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New deal cinese


Tao
 Tao
Illustrious Member
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È la Cina, non l'America, la locomotiva economica del villaggio globale?

La Cina approva un piano d'intervento simile al vecchio new deal e i mercati chiudono tutti in positivo. Pechino annuncia che nei prossimi due anni spenderà 580 miliardi di dollari e le quotazioni del petrolio, quelle delle materie prime e gli indici internazionali di piazza affari crescono.

È la Cina, non l'America, la locomotiva economica del villaggio globale? Sembra proprio di sì. L'elezione di Obama e il suo piano d'intervento economico non hanno risollevato i mercati. Paradossalmente, ci si fida più di un paese comunista che ancora produce piani quinquennali – l'iniezione di contante s'inserisce in quello attuale 2006-2010 – che di un presidente democratico, di colore e ben intenzionato.

Perché? In Cina la manovra fiscale funziona, negli Stati Uniti non si sa. Il piano prevede la riforma dell'iva, che avrà effetti positivi sul consumo interno. Gli sgravi fiscali americani potrebbero tradursi, come è già successo, in risparmio. Anche la spesa pubblica diretta al potenziamento delle infrastrutture (trasporti, strade, scuole) avrà un impatto diretto sulla crescita economica cinese, perché non è finanziata con l'indebitamento.

Estendere a tutti gli americani l'assistenza sanitaria, come dice Obama, farà salire il debito pubblico dal 70 all'80 per cento del pil. Ai mercati non piace più l'indebitamento, anche se serve a finanziare i moderni new deal.

Loretta Napoleoni
Fonte: www.internazionale.it
Link: http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=20805
Internazionale 770, 13 novembre 2008


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