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la vittoria dei petrolieri


dana74
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La vittoria dei petrolieri: soldi per la cattura della CO2
Inviato da redazione il Mer, 15/12/2010 - 15:30

Emanuele Bompan da Cancun
CLIMA. A Cancun è passata inosservata la decisione di ammettere la Ccs tra i meccanismi finanziabili dai crediti di Kyoto. L’hanno voluta Sauditi e petrolieri anche per riciclare i pozzi.
Ventisei, tanti sono gli atti decisi nel negoziato di Cancún. Uno di questi è passato quasi inosservato, forse per gli oscuri bizantinismi della formula. Per la prima volta i Ccs sono stati inclusi nei Cdm. Dietro queste sigle si nasconde una delle vittorie del settore petrolifero al Cop16 e l’affermazione di una tecnologia fortemente controversa: quella della cattura e stoccaggio della Co2, responsabile dell’effetto serra. Ma andiamo per ordine. I Cdm, Clean Development Mechanism, sono un meccanismo finanziario per i paesi in via di sviluppo costituito a Kyoto, secondo il quale progetti che tagliano le emissioni ricevono crediti che possono essere venduti sui mercati finanziari.

I Ccs invece sono dei macchinari complicati di “Cattura e stoccaggio” della Co2 emessa durante combustione di energia fossile per produrre energia o da processi industriali, in particolare la produzione del cemento. La Co2 “sequestrata” è stoccata in depositi sotterranei per diminuire l’impatto delle centrali superinquinati. Nonostante ad alcuni i Ccs sembrino la bacchetta magica per ridurre le emissioni, a oggi questa tecnologia non era mai stata inserita nella lista delle tipologie da premiare. Perché? Troppi dubbi sull’efficacia dello stoccaggio della Co2, sia tecnici che economici. Secondo i critici, i Ccs sono una strategia per il settore dei combustibili fossili per continuare a inquinare senza sanzioni economiche e rallentare il settore delle rinnovabili.

«Le tecnologie Ccs sono economicamente costose», spiega Vincenzo Ferrara dell’Enea «riducono l’efficienza energetica degli impianti a cui vengono applicate e pongono dei problemi di rischio ambientale». A Cancún chi ha premuto per la cattura e lo stoccaggio del carbone è stata soprattutto l’Arabia Saudita, in cambio del suo assenso sulla tutela delle foreste. Da anni i sauditi investono nel settore per compensare le emissioni legate al settore estrattivo. Ora i Cdm, se confermati al prossimo negoziato, potrebbero sbloccare investimenti multimiliardari. L’accordo interessa soprattutto Masdar, la compagnia energetica di Abu Dhabi, uno dei grandi player nella cattura e stoccaggio del carbone. Ma i sauditi non sono i soli. Secondo il ministro dell’ambiente americano Steven Chu: «entro il 2019 i Ccs devono essere in grado di ridurre le emissioni delle centrali a carbone, responsabili del 40% della produzione totale di Co2».

Per l’Agenzia Internazionale dell’energia il mondo si deve dotare di almeno 100 impianti Ccs entro il 2020. E in Europa la tecnologia è stata introdotta nel pacchetto “Clima e energia”. Per capire gli interessi dell’industria petrolifera nel settore bisogna guardare ai 440 pozzi in fase terminale nel Mare del Nord. Per le compagnie petrolifere questi pozzi potrebbero essere riconverti in 440 depositi di stoccaggio della Co2 in forma liquida. Ci guadagnerebbero sull’affitto dei pozzi e sui certificati di non emissione per lo stoccaggio, mentre la gestione finale dei depositi di Co2 graverà sullo Stato. «Da questo punto di vista è evidente come mai che i più grandi supporter dei Ccs siano Bp, Shell e Total», sostiene Fabriano Fabbri, ex segretario tecnico del Ministero dell’ambiente.

Una ricerca della Duke University ha mostrato chiaramente che lo stoccaggio della Co2 può contaminare le falde sotterranee. «Il problema è che se questo modo di fare dilaga - continua Ferrara - gli affari aumentano, i problemi del clima non si risolvono, lo sviluppo economico decarbonizzato non partirà mai e, infine, ci ritroveremo con nuovi problemi ambientali associati allo smaltimento dell’anidride carbonica».

http://www.terranews.it/news/2010/12/la-vittoria-dei-petrolieri-soldi-la-cattura-della-co2


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vic
 vic
Illustrious Member
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Avanti, forza col mantra del CO2 responsabile di un riscaldamento presunto.

Allora, caro articolista, vuoi elencarci dieci pubblicazioni scientifiche di misure dirette del riscaldamento da CO2?
Non ce ne sono, ecco la verita'. La NASA ha tentato l'impresa ma la conclusione e' stata: l'effetto serra da CO2 non e' misurabile.

Nel frattempo il sole fa le bizze, il freddo batte record dopo record in America e nell'Europa del nord. La neve sta tornando copiosa sulle Alpi. E nel cielo si intravvedono sempre piu' scie stranissime, il cui contenuto consiste a quanto pare di alluminio, bario e stronzio.

E voi state qui a parlarci di un effetto non misurabile, ci stravolgete la lingua chiamando inquinante un gas essenziale per la vita.

L'atmosfera puo' sopportare CO2 in quantita' ben superiori a quelle odierne, e probabilmente ne beneficerebbe il mondo vegetale. L'effetto serra e' dovuto alle nuvole, lo volete capire! Purtroppo il meccanismo di formazione delle nuvole non e' capito veramente a fondo. Hanno un ruolo perfino i raggi cosmici, l'attivita' solare. Tutti effetti che nei modelli dell'IPCC non sono stati tenuti per niente in considerazione. Non tengono conto dell'influenza del mondo vegetale sul clima. Perfino le nuvole, nei loro modelli catastrofici vengono considerate non in prima battuta, ma come effetto secondario. Il che e' tutto dire, per chi conosce l'effetto di una notte serena sulla temperatura.

Dunque, caro estensore dell'articolo, aspetto che mi citi un paio di misure dirette dell'effetto serra da CO2. Mi aspetto un effetto dell'ordine di quello delle nuvole di notte, tanto per intenderci. Se non lo trovi, sei un ciarlatano. Consolati, sei in buona compagnia.


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dana74
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vic, sulla Co2 la penso esattamente come te, l'ho messo proprio per sottolineare come guardacaso proprio lor signori "hanno il rimedio" contro la Co2, che coincidenza..
mi interessava l'articolo solo per quel dato e per il mercanteggio sul "caso clima"


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