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Le dichiarazioni del CEO Larry Fink rivelano le vere intenzioni di BlackRock


dana74
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Larry Fink, il CEO di BlackRock, che è il più grande gestore al mondo di investimenti con quasi 10.000 miliardi di dollari in gestione, ripeto 10.000 miliardi di dollari, critica il protezionismo e il populismo per i loro effetti inflazionistici e per l’aumento della disuguaglianza.

Secondo Fink, quindi il CEO di BlackRock, il populismo danneggia soprattutto il 25% più povero della popolazione, colpito dall’aumento sui tassi sui mutui, sul credito al consumo, mentre il 25% più ricco beneficia degli investimenti e dei loro rendimenti. Sostiene insomma la necessità di partenariati pubblico-privati per stimolare la crescita economica e ridurre i deficit pubblici, criticando la lentezza burocratica in Europa, propone l’Inflation Reduction Act, che vorrebbe dire sostanzialmente una legge per ridurre l’inflazione, evidenziando l’importanza di una transizione energetica, equa e pragmatica, che riduca i costi e coinvolga i paesi in via di sviluppo, scusate se mi viene da ridere, inoltre sottolinea come il protezionismo e l’inflazione colpiscono i più poveri, mentre i più ricchi continuano a prosperare.
Mi permetto di osservare il signor Blackrock che in realtà l’inflazione è un problema, soprattutto per chi ha i capitali. Cioè, è chiaro che l’inflazione è un problema per chi ha grandi capitali. Signor BlackRock, parliamoci chiaro.
Non è il poveraccio che ha un problema di quel genere, perché lui di grandi capitali risparmiati non ne ha. Semmai lui vuole trovare un posto di lavoro che il taglio della spesa pubblica e l’aumento delle tasse non possono creare, perché le imprese non assumono. Quindi, scusate la digressione, ma quando mi dicono che Gesù Cristo è morto dal freddo io non ce la faccio a non reagire.
Mettendo in guardia il crescente di vario tra Europa e Stati Uniti in termini di produttività, innovazione, eccetera, e dire che l’Europa dovrebbe adottare una cultura della crescita. Non ho ben capito che cosa voglia dire. BlackRock insieme a State Street e Vanguard formano il più grande cartello finanziario globale.
Sono azionisti della maggior parte delle società strategiche pubbliche e private, influenzano una notevole influenza sulle politiche governative di molti paesi a partire dagli Stati Uniti. Ecco, questo potere smisurato è il risultato di decenni di deregolamentazione finanziaria, libera circolazione dei capitali e cioè di quelle normative che ovviamente BlackRock vorrebbe incrementare perché vogliono diventare i padroni del mondo, già lo sono, la finanza comanda sulla politica. Questa è la realtà. Io mi occupo di tutt’altro. Per il mio mestiere incontro le piccole e medie imprese tutti i giorni. Faccio consulenza sulle scelte strategiche delle piccole e medie imprese italiane.
Per cui vi invito al webinar del 3 di luglio. Potete iscrivervi sul sito valeriomalvezzi.it. Vi assicuro che non parlerò di BlackRock. Parlerò delle piccole e medie imprese italiane e del loro piano strategico per stare sul mercato. A me non interessano i grandi poteri finanziari.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi

Di Valerio Malvezzi -13 Giugno 2024
https://www.radioradio.it/2024/06/blackrock-larry-fink-ceo-economia-affari-inflation-stati-uniti/

 

è arrivato Robin Hood de noantri.....come se le sue "ricette" anti inflazione anti debito non le stessero imponendo da decenni


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dana74
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metto qua altri articoli sulle "meraviglie" del mondo economico occidentale

Moody’s avverte di declassamenti sui cattivi prestiti immobiliari di sei banche regionali
13 Giugno 2024
Il canale televisivo statunitense CNBC ha riferito lo scorso 6 giugno che a maggio i prestiti in sofferenza relativi agli immobili commerciali (CRE) hanno raggiunto poco meno dell’1% del patrimonio delle banche commerciali con sede negli Stati Uniti, pari a 23,3 trilioni di dollari. Ciò porterebbe i crediti inesigibili CRE a 220 miliardi di dollari di debito in sofferenza. Pur rappresentando l’1% degli asset, i crediti inesigibili CRE equivarrebbero a un più pericoloso 10% del capitale azionario totale delle banche con sede negli Stati Uniti, che ad aprile era di 2,3 trilioni di dollari.
Il 5 giugno Moody’s Investors Service ha emesso avvisi di «revisione per downgrade» su sei banche commerciali regionali statunitensi, il cui patrimonio complessivo ammonta a circa 200 miliardi di dollari, a causa dell’ampia quota di asset CRE detenuta da tali banche nei loro portafogli.
In pratica, il terremoto delle banche regionali americane partito due anni fa non sembra essere stato assorbito.
Come noto, a crollare per prima fu la Silicon Valley Bank. Seguì la First Republic Bank. Banche più grandi divorarono quindi quel che ne rimaneva. Il crash, per qualche ragione, non investì le banche israeliane che avevano 1 miliardo di depositi nella Silicon Valley Bank.
L’effetto domino arrivò fino in Isvizzera, dove collassò Credit Suisse, che fu fusa, su spinta del governo elvetico, con il colosso bancario UBS. Il salvataggio dell’Istituto di credito elvetico, tramite acquisizione da parte di UBS, è stato operato grazie alla liquidità fornita a UBS dalla Banca Nazionale Svizzera – cioè dallo Stato elvetico, che ha salvato così la sua principale industria nazionale – un settore che, come noto, ha i suoi lati oscuri.
Qualcuno cominciò a sussurrare che la banca successiva a saltare sarebbe stata Deutsche Bank, la nona banca più grande del mondo, certificando la trasformazione da crisi bancaria regionale a crisi finanziaria sistemica globale. La stessa Deutsche aveva pubblicato uno studio in cui avvertiva che «un’ondata di default è imminente».
Renovatio 21 ritiene che un collasso bancario transnazionale sia funzionale all’introduzione di una moneta digitale di Stato, la CBDC in caricamento presso quasi ogni ministero delle Finanze del mondo e nelle strutture sovranazionali come FMI, Banca Mondiale o come l’Unione Europea, dove la presidente BCE Christine Lagarde ha confessato che la valuta elettronica europea – l’euro digitale – sarà utilizzato per la sorveglianza.

https://www.renovatio21.com/moodys-avverte-di-declassamenti-sui-cattivi-prestiti-immobiliari-di-sei-banche-regionali/


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dana74
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Le imposte sulle banche sono cresciute del 250% ma alla fine sono riusciti a farle pagare a voi

Di Valerio Malvezzi -12 Giugno 2024

Oggi parliamo nuovamente di tasse. Le entrate tributarie italiane hanno visto un aumento molto importante nel primo quadrimestre del 2024, con una crescita del 10,5% pari a 15,9 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Le imposte dirette hanno registrato un incremento del quasi 16%, mentre le imposte indirette sono aumentate del 4,2%, insomma una marea di miliardi entrati nelle casse dello Stato.

In particolare, le imposte sulle banche hanno registrato un aumento del 250% e nonostante alcuni quotidiani, per esempio il Sole 24 ore, attribuiscono questo incremento alle imposte ordinarie sugli utili delle banche, in realtà queste imposte sono prevalentemente sui risparmiatori.

Le banche trattengono e versano infatti il 26% degli interessi e dei proventi finanziari ai correntisti dello Stato. Quindi con l’aumento dei tassi di interesse, le banche hanno registrato degli aumenti sugli interessi dei depositi. Ovvero sui tassi e sui depositi, generando quindi delle maggiori ritenute sugli interessi versati allo Stato.
Nel primo quadrimestre del 2024 le ritenute versate dalle banche hanno raggiunto, i 6,9 miliardi di euro, con un incremento di quasi 5 miliardi rispetto ai due dello stesso periodo del 2023. Il contributo delle banche al gettito IRES sarà visibile tra giugno e novembre con i versamenti sui saldi e sugli acconti sugli utili di bilancio. Insomma, nonostante la confusione mediatica, il dato rilevante è la crescita delle entrate tributarie, soprattutto di IRPEF ed IRES, cioè + 36,5%. Vuol dire che le imprese italiane sono stremate dalle tasse. Quest’aumento testimonia che in realtà in Italia si è lavorato, si è prodotto, che le società e le imprese hanno pagato e stanno pagando le tasse con un risultato di quasi 16 miliardi in più nelle casse del Ministero dell’Economia e Finanza. Quindi sono riusciti a confondere le ritenute sugli interessi che le banche versano ai correntisti con le imposte sulle banche.
Se volete partecipare al webinar del 3 luglio, gratuitamente parlerò di nuove norme che andranno ad impattare sulle imprese, per esempio le ESG, e come sia importante per le piccole e medie imprese italiane far fronte, salvarsi in questa situazione da una parte di aumento di imposte e di aumento di oneri burocratici.
Come? Avendo una strategia d’impresa. Io tutti i giorni parlo con gli imprenditori, voglio regalare agli imprenditori un webinar gratuito e lo farò. Potete iscrivervi dal sito valeriomalvezzi.it. Perché è incredibile ormai la distanza che c’è tra gli imprenditori e il mondo politico.
https://www.radioradio.it/2024/06/le-imposte-sulle-banche-sono-cresciute-del-250-ma-alla-fine-sono-riusciti-a-farle-pagare-a-voi/


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