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Intervista ad Adam Back: Hashcash, cypherpunk, privacy, Satoshi e la strada verso Bitcoin


Sirius
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Adam Back ripercorre i primi giorni di Bitcoin, le prime mail scambiate con Satoshi Nakamoto e molto altro sulla principale criptovaluta.

Undici anni dopo il lancio di Bitcoin, Cointelegraph ha contattato Adam Back per parlare dei primi anni di Bitcoin, della sua corrispondenza mail con Satoshi Nakamoto, della privacy e di molto altro.

Il CEO di Blockstream, che ha conversato con Cointelegraph in occasione della conferenza LaBitconf tenutasi in Uruguay, è uno sviluppatore e uno crittografo noto per aver inventato Hashcash, l’antenato del sistema Proof-of-Work impiegato da Bitcoin.

Back ha smentito la voce secondo cui sarebbe egli stesso il padre di Bitcoin, dichiarando di non aver aiutato Satoshi a creare la prima criptovaluta al mondo. Tuttavia, ha confermato di essere stata probabilmente la prima persona a cui Satoshi parlò di Bitcoin quando questi gli inviò una mail per presentargli la sua idea.

I cypherpunk

“Vi furono molti altri elementi che aprirono la strada al Bitcoin, come gli esperimenti legati al denaro digitale e guidati dagli ideali cypherpunk. Negli anni ‘90, quando prese avvio il movimento, mi trovavo in Europa. Quindi, riuscii a presenziare a uno solo di questi incontri cypherpunk che si tenevano nell’area della Baia di San Francisco”.

“Tuttavia, i cypherpunk non parlavano solamente di denaro digitale, ma anche di altri temi legati alla privacy. Al tempo non vi era solamente la mailing list The Cryptography (su cui Nakamoto pubblicò per la prima volta), ma anche molte altre sulle quali Nick Szabo, Wei Dai, Hal Finney e altri si confrontavano frequentemente sul denaro digitale. Alcuni si trovavano fisicamente nell’area della Baia. Szabo, ad esempio, poteva presenziare agli incontri a San Francisco insieme ai co-fondatori della mailing list Cypherpunks Eric Hughes, John Gimore e Timothy May”.

“Nel 1981 David Chaum aveva già posto le basi per il processo di comunicazione anonima e nel 1983 introdusse le firme cieche. Privacy, anonimato, libertà individuale, controllo digitale, matematica e programmazione erano temi di punta per i cypherpunk”.

Denaro digitale

“Il denaro digitale era un altro tema molto importante, ed era oggetto di conversazione di diverse mailing list tra cui Cypherpunks, Coderpunks, Cryptography e Bluesky”.

Adam Back fu uno degli autori più prolifici sulla mailing list Cypherpunks: pubblicò più di 700 post.

“Si discuteva molto della creazione del denaro digitale. Oltre al celeberrimo DigiCash di Chaum, a B-Money (di Wei) e a Bit-gold (di Szabo) comparvero molti altri articoli sul tema. Nel 2008 avevo inviato a Satoshi i riferimenti ad alcuni di quelli sulla PoW”.

“Al tempo, nel 1998, Wei e Szabo stavano già confrontando le proprie idee riguardo il denaro digitale e condividendo le loro proposte su B-Money e Bit-Gold con gli altri partecipanti alle mailing list”.

“Si può menzionare anche il mio contributo con Hashcash nel 1997, nonché molti articoli successivi sulla PoW: decine di questi dopo Hashcash e prima di Bitcoin, e alcuni altri dopo il lancio di Bitcoin. Ne ho parlato in un mio articolo del 2002 su Hashcash e in alcuni articoli più recenti sulla PoW come quelli di Cynthia Dwork e Moni Naor. Non possiamo dimenticare le proof-of-work riutilizzabili di Hal Finney, le cosiddette RPoW, che risalgono all’era pre-Bitcoin, ossia al 2004”.

“Vi furono anche soggetti anonimi che cercarono di creare denaro virtuale come Magic Money di Product Cipher e altri strumenti di privacy come il 'pgp stealth' di Heinry Hastur di cui in seguito io assunsi la gestione”.

“Dunque, se fosse stato nella mailing list Cypherpunks, Satoshi non sarebbe stato l’unico anonimo della lista e nemmeno l’unico a pubblicare un articolo sul denaro virtuale. Vi furono molti soggetti anonimi o pseudonimi che parlavano di vari temi sulle mailing list, tra cui anche la questione del denaro digitale”.

“Io, Finney e Peter Todd, che nel 2001 aveva solo 15 anni, parlavamo di Hashcash e denaro digitale anche sulla mailing list Bluesky. Anche Todd era interessato a creare del denaro digitale decentralizzato”.

La “prima” transazione in denaro digitale

“Decentralizzato. Questo è forse il termine principale relativo a Bitcoin che emerse dalle proposte precedenti alla nascita della moneta”.

“Chaum aveva lanciato la prima versione di una “moneta digitale” nel 1989. E alcuni di noi della Cypherpunks tentammo di aggiungere valore al demo server della DigiCash di Chaum, che consentiva di ottenere coin tramite mail e prometteva di non distribuire più di un milione di unità di valuta”.

“Sul demo server vendetti persino alcune magliette, e tutti noi che usavamo la demo di DigiCash pensavamo che se abbastanza persone avessero fatto come noi il valore sarebbe stato stabile finché i coin fossero rimasti un milione”.

“Purtroppo DigiCash fallì durante questo esperimento. Cruciale fu il problema del double spending nel database centralizzato, ossia era impossibile provare a qualcuno l’avvenuto pagamento una volta effettuato”.

“Dovevamo creare denaro digitale in maniera decentralizzata senza l’interfaccia bancaria, senza il permesso o la collaborazione di una banca”.

Hashcash

“Proprio per questo Hashcash e il mining erano così allettanti: alcuni avrebbero potuto minare i coin, altri li avrebbero comprati e venduti in un mercato secondario decentralizzato in quanto non vi sarebbe stato alcun database centralizzato né alcun partenariato con le banche”.

“Anche B-Money e Bit-Gold presentavano delle lacune in quanto non erano progetti completi o comunque necessitavano dell’aiuto umano per eseguire funzioni che Bitcoin ha automatizzato nel suo protocollo”.

“Hashcash fece parlare molto di sé al tempo sulle riviste specializzate perché lo spam era un argomento scottante, e sia gli informatici e che i gruppi IETF stavano tentando di trovare delle soluzioni”.

“Dunque, Satoshi avrebbe potuto conoscere Hashcash senza nemmeno dover entrare in contatto con i gruppi di cypherpunk”.

Le mail scambiate con Satoshi

“Ad agosto (o luglio) 2008 ricevetti una mail da Satoshi Nakamoto contenente uno white paper su una moneta digitale (al tempo non si chiamava ancora Bitcoin) e mi parve interessante”.

“Le domande che mi posi al tempo furono: Ci proverà davvero a realizzarla? Quali sono i principi fondanti? Suggerii a Satoshi di dare un’occhiata a B-Money del quale, mi parve, non era a conoscenza al tempo. Credo che fu proprio così che B-Money fu aggiunto al paper”.

“Vi furono un po’ di altre mail e inviai a Satoshi anche il paper di Ron Rivest del 1996 su MicroMint, in cui si adottava un approccio poco decentralizzato, ma comunque interessante”.

“Probabilmente erano in pochi a conoscere il paper su MicroMint e ancora meno erano a conoscenza della proposta di valuta digitale di B-Money. Sebbene io avessi letto l’articolo di Szabo, non gli inviai alcun riferimento a Bit-Gold”.

Il software di Bitcoin

“Non ho contribuito alla creazione di Bitcoin, non ho programmato niente né partecipato allo sviluppo. Più o meno quando fu lanciato il software, Satoshi me lo inviò ma non lo aiutai”.

“Hal Finney potrebbe aver rivisto il primo codice di Bitcoin. Non ho mai incontrato Hal di persona ma ho sempre apprezzato la sua inventiva ed è stato piacevole parlare con lui per mail o tramite mailing list”.

“Si cercò di capire chi potesse aver aiutato Satoshi a rivedere il codice di Bitcoin prima del lancio, visto le mail inviate a novembre 2018. Pare che Satoshi abbia programmato Bitcoin prima di scrivere il paper e abbia revisionato da solo il codice. Più tardi altre persone, come Hal, potrebbero aver contribuito a rivedere il codice o a riferire e risolvere eventuali bug, proprio come quando scrivi un testo e chiedi a qualcuno di rivederne la grammatica”.

"Grazie per le tue domande. In effetti, ho fatto proprio questo lavoro a ritroso. Ho dovuto scrivere l’intero codice prima di convincermi che ero in grado di risolvere tutti i problemi. Poi ho scritto il paper. Penso che pubblicherò il codice prima di riuscire a scriverne una descrizione dettagliata. Hai ragione sulla maggior parte delle tue osservazioni.

Satoshi Nakamoto"

Fonte: https://satoshi.nakamotoinstitute.org/emails/cryptography/6/

"Satoshi Nakamoto satoshi a vistomail.com
Lunedì 17 novembre 2008, ore 1243 EST

[...]

Credo di aver perfezionato tutti i piccoli dettagli in quest’ultimo anno e mezzo di sviluppo del codice, e c’era davvero molto da fare. Non parlo dei dettagli funzionali nel paper, ma a breve arriverà il codice sorgente. Ti ho inviato i file principali. (disponibili su richiesta al momento, lancio integrale a breve).

Satoshi Nakamoto"

Bitcoin fu lanciato con criticità in termini di privacy

“A differenza di Hal Finney e di altri, sebbene Satoshi mi avesse inviato il software prima del lancio ufficiale all'inizio non lo avviai nemmeno. Poco dopo il lancio Hal provò ad usare Bitcoin e scrisse un riassunto di come funzionava nella mailing list. Dopodiché tornò ad analizzare Bitcoin”.

“Mi sembrava che Bitcoin avesse grosse limitazioni in termini di privacy rispetto al protocollo di Chaum del 1981”.

“Mi interessano la privacy, la crittografia e i protocolli, dunque volevo contribuire a migliorare la privacy e l’usabilità di Bitcoin. Proposi allora alcune idee tra cui le transazioni confidenziali e le firme di Schnorr”.

“Gradualmente Bitcoin acquistava popolarità e non era più solo una proposta ma una vera e propria valuta digitale decentralizzata operativa. Per risolvere le criticità legate alla privacy, nel 2013 proponemmo la creazione di sidechain come Liquid in modo che le funzionalità mancanti venissero implementate, si acquisisse maggiore confidenza e venissero validati i trasferimenti. Poi ho fondato Blockstream con Greg Maxwell, Pieter Wuille e altri per sviluppare questa tecnologia e renderla utilizzabile end-to-end”.

Email

Cointelegraph ha chiesto di poter vedere lo scambio di mail intercorso tra Back e Satoshi, ma Back ha esitato. Ha preferito rimandarci a un tweet che ha inviato l’anno scorso in cui dichiarava che l’anonimato di Satoshi è una “caratteristica di Bitcoin” e che, qualora avesse prove che contribuissero a determinare la vera identità di Satoshi, le distruggerebbe.

“Non ho mai reso pubbliche le mail che ho scambiato con Satoshi e probabilmente non lo farò mai. La netiquette impone di non condividere le mail senza permesso, e non ho chiesto a Satoshi se fosse possibile rivelare le nostre mail personali”.

FONTE QUI


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