Notifiche
Cancella tutti

Le dimissioni di Almagro


cubainforma
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1957
Topic starter  

www.cubainformazione.it

Leandro Grille

Un editoriale della rivista uruguaiana 'Caras y Caretas' sostiene che il Fronte Ampio, l'organizzazione politica del cui governo fu ministro degli esteri l'attuale Segretario generale dell'OSA, deve chiedere le sue dimissioni e scusarsi col Venezuela.

Il Frente Amplio dovrebbe chiedere le dimissioni di Luis Almagro alla segretaria generale dell'OSA. Dovrebbe essere sufficiente una semplice dichiarazione dell'Ufficio Politico o, meglio ancora, della Plenaria Nazionale. Non è necessario inserire la questione al Parlamento né tentare di presentare una richiesta formale dello Stato uruguaiano che, come membro a pieno titolo di quello screditato organismo, può, naturalmente, elevare le sue lamentele e reclami di dimissioni, quando lo consideri opportuno. Ma non avrebbe molto senso imbarcare il nostro paese in una campagna di tale tenore per emendare un errore che è, puramente e semplicemente, del Frente Amplio. Qua non spetta responsabilità a nessun altro. Né all'opposizione né ai media né a nessun altro attore importante della politica nazionale. Almagro, come segretario generale dell'OSA è un orrore, intimo, del Frente Amplio, uno sgorbio della nostra stirpe. E per ciò e per la vergogna che dovrebbe causarci l'amministrazione del nostro ex ministro a capo dell' OSA, sarebbe opportuno un atto riparatorio, un onesto messaggio destinato a fare ammenda a tutta l'America Latina, ma soprattutto alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, con cui è infuriato.

E' ben noto che Luis Almagro non rappresenta il Frente Amplio né MPP né l'Uruguay né il presidente né José Mujica, il suo scopritore e principale promotore fino a che gli cadde la maschera che Almagro era qualcos'altro da ciò che lui credeva, e gli consegnò pubblicamente un deluso addio per email. Ma è così vero che non ci rappresenta nell'OSA come che non avrebbe raggiunto il suo vertice, senza una spinta frenteamplista. Abbiamo commesso una grossolana truffa al resto dei nostri fratelli del continente e solo ci assolve la certezza unanime che non avevamo idea del verme con cui avevamo a che fare. Qualcosa avremmo dovuto sospettare quando il Dipartimento di Stato si pronunciò, calorosamente, a favore della sua candidatura, e qualcos'altro quando il nostro ministro degli Esteri fu eletto con 33 dei 34 voti, in una schiacciante votazione che lo consacrò come segretario generale della moribonda organizzazione.

E fin lì arrivò il signor Almagro, in sella al prestigio di José Mujica, e molti pensavamo che avremmo avuto, per la prima volta, un'OSA in sintonia con i cambiamenti, con un aroma o almeno un accenno di antimperialismo, e tuttavia ci troviamo con un feroce rappresentante della posizione politica degli USA verso il governo del Venezuela. Tutte le lettere di Almagro, sul Venezuela, sono invadenti e irrispettose con il governo ed il popolo venezuelano. Sono irresponsabili, fuori dai limiti, assurde. Alcune sezioni delle sue lunghissime missive sono scandalose e anche superbe: osa analizzare i processi giudiziari, penali, elettorali, e persino le procedure di assegnazione dei seggi in quel paese, con un grado sorprendente di spavalderia. Ma l'ultimo dei pronunciamenti di Almagro, riferito alla sentenza della Corte Suprema di Giustizia (TSJ) del Venezuela, in cui si annullano le risoluzioni dell'Assemblea Nazionale fino a quando non si faccia marcia indietro con il giuramento in oltraggio di tre parlamentari dell'opposizione, la cui elezione era rimasta in sospeso per decisione della Suprema Corte stessa, dopo essere state impugnate alla fine dell'anno scorso, è risultato una monumentale figuraccia. Perché persino la stessa opposizione venezuelana ha accettato la sentenza e ha fatto marcia indietro con gli irregolari giuramenti. Almagro rimase scolpito in una posizione più estrema che gli stessi interessati. Più realista del re. Ridicolo nel suo ruolo di pedina del Dipartimento di Stato. Una vergogna per l'OSA -che, in tutti i modi, è stato molto colpito dai vergognosi atteggiamenti- e, purtroppo, una vergogna per l'Uruguay e per il Frente Amplio.

Mi chiedo cosa succederebbe se ci capitasse qualcosa di simile. Se il PSUV avesse fatto pressioni affinché sostenessimo la nomina di uno dei loro dirigenti ed ex gerarca dei loro governi, e oggi tale ipotetico soggetto fosse segretario della OSA con il nostro voto. Cosa ci produrrebbe se questo ipotetico segretario chavista questionasse i nostri processi elettorali, i nostri progetti di riforma costituzionale, i nostri processi giudiziari penali? Cosa ci avrebbe prodotto se un Segretario bolivariano dell' OSA ci avesse attaccato come paese per la prigione dell'ex intendente Zimmer -prigione assurda e discutibile- o sul decreto di essenzialità nell' Educazione o per la presenza nel nostro quadro giuridico del reato di abuso innominato di funzioni? Facciamo uso della nostra immaginazione e cerchiamo di ricreare i sentimenti e pensieri che ci provocherebbe che un segretario dell'OSA ci criticasse per cause addirittura rispettabili e condivisibili per molti, come l'esistenza della legge di amnistia, o per altre ragioni controverse, come la legalizzazione della marijuana. Facciamo finta che ciò si verifichi. Che un giorno raggiunga la segretaria generale dell'OSA un presunto chavista e cominci a far campagna con lettere a favore dei bianchi o colorati, a nome dell'alternanza e del rispetto dei diritti umani.

E' chiaro cosa accadrebbe. Ci produrrebbe rabbia, rifiuto, indignazione. Per certo, lo denunceremmo a livello nazionale ed internazionale, e avvieremmo le misure necessarie affinché tale personaggio non continuasse a guidare l'organismo internazionale e, naturalmente, chiederemmo spiegazioni al Partito Socialista Unito del Venezuela. Perché si suppone che sono amici, che sono compagni nella storica lotta per una società più giusta, e anche se possono essere molto diversi e teniamo differenze più o meno importanti, sono alleati. Non gli perdoneremmo facilmente che ci avessero venduto un candidato a segretario generale dell'OSA che dopo l'assunzione si dedicasse a congratularsi con #POTUS (acronimo di President of The United States)
su Twitter e ci insultasse in lunghe lettere che rivelano un viscerale disprezzo per ciò che noi rappresentiamo per l'America Latina ed il mondo.

Beh, credo che il Frente Amplio dovrebbe designare una missione ufficiale che andasse in Venezuela, si riunisse con la dirigenza del PSUV e gli esprimesse che i recenti atteggiamenti di Almagro non solo non ci rappresentano -anche se lui si dice frenteamplista- ma che inoltre contano sulla nostra profonda riprovazione, e come segno di buona fede e tributo alla vecchia amicizia tra il FA e il PSUV, e in omaggio alla memoria del comandante Chavez, la delegazione dovrebbe arrivare con un mazzo di rose rosse alla Caserma della Montagna per chiedere scusa, davanti alla tomba di Hugo, per questa vergogna, ed in pubblica conferenza esigere le dimissioni di Luis Almagro, per i suoi tremendi atti di ingerenza e di violazione del principio di autodeterminazione dei popoli. Forse alcuni possono pensare che ciò sarebbe adulazione, io penso, al contrario, che solo ciò sarebbe degno della migliore storia del Fronte. Degno del percorso di una forza politica unitaria, che è stata costruita da lavoratori e studenti, nata con il sangue democratico e rivoluzionario dei martiri e degli scomparsi, cresciuta nella solidarietà incrollabile con i popoli del mondo. E una forza politica che, anche quando ha commesso, in molte occasioni, errori, mai ha visto macchiato il suo prestigio con l'abiezione, per lasciar sola una rivoluzione in corso o per il terribile peccato di tradimento.

(Volti e maschere)


Citazione
Condividi: