: non a caso si chiamano Banche CENTRALI, sono il pilastro del sistema monetario e il principale attore economico del paese in cui operano. E non a caso stanno all'interno di una gerarchia di banche centrali di livello superiore, come la BCE e la FED per vaste aree di moneta unica e come la BIS, il FMI, la BM a livello globale. Da questa realtà ormai storica si evince che in un mondo di scambi commerciali planetari ogni sistema monetario risente pesantemente del comportamento degli altri, non può ignorarne i condizionamenti, adeguandosi pena insostenibili svantaggi macroeconomici.

Da quasi un secolo il player dominante sono gli USA col loro dollaro, la cui storia penso sia piuttosto nota (probabilmente mai abbastanza). Niente da meravigliarsi che gli altri sistemi si siano ad esso adeguati, assumendone in primis l'architettura di base, all'interno della quale il titolo di debito pubblico assume un ruolo chiave nelle dinamiche monetarie. E dal funerale del gold standard questa dinamica si è rapidamente "evoluta" fino ai paradossi più estremi della trappola del debito nella quale siamo recentemente caduti.

Ciò che fa la differenza tra i principali paesi in termini di politica monetaria dipende essenzialmente dalla loro BC, e soprattutto dalla relazione tra politica monetaria e politica sociale, divergenti in funzione del controllo privatistico dei grandi capitali, che incredibilmente prende il sopravvento anche in paesi cosiddetti civili e democratici.

Ciò che sta capitando all'Italia in questi giorni non è logico, ne civile e tantomeno democratico. E' semplicemente assurdo, un feudalesimo omaggiato gratis ai signori del capitale finanziario!

E' una degenerazione cancerogena potenzialmente congenita all'architettura monetaria fondata su questi principi, evidentemente malsani, molto malsani e funzionali alla stagione dell'imperialismo applicato all'esplosione tecnologica. Troppe vittime e troppo pochi privilegiati. Non m'interessa il dibattito all'interno di questa architettura, m'interessa un'architettura alternativa nelle sue fondamenta, esente da questo gene cancerogeno del debito crescente tutto da una parte.


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