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Marò-Le enormi dimensioni della Enrica Lexie:244metri

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marcopa
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La Enrica Lexie è lunga 244 metri, non so quanto sia alta e quanto sia verosimile un eventuale abbordaggio dalla St. Antony.

La dimensione della nave, sono incompetente, mi sembra francamente enorme.

I dati tecnici a questo link, e fateli vedere a qualche vostro amico marittimo.

http://www.vesselfinder.com/it/vessels/ENRICA-LEXIE-IMO-9489297-MMSI-247232700


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marcopa
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Il peschereccio St Antony dovrebbe essere lungo 12 metri.

(da verificare, misura tratta da un articolo).


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helios
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questa è la Olimpic Flair

che assomiglia molto alla Lexie


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Matt-e-Tatty
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Matt-e-Tatty
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marcopa
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Stralcio della legge del luglio 2011 che definisce i riferimenti legali delle missioni "ibride" antipirateria.

Frai sei militari imbarcati sulla Enrica Lexie, c'era un comandante che aveva le funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria riguardo ad alcuni articoli del codice penale e del codice della navigazione ?

Oppure il comandante del nucleo non era sulla Lexie ?

Ad occhio sembra presente una approssimazione incredibile. Dovremmo denunciarla, perchè è la stessa che ritorna per le armi ai curdi iracheni e che è stata usata per le armi ai "ribelli " libici.

Marcopa

di seguito stralci dal decreto per il finanziamento delle missioni del secondo semestre 2011.

. Il Ministero della difesa, nell'ambito delle attività internazionali di contrasto alla pirateria al fine di garantire la libertà di navigazione del naviglio commerciale nazionale, può stipulare con l'armatoria privata italiana e con altri soggetti dotati di specifico potere di rappresentanza della citata categoria convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria individuati con decreto del Ministro della difesa, sentiti il Ministro degli affari esteri e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, tenuto conto dei rapporti periodici dell’ International Maritime Organization (IMO), mediante l'imbarco, a richiesta e con oneri a carico degli armatori, di Nuclei militari di protezione (NMP) della Marina, che può avvalersi anche di personale delle altre Forze armate, e del relativo armamento previsto per l'espletamento del servizio.

1. Identico.

2. Il personale militare componente i nuclei di cui al comma 1 opera in conformità alle direttive e alle regole di ingaggio emanate dal Ministero della difesa.

Al comandante di ciascun nucleo, al quale fa capo la responsabilità esclusiva dell'attività di contrasto militare alla pirateria, e al personale da esso dipendente sono attribuite le funzioni, rispettivamente, di ufficiale e di agente di polizia giudiziaria riguardo ai reati di cui agli articoli 1135 e 1136 del codice della navigazione e a quelli ad essi connessi ai sensi dell' articolo 12 del codice di procedura penale .

Al medesimo personale sono corrisposti, previa riassegnazione delle relative risorse versate all'entrata del bilancio dello Stato ai sensi del successivo comma 3, il compenso forfetario di impiego e le indennità previste per i militari imbarcati sulle unità della Marina negli spazi marittimi internazionali e si applicano le disposizioni di cui all' articolo 5, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209 , convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2009, n. 12 , e all'articolo 4, commi 1- sexies e 1- septies , del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152 , convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197 , sostituita alla necessità delle operazioni militari la necessità di proteggere il naviglio di cui al comma 1.


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Rosanna
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Un articolo interessante sul problema, ma forse lo conoscete già

La gonfia, tumefatta vicenda dei #marò: due anni di fascisteria, patacche e bombe al panzanio

http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=16021


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anonimoak77
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Non entro più nel merito della questione marò, dato che ciò che sembra interessare maggiormente è la condanna dei due fucilieri anche in barba alle leggi internazionali.

Io sono un marittimo, non ho alcuna simpatia per i militari e capisco il disagio che spinge persone portate alla disperazione a darsi alla pirateria, sarei però un ipocrita se dicessi che non cercherei di evitare un abbordaggio con OGNI MEZZO, perchè ne va non solo della mia vita, ma di quella dei menmbri dell'equipaggio.

Per rispondere quindi alla domanda iniziale, si, è possibile eccome, la nave è grande e grossa, ma il bordo libero, ossia la porzione di murata fra la linea di galleggiamento ed il ponte, è di circa 7 m.
Solitamente gli abbordaggi avvengono portandosi sottobordo e lanciando corde munite di rampino o scale, in alcuni casi.
Si tenga conto che gli equipaggi della marina mercantile italiana non sono armati, mentre i pirati si, una volta saliti a bordo, diventa molto difficile evitare il sequestro della nave.
Qui si aprono due scenari:
Il primo, fortunatamente più frequente, l'equipaggio viene preso in ostaggio per mesi, malmenato, minacciato di morte ed infine liberato dietro riscatto.
Il secondo, l'equipaggio viene preso in ostaggio ed alcuni di essi uccisi per sollecitare il pagamento di un riscatto.

Per chi si chiedeva perchè dei privati beneficiassero della presenza di personale della marina militare, ricordo che quei privati, seppur dietro compenso, rischiano la vita per permettere un flusso di merci di ogni genere, compresi aiuti umanitari, ed energia, questo servizio è vitale per qualunque paese.


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helios
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Un articolo interessante sul problema, ma forse lo conoscete già

La gonfia, tumefatta vicenda dei #marò: due anni di fascisteria, patacche e bombe al panzanio

http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=16021

Matteo Miavaldi è diventato il guro che sa tutto sulle vicende della Lexie o qualcuno che ha scritto un libro in cui pretende di sapere tutto sulla vicenda?

Che stia attento a dire fascisterie patacche ecc.... quando lui non è esente di queste cose:

I problemi di Matteo Miavaldi

Confesso che non avevo letto l’articolo “I problemi dell'Italia nel caso dei due marò” di Matteo Miavaldi pubblicato da “China Files” il 9 luglio. La lettura induce per taluni aspetti a sviluppare un’analisi sui quello che definirei “i problemi di Matteo Miavaldi”. Poche righe, sicuramente lontane dalla maestria lessicale dell’autore dello scritto di cui trattasi, piuttosto semplici opinioni di un cittadino qualunque.

Infatti, credo che nel 2013 chiunque presenti una propria analisi su qualsiasi argomento ed inizi affermando “L'ingarbugliata vicenda dei due marò in India è la cartina al tornasole di un'Italia afflitta da due enormi fardelli che, nel 2013, rappresentano un handicap insostenibile: un rapporto irrisolto col nostro passato fascista….” sicuramente è condizionato da preoccupazioni che non possono che derivare da preconcetti.

Cosa c’entri, infatti, “il passato fascista dell’Italia” con la vicenda dei due Marò l’autore dovrebbe spiegarlo e non limitarsi a disseminare parole su un foglio di carta come sementa al vento. E’ come dire che oggi tutti i problemi della Russia derivano dal passato comunista e stalinista dell’ex Unione Sovietica o la Germania è condizionata da un retaggio nazista. Un qualunquismo che sicuramente non contribuisce a fare chiarezza.

Piuttosto, porsi il problema che forse qualche carenza nella gestione istituzionale del problema dei due militari in indebito ostaggio dell’India, potrebbe derivare da interpretazioni post comuniste ed antimilitaristiche, queste certamente anacronistiche con la storia moderna .

Mi chiedo come possa l’autore generalizzare al punto tale da affermare che tutti (naturalmente meno che lui) hanno affrontato “ la vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri del battaglione San Marco, partendo dall'intima e coriacea convinzione che non può essere possibile, i nostri militari sono innocenti…..”. Forse qualcuno ha anche avuto questo approccio ma a Miavaldi probabilmente sfugge il particolare che la maggior parte di coloro che si sono occupati del problema lo hanno fatto e continuano a farlo prescindendo dalle loro convinzioni ideologiche, ma solo per un senso di Stato che ad altri manca.

Costoro hanno sempre e solo difeso una tesi incontrovertibile: quanto accaduto e se accaduto è avvenuto in acque internazionali (le acque contigue non danno alcuna facoltà allo Stato rivierasco se non quelle di intervento per contrastare il contrabbando o l’immigrazione clandestina) e l’India, seppure democratica, moderna ed evoluta, non sta rispettando nemmeno l’immunità funzionale dei due militari.
Matteo ci informa di aver scritto un saggio in cui “ ho provato a ricostruire la sequenza di panzane e manipolazioni che la stampa di destra ha sciorinato per mesi, convincendo i propri lettori di una verità inesistente …..”. Anche qualcuno che vuol bene ai due Marò come Alfredo d’Ecclesia ed il sottoscritto hanno molto immodestamente scritto un libro “I Marò: Due Italiani Dimenticati, editore Silvia Michela Carrassi, un lavoro pubblicato in formato ebook non avendo referenti editoriali. Noi ci siamo limitati a raccogliere e proporre documenti ufficiali senza cercare di convincere il lettore, come invece sembra ammettere il Miavaldi come scopo della sua Opera.
Un aspetto invece è assolutamente vero. “Qualsiasi sarà la conclusione di questa Odissea giudiziaria, l'Italia rimarrà con due nodi irrisolti che, nel 2013, rappresentano un handicap che, come nazione e popolo, dovremmo pretendere di non scontare più” .

Ma il Miavaldi ha dimenticato di specificare che mentre l’Italia, la Germania, la Russia tentano di costruire il loro futuro sulle ceneri di trascorsi storici assolutamente criticabili, altri Paesi come la Cina non danno al popolo l’opportunità di un futuro di democrazia ma ripropongono ogni giorno verità che la storia ha sconfessato e si impegnano ad esportarle anche in altre aree geografiche dove le condizioni storiche, sociali e politiche possono favorirne l’attecchimento. Il Kerala potrebbe essere uno di questi.

Non discuto sulla innocenza o colpevolezza dei due Marò, ma la mia onestà intellettuale mi impone di sottolineare che a loro devono essere assicurate le garanzie del diritto internazionale e delle Convenzioni ONU. L’India, nonostante abbia sottoscritto ed accettato questo regole, mi sembra che non si stia impegnando a garantire tutto ciò.

Questo è uno dei tanti concetti rimasti nella penna del Miavaldi.

12 luglio 2013

http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/07/i-problemi-di-matteo-miavaldi.html

anonimoak77 ha spiegato molto bene e da esperto quanto successo.


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helios
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La Enrica Lexie è lunga 244 metri, non so quanto sia alta e quanto sia verosimile un eventuale abbordaggio dalla St. Antony.

La dimensione della nave, sono incompetente, mi sembra francamente enorme.

I dati tecnici a questo link, e fateli vedere a qualche vostro amico marittimo.

http://www.vesselfinder.com/it/vessels/ENRICA-LEXIE-IMO-9489297-MMSI-247232700

le dimensioni della Lexie sono le dimensioni di una PETROLIERA!

La Lexie trasportava petrolio.

Pertanto non era una nave passeggeri era una PETROLIERA e doveva difendere quanto trasportava dall'assalto dei pirati in quella zona di mare.

Pertanto che senso ha dire che il peschereccio era piccolo e la Lexie grande di fronte a dei pirati?


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oriundo2006
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Consiglio a tutti di leggere quanto scritto qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_diplomatica_tra_India_e_Italia_del_2012-2014
Vi sono dettagli ed argomentazioni da valutare con attenzione, tra cui l'inchiesta dell'Amm. Piroli, poi sottaciuta nel seguito dell' 'affaire', la questione del limite territoriale, per cui la corte Suprema Indiana ha negato la competenza alla Corte del Kerala, avocandola ad apposta commissione 'de jure condendo', e questo servirebbe da solo a negare le accuse di 'approssimazione' verso le autorità del Paese, ed altri spunti importanti.
Di sicuro nessuno può pensare che l'Italia dal punto di vista diplomatico e politico si sia mossa con competenza e capacità.


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marcopa
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Nella vicenda convivono diversi aspetti estranei tra loro.

Il più importante è l' approssimazione del Parlamento italiano per quanto riguarda tutte le vicende militari.

-io seguo questo aspetto dal settembre 2011, quando mi sono accorto che la missione militare in Libia, una guerra con bombardamenti presentata come difesa di civili, era stata autorizzata fino al 30 settembre 2011 con un compromesso tra Lega e gli altri partiti, di governo e opposizione. Invece, arrivati a quella data, tutti hanno fatto finta di niente e nessuno ne ha parlato.

-Non conoscevo assolutamente la materia e scrissi una lettera al manifesto e post su CDC pieni di condizionali e punti interrogativi.

-Nessuno sapeva spiegarmi se il proseguimento della missione fosse legale o meno. Attorno al 15 ottobre 2011 una pagina di Repubblica riportava un intervento dei senatori Pd che affermavano che la missione era in quel momento illegale, essendo autorizzata e finanziata solo fino al 30 settembre.

- Fu fissato un dibattito al Senato attorno al 26 ottobre ma qualche giorno prima Ghedaffi fu ucciso e in pratica la guerra finì.

2) La stessa approssimazione è presente oggi con la spedizione delle armi ai curdi iracheni. Sarà resa legale da un emendamento al decreto missioni del 1 agosto che sarà convertito in legge entro il primo ottobre. Ma per il momento la spedizione delle armi in Iraq non è stata ancora autorizzata dal Parlamento e forse queste sono già arrivate a destinazione.

3) Quando furono definiti gli aspetti legislativi delle missioni anti pirateria con militari imbarcati su navi civili, l' allora ministro degli esteri Frattini era contrario ad inviare militari coperti solo da quelle norme non ben definite. La Russa e il successore di Frattini, Terzi, vollero ad ogni costo iniziare le missioni.

4) La vicenda delle armi ai curdi iracheni ha ricordato la vicenda delle stesse armi fornite ai "ribelli" libici, poi dimostratisi, jihadisti (oggi Bengasi è controllata da milizie integraliste che hanno proclamato un Califfato, ignorato da tutti). Ricordiamo che prima del giornalista Foley nel 2014, in Libia nel settembre 2012 era stato ucciso l' ambasciatore Stevens.

Curiosamente in quei giorni si parlò di rivolte in tutto il mondo per un film su Maometto, e Stevens sembrava essere stato vittima di una di queste dimostrazioni. Ma poi è risultato chiaro che fu vittima dell' attacco di una milizia integralista.

Due anni dopo sarebbe opportuno dubitare della concomitante rivolta mondiale per un filmetto su Maometto. La coincidenza tra i due avvenimenti nascose la verità su Stevens e questo faceva comodo mentre si preparava la manovra libica adattata alla Siria.


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marcopa
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Per Helios,

dalle foto inserite da Matt-e-Tatty mi sembra che la mia impressione sia giustificata,

La petroliera era grandissima, non se l' altezza sia davvero di sette metri come affermato da anonimo77,

Sette metri di altezza, per la parete della nave, per 244 metri di lunghezza

non mi sembrano una proporzione troppo verosimile. Ovviamente tutto questo agli occhi di un profano, che però ha abitato quasi tutta la sua vita sul mare.


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Tetris1917
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anche i pirati sono al soldo delle multinazionali concorrenti. Di sicuro assaltavano su commissione. Ultimo parere: la petroliera è alta almeno una 15 di metri. La si tiene comodamente in tasca!!!!!!


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anonimoak77
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L'altezza da chiglia a ponte è 14 m e qualcosa, ma devi contare il pescaggio, in parole povere la parte sommersa dello scafo, che dalle informazioni era di 8 m circa.
La plancia sarà 20/30 m sul livello del mare, ma quello che conta è salire sul ponte, perciò così è, poi se non interessa, pace, io ho semplicemente risposto ad una domanda.


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