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Il fenomeno Bolsonaro

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mystes
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In questi ultimi giorni su “Comedonchisciotte” sono apparsi alcuni post e qualche scritto sul “fenomeno” Bolsonaro in Brasile, la maggior parte improntati all’incomprensione e alla diffidenza.
Chi non ha una vera e propria idea politica stenta a orientarsi nella giungla politica brasiliana e nel peggiore dei casi è portato ad emettere un giudizio sotto l’impulso del sentito dire o ancor peggio delle fake-news che predominano nel panorama politico mondiale.
Ebbene cercherò con questo scritto di esporre serenamente l’argomento in questione.
Il “fenomeno” Bolsonaro a dire il vero viene da lontano ed ha coniugato due eventi che rappresentano l’anima storica del popolo brasiliano: la sua antica frustrazione sociale e la sua grande delusione etica. La frustrazione di un popolo che vive in un paese immenso, ricco di risorse e la delusione per aver dovuto subire negli ultimi anni della sua storia una classe politica corrotta e immorale e il crimine organizzato (65.000 morti nell’ultimo anno!)
Stanco dei numerosi tradimenti nei campi che contano, delle offese, delle irrisioni in casa e all’estero, è esploso con tutta la rabbia di cui un popolo è capace in occasione dell’impeacheament della signora Dilma Rousseff, il cui unico merito era quello di essere stata portata a quel posto dall’ex-presidente Lula da Silva e contestualmente dei grandi processi di “Mani Pulite” che hanno visto passare negli schermi televisivi fra lo stupore generale tutti i volti dei grandi padrini della sinistra brasiliana che sedevano o avevano occupato le più alte cariche governative.
E’ stato un colpo al cuore della fede popolare e perché no? dell’ingenuità dei brasiliani che avevano eletto quegli uomini e quelle donne con grande speranza di cambiamento e di benessere. E invece, l’economia era crollata, la disoccupazione era aumentata, tutti gli indici registravano il rosso profondo ed i boiardi di stato si arricchivano, si arricchivano sempre di più…
A quel punto, man mano che andavano avanti i processi, si formarono i cortei di dimostranti che scendevano in strada spontaneamente per protestare con i telefonini e i social (da whatsapp a youtube a facebook) che impazzivano di messaggi e di video pieni di sms e di immagini di dimostranti gridando invettive e urla contro Lula, contro Dilma e tutti gli altri, un accorrere di popolo da tutti gli stati brasiliani verso le grandi metropoli, Rio de Janeiro, San Paolo, Salvador, Brasilia con la rabbia e la delusione delle grandi masse arrabbiate. Milioni di persone sfilarono al grido “No Dilma” “No Lula” e gli urli della gente giunsero fino alla Capitale dove una notte si tentò l’assalto al palazzo del governo.
Fu la grande primavera brasiliana che scaturì nell’impeacheament di Dilma e nella prigione di Lula, definiti ipocritamente “golpe” dalla sinistra e dai media internazionali soggiogata dalla sinistra, con una palese incomprensione per non dire di peggio nei riguardi di un processo costituzionale e democratico che si concluse con le condanne di quei due.
In quei giorni molti si chiesero il perché alla testa di quei grandi movimenti di massa non si vide un leader, un capo, ebbene la risposta l’abbiamo nel fatto che quei movimenti furono spontanei, senza l’interferenza di partiti e di agenti stranieri e che l’arrivo del leader stava maturando.
Infatti, alla prima grande occasione politica, come le elezioni generali di quest’anno, il capo è apparso. Non viene dal nulla, anch’egli è un deputato da circa 30 anni regolarmente eletto, ma è uno dei pochi con le mani pulite e con la coscienza a posto; è un patriota ed ha saputo cogliere fin nei minimi dettagli il sentimento delle grandi masse deluse e arrabbiate. Quest’uomo è Jair Bolsonaro.
Fin dalle sue prime apparizioni in pubblico e dei suoi viaggi nel pianeta brasiliano, si vide subito che il vento stava cambiano e stava soffiando in direzione di quella storia che era stata scritta nei giorni delle proteste, il suo parlare era chiaro ed era improntato alla sconfessione totale della grande politica che aveva prodotto la catastrofe attuale, l’anticomunismo fu il suo leitmotiv e il popolo riconobbe subito in lui il leader dei giorni fatidici.
Cercarono di fermarlo subito. Mentre un popolo in deliro lo stava osannando in una piccola città, un fanatico aspirante assassino tentò di colpirlo con una pugnalata nell’addome. Il Bolsonaro cadde fra le braccia dei suoi sostenitori e trasportato immediatamente in ospedale fu salvato dal pronto intervento dei medici. Secondo la volontà di Dio, non era destinato a morire.
Da quel momento il popolo si convinse ancor di più che era lui il leader che aspettavano e la sua ascesa verso l’elezione a presidente non si è mai arrestata. Per una probabile frode delle urne elettroniche non fu eletto al primo turno anche se giunse in testa con una distanza abissale dal secondo candidato della sinistra. Oggi, in attesa del ballottaggio di giorno 28 ottobre, registra un primo posto con percentuali tali che gli permettono di stare tranquillo sull’esito finale. Certamente Jair Bolsonaro è il prossimo presidente della Repubblica Federale del Brasile.
Agli analisti politici spetta il non facile compito di esaminare i motivi di tutto ciò, senza ricorrere alle semplificazioni idiote e di comodo come “fascista” “nazista” “neoliberista” che non impressionano più nessuno e che soprattutto non rispecchiano la realtà sociale e politica di quel paese.
Se si vuol far un sevizio serio occorre scendere in profondità e capire i cambiamenti che sono stati già registrati. Prima di tutto il pessimo e fazioso servizio reso dalle grandi reti tv e dai giornali, soppiantati dall’uso massiccio della libera informazione costituita dalle reti internet, dai social e dagli smartophone.
Possiamo dire che Bolsonaro sarà il primo presidente post-moderno avendo rifiutato il servizio pubblico dei dibattiti televisivi, accettando il libero e gratuito sostegno dei canali privati. In un paese che ha sofferto e soffre ancora per la corruzione, questo è stato un esempio che ha convinto anche gli indecisi e che ha provato la grande capacità di Bolsonaro di attirare consenso senza spendere un centesimo, quando altri candidati hanno speso milioni del servizio pubblico.
Per concludere, non pretendo di aver disegnato un quadro esauriente dell’attuale processo elettorale brasiliano, ma ci tenevo a ristabilire certe verità che a volte, non so dire se per ingenuità o preconcetto ideologico vengono ignorate.


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Tibidabo
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Per capire chi è che fornisce una analisi “improntata all'incomprensione” copincollo questo passo talmente descarado che fa quasi simpatia

Possiamo dire che Bolsonaro sarà il primo presidente post-moderno avendo rifiutato il servizio pubblico dei dibattiti televisivi, accettando il libero e gratuito sostegno dei canali privati. In un paese che ha sofferto e soffre ancora per la corruzione, questo è stato un esempio che ha convinto anche gli indecisi e che ha provato la grande capacità di Bolsonaro di attirare consenso senza spendere un centesimo, quando altri candidati hanno speso milioni del servizio pubblico


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oriundo2006
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Vorrei solo far notare alcune cose non sempre evidenti quando si parla di questo Paese, che è grande 28 volte l’Italia ( 8.500 mila kmq vs Italia 300 mila kmq ). Dunque prendete l’Italia, questo buffo stivale e metteteci accanto altri 27 esemplari simili e capite di cosa stiamo parlando...
Questo tanto per dar a tanti lettori l’idea di un Paese-continente immenso, con circa 200 milioni di abitanti, con foreste vastissime, grandi megalopoli ( Rio e San Pulo ) e decine di migliaia di villaggi sparsi nell’immensità di questo gigante un tempo principalmente agricolo oggi anche industriale ( 25% della forza lavoro ), minerario ( con immense risorse inesplorate in Amazzonia, causa di deforestazione ed abusi sugli Indios ), a tecnologia avanzata ( trasporto aereo ed altro ).
Un Paese dunque ben lontano da facili interpretazioni di colore e di folklore turistico, un Paese segnato fortemente da due flussi migratori opposti, nel tempo e nelle etnie: il nord con la popolazione afro, il sud con quella europea. Questo per dar anche ragione ad interpretazioni divergenti sulle prossime elezioni, difficilmente comprensibili ad un estraneo se interpretate col metro europeo, metro che attiva un legame ‘identitario’ solo parziale data la composizione etnica globale: più del 50% risulta di etnia nera o mista ( https://it.globalvoices.org/2011/12/brasile-in-base-al-censimento-la-maggioranza-della-popolazione-e-di-razza-nera-o-mista/: qui per altri dati interessanti sulla distribuzione della ricchezza nazionale; anche qui: http://www.icponte.gov.it/ipertesti/america_meridionale/bra_etn.htm ).
La politica è però dominata dai bianchi…ed il restante settore della popolazione è sottorappresentato. Vi è infatti un Brasile ‘moderno’, occidentalizzato, bianco, che guarda agli States ed all’Europa ( meno ), confrontato ad un Brasile ‘nero’ o ‘mixed’, che ne rappresenta l’anima segreta, profonda, animistica con i suoi rituali condomblè, assolutamente lontana se non estranea allo sviluppo tecnologico moderno se non per i gadget consumistici: e profondamente anche non scolarizzato.
Finora le due parti della società sono convissute con alti e bassi in base ad una semplice divisione del lavoro: ai bianchi il comando ai neri il lavoro, specie manuale.
Questo oggi non vale più. Il dominio delle importazioni cinesi nel campo tradizionale della piccola manifattura tessile e artigianale ha distrutto le basi stesse di questo antico ‘contratto sociale’, unitamente alla meccanizzazione agricola ed al resto della ‘modernità’ che ben conosciamo, ha spinto al crimine milioni di disperati, ha fragilizzato enormemente la società nel suo complesso, ne ha logorato le istanze ‘buoniste’ e compromissorie del cattolicesimo ( in netto regresso ), ha reso impossibile procedere sulle basi consolidate della tradizione politica di origine carioca ( precedente capitale ). Oggi il nuovo è rappresentato da San Paulo e NON da Brasilia ( nuova capitale )…e questo dice tutto, se si vuole…
Il settore militare si è incaricato di depotenziare il conflitto sociale, prima direttamente negli anni ‘60, poi come istanza ultima di controllo sociale dopo: ma oggi non basta più. Scende in campo direttamente con Bolsonaro, ex militare di carriera.
Io non ho intenzione di criticare il suo programma. Mi limito a far capire come la deriva sia principlamente di carattere autoritario e rappresenti un disperato tentativo di ripristinare la coesione sociale di un Brasile che non c’è più.


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mystes
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Concordo con questa analisi e sono convinto che un maggior "ordine" unito al "progresso" (parole impresse nella della bandiera brasiliana) restituirà orgoglio e voglia di vivere a tutte le etnie di questa grande nazione che devono vivere unite per il benessere di tutti e non dei "pochi" privilegiati. Speriamo che Bolsonaro ci riesca nel rispetto dei valori fondanti della democrazia e della costituzione repubblicana.


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oriundo2006
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A credere a Pepe Escobar, uomo di sinistra e dunque di parte ma anche giornalista serio, Bolsonaro è uomo della destra estrema: http://sakeritalia.it/attualita/il-futuro-della-democrazia-occidentale-si-sta-giocando-in-brasile/. E’ vero, è falso ? Di sicuro il testo indica alcune cose importanti.
Primo, questa tornata elettorale in Brasile è determinante per tutti, anche in Europa, dato lo zampino di Bannon. Occhio dunque a noi...
Secondo, Bolsonaro è secondo lui una riedizione del blocco dei latifondistiproprietari terrieririccastri che imposero la giunta militare negli anni ’60: il suo linguaggio rozzo ed aggressivo è fatto apposta per suscitare una sedizione contro la democrazia.
Terzo, questo lo dico io sulla falsariga di quanto citato e detto: la sinistra NON capisce NULLA dei fenomeni sociali, della loro complessità e si trova tagliata fuori dal dibattito attuale su sovranismo, poteri delle elites, democrazia e stato sociale. Nulla. Come Escobar non fa altro che demonizzare QUALSIASI ‘COSA’ che sia estranea alle sue vedute, alla sua langue de bois, al vetero-marxismo delle classi lavoratrici e papparapa’ ( quanti di costoro hanno votato B. Stanchi del lassismo e le chiacchere inconcludenti di Lula & Co. ? ), evocando il passato non già per capirlo ma per denigrarlo ogni oltre ragionevolezza storica. Anche quello brasileiro.
Ed è qui forse la ragione del successo del personaggio: ripartire da una nuova lettura del passato del Brasile oltre le visioni socialiste, rivendicandone anche le pagine oscure e l’orgoglio dei possidenti nell’opera di modernizzazione del paese. Il problema è come sempre NON ripeterle…le pagine oscure. Sarà tanto accorto B., se eletto, dallo spogliarsi dei toni della sua campagna elettorale tentando, quantomeno provandoci, ad essere il presidente di tutti i brasiliani, non solo quelli fortunati ? Chissà…comunque vale la pena leggere l’articolo ...


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Tibidabo
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Ma se rivendica le pagine oscure come fa a non volerle ripetere.
E' di destra molto estrema, dividerà il paese, ha in programma di privatizzare tutte le industrie nazionali compresa Petrobras che è il punto di forza del Brasile e che fa troppa concorrenza alle aziende straniere.
Lula non era solo chiacchiere, ha potenziato Petrobras, ha dato le case a quelli che vivevano per strada, le borse di studio e le pensioni di vecchiaia.
La gente ricca non tollerava di vedere i poveri e i neri andare alle università e ai centri commerciali.
Bolsonaro vuole sterilizzare i poveri, quello - come ha dichiarato - è il suo modo di combattere la miseria e il crimine.
Poi se vi piace così dipende dai gusti, i vostri e quelli dei brasiliani.

https://www1.folha.uol.com.br/poder/2018/06/bolsonaro-defendeu-esterilizacao-de-pobres-para-combater-miseria-e-crime.shtml


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mystes
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Non è vero che ha intenzione di privitizzare la Petrobas. Non capisco perchè diffondi notizie false!!! E' forse un nuovo divertimento? Inoltre ha parlato di sterilizzare i colpevoli di stupri e non i poveri. Le varie Asia Argento dovrebbero festeggiare.


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oriundo2006
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A quanto mi è dato di vedere e capire, è un personaggio troppo estemporaneo per guarire IL male fondamentale e cronico del Brasile: la superficialità. Questa è ampiamente alimentata da una diffusissima ignoranza di massa, l’assenza di politiche culturali efficaci, l’inurbamento esplosivo e disastroso di milioni di disperati senz’arte nè parte, dai media cialtroni e tutti tette&culi a go-go, ecc. ecc.
Vi ricorda niente ?
Sperem...


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Tibidabo
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mystes;239783 wrote: Non è vero che ha intenzione di privitizzare la Petrobas. Non capisco perchè diffondi notizie false!!! E' forse un nuovo divertimento? Inoltre ha parlato di sterilizzare i colpevoli di stupri e non i poveri. Le varie Asia Argento dovrebbero festeggiare.

Ma se ho messo il link

Ripeto

Bolsonaro vuole sterilizzare i poveri e i criminali

https://www1.folha.uol.com.br/poder/2018/06/bolsonaro-defendeu-esterilizacao-de-pobres-para-combater-miseria-e-crime.shtml

Ammette la possibilità di privatizzare Petrobras

https://www1.folha.uol.com.br/poder/2018/08/bolsonaro-admite-possibilidade-de-privatizar-a-petrobras-apesar-de-se-dizer-pessoalmente-contra.shtml


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oriundo2006
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In tema di citazioni, vi segnalo questo articolo in francese: https://reseauinternational.net/elections-bresil-le-capitaine-arrive-qui-est-derriere-jair-bolsonaro/
E’ facilmente traducibile con Google. Ve lo segnalo perchè mi pare sia equilibrato nel tratteggiare la situazione politica odierna del Brasile ( tenuto conto della fonte, ovvio ).
Tra le altre cose, mette giustamente in luce l’effetto-Venezuela nello ‘spingere’ su Bolsonaro. Nelle classi medie specie bianche Maduro incute terrore: è una forma di timor panico che se utilizzato da persone senza scrupoli può davvero fare la differenza fra risolvere i problemi ‘civilmente’ oppure con la canna del fucile. Come del resto è già avvenuto alla frontiera con il povero Venezuela…
Continuo a tenere fermo il mio pensiero sulla disastrosa deriva siocioeconomica di tutto quanto l’emistero sud latinoamericano. E’ effetto dell’ingresso della Cina nella manifattura di massa e del suo export anche in dumping: la distruzione della produzione locale è stata esiziale per enormi fette di popolazione.


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oriundo2006
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Continuo le citazioni per chi non è al corrente del Brasile come moderno stato ‘democratico’ ancora in tante cose appesantito dall'eredità autoritaria e dirigista del suo passato prossimo:
- http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/lesperanca-chiamata-bolsonaro/, con una concentrata disanima del rapporto mondo militare/società civile nel corso degli ultimi cinquant’anni.
Qui invece l’effetto Bolsonaro viene connesso non tanto alle nostalgie delle giunte militari quanto al disperato bisogno di sicurezza un po’ in tutto il Paese:
- http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/brasile-le-ragioni-spingono-bolsonaro-verso-la-presidenza/
Devo dire che il problema sicurezza è davvero un cardine ineludibile per riuscire a risolvere man mano i tanti problemi che affliggono questo gigante: io stesso sono stato ‘salvato’ da una signorina ( cui va tutta la mia riconoscenza ! ) che al momento opportuno ha finto di essere la mia fidanzata, distogliendo un paio di giganteschi energumeni dal saltare addosso ad un turista solo soletto per prendermi non già un Rolex ma un modestissimo orologio da pochi euri…. Devo davvero ringraziarla…e capisco dunque i milioni di brasileiri che vogliono vivere in un Paese tranquillo…
Su questo punto pero’ vale dire che la violenza in tutto il sudamerica è l’effetto storico della Conquista spagnola e portoghese: è rimasta come uno stigma a certificare l’inumano trattamento subito dai popoli indigeni, prima, e dagli schiavi neri, dopo, anzi: de pois: la vendetta postuma di indios e mestizos...E’ l’onda lunga del passato che non passa…il che meriterebbe una riflessione su quanto siamo noi uomini ‘moderni’ soggetti a fatti sociali immersi nella storia profonda di cui non siamo ( sempre: ma direi quasi mai ) pienamente coscienti.
Ma Bolsonaro lo è ?


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mystes
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Domenica nell'Avenida Paulista di San Paolo (3 Km di Avenida) 200.000 mila manifestanti invocando Bolsonaro nuovo presidente del Brasile. Rio de Janeiro Avenida Atlantica più o meno la stessa cosa.


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Tibidabo
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Sí, ma se c'era Lula vinceva al primo turno.
Non doveva andare in galera.
La gente si è scoraggiata perché Haddad è l'equivalente del PD.
Vabbe' dai, mo' vedremo che succede o non succede.


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mystes
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Ma non c'è perchè ha rubato e per i ladri il posto è il carcere


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Tibidabo
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Ma non dire troiate che il giudice Sergio Moro è amico di Di Pietro e ha fatto in Brasile la stessa operazione di Mani Pulite in Italia, che serviva solo a vendere lo stato agli stranieri.
Ma lo sai che è cosí, dai...


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