Notifiche
Cancella tutti
Topic starter
30 Aprile 2014 6:25
Manodopera a basso costo e ”competitività”...
Notizie britanniche. Tanya Powley, del Financial Times, ha pubblicato un articolo che fa - o dovrebbe far – riflettere.
Nell’era della globalizzazione, della disoccupazione, del lavoro in affitto, della mobilità, della flessibilità e delle delocalizzazioni, la Gran Bretagna è assurta in cima alla vetta dell’Occidente europeo quale paese di accoglienza di manodopera a basso costo. O, meglio, il regno Unito è il Paese dove costa di meno produrre beni manifatturieri.
E’ la “competitività” britannica che sta, infatti, mettendo alle corde i Paesi rivali del continente in specie Germania e Francia. Il dato è stato tratto da rapporto del Boston Consulting Group sullo stato della produttività competitiva nei 25 maggiori Stati esportatori del mondo. La media dei costi di produzione, rispetto agli Stati Uniti, è in Gran Bretagna del +9%, mentre per la Germania +21% e per la Francia +24%.
Il volano di aiuto all’export, naturalmente, è stato costruito anche sulle difficoltà e la crisi incontrate dagli altri maggiori Paesi-esportatori europei, come Germania, Francia, Italia, Belgio e Svizzera. E sul mancato adeguamento dei costi della manodopera al potere d’acquisto anche dei cittadini delle altre nazioni Ue meno avanzate, come Cekia, Polonia o Romania.
Naturalmente i bassi costi di lavoro hanno incentivato, in Gran Bretagna, negli anni più recenti, un rientro di attività produttive già de localizzate. Tra le imprese già andate all’estero, nell’ultimo triennio una su sei (300 in tutto) ha reinsediato la sua produzione in terra britannica. Tali ritorni – è stato calcolato dal centro ricerche bostoniano - offriranno di nuovo circa 200 mila posti di lavoro in dieci anni.
Si tratta di una evidente stima, diciamo così, “liberista”. Nel 2011 i “di-nuovo-occupati” britannici sono assommati a sole 1500 unità.
m.l.
Fonte: http://www.rinascita.eu/
28.04.2014