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Per sopravvivere in Cina emigrano anche le fabbriche


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 33516
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Nelle industrie cinesi è iniziata una nuova fase dello sviluppo. Le fabbriche pesanti della costa orientale, poco meccanizzate e fondate sullo sfruttamento della mano d´opera, si stanno riconvertendo a tempi record. Gli economisti non hanno dubbi: o la produzione cinese si apre all´alta tecnologia, oppure muore. Il boom dell´export copre problemi prossimi ad esplodere. Vietnam, Cambogia e Bangladesh offrono già condizioni migliori, a partire dal costo degli operai, alle multinazionali che delocalizzano in Asia. Inflazione, prezzi degli immobili e degli affitti, per la prima volta fanno dilagare gli scioperi nelle imprese cinesi. La richiesta di salari più alti si accompagna poi al crollo della mano d´opera nei distretti produttivi storici. Due le ragioni della fuga cinese dalla catena di montaggio: a causa della legge sul figlio unico ormai scarseggiano i giovani e quelli che ci sono non vogliono più lavorare lontano da casa. A ciò si aggiunge la crisi dell´Occidente, che taglia gli ordini. Migliaia di fabbriche chiudono, ma la maggioranza cambia pelle. La prima mossa è stata trasferire gli stabilimenti nelle regioni interne, più povere, dove il salario resta di 90 centesimi all´ora. La seconda, grazie ai sussidi di Stato a favore della green economy, sta innescando investimenti miliardari nell´hi-tech. Le tecnologie consentono di centrare tre obiettivi: tagliare posti di lavoro, risparmiare energia e sostituire gli operai con i tecnici. Per prolungare una crescita a due cifre, la Cina, deve riconvertire il proletariato in classe media. La nazione assiste così alla più vasta e rapida riconversione industriale della storia, che cambia il profilo di 500 milioni di lavoratori. Perché salvare le fabbriche equivale a garantire la stabilità del potere.

Giampaolo Visetti
Fonte: www.repubblica.it
2.09.2010


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 14470
 

insomma i cinesi son cattivi, non vogliono lavorare in competizione con vietnam cabogia etc che offrono più vantaggi alle multinazionali, ora si permettono anche rivendicazioni sindacali.
Che ingrati.

La povera multinazionale che farebbe tanto volentieri il piacere di installarsi in Cina porca miseria questo paese non fa trovare già la fabbrichetta hi tech pronta chiavi in mano a spese del governo, cattivi questi cinesi e pure tirchi.
E quindi toccherebbe alla multinazionale metter su a spese sue tutte le fabbrichette hi tech....ed il profitto va a farsi benedire..eh no guai!

Poi la politica del figlio unico, perché non bastano un miliardo di cinesi dediti alla globalizzazione?
Ne vogliono ancora da schiavizzare?
Mi pare una richiesta di più braccia, meglio se povere così con il solito dumping fanno subito abbassare la cresta ad eventuali rivendicazioni salariali.
Poi questo figlio unico ci tiene anche a stare vicino alla famiglia, ma come osa?

Deve essere disponibile a spostarsi come la sede della multinazionale che glielo ordina, e capperi.....

Poi ultima perla "deve riconvertire il proletariato in classe media" così poi anche loro dovranno "importare" extracomunitari a far lavori che i "cinesi non vorranno più fare" ed il gioco ricomincia....
Un flusso e riflusso di masse a disposizione e comando delle multinazionali che dice loro come e dove e per quanto tempo devono produrre....
Questo è il dogma a cui bisogna obbedire, bravo Visetti hai fatto bene a ribadirlo...


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