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La rivolta si estende.Agli Usa


dana74
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Che strano cartello, al Cairo in festa. Recita: L'Egitto sostiene i lavoratori del Wisconsin.

Cosa diamine c'entra l'Egitto col Wisconsin? Un accostamento quantomeno improbabile. Eppure, complice forse l'ampia copertura mediatica delle rivolte egiziane con sperticate lodi ai combattenti per la libertà e la democrazia, in Wisconsin sta succedendo l'impensabile: non solo sono scesi in piazza i lavoratori, ma ogni giorno a loro si aggiungono decine di migliaia di persone che arrivano da tutto lo Stato.

E' cominciato tutto il 15 Febbraio, quando i dipendenti pubblici hanno iniziato una protesta a Madison contro tagli di budget vòlti a togliere loro ogni diritto sindacale. Per il 16 Febbraio, la protesta si è estesa anche in Ohio, e il 19 c'erano 70 mila persone in piazza. Una cifra inaudita negli Stati Uniti.

Il 20 Febbraio i manifestanti hanno occupato il palazzo del governo. Alcuni senatori democratici si sono uniti alla protesta, e la Polizia ha avuto l'ordine di arrestarli. Ovunque sventolano bandiere egiziane, e dall'Egitto arrivano lettere di solidarietà e persino la pizza.

Le proteste, hanno dichiarato i manifestanti, continuano ad oltranza, in un braccio di ferro col governatore che non vuole cedere di un millimetro. Intanto, questo fuoco che si propaga nei modi e nei luoghi più impensati sta arrivando in Florida: i dipendenti della scuola si stanno organizzando sui social media per una protesta ad oltranza contro i tagli al loro settore.

Non finirà qui, c'è da scommetterci...

http://crisis.blogosfere.it/2011/02/la-rivolta-si-estende-in-usa-nel-wisconsin.html


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dana74
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sull'argomento anche...

Rivoluzione Colorata negli USA!?!
Dal Cairo a Madison, davvero?

Ma dove sono tutti i babbei sinistronzi demourlanti quando accadono certe cose a casa di Obama, il piccolo ‘Vendola d’America’?

Ci sono immagini che scorrono più velocemente degli eventi che pretendono di descrivere, e che spesso pretendono di descrivere in modo esagerato, o provocatorio, o demagogico, o militante, ecc. I residenti del Wisconsin si ribellano contro le misure di austerità del governatore repubblicano Walker, con grandi manifestazioni, occupazioni di luoghi pubblici, ecc. L’incidente che ha richiamato l’attenzione su questi eventi, la minaccia del Governatore Walker di far intervenire la guardia nazionale contro i manifestanti; l’immagine di Cairo-Madison (capitale del Wisconsin), tendono a caricare gli eventi di una dimensione simbolica che potrebbe avere importanti conseguenze politiche, nella loro evoluzione…
- Lunedì, già alcuni manifestanti avevano posto la loro rivolta sotto il segno del riferimento egiziano: “Lunedi’, centinaia di studenti e professori dell University of Wisconsin-Madison si sono presentati al Campidoglio di Stato cantando “uccidiamo questo disegno di legge”, portando cartelli con il messaggio ‘Dal Cairo a Madison lavoratori unitevi!’.” (Huffington Post 17 febbraio 2011)
- Giovedì, lo slogan ha preso piede ed è diventato un quadro rappresentativo della situazione a Madison, Wisconsin, anche se i fatti e gli eventi sono nettamente diversi. Lo slogan è diventato l’immagine di un evento nazionale con la dichiarazione televisiva del congressista repubblicano Paul Ryan (Raw Story, 17 Febbraio 2011 ): “Il Rep. del Wisconsin Paul Ryan, un astro nascente nel partito repubblicano, Giovedì ha equiparato la protesta contro il piano di bilancio del suo governatore, Scott Walker (R), alle storiche manifestazioni in Egitto della scorsa settimana, che hanno portato alla caduta del presidente Hosni Mubarak. “Vi sono disordini. E’ come se si trasferissero dal Cairo a Madison, in questi giorni”, ha dichiarato Ryan al Morning Joe della MSNBC.”
- I democratici intendono spingere la disputa sul terreno a loro amichevole, politicamente e mediaticamente, e dove possono far ritrovare prestigio e popolarità alla loro ala sinistra liberale. Sperano di espandere il movimento negli stati di Ohio e Indiana, che preparano le stesse misure del Wisconsin. I Democratici hanno l’appoggio pubblico di Obama. (Huffington Post del 17 Febbraio 2011):
“Sulla base della situazione in Wisconsin, decine migliaia di manifestanti si sono opposti al governatore repubblicano. Lo sforzo di Scott Walker nel sottrarre il diritto alla contrattazione collettiva ai sindacati dei dipendenti pubblico dello Stato, ha spinto l’organizzazione della campagna del Presidente Obama Barack, a mobilitare i suoi seguaci in Ohio e Indiana, dove, misure analoghe sono prese in considerazione.
“A migliaia sono scesi verso la sede del governo statale dell’Ohio, Giovedì, per protestare contro un progetto di legge che eliminerebbe i diritti di contrattazione collettiva per i dipendenti statali e limiterebbe i diritti dei dipendenti del governo locale. Il problema è simile a quella in Wisconsin: I supporter dicono che è necessario affrontare i problemi di budget, mentre gli avversari dicono che non è null’altro che un attacco feroce ai sindacati.
“Ora ripiegato nel Democratic National Committee, il gruppo per la campagna di Obama ‘Organizing for America’ è già attivamente impegnato nel Wisconsin ed ha iniziato incrementare gli sforzi organizzativi in Ohio, anche se alcuni osservatori affermano “Quest’ultimo processo è circa una settimana indietro rispetto a quello nel Wisconsin. Il gruppo ha anche iniziato a insediarsi in Indiana, dove il legislatore sta valutando una proposta di legge per limitare la contrattazione collettiva degli insegnanti…”
In questo caso vi è il meccanismo tipico del nostro tempo, in cui il sistema di comunicazione esercita una forte influenza sulla psicologia e, da lì, sui giudizi che si è portati ad esercitate sugli eventi, spesso prima che questi eventi realmente giustifichino questi giudizi. (Ma forse il processo agisce in modo che il giudizio si limita a precedere l’evoluzione della manifestazione, e quindi, apprezza correttamente la vera importanza della sostanza di questo evento?) Il caso del Wisconsin è di per sé importante, perché illustra da una parte la disastrosa situazione del bilancio degli Stati dell’Unione, e dall’altra le forse discutibili maniere con cui le autorità intendono lottare contro questa catastrofe. Probabilmente, la politica del governatore Walker, di lotta contro il disastro del bilancio dello Stato, differisce poco da quello, a livello nazionale, del governo britannico o dell’amministrazione Obama, per considerare i due paesi che sono sia i motori della crisi che i più colpiti dalla crisi, dal punto di vista del bilancio pubblico. Ma s’è presentata e ha cominciato ad essere attuata, in circostanze generali specifiche molto particolari, quando la minaccia di chiamare la Guardia Nazionale (cioè, l’esercito dello Stato) è stata accoppiata con il formidabile eco degli eventi egiziani, per concludersi con l’immagine simbolica che si sa. Improvvisamente, gli eventi del Wisconsin tendono ad essere presentati, e quindi ad essere percepiti, come una replica della americanista “rivoluzione” egiziana, anche se le masse di persone, le cifre, i numeri, la potenza delle reazioni e degli eventi pubblici in generale, ecc., vale a dire tutti i fattori quantitativi, sono al di là di ogni confronto, ma il simbolismo dona all’analogia un interessante valore qualitativo. La reazione popolare potrebbe iniziare ad assomigliare, attraverso questa rappresentazione simbolica, a una “rivolta” del Wisconsin, con la possibilità della duplicazione e dell’espansione in altri Stati.
La ricetta è quella giusta e, come si dice, la maionese impazzisce? Oppure: è un tentativo senza futuro o l’inizio di una tendenza generale, in quanto è ben noto che il malcontento latente e sporadico, in queste circostanze di crisi, è così grande che potrebbe esserci davvero il potenziale per una mobilitazione generale? La domanda vale porsela, tanto più che la politica gioca al completo, soprattutto con la frustrazione dei democratici che sono da due anni sulla difensiva contro i repubblicani, che sentono di avere un’occasione d’oro per lanciare una contro-offensiva che incontri un grande appeal popolare, e che sembrano voler effettivamente lanciare questa contro-offensiva (dopo il Wisconsin, l’Ohio e l’Indiana). Anche il cauto Obama sembra voler entrare in gioco, per tentare, alla fine si potrebbe pensare, di ripristinare a basso costo effettivamente la sua base politica alla sua sinistra, dal momento che è un governatore repubblicano ad essere il detonatore della cosa.
In questo tipo di circostanze, ci si dimentica la responsabilità iniziale, il governo federale (cioè Obama) ha molta più responsabilità per la sua politica durante la crisi, e per il suo rifiuto di assistere gli Stati dell’Unione in quanto tali. Ma non è molto grave o particolarmente sleale, la responsabilità, in ultima analisi, incombe su tutta la dirigenza, repubblicana e democratica che sia. Ciò che conta per noi, ovviamente, non è il problema politico, o da politicanti, ma se vi è la possibile sfida alla stabilità della situazione degli Stati Uniti in generale, e se la contestazione si estenderà; è questione di sapere se, in questa situazione, non ci sarà una “tempesta perfetta“, come evocato da Hillary Clinton per il Medio Oriente, in formazione sugli USA. A questo punto, si può semplicemente osservare che l’ipotesi non è del tutto assurda.
Comunque, finora la lezione principale è la constatazione rinnovata della grande potenza delle immagini, che assume una dimensione simbolica attraverso la diffusione
da parte del sistema di comunicazione e, quindi, l’indiretta molto forte interconnessione tra gli eventi del mondo, eventi che non hanno apparentemente alcun legame tra di essi. Per la bellezza della cosa, sarebbe simpatico vedere gli Stati Uniti, che danno al mondo lezioni di “democratizzazione“, e che lo fanno anche a rischio di destabilizzare alcuni dei loro alleati strategici, trovarsi con un proprio movimento popolare che arriva a chiedere la “democratizzazione” della Gran Repubblica usurpata dal management.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://crisis.blogosfere.it/2011/02/la-rivolta-si-estende-in-usa-nel-wisconsin.html


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illupodeicieli
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Mi ripeterò ma mi viene offerta la possibilità di sottolineare come ,ad esempio la Clinton, ma anche tantissimi altri politici nostrani , europei o di chissà dove, hanno lodato i manifestanti egiziani (forse anche quelli tunisini e ora i libici) e condannato ,ovviamente, i governanti di quei paesi per le repressioni violente messe in opera.Detto ciò scrivevo nei miei commenti che non sono state usate le stesse parole per i fatti del G8 di Genova, per i pastori sardi bloccati a Civitavecchia o quando la polizia impedisce le manifestazioni a Bruxelles con tanto di manganelli e filo spinato: ora se anche non vuoi sostenere i manifestanti almeno condanna chi impedisce le libere manifestazioni di pensiero e di azione. Sarebbe bello accostare immagini di manifestazioni di protesta in Usa o in Europa alle dichiarazioni di questi giorni fatte ,appunto, da politici e perchè no anche da giornalisti Usa ed europei.


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dana74
Illustrious Member
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Mi ripeterò ma mi viene offerta la possibilità di sottolineare come ,ad esempio la Clinton, ma anche tantissimi altri politici nostrani , europei o di chissà dove, hanno lodato i manifestanti egiziani (forse anche quelli tunisini e ora i libici) e condannato ,ovviamente, i governanti di quei paesi per le repressioni violente messe in opera.Detto ciò scrivevo nei miei commenti che non sono state usate le stesse parole per i fatti del G8 di Genova, per i pastori sardi bloccati a Civitavecchia o quando la polizia impedisce le manifestazioni a Bruxelles con tanto di manganelli e filo spinato: ora se anche non vuoi sostenere i manifestanti almeno condanna chi impedisce le libere manifestazioni di pensiero e di azione. Sarebbe bello accostare immagini di manifestazioni di protesta in Usa o in Europa alle dichiarazioni di questi giorni fatte ,appunto, da politici e perchè no anche da giornalisti Usa ed europei.

straquoto in pieno...

la democrazia in casa d'altra la fanno loro, in casa propria chi parla di democrazia? 😉
Le nazioni occidentali che si professano democratiche sono l'ipocrisia suprema, che schifo!


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