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Il giallo dei pirati in india


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Il giallo dei pirati in India: autopsie, spari e orari strani Tante forzature nell’indagine

Misteri, evidenti incongruenze, trappole e reticenze su alcuni aspetti dell’inchiesta, da parte delle autorità locali indiane, hanno avvolto fin dall’inizio la vicenda dei marò accusati di aver ammazzato due pescatori.
Il mistero più fitto riguarda i cadaveri dei due indiani, che non si sono mai visti e proprio ieri hanno ottenuto sepoltura. Ajesh Binki, 25 anni e Gelastine, più anziano, sono sicuramente morti a bordo del peschereccio Saint Anthony, ma non è assolutamente detto che siano stati colpiti dai marò. I fucilieri di marina sostengono di avere sparato 20 colpi di avvertimento, con almeno tre raffiche. La prima è stata sparata in aria a 500 metri di distanza e i marò giurano di non aver mai colpito il peschereccio. La polizia locale, invece, ha parlato di 60 colpi.
Addirittura 16 avrebbero centrato il peschereccio e di questi almeno 4 sono stati fatali per i pescatori. Peccato che in tutte le immagini e fotografie non si nota alcun foro a prua, dove sono morti i due pescatori.
C’è del sangue su una fiancata, ma i corpi sono sempre avvolti e coperti, come se non si volesse far vedere il tipo di lesione. Solo in una foto si vede il volto di una vittima, che non mostra alcuna ferita. Non solo: le autorità indiane avrebbero eseguito l’autopsia, ma senza renderne noti i risultati. I marò dovrebbero aver sparato con il fucile d’assalto AR 70/90, calibro 5,56. Non ci vuole molto, se non si intorbidiscono le acque, a individuare il calibro dei proiettili assassini e capire da quali armi sono partiti.
Non solo: il colore dell’imbarcazione fermata con colpi di avvertimento, che secondo i marò aveva 5 uomini armati a bordo, non sarebbe lo stesso dei due pescatori morti. Esistono delle fotografie scattate dagli italiani in lontananza. Non si notano dettagli a bordo, ma il colore sì. Una fonte riservata che segue il caso aveva già spiegato al Giornale: «Non esiste alcuna evidente correlazione tra i due eventi. Gli orari differiscono di oltre 4 ore, le posizioni di oltre 5 miglia nautiche (10 km circa)». Nella nebbia del caso si inserisce anche un altro sventato attacco di predoni del mare alle 21.50, ora indiana, del 15 febbraio.
Lo stesso giorno, ma ben dopo l’intervento armato dei marò delle 16.30. Il secondo attacco è avvenuto di fronte al porto di Kochi, dove è trattenuta la petroliera italiana.
Il rischio è che i marò vengano utilizzati come capro espiatorio. Lo stesso comandante della Guardia costiera dell’India occidentale ha rivelato come la petroliera italiana sia stata attirata in una trappola che viene chiamata «tattica ingegnosa».
Il comandante, S.P.S. Basra: «Eravamo nel buio più completo riguardo a chi avesse potuto sparare ai pescatori e abbiamo localizzato quattro navi in un raggio fra 40 e 60 miglia nautiche dal luogo dell'incidente». A questo punto gli indiani hanno chiesto via radio a queste unità «se avessero respinto per caso un attacco dei pirati. Solo l’unità italiana ha risposto positivamente». Non avendo nulla da nascondere il comandante della petroliera torna a Kochi. Per gli indiani è la prova regina. Il secondo attacco sventato di pirati dello stesso giorno non viene tenuto in considerazione. E tantomeno che i veri colpevoli dell’uccisione dei pescatori si guardassero bene di rispondere agli appelli via radio della guardia costiera.

http://www.ilgiornale.it/esteri/autopsie_fori_proiettili_e_orari_sbagliati_quante_forzature_nellindagine_polizia/20-02-2012/articolo-id=573094-page=0-comments=1

20/02/2012 - RETROSCENA

La polizia indiana rifiuta autopsia
e test dei proiettili

FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA

Se non ci fossero le distanze siderali di mezzo, due culture così lontane, un moto di popolo in Kerala dove 200 milioni di elettori voteranno tra qualche mese, una Sonia Ghandi al governo che non può permettersi di apparire minimanente sensibile alle sollecitazioni italiane, e persino un governo locale nel Kerala che è in polemica con il governo centrale ed è pronto a cavalcare l’indignazione popolare (il «chief minister» del Kerala, Oommen Chandy, ha proclamato a caldo: «Siamo di fronte ad un caso chiaro di crudele assassinio»), la vicenda della «Enrica Lexie» sarebbe molto semplice. Ci sono due versioni che non collidono? Bene, sia dia la parola alle prove.

Gli italiani hanno sparato 20 colpi e su questo non ci può essere dubbio in quanto le munizioni dei nostri militari sono contate. Gli indiani dapprima hanno sostenuto che fossero stati sparati 60 colpi contro il loro peschereccio; ieri hanno aggiustato il tiro e conteggiano 16 fori di proiettile nello scafo e 4 colpi nei corpi degli sventurati pescatori. E allora - ha sostenuto la missione di dirigenti ministeriali italiani - ci si chiuda in un laboratorio e si controlli il tipo di proiettile che ha colpito il peschereccio. Invece no. Le autorità del Kerala ne fanno una questione di principio. Le loro prove non verranno condivise con la commissione d’inchiesta italiana che s’è precipitata a Kochi.

Seconda questione: i corpi. Le autorità italiane hanno chiesto fin dal primo istante, oltre all’esame del peschereccio, di procedere all’autopsia sui due cadaveri. Dovrebbe essere semplice stabilire se sono stati colpiti da munizioni del tipo italiano oppure no. Era, quello italiano, un invito che sapeva di sfida. Già, perché la Marina militare e il nostro governo credono alla parola dei due militari e quindi sono sicuri che da un’autopsia verrebbero le prove a discolpa. Ma anche questo accertamento, al momento, non viene accordato. Senza dare troppe spiegazioni, ma lasciando intendere che un accertamento medico-legale sarebbe considerato oltraggioso dal popolo, le autorità del Kerala finora hanno negato anche l’autopsia.

Ecco perché, tre giorni dopo il fermo della nave italiana, il governo italiano s’è reso conto che in India la realtà è molto più complicata di quanto s’immaginasse. «La situazione non è tranquillizzante», dice la ministra della Giustizia, Paola Severino.

A confrontarle, delle due versioni non torna nulla: né l’ora del conflitto a fuoco, né il tipo di peschereccio, né il luogo. Secondo il libro mastro della «Enrica Lexie» il tentativo di abbordaggio avviene a 33 miglia dalla costa, in acque internazionali. Lo dichiara il satellite e ciò comporta che la giurisdizione è italiana. Secondo gli indiani, invece, i colpi sarebbero stati sparati a 22 miglia dalla costa. Il che, con interpretazione assai estensiva sulle «acque contigue» a quelle territoriali, porta quelle autorità a sostenere la loro competenza.

E ancora: i due marò italiani sostengono fin dalla prima versione, ribadita ancora ieri dapprima alla nostra commissione ministeriale, poi alla polizia locale, di avere visto a bordo del peschereccio ostile cinque persone armate, con fucili a tracolla. «I pescatori erano disarmati», ribatte la polizia del Kerala. Ma questo è forse l’unico punto su cui tutti concordano. I militari italiani non dubitano che gli undici pescatori fossero disarmati perché, appunto, non erano i cinque pirati contro cui sono state sparate le salve di dissuasione.

Resta poi un mistero il tentativo abbordaggio a un’altra petroliera, registrato dai Lloyd’s di Londra, quattro ore dopo il conflitto a fuoco che ha visto protagonista la «Enrica Lexie». Questa seconda petroliera era sotto costa, vicinissima al porto di Kochi, e ha riferito di un tentativo di abbordaggio da parte di venti pirati. Di qui il dubbio: probabilmente i conflitti a fuoco contro petroliere occidentali quella notte sono stati due, uno al largo e l’altro sotto la costa indiana. Ma in quale dei due conflitti sono stati coinvolti i pescatori?

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/443165/

Si fa un gra
n parlare dei "paesi BRIC" (o BRICS per quelli che includono anche il Sudafrica) come di quelli che dovrebbero in un futuro non si sa quanto prossimo contrastare i maggiori paesi del mondo o addirittura prendere il loro posto. A me pare che tra quei quattro/cinque paesi esclusa la Russia e in parte la Cina, gli altri siano paesi del quarto mondo.


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dana74
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si fa un gran parlare di questi marò come eroi e questi indiani come degli imbecilli.

Che ci facevano i marò lì?
Sicuramente i padroni del mondo hanno creato casino come sempre e noi da bravi colonizzati facciamo gli offesi se non ci lasciano ammazzare come loro chiunque ci "capiti a tiro".


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ws
 ws
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si fa un gran parlare di questi marò come eroi e questi indiani come degli imbecilli.

Che ci facevano i marò lì?
Sicuramente i padroni del mondo hanno creato casino come sempre e noi da bravi colonizzati facciamo gli offesi se non ci lasciano ammazzare come loro chiunque ci "capiti a tiro".

no, la cosa assomiglia sempre piu ad un trappolone fatto non si sa da chi per mettere fuori le navi italiane da quei mari .
daltronde sputare sugli italiani e sui loro interessi e' facilissimo e non costa mai nulla.. anzi trova sempre un sacco di supporters nel " paese " . 8)


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si fa un gran parlare di questi marò come eroi e questi indiani come degli imbecilli.

Che ci facevano i marò lì?
Sicuramente i padroni del mondo hanno creato casino come sempre e noi da bravi colonizzati facciamo gli offesi se non ci lasciano ammazzare come loro chiunque ci "capiti a tiro".

C'erano i soldati a bordo della petroliera perché, purtroppo, quella è una zona infestata dai pirati che cercano di sequestrare le navi per poi chiedere il riscatto. Molte compagnie utilizzano una scorta, in questo caso formata da militari.
Sono anche presenti navi da guerra delle varie marine militari perché purtroppo il fenomeno della pirateria è in crescita.
E i pirati spesso usano degli apparentemente innocui pescherecci per tentare il sequestro delle navi.
Oggi sul Corriere si cita l'episodio accaduto qualche mese fa quando una nave da guerra indiana ha colpito un peschereccio thailandese perché pensava che fosse utilizzato dai pirati, uccidendo numerosi membri dell'equipaggio.

In questo caso quello che è pazzesco è il comportamento delle autorità, chiamiamole così, indiane. Dispiace dirlo ma è un comportamento incompatibile con uno Stato che si definisca tale.
Una indagine seria, posta in essere da uno Stato serio, sarebbe partita dall'autopsia sul corpo dei due marinai uccisi e dal confronto dei proiettili rinvenuti nei corpi con le armi utilizzate dai soldati italiani.
Questo se si vuole fare una indagine seria. Ed è purtroppo evidente che non è il caso indiano.
Poi magari se si vogliono fare le cose come si dovrebbero fare quando si fa l'autopsia dei due marinai fai in modo che vi siano anche dei periti degli indagati. Cioè cerchi di mettere su una indagine un minimo regolare.

Altro punto da chiarire la posizione della nave, basta controllare i dati dei satelliti. Ci si mette al massimo qualche minuto. Se la nave era in acque internazionali come si evincerebbe dai dati del satellite la questione non è di competenza indiana.

A mio avviso ci sono speranze in alcuni paesi che sono mal riposte. Quei paesi non sono al momento in grado di competere in molti campi. Sostanzialmente sono paesi che offrono bassa manovalanza e sono indietro in moltissimi campi.
E infatti gli Stati Uniti e gli interessi che rappresentano sono preoccupati principalmente dalla Russia e dalla Cina.


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helios
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Da dove arrivava il petrolio della petroliera italiana? non lo sappiamo ancora
perchè si trovava in quel posto e sparava agli indiani....

no, la cosa assomiglia sempre piu ad un trappolone fatto non si sa da chi per mettere fuori le navi italiane da quei mari .

visto come si muove la diplomazia dei due paesi più che un trappolone è un braccio di ferro e gli italiani e la petroliera di fatto sono in mani indiane.

Abbiamo ora una politica estera? ne dubito....

Altro punto da chiarire la posizione della nave, basta controllare i dati dei satelliti. Ci si mette al massimo qualche minuto. Se la nave era in acque internazionali come si evincerebbe dai dati del satellite la questione non è di competenza indiana.

i satelliti di quali stati hanno quei dati? ❓

Nella acque internazionali si può uccidere impunemente? 😕

Speriamo sia arrivato il momento dei chiarimenti


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Da dove arrivava il petrolio della petroliera italiana? non lo sappiamo ancora

perchè si trovava in quel posto e sparava agli indiani....

Non vedo che importanza possa avere la provenienza del petrolio. Per quanto riguarda la sparatoria ricordiamo che le autorità Italiane hanno chiesto che venisse fatta l'autopsia sui corpi per verificare la causa della morte.
L'india si è opposta e per altro non hanno nemmeno fatto vedere i cadaveri. Quindi al momento non vi è alcuna prova che i militari italiani hanno ucciso dei marinai indiani.
Il comportamento degli indiani è quantomeno strano. In casi come questi si apre una indagine si effettuano le autopsie, si controllano i fori dei proiettili sulla nave e si recuperano i proiettili, ecc.
Qui nulla di tutto questo.
Se gli indiani nascondo i cadaveri e il peschereccio è evidente che c'è qualcosa che non torna.

i satelliti di quali stati hanno quei dati? ❓

I dati sono facilmente accessibili a tutti.

Nella acque internazionali si può uccidere impunemente? 😕

Fermo restando che le autorità Italiane sono ancora in attesa che l'india mostri i corpi dei due presunti morti e che sia effettuata una autopsia per chiarire le cause della morte, fermo restando questo la posizione della nave è essenziale per stabilire la giurisdizione.
I trattati internazionali indicano che nel caso la nave si trovi in acque internazionali la giurisdizione è del paese presso cui la nave è stata registrata. La nave in questione batte bandiera italiana, quindi la giurisdizione è italiana, non indiana.

Speriamo sia arrivato il momento dei chiarimenti

Sono gli indiani che dovrebbero cominciare a fare un po' di chiarezza. Qui si discute di morti che nessuno ha neanche visto.


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helios
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Non vedo che importanza possa avere la provenienza del petrolio.

in altre parole che ci facevano da quelle parti la petroliera italiana i i militari?
intanto la petroliera è ancora in mano degli indiani che è stata portata in porto anche con l'inganno e al momento rimane in loro possesso.

Per quanto riguarda la sparatoria ricordiamo che le autorità Italiane hanno chiesto che venisse fatta l'autopsia sui corpi per verificare la causa della morte.

hanno chiesto e gli indiani hanno risposto.
Non è che gli italiani danno dei diktat agli altri stati e gli altri stati stanno ai diktat italiani.
Da quelle parti non possono dettar legge e devono aspettare per aver risposte.

Quindi al momento non vi è alcuna prova che i militari italiani hanno ucciso dei marinai indiani.

se invece ti fanno vedere dei cadaveri cambia qualcosa?potrebbero essere altri cadaveri che mostrano ai media ma non ci sarebbe ancora nessuna certezza

I dati sono facilmente accessibili a tutti.

non discuto sulla facilità di trovare i dati ma se quiei dati sono autentici.
Gli indiani dicono che erano in acque territoriali e certamente anche loro possono dimostrarlo.

Sono gli indiani che dovrebbero cominciare a fare un po' di chiarezza. Qui si discute di morti che nessuno ha neanche visto.

siccome ci sono consultazioni febbrili fra le due ambasciate qualcosa di vero ci deve pur essere anche se ancora non trapela. Qui oltre ai morti si
discute anche che due militari italiani rischiano l'ergastolo o la pena di morte.
Non credo che l'India dica cose che non può dimostrare.

L'ordine non rispettato
In queste ore la magistratura sta valutando l'ipotesi di inviare una squadra investigativa in India, che lavori in stretto contatto con la diplomazia italiana. Le indagini sono affidate al colonnello del Ros Massimiliano Macilenti che sta già acquisendo la documentazione presso i comandi militari e presso la società armatrice anche per verificare se siano stati loro a decidere di far entrare nel porto di Kochi la Enrica Lexie . La Marina aveva espresso parere contrario, così come aveva raccomandato di non far scendere a terra i militari. E invece si è deciso di assecondare le richieste indiane. La procedura prevede che le decisioni a bordo siano prese dal comandante d'accordo con la Compagnia, ma generalmente in situazioni di emergenza ci si muove in accordo con le autorità militari e con il governo italiano. Adesso bisognerà dunque verificare se davvero sia stato l'armatore a ordinare di abbandonare le acque internazionali e con chi sia stata condotta la trattativa. Un negoziato che, al momento, si è concluso nel peggiore dei modi.

http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_20/sarzanini-raffiche-gli-orari-la-rotta-I-punti-oscuri-della-vicenda_1b9b8508-5b8c-11e1-9554-12046180c4ab.shtml


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in altre parole che ci facevano da quelle parti la petroliera italiana i i militari?

Stava trasportando del petrolio, non ricordo adesso il percorso. Ma non vedo sinceramente che importanza possa avere.

intanto la petroliera è ancora in mano degli indiani che è stata portata in porto anche con l'inganno e al momento rimane in loro possesso.

Illegittimamente in mano per altro.

hanno chiesto e gli indiani hanno risposto.
Non è che gli italiani danno dei diktat agli altri stati e gli altri stati stanno ai diktat italiani.
Da quelle parti non possono dettar legge e devono aspettare per aver risposte.

Ma non dovevano essere le autorità Italiane a chiedere l'autopsia, dovevano essere autonomamente gli indiani a disporla. In un paese normale, e non in una repubblica delle banane o in un paese del quarto mondo, in casi come questi si fa l'autopsia.
In Italia ad esempio se un cittadino straniero viene ucciso il magistrato dispone l'autopsia. Non è che se ne sta con le mani in mano fino a che il paese di origine non pretende l'autopsia.
Poi, nei paesi civilizzati, si usa far partecipare all'autopsia anche esperti/periti degli indagati/accusati.
Non so se questo tipo di usanze c'è anche in india.

Avessero fatto l'autopsia, magari con la partecipazione di periti di parte Italiana, forse avremmo già risolto il problema.
Ma evidentemente non la vogliono fare o perché sanno che darebbe esiti a loro non favorevoli o perché cercano di manipolare gli eventuali cadaveri.

Ma non c'è solo l'autopsia. Ad esempio avrebbero dovuto (almeno nei paesi occidentali si usa farlo) fare delle indagini balistiche anche sulla barca. Verificare se i proiettili ritrovati sulla barca sono compatibili con le armi dei soldati italiani.

Dare almeno la parvenza di serietà ad una inchiesta.

se invece ti fanno vedere dei cadaveri cambia qualcosa?potrebbero essere altri cadaveri che mostrano ai media ma non ci sarebbe ancora nessuna certezza

Beh, innanzitutto sapremmo che ci sono dei morti. Poi dovremmo capire come sono morti e per mano di chi, ma intanto avremmo certezza che dei morti ci sono.

non discuto sulla facilità di trovare i dati ma se quiei dati sono autentici.
Gli indiani dicono che erano in acque territoriali e certamente anche loro possono dimostrarlo.

Benissimo. L'Italia dati alla mano ha dimostrato che la nave era in acque internazionali. L'india porti i suoi dati e dimostri che non è così.
In questo tipo di casi si portano le prove. Finora gli indiani non solo non hanno portato alcuna prova ma hanno accuratamente evitato di fare indagini importanti come l'autopsia

siccome ci sono consultazioni febbrili fra le due ambasciate qualcosa di vero ci deve pur essere anche se ancora non trapela. Qui oltre ai morti si
discute anche che due militari italiani rischiano l'ergastolo o la pena di morte.

In verità si comincia a intravedere sullo sfondo un piano organizzato per mettere in difficoltà, o far fuori, Sonia Gandhi.
E infatti qualcuno ha incominciato ad organizzare manifestazioni di piazza, con tanto di bandiere dei partiti avversari.

Non credo che l'India dica cose che non può dimostrare.

L'Italia invece dice cose che non può dimostrare. Comunque l'india finora non ha dimostrato nulla. Anzi, di più, ha accuratamente e deliberatamente evitato di fare indagini che avrebbero permesso di fare luce sulla vicenda.
E questo è abbastanza strano, per non dire sospetto.


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helios
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L'Italia invece dice cose che non può dimostrare.

nel link http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_20/sarzanini-raffiche-gli-orari-la-rotta-I-punti-oscuri-della-vicenda_1b9b8508-5b8c-11e1-9554-12046180c4ab.shtml
già postato:

Adesso bisognerà dunque verificare se davvero sia stato l'armatore a ordinare di abbandonare le acque internazionali e con chi sia stata condotta la trattativa.

Ora è l'Italia che deve dimostrare per quale motivo sono state abbandonate
le acque internazionali.


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