Il popolo in piazza e la diplomazia degli Stati Uniti hanno avuto troppa fretta di liberarsi dell’anziano leader egiziano, che aveva pure tentato di offrire una transizione pacifica verso la democrazia, mantenendo così la stabilità del Medio Oriente e consentire a tutti, anche alle democrazie occidentali, d’individuare un alternativa al fanatismo dei Fratelli Musulmani e all’inconsistenza di Mohammed El Baradei.
Giustificato era il desiderio di Mubarak di venir ricordato non come un fedifrago, ma come un leader di lungo corso. Molti lo hanno chiamato “il Faraone grigio”, contrapponendo il suo volto arcigno al carisma di Sadat e di Nasser.
Ma sulle coscienze di quei due illustri predecessori pesavano due guerre con Israele costate all’Egitto 10mila morti nel 1967 e quasi 15mila nel 1973. Sadat fece la pace, ma chi la difese mettendo in gioco la propria vita, rischiando perdite di consenso e sfidando gli altri sovrani mediorientali è sempre stato “il faraone”.
Un Faraone spietato anche nel reprimere la rivolta fondamentalista, ma lungimirante nell’intravvedere i rischi di un movimento terrorista dalle cui fila stava emergendo il numero due di Al Qaida Ayman Al Zawahiri.
Mentre il mondo sonnecchiava nell’inconsapevole attesa dell’11 settembre Hosni era già lì con il coltello tra i denti. E anche quando gli sarebbe convenuto, in cambio di consensi e senile tranquillità, ignorare le armi e i soldi iraniani in transito dal Sinai verso la Gaza di Hamas, il vecchio Faraone non ha mollato.
Ha rispettato i propri impegni, i patti con Israele, le intese con l’America.Ora c’è da chiedersi se quelli che lo hanno voluto lontano dal potere saranno in grado di fare lo stesso. Se saranno in grado di offrirci un Egitto ancora in pace con Israele e sempre aperto all’Occidente. Se continueranno a garantire la difesa dei cristiani copti e i transiti di merci e petrolio dal Canale di Suez.
La Democrazia è un piatto che si digerisce in non meno di cinque generazioni, e non può mai essere perfetta perchè il genere umano resterà sempre condizionato da passioni di singoli e gruppi contenibili solo in punta di spada. Ma tant’è….
Auguri, caro vecchio buon Egitto.
Fonte: Thatcher Street
un buon leader fa l'interesse del suo popolo, tutto il suo popolo e non di una singola casta, né tantomeno deve governare uno che fa gli interessi di Israele, come è stato fino ad oggi.
E' questo che auguro all'Egitto.
MUbarak stava morendo, aveva designato a succedergli il figlio, non uno statista, ma il figlio, manco fosse un sovrano. Il dopo Mubarak è una incognita , con il figlio era una certezza non rosea, per nessuno. Ora il giovanotto è indaffarato a litigare con la sorella per l'eredità, miliardi del popolo a quanto pare. Una brutta storia comunque la vedi. Gli egiziani.. interessano a qualcuno? temo di no.
Paolo, il tuo è tifo calcistico, a te nn importa nulla dei musulmani o degli arabi, a te nn importa nulla degli egiziani.
A te nn importa nulla dei 50 milioni di americani che vivono nella fogna.
Sei semplicemente mosso dall'odio nei confronti dell'Islam, nn sei nemmeno interessato ai valori ( per alcuni pseudo valori ) occidentali, sei solo interessato al distruzione dei musulmani ( ti assicuro che nn ci sarà anzi ).
Invito CDC ad eliminare dal forum questo incitatore di odio, questa persona, a mio avviso, profondamente razzista ed intollerante nei confronti della religione ( meravigliosa ) islamica.
Sei un riformato ?
Questa faccenda della grave malattia di Mubarak e' probabile che abbia giocato un ruolo. Gli insiders dovevano saperlo da tempo del suo cattivo stato di salute. Forse anche gli insorti lo sapevano.
E' poco chiara la relazione fra la malattia e la rivoluzione o golpe bianco. E' stato bianco in quanto Mubarak era molto malato (pare sia svenuto un paio di volte durante la registrazione TV del suo ultimo discorso)? Forse la malattia ha solo accelerato un processo che da lungo covava sotto la cenere. Ha dato insomma lo spunto sia agli USA che agli insorti di prepararsi. L'impressione da lontano, e' pero' questa apparenza d'improvvisazione. Apparenza, in quanto che, se cosi' malato, Mubarak non poteva governare di fatto da un bel po'. Abbiamo gia' visto quadri simili in precedenza, uno piu' spettacolare di tutti: il caso del declino fisico di papa Giovanni Paolo II. E' evidente che in Vaticano verso la fine del pontificato governavano "altri". Per analogia, e' probabile che fosse cosi' pure al Cairo. A noi vendono il cambiamento guidato come risultato dei moti di piazza. I fatti finora stanno ad indicare che si procede su una strada gia' intrapresa con cautela quando Mubarak era al potere formalmente ma non di fatto, perche' troppo malato.
Bisogna comunque riconoscere che sotto il suo "regno" non ci sono state guerre con Israele, il che, considerati i governi precedenti, e' gia' qualcosa, anche per gli Egiziani. La pace non e' mai una cosa da buttar via sottogamba.
Non e' vero che a nessuno interessano gli Egiziani di oggi. Ci sono donne occidentali che li sposano e vanno ad abitare in Egitto, contentissime di viverci.