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L'attentato in Francia l'Isis non c'entra


Tao
 Tao
Illustrious Member
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L’attacco terroristico in Francia, che non era terrorismo e non era dell’ISIS

L’attacco terroristico dell’ISIS allo stabilimento Air Products di Saint-Quentin-Fallavier non è stato un attentato e non è stato motivato da propositi terroristici, ma un semplice episodio di cronaca nera.

Yassin Sahli (o Salhi a seconda delle fonti), l’uomo che ha decapitato il manager Hervé Cornara nello stabilimento Air Products, ha confessato di aver commesso il delitto per fini personali, ha detto di aver avuto un litigio con il datore di lavoro e che veniva da un periodo di difficoltà familiari. La Procura di Lione che è incaricata delle indagini procede nei suoi confronti anche con l’accusa di complicità con il terrorismo, ma ormai pare chiaro che l’atto, pur adatto a un’impresa terroristica, abbia invece le caratteristiche di un reato comune.

Scemata l’attenzione per il caso, sembra quindi che la mobilitazione seguita all’omicidio di Cornara e all’attacco all’Air Products, uno stabilimento ben conosciuto da Sahli, che più di una volta vi si era recato a fare delle consegne, sia da ricondurre a un episodio locale di cronaca nera, con nessuna attinenza con il terrorismo internazionale.

Che non si sia trattato di un attacco terroristico lo dimostra l’assoluta mancanza di rivendicazioni, che non ci sono state ne da parte dell’ISIS ne da parte del presunto attentatore. Particolare dirimente, perché nel caso la mancanza di rivendicazione dimostra oltre ogni dubbio la mancanza di motivazioni politiche o religiose, anche se Sahli è un devoto musulmano vicino a posizioni radicali e anche se ha inviato una foto della sua vittima, scattata con il cellulare, a un conoscente che si troverebbe in Siria a combattere per l’ISIS. Si tratterebbe solo del desiderio di comunicare all’amico più vicino quello che aveva fatto, peraltro non preceduto né seguito da altri messaggi o contatti, e lo conferma il fatto che l’immagine poi non sia stata usata dalla propaganda degli uomini del califfato. Commettere un attentato per poi non rivendicarlo significa commetterlo per niente, anche se in questo caso i francesi hanno provveduto da soli ad alimentare l’allarme e la credenza di un attacco terroristico.

Con l’attacco all’Air Products Sahli ha detto di aver cercato solo pubblicità, o una morte con una certa risonanza, stessa cosa per la macabra messa in scena che lo ha visto piazzare la testa della vittima sulla recinzione dello stabilimento con accanto due drappi con la professione di fede islamica (non bandiere dell’ISIS come si era detto in un primo tempo). L’autore ha negato esplicitamente motivazioni politiche o religiose. A scatenare Sahli sarebbe stata invece l’insoddisfazione per una vita recentemente minata dalle liti in famiglia, pare rinfacciasse con scarso successo alla moglie di non essere abbastanza devota, e da un rimprovero ricevuto dal datore di lavoro. La somma di questi due disagi avrebbe innescato la follia omicida, Sahli ha prima colpito il datore di lavoro con un cric, poi l’ha strangolato e infine è partito per l’attacco all’Air Products, tutto fatto di seguito, senza premeditazione o tempi morti. Anche i drappi, la presenza dei quali potrebbe essere indice di premeditazione, erano in realtà nella sua disponibilità da tempo, ha usato quel che aveva a tiro, tanto che era armato solo di un coltello e tanto poco preparato alla pugna da farsi arrestare da un pompiere. Una situazione nella quale «un’improvvisa pulsione omicida scatena un processo irrazionale che si tinge di jihadismo. Come se la voglia d’uccidere avesse preceduto l’intenzione terrorista» ha riassunto una fonte della polizia nazionale a Le Monde.

Quindi niente terrorismo, ma la Francia è stata mobilitata per rispondere a un attacco terroristico e molti francesi, per non dire all’estero, sono sicuramente convinti che si sia trattato di un attacco dell’ISIS, anche se così sicuramente non è. Una brutta figura sia per i servizi francesi che per il sistema dell’informazione, che in questo caso si è prestato senza eccezioni e senza precauzioni a rilanciare la notizia dell’attacco terroristico, che invece non c’è mai stato. Un delitto figlio del malessere e di questioni privatissime è così diventato un attacco terroristico e ora che nessuno ne parla più, la notizia che in realtà fosse altro non gode che di una frazione dell’evidenza dedicata all’attacco «terroristico» di venerdì scorso.

Fonte: https://mazzetta.wordpress.com
Link: https://mazzetta.wordpress.com/2015/07/01/lattacco-terroristico-in-francia-che-non-era-terrorismo-e-non-era-dellisis/
1.07.2015


Citazione
Lif di euro-holocaust
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 121
 

"Sicuramente"... un bel niente!

Vediamo: Salhi è stato vicino ai salafiti una dozzina di anni fa e, più recentemente, al movimento islamista Forsane Alizza (gruppo sciolto dalle autorità francesi per terrorismo).

Inoltre, guarda caso, la sua azione avviene proprio il giorno di una azione eclatante in Tunisia, più altre altrove. Salhi nega il terrorismo, affermando che ci fossero dissapori col suo datore di lavoro. Ma esistono prove di questi dissapori?

Ora, tralasciando la domanda "se il datore non fosse stato francese, ma arabo, Salhi che avrebbe fatto?", il punto è che potrebbe essersi trattato di un atto terroristico non andato a buon fine, ossia senza l'atteso botto finale, per cui controproducente da un punto di vista mediatico per la galassia islamista. Da qui, il passo indietro.

Facciamo un confronto

Ricordate lo scrittore Casseri? Bastarono poche frequentazioni di un circolo Casapound, perché la sua morte violenta venisse etichettata come "fascista", nonostante fosse acclarato lo stato di depressione dovuta ad una malattia. Casseri era comunque un "assassino fascista", che rispettava, per alcuni, un copione storico-ideologico e non poteva essere una semplice esistenza individuale, con certe idee e con un certo esito, ovvio, ma individuale. Salhi, invece, con tutto il po' po' di sceneggiata messa in atto da lui e con le sue frequentazioni e il giorno scelto, no, sarebbe solo un matto, uno svitato, un frustrato.

Ma anche fosse? Tempo fa parlai di "mosche nella merda" per identificare i vari musulmani che si fiondano verso la merda islamista/terrorista con gaudio. Salhi era, evidentemente, uno di quelli. Evidentemente, un certo immaginario fa presa.

Divagazione

Molti di voi conosceranno più o meno Roma, e come è ridotta. Anche zone un tempo tranquille o signorili, ormai, sono sporche, disordinate, tristi. Prendete l'Eur. Questo pomeriggio vado a prendere la metro alla fermata Fermi, di fronte al laghetto, nei pressi del palazzo dell'ENI. Da una parte c'è la metro, dall'altra ci sono i soliti venditori, chissà se autorizzati, più il solito bivaccare di filippini (se non altro, di solito, tranquilli). Mentre arrivo, sento gridare: era in corso una rissa tra due nordafricani e due europei, forse romeni. Roba bella tosta: un europeo brandiva un forcone, mentre un arabo una catena. Comunque, mentre gli italiani guardavano a distanza, lato metro e così i filippini, lato laghetto, io mi avvicino per osservare meglio: un europeo butta per terra un arabo e inizia a massacrarlo di pugni. L'altro europeo frena l'arabo con la catena, con la minaccia del forcone. Alla fine, i due arabi scappano. Mi avvicino ai due europei e mi congratulo con loro, senza neanche sapere il perché del tutto (un dettaglio, che non dirò, mi lascia intuire che i due fossero lavoratori, mentre i due arabi i soliti perditempo che si vedono a Roma o Milano). Un sessantenne, probabilmente italiano, con la coda da cavallo, mi guarda esterrefatto. Io gli sorrido e torno alla metro.

Ora, il punto è quello che seguirà: i quattro erano ormai, per strade diverse, andati via. Arrivano a quel punto, una macchina dei carabinieri e ben tre della polizia. Rimangono lì per diversi minuti, a parlare tra loro. Sono rimasto un po', ma non succedeva nulla. A quel punto sono andato via, senza sapere se poi abbiano chiesto informazioni o meno e come (e non so se l'episodio sia già stato citato in qualche cronaca locale).

Comunque, tranquilli, terrorismo islamico o meno, la violenza prima o poi si condenserà in qualche modo e in qualche forma. Vi piaccia o meno.


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