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Il giudice Caselli contestato a Sanremo

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radisol
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Il giudice Caselli contestato a Sanremo. "Tutti liberi!"

Se il giudice Caselli aveva scelto la placida e borghese Sanremo per fare la sua passerella mediatica pensando di essere al salvo dalle contestazioni ha avuto un amara sorpresa!

Nella corso della Serata di Mercoledì 15 Luglio circa un centinaio di compagni, compresi amici e familiari di alcuni dei ragazzi arrestati, si sono radunati sotto la sede della Federazione Operaia di Sanremo per tributare a Caselli l’accoglienza che merita una persona che ha condannato al carcere 21 ragazzi, studenti e precari.

Era nostra ferma intenzione boicottare ed impedire questa comparsata, offensiva per il nostro territorio, e ci siamo riusciti presidiando la via dove si svolgeva l’iniziativa, dalle 20,30 a Mezzanotte. Subissando di fischi e di "VER-GO-GNA!" Caselli e la sua scorta! Abbiamo fatto percepire chiaramente a Caselli che era persona non gradita e gli abbiamo consegnato il Foglio di Via.

Purtroppo gli organizzatori della serata, gente del PD e dell’Associazione Libera hanno scelto la via peggiore per rispondere alle contestazioni della piazza. Il responsabile di Libera, Claudio Porchia, già Segretario Provinciale della CGIL, ha scelto la via della militarizzazione, facendo schierare un cordone di polizia all’entrata della "pubblica assemblea" che di fatto non ha permesso a nessuno l’ingresso e spendendosi in frasi provocatorie nei confronti delle persone presenti in piazza. Leggittimando, Difendendo ed Incensando una persona che condanna al carcere studenti e giovani lavoratori la cui unica colpa è stata quella di manifestare e di lottare per il proprio futuro. E, quello che peggio è, addirittura scomodando e strumentalizzando il nome di Peppino Impastato! Tanto è vero che dalla Piazza più volte è stata scandita la frase: "Peppino Impastato Sarebbe Qui Con Noi! Giancarlo Caselli Arresta Pure Lui!!"

Quel che resta della serata è una grande vittoria politica per il movimento nel Ponente Ligure, Una solenne brutta figura per gli organizzatori di questa iniziativa inutile e controproducente e un bagno di fischi, di striscioni e di slogan contro Caselli e la sua cricca.

SEGUE IL NOSTRO VOLANTINO E QUALCHE FOTO DELL’INIZIATIVA:

IL GIUDICE CASELLI PERSONA NON GRADITA NEL PONENTE LIGURE!

L’Italia è uno strano paese, dove un Plurinquisito è a capo del Governo, dove in Parlamento siedono nelle file di quei bei Partiti chiamati PD, UDC e PDL ogni sorta di pregiudicati, di inquisiti e di condannati per Associazione Mafiosa, per Truffa e per Corruzione.

E’ un Paese dove ogni giorno muoiono sul posto di lavoro 5 Persone perchè i loro Padroni imprenditori decidono che una vita umana vale meno del risparmio di qualche euro per la sicurezza e dove migliaia di operai, e loro familiari, sono stati consapevolmente uccisi per avvelenamento nelle varie fabbriche di Eternit e di Amianto.

In Italia alcuni poliziotti possono pestare a sangue un ragazzino di 18 anni fino ad ucciderlo, come successo al povero Federico Aldrovandi, senza scontare neppure un giorno di galera, senza neppure perdere il posto di lavoro e anzi divertendosi a fare ordine pubblico al G8 dell’Aquila.

E’ un paese dove gli speculatori devastano tutti i giorni il nostro ambiente, la nostra vita, a scopo di lucro, dove le coste della nostra Regione, la Liguria, sono state martoriate senza pietà e soffocate dal cemento dei palazzinari affaristi amici di Burlando (PD) e di Scajola (PDL) e dove le cosche della ’ndrangheta controllano minuziosamente, a livello politico e sociale l’intero Ponente Ligure.

Nessuno di questi carnefici è in galera...

Il Signor Giancarlo Caselli, di professione Magistrato, si fa passare presso una certa Sinistra come una sorta di Eroe Civile, ciancia di Democrazia e di Antimafia ma in realtà lui non arresta mai nessun Mafioso e soprattutto nessun Potente. Il Signor Caselli non arresta nessun Assassino e nessun Speculatore, nessun Trafficante di Droga e di Armi:

Il Signor Caselli si diletta ad arrestare Studenti e Precari!

Li arresta perchè hanno la colpa di lottare per il proprio futuro, per il diritto allo studio e ad un lavoro decente, perchè nei propri territori cercano di intraprendere percorsi di Resistenza in un epoca in cui la Devastazione è arrivata ad ogni livello della vita pubblica.

Noi, Grazie al Signor Caselli, in questo momento siamo privati di 21 amici e compagni che ormai da giorni sono rinchiusi dietro alle sbarre con l’unica colpa di avere partecipato ad una manifestazione.

Grazie al Signor Caselli 21 famiglie sono distrutte dal dolore e dalla rabbia.

Il Signor Caselli sappia che quando colpisce, per conto dell’Asse Politico PD/PDL, i Movimenti Sociali Anticapitalisti che generano conflitto, Colpisce Tutti Noi. Colpisce un intera comunità politica.

Che il Giudice Caselli sappia che qui nel Ponente Ligure è PERSONA NON GRADITA!

Cerchi altrove passerelle mediatiche che gli permettano di continuare a fare la Vedette del centrosinistra sulle spalle dei compagni arrestati!

Caselli, siamo qui per gridarti in faccia in maniera forte ed inequivocabile che se i nostri compagni, i nostri amici e i nostri fratelli sono colpevoli lo siamo anche noi!

Siamo colpevoli di un eccesso di sensibilità in un epoca dalla quale ogni sensibilità è bandita...

L’ONDA NON SI ARRESTA! LIBERI TUTTI SUBITO!!

CoLLeTTiVo LA SciNTiLLA 2OMiGLiA – RADiO CONTRO

http://radiocontro.splinder.com


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radisol
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"Liberi tutti subito!" Mercoledi 15 luglio - Durante la presentazione del suo libro "Le due guerre" (postfazione di Marco Travaglio), Gian Carlo Caselli è stato contestato questa sera da un centinaio di studenti dell’Onda ligure e da amici e parenti di Mattia, uno dei 21 ragazzi arrestati il 6 luglio scorso.

Né buoni né cattivi

Quest’oggi siamo stupiti. Siamo stupiti dall’osservare una persona che vive come scissa in una duplice personalità: da una parte abbiamo un procuratore che dopo anni di lotte contro la mafia viene a presentare il suo libro per un’associazione intitolata a Peppino Impastato, figura di primaria rilevanza per la nostra coscienza politica e memoria storica; dall’altra parte c’è colui che ha firmato gli arresti per 21 ragazzi che – possiamo tutti immaginarcelo – se fossero nati in Sicilia 60 anni fa sarebbero stati gomito a gomito con quel personaggio.

Se vogliamo mettere in luce le contraddizioni che caratterizzano l’agire di Giancarlo Caselli, possiamo innanzitutto riflettere sul fatto che voler mettere ad ogni costo in difficoltà il movimento non è affatto una grande operazione antimafia. Possiamo intuirlo quando pensiamo che la contestazione attiva di alcuni fenomeni politici è generatrice nella collettività di quella coscienza critica che dovrebbe portare fine all’egemonia mafiosa nelle decisioni economiche, politiche e sociali in Italia.

E non è proprio questa onnipotenza della mafia ciò contro cui Caselli ha dedicato la sua intera vita?

In base alle sue stesse dichiarazioni (“i violenti non erano più di 300. E’ contro di loro che abbiamo indagato. Non è intenzione della Procura colpire singoli gruppi politici o controculturali, ma anzi difendere la libertà di manifestare democraticamente qualsiasi opinione” repubblica.it, 6 luglio 2009)il procuratore Caselli avrebbe fatto addirittura un’azione produttiva per il movimento, perché avrebbe isolato la parte “cattiva” delle contestazioni dai manifestanti “buoni”. Dobbiamo però concentrare la nostra attenzione sul fatto che chi ai cortei partecipa ai cordoni, sta in prima fila, regge gli scudi, e ogni tanto ci rimette qualche frattura, è anche chi permette a quei “buoni” (per usare una definizione che – sottolineiamo – non appartiene a noi) di manifestare serenamente senza il timore di trovarsi in mezzo a una carica.

È questo il motivo per cui la dicotomia fra “buoni” e “cattivi” non funziona: è stata rifiutata proprio da coloro i quali avrebbero dovuto – nell’ottica del nostro procuratore – trarne giovamento. Insomma: è il movimento stesso che non accetta nessuna divisione o smembramento, specie se imposti dall’alto con la violenza degli ordini d’arresto.

E per condurre il filo del nostro discorso così in fondo da tornare all’inizio, vediamo come questi arresti siano ancora più violenti quando sono usati strumentalmente. Sono strumenti per un’azione di repressione politica quando pur essendo pronti dal 20 giugno vengono firmati a tre giorni dal G8 dell’Aquila.

È con la coscienza di tutto ciò che noi non intendiamo, con questa azione, a nostra volta farci dividere ed entrare in polemica con il Centro Peppino e Felicia Impastato, ma vogliamo gettare luce sulle contraddizioni che a nostro avviso riempiono quest’episodio, dietro la consapevolezza che ventuno nostri compagni e coetanei non possono essere ora insieme a noi.

Tratto da globalproject.info


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radisol
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Rewind: tutti fuori dal carcere! Crolla il Teorema Sparagna-Caselli

ULTIMA ORA: buone notizie giungono in questa mattinata per l’Onda anomala. La notizia più bella e importante è che nessuno resta in carcere! Il dato politico fondamentale è che crolla miseramente come una farsa il teorema del pm Sparagna che voleva a tutti i costi dimostrare l’esistenza di una regia occulta dirigente gli scontri del 19 maggio.

Restano significative restrizioni della libertà per alcuni dei compagni coinvolti: 2 ai domiciliari, 5 con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, molti con l’obbligo di firma, alcuni senza più alcuna misura restrittiva. Ovviamente continueremo a batterci per la libberazione totale di tutt* ma nel complesso la sentenza del riesame di queasta mattina è una vittoria incontestabile dell’Onda Anomala.

Una vittoria di tutti quelli e quelle che hanno manifestato quasi quotidianamente in queste 2 settimane, un meito di tutte le Onde locali, dei compagni e delle compagne che hanno sostenuto questa battaglia di libertà, degli avvocati della difesa che hanno smontato, pezzo per pezzo, il teromea del Pm Sparagna.

1000 altre volte! 1000 altre Onde!

http://www.infoaut.org/articolo/rewind-tutti-fuori-dal-carcere-crolla-il-teorema-sparagna


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lazarovici
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sono per la libertà di manifestare, contro ogni repressione
purché la protesta sia civile e non violenta
chi protesta in maniera incivile e violenta dovrebbe essere trattato in modo incivile e violento -
la sharia, dove è applicata, consente una significativa riduzione della violenza e della delinquenza, politiche e comuni
in sudamerica, nei paesi piccoli e nei quartieri più degradati, se beccano un ladro, uno stupratore, un assassino, un violento, lo isolano, lo linciano e poi lo bruciano-tanto la polizia arriva tardi e comunque devi rimborsare loro la benzina -
comunque sono contrario al sistema sudamericano
in quei casi, infatti, preferirei questa soluzione:

impalarli e poi bruciarli vivi
mi sembra meno doloroso...


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radisol
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E la violenza della polizia ?

I casi Lonzi, Aldrovrandi, Sandri ( nessuno peraltro caso "politico" cioè nato in manifestazioni o cose simili) come li puniresti invece ?

E poi deciditi ... sei arabo, rumeno, cameriere o dirigente di banca ?

Non credo che un seguace della Sharia o un cameriere del Gallia userebbe mai termini come "retail" o "corporate" .....

Ho vissuto, da tecnico metalmeccanico, 30 anni dentro banche e società finanziarie e non ho mai sentito nemmeno gli impiegati bancari o finanziari "normali", diciamo fino al grado almeno di capufficio, usare questi termini, tipici invece dei management e del loro entourage servile e lecchino .... dove se si usano termini tecno/anglosassoni ci si ritiene tanto "a la page" .... ed anche se si sputa su no-global, anticapitalisti, "rivoltosi" in genere .....


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lazarovici
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la violenza della polizia non giustifica quella di chi protesta -

cosa c'entra il fatto che uso termini da "addetti ai lavori"? magari leggo i giornali...

chi sono?

un banchiere?
un bancario?
un lavapiatti?
un arabo?
un romeno?

ah, saperlo!


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radisol
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Le questioni dell’autunno all’origine degli arresti (falliti) di Torino.

Tutti fuori dal carcere tra domiciliari e obbligo di firma. Due studenti torinesi agli arresti domiciliari, tutti gli altri con obbligo di firma o di dimora. Quel che conta è che tutte e tutti sono fuori dal carcere! Una vittoria importante e non scontata. Operazione gestita in grande, dal magistrato pop dell’antimafia, collaboratore di Micromega e riferimento assoluto della sinistra tutta forca e giustizia. Caselli non è un pesce piccolo, anzi, è una figura che parla a tanti, anche agli studenti che nella crisi della rappresentanza eleggono Travaglio e il suo stile a misura rancorosa del mondo da costruire.

E poi la requisitoria del Pm Sparagna davvero non aveva pietà dell’intelligenza. Nessuna prova concreta, solo un discorso denso di morale e pieno di fantasmi, i soliti, quelli degli anni ’70, quelli che non smettono mai di assillare la testa di chi il Pci e il suo odio per i movimenti non sa dimenticarlo.

Ma l’Onda non ha avuto paura e non si è fatta mettere all’angolo. Immediata la risposta, dopo gli arresti, con decine di occupazioni, di rettorati, di facoltà. E poi cortei notturni, presidi, una raccolta di firme, tra docenti (nazionali e internazionali) e intellettuali, senza pari. Una sfida complessa che l’Onda ha percorso senza divisioni, consapevole che la posta in gioco non era e non è costituita dal presente, ma dal futuro, dall’autunno che ci attende.

A spiegarci questa cosa sono arrivate puntuali le parole di Giavazzi sul Corriere della Sera, seguite da quelle della Gelmini e di Tremonti. Non ci sono vie d’uscita, se l’università pubblica vuole sopravvivere ai tagli del Fondo di finanziamento ordinario che saranno attivi a partire dal prossimo anno è necessario aumentare vertiginosamente le rette e semmai garantire qualche prestito d’onore (ovvero costringere all’indebitamento) agli studenti poveri ma meritevoli. La dismissione dell’università pubblica deve essere totale. Se il Corriere chiama il governo risponde, e l’attesa è stata davvero breve. Gelmini e Tremonti, durante la presentazione del Dpef, anticipano la riforma, tenuta nel cassetto per troppi mesi, causa le resistenze dell’Onda. Ricordate?

Dopo l’approvazione della riforma della scuola doveva, implacabile, essere presentata la riforma dell’università, ma di fronte ad un milione di studenti in piazza (30 ottobre del 2008) la Gelmini e il suo parrucchiere di fiducia hanno pensato di attendere un pochino. Ma ormai è estate e se le cose non cambiano decine di università sono destinate alla chiusura. Era evidente fin dall’inizio, infatti, che una trasformazione degli assetti finanziari avrebbe determinato anche una trasformazione complessiva dell’università e della sua governance. Solo gli stupidi o gli opportunisti non la pensavano e non la pensano così.

In una parola, l’autunno dell’università potrebbe essere di nuovo caldo e questo lo sanno in molti. Università calda in un autunno forse bollente, data la crisi e il suo peggioramento imminente. Non è un segreto il fatto che la cassa integrazione sta per terminare e che molte piccole e medie imprese rischiano di non aprire a settembre. Così come per i precari potrebbe prospettarsi l’inizio di una lunga disoccupazione, senza ammortizzatori sociali e welfare, of course. E ancora la durezza del credito e la riforma delle pensioni, gli affitti e il costo della vita, la Fiat.

Cosa spaventa Giavazzi? Cosa terrorizza Caselli? Che le lotte universitarie riprendano, che queste lotte si generalizzino, che ogni ipotesi di unità nazionale sulle riforme (basta ascoltare tutti i giorni Napolitano per avere un quadro chiaro della situazione) venga fatta saltare dai movimenti.

Bene, la loro ipotesi per il momento non è passata. L’Onda non è stata isolata, né tanto meno divisa. Ora si tratta di ripartire dalla cose vere, dal fatto che non vogliamo pagare la crisi e che non siamo disposti ad indebitarci per andare all’università. In Germania non ci sono tasse universitarie, in Francia la tassa è uguale per tutti ed è di 360 euro l’anno.

Dell’Inghilterra di Blair e di Brown ci interessa poco, gli Usa di Obama sembra (ma è davvero così?) stiano facendo marcia indietro. Non un euro di più per andare all’università! Da ora si riparte, verso la grande mareggiata!

di Francesco Raparelli

18 Luglio 2009

www.uniriot.org


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Anonymous
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sono per la libertà di manifestare, contro ogni repressione
purché la protesta sia civile e non violenta

In pratica, inutile in una vasta gamma di casi, nella fattispecie con chi non è nè civile nè pacifico...per usare il solito marcissimo esempio, immagino che Hitler ("metti qui il nome del tuo cattivo preferito") bisognava fermarlo chidendogli di smetterla per favore - al più, con decisi sguardi di disapprovazione.

chi protesta in maniera incivile e violenta dovrebbe essere trattato in modo incivile e violento

E viceversa, ma allora è la legge del taglione - basta capirsi: nel momento in cui si istituisce tale regola e manifestanti e polizia hanno le stesse armi ne vedremmo delle belle.

la sharia, dove è applicata, consente una significativa riduzione della violenza e della delinquenza, politiche e comuni

E, generalmente, dopo aver sganciato una bomba atomica la criminalità si riduce a zero.

in sudamerica, nei paesi piccoli e nei quartieri più degradati, se beccano un ladro, uno stupratore, un assassino, un violento, lo isolano, lo linciano e poi lo bruciano-tanto la polizia arriva tardi e comunque devi rimborsare loro la benzina

L'angolo della leggenda urbana se non porti prove.

Come sempre.


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lazarovici
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la protesta deve essere disarmata, diversamente è una rivolta se non ha successo, è una rivoluzione se ha successo -

la sharia funziona, questo è un fatto (in Somalia se la augurano tutti, tranne i lacché dei signori della guerra)

per ragioni che non ho voglia di dirti, ho vissuto mesi in ecuador - i fatti che ho descritto sono su tutti i giornali locali - la delinquenza è in crescita solo nelle grandi città (es. guayaquil) dove la giustizia popolare non si riesce ad applicare

nei paesi patria del diritto il diritto è solo quello di delinquere senza pagare dazio


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radisol
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"nei paesi patria del diritto il diritto è solo quello di delinquere senza pagare dazio"

sto concetto vale pure per Berluskoni, Previti, Dell'Utri, Fitto, Mastella. Tanzi, Geronzi, Cragnotti, Dell'Unto, Spaccarotella ecc. ecc. o solo per i ladri di polli di barrio o di borgata ?

e che c'entra l'Ecuador con la Sharia ?


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lazarovici
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ammappelo, ma sei proprio de coccio!

ho fatto l'esempio dell'ecuador (ma succede anche in altri paesi "poveri") e della sharia per dire che nei cosiddetti paesi civili i diritti della difesa sono arrivati ad una tale "elefantiasi" che annichiliscono quelli delle vittime.
il pendolo, insomma, va troppo a favore degli accusati (e non parlo di ladri di polli, laggiù come qui gli stupri e la pedofilia prosperano) e molti si fanno giustizia, se la giustizia è una presa in giro
la sharia non cancella i diritti della difesa ma impedisce lo scandalo dei colpevoli mantenuti nelle patrie galere a spese tue e mie...
la pena di morte? solo gli ipocriti sono contrari...forse non farà diminuire tanto i delitti, ma almeno ci libera da un po' di marciume (e ci metto anche lo schifo dei preti pedofili, vera grande piaga)
mi sono stufato di mantenere gli scarafaggi, schiacciamoli e basta!


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Anonymous
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ho fatto l'esempio dell'ecuador (ma succede anche in altri paesi "poveri") e della sharia per dire che nei cosiddetti paesi civili i diritti della difesa sono arrivati ad una tale "elefantiasi" che annichiliscono quelli delle vittime.

Se sono "onorevoli", in genere, perchè se sono "clandestini"...

molti si fanno giustizia, se la giustizia è una presa in giro

Secondo questo principio l'Italia dovrebbe essere in piena guerra civile.

la sharia non cancella i diritti della difesa ma impedisce lo scandalo dei colpevoli mantenuti nelle patrie galere a spese tue e mie...

E di quelli mantenuti in Parlamento?

la pena di morte? solo gli ipocriti sono contrari...

"La pena di morte si è rivelata del tutto inefficace come deterrente, al contrario del concealed carry"

mi sono stufato di mantenere gli scarafaggi, schiacciamoli e basta!

Io comincerei da te, come la risolviamo?


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Flexworker
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Questa discussione, violenza non violenza, fu quella che diede la mazzata finale al movimento dei movimenti. I fronti furono due incapaci di pronunciare la più semplice della parole: dipende. A che servono le azioni eclatanti in concomitanza di summit? Oppure, ai fini della lotta è più utile occupare simbolicamente uno spazio, rompere una vetrina o sequestrare i dirigenti della fabbrica che mi sta per lasciare in mezzo ad una strada? Non c'è una regola che valga una volta per sempre e quando c'è significa che la cultura che l'ha prodotta si è irrigidita, incapace di modulare una situazione adeguata al caso che non escluda a priori nessuna possibilità.
I compagni di uniriot sono molto intelligenti ma sono, purtroppo, da un quinquenni e più mal consigliati. Questo mitico scontro frontale dell'autunno non sarà che la scusa con cui militarizzare le nostre città e cmq non c'è possibilità di vittoria quando la disparità militare è così schiacciante. E quando la società civile è incivile come in italia.


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lazarovici
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scarafaggi? ma sei tu che hai il colore giusto!

black, scherzi a parte, io ti propongo riflessioni, tu reagisci con battute idiote e fuori luogo e con frasi fatte...a volte mi chiedo...ma dove vivi, bamboccio?
forse nello Zimbabwe! ecco perché ti chiami black!
ma sei nero perché hai la pelle nera o perché ti hanno fatto nero troppe volte? ah, saperlo!


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lazarovici
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a proposito della concealed carry:

una volta la si chiamava legge della giungla
hai visto mai che gli scimmioni come te si sentono potenti solo con un'arma nascosta nel sotto coda?


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