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L'Egitto ed i suoi operai non fanno notizia


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Ci sono notizie che meritano una ribalta. come accade per il Tibet ed altre che passano quasi inosservate.
In particolare quando queste notizie indicano un aumento della conflittualità sociale in cui si esplica la contraddizione tra capitale e lavoro.

"il basso potere d'acquisto dei salari e il carovita hanno spinto anche gli egiziani a proclamare uno sciopero generale, riuscito solo a metà a causa della repressione poliziesca. Secondo un'agenzia di stampa, durante gli scontri a Mahalla al Kubra, nel nord del Paese, due persone sarebbero state uccise da proiettili di gomma sparati sulla folla. 30 i feriti e oltre 500 gli arresti.

"La gente è stanca dell'aumento dei prezzi, li sta uccidendo - dice un'uomo - l'80% della popolazione è esausta, mentre il resto non si rende conto di quello che sta succedendo".

L'aumento dei prezzi al consumo e' stato, in meno di un anno, del 12%. I generi alimentari sono diventati quasi inaccessibili ai più' poveri.

I lavoratori chiedono che i loro salari mensili arrivino, dalle attuali 300 lire (circa 34 euro) a quota 1000."

Il quadro economico e sociale che,qualche tempo fa (2005), veniva descritto era il seguente:

Fonte:www.itinereitalia.com
Il quadro economico

"Il governo di Ahmed Nazif è posto dinnanzi ad una serie di sfide economiche e sociali. Prima fra tutte la contrazione del debito pubblico, che ha raggiunto due anni fa un livello insostenibile. La P.A. ha fatto registrare negli anni passati un trend di forte crescita del passivo (debito netto della P.A. a metà 2004 pari al 70% del PIL), dando così origine ad un buco finanziario. Inoltre la crescita del PIL (+ 4,2% nel 2003/2004; +4,5% 2004/2005; +5,5% previsione 2005/2006) è stata accompagnata da una forte inflazione che nel 2003/2004 ha toccato l'11,4 su base annua. Ciò è dovuto alla contemporanea svalutazione della sterlina egiziana rispetto al dollaro. La naturale conseguenza è una politica economica restrittiva che ha già dato i suoi frutti sia dal punto di vista del cambio (la valuta ha recuperato in pochi mesi 7 punti percentuali sul dollaro e 10 sull'euro) che della sostenibilità della P.A. Le misure chiave della politica economica sono state l'abbassamento dei dazi doganali, la riforma delle tasse e la ripresa delle privatizzazioni. Così facendo sono stimolati i consumi privati e gli investimenti, con la contemporanea riduzione degli sprechi grazie allo smantellamento o alla vendita delle imprese statali. Nel contempo il sicuro incremento delle importazioni significherà un deficit nella bilancia dei pagamenti e un abbassamento delle potenzialità produttive interne. In un' ottica di lungo periodo tuttavia ciò significa spingere l'imprenditoria locale a recuperare il gap tecnologico di prodotto e di processo. Ciò è favorito dalla contemporanea crescita degli IDE, che fluiscono in Egitto grazie ad un clima economico e politico più stabile. Ciò si riflette nei rating che hanno incrementato la posizione egiziana o ne hanno migliorato la valutazione di prospettiva (S&P – BB+, “stabile”; Sace 4/7, NESSUNA RESTRIZIONE SPECIFICA). Qualora l'operatività delle riforme previste dovesse superare i tempi previsti di applicazione o risultare più efficace del previsto, la crescita prevista poco sopra per il 2006 potrebbe essere ritoccata verso l'alto."

Probabilmente qualcosa non sta funzionando nella politica "liberista" del governo.Pur in presenza di una forte crescita del Pil siamo di fronte ad una situazione sociale che continua a peggiorare.
Qualche tempo fa un rapporto dell'ONU incoraggiava gli stati a perseguire politiche di aumento della crescita economica pur se in presenza di un aumento del divario (in termini di redditto) tra le fasce sociali.
La novità è che queste manifestazioni non sono isolate da un contesto internazionale in cui si evidenziano, in molti paesi, tensioni sociali e rivolte dovute agli aumenti dei generi di prima necessità ed alla impossibilità di fare fronte ai bisogni primari.
Qualche giorno fa un problema analogo, legato ai salari ed al loro potere di acquisto, si evidenziò in una fabbrica della Nike in Vietnam, così come le ore di sciopero nelle grandi fabbriche della Cina si sono moltiplicate, e proteste aventi le stesse motivazioni hanno coinvolto lavoratori ad Haiti ed in Senegal.

I fattori speculativi della finanza internazionale, oltre alla destinazione per la produzione di biocarburanti di materie prime destinate in precedenza ad un uso alimentare, pone delle questioni al modo in cui si sviluppa l'economia di mercato difficilmente eludibili.
Eppure tanto non basta. Si preferisce continuare ad avere una fede "mistica" nella capacità del mercato di mettere a posto le cose indipendentemente da qualsiasi tipo di regolazione di quelle che sono le regole del gioco.

Il punto è che noi viviamo ora, il nostro orizzonte è fatto di qualche decina d'anni ed è con questo che dobbiamo misurarci, per questo motivo vorremmo ambire ad avere una qualche possibilità di vivere in modo accettabile in tempi ragionevolmente rapidi.
Se quello che ci aspetta sarà un mondo in cui misuriamo la "qualità" della nostra esistenza "solo" con il Pil, sarà utile che una parte di questa società si abitui all'idea di dover chiudere questo benessere tra quattro mura difesa da filo spinato

Fonte: http://pensareinprofondo.blogspot.com/
Link: http://pensareinprofondo.blogspot.com/2008/04/legitto-ed-i-suoi-operai-non-fanno.html
8.04.08


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