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Rating:declassati gli USA-Tesoro USA:"Un errore"


marcopa
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Rating: Usa declassati per la prima volta nella storia, non sono più tripla A

«Un errore dell'agenzia» ribatte il Tesoro Usa.
«Gli Stati Uniti paghino tutti i debiti» intima la Cina

Mercati cinesi: Pechino esige il pagamento del debito
MILANO - Gli Stati Uniti perdono per la prima volta nella loro storia il rating di tripla A: a non considerare più i titoli di stato americani fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor's con una mossa senza precedenti, arrivata dopo ore di braccio di ferro con il Tesoro. Il Dipartimento guidato da Timothy Geithner ha ricevuto la bozza della decisione dell'agenzia di rating venerdì alle 13.30, ore 19.30 italiane. E l'esame, che si protratto per ore con la risposta che è stata inviata alle 16.00 (ore 22.00 italiane), si è tradotto in un'accusa: S&P ha commesso un errore da 2.000 miliardi di dollari. L'agenzia ha ritardato la diffusione del comunicato che poi è stato reso pubblico dopo le 20.00, ore 2.00 italiane.

STABILIZZARE IL DEBITO - Il «downgrade riflette la nostra opinione» sul piano di risanamento che non è adeguato a quanto «sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito» afferma Standard & Poor's, sottolineando che «l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento» in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Il tetto del debito - evidenza il presidente del comitato di valutazione di S&P, John Chambers - doveva essere alzato prima per evitare il downgrade. La decisione di Standard & Poor's potrebbe avere - secondo gli osservatori - un effetto più psicologico che pratico. Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. I titoli del Tesoro sono rimasti stabili negli ultimi giorni e considerati dagli investitori un investimento sicuro anche in seguito alla crisi del debito europea. Ma il taglio del rating delle ripercussioni potrebbe averle aumentando la mancanza di fiducia nel sistema politico e causando il downgrade di aziende e stati, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire. La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano. Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%.

UN ERRORE DA 2.000 MILIARDI DI DOLLARI- Dopo la decisione di S&P, l'amministrazione Obama ha attaccato gli analisti dell'agenzia, sostenendo di aver trovato un errore da 2mila miliardi di dollari nei calcoli (secondo fonti a Washington, i funzionari del Tesoro hanno scoperto che l'agenzia di rating valuta le spese discrezionali del governo di 2mila miliardi di dollari superiori alla realtà). Rabbia, dunque, mista a sgomento all'interno dell'amministrazione Obama che adesso si trova con il triste primato di essere il primo governo nella storia statunitense che ha visto un abbassamento del giudizio di rating sul debito del Paese (una decisione che può minare ancor più la fiducia degli investitori). «Una sentenza viziata da un errore da 2mila miliardi di dollari parla da sè», ha tagliato corto un portavoce del Tesoro. Anche questo botta-e-risposta segna una prima volta nei rapporti con S&P: non è era mai dato che l'amministrazione criticasse apertamente la sua capacità di comprensione del sistema politico statunitense. Il Tesoro Usa ha discusso per tutto il pomeriggio di venerdì con gli uomini di S&P, tentando di convincerli che le prospettive del debito sovrano siano migliori di quanto appaiano a prima vista, ma non sono riusciti nell'intento. In sostanza l'agenzia ritiene che i tagli approvati da Washington per elevare il tetto del suo debito non siano stati sufficientemente severi. Una dura critica, dunque, tanto al Congresso, che all'amministrazione Obama.

LA REAZIONE DELLA CINA- Pechino, a poche ore dal taglio deciso da S&P's, condanna la «miope» disputa politica avutasi negli Usa sul debito. «La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari».

Redazione Online Corriere della sera
06 agosto 2011 10:35


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marcopa
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Sensazione a caldo: questa crisi finanziaria sara' piu' grave di quella del 2008, o almeno avra' conseguenze maggiori nella politica internazionale ed economica.


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marcopa
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Rating tagliato. Inizia ufficialmente il declino degli Usa

di Redazione Contropiano

L'impensabile è dunque avvenuto. Standard & Poor's taglia il rating agli Usa: la prima economia al mondo perde la 'Tripla A', il massimo livello di affidabilità creditizia, che diventa 'AA+'.

In un comunicato, Standard & Poor's ha motivato la decisione con «rischi politici» che a suo avviso corrono gli Stati Uniti. L'outlook, spiega l'agenzia di rating, è negativo e, quindi, un altro taglio potrebbe maturare nell'arco dei prossimi 12 o 18 mesi in mancanza di «correzioni solide». La decisione dell'agenzia di rating era nell'aria da tempo, nonostante l'accordo sul tetto del debito degli Stati Uniti faticosamente raggiunto e divenuto legge martedì scorso. E proprio il clima di confusione e tensione fra leader repubblicani e democratici al Congresso che ha preceduto l'accordo sul tetto del debito avrebbe indotto S&P al downgrade dalla AAA, il massimo, alla AA+.
È la prima volta nella Storia che gli Usa si vedono ridurre il grado di affidabilità che ora è inferiore a quello della Germania, della Francia o del Canada. S&P ha affermato che dopo le elezioni presidenziali del 2012 il peso del debito potrebbe essere ancora maggiore e quindi sono necessari maggiori aggiustamenti fiscali.

L'annuncio di Standard & Poor's è arrivato al termine di un contenzioso con il Tesoro americano che, avendo esaminato la bozza della decisione, ha trovato errori per diverse migliaia di miliardi di dollari.

L'agenzia internazionale di rating Standard & Poor's ha inviato la bozza della decisione al Tesoro alle 13.30, ore 19.30 italiane. Gli economisti del Tesoro l'anno esaminata e trovato che c'erano degli errori per migliaia di miliardi di dollari in seguito a come S&P teneva conto dei dati delle spese discrezionali del Congressional Budget Office, l'organismo indipendente incaricato di fornire analisi agli eletti. Il Tesoro ha replicato alle 16.00, ore 22.00 italiane. S&P ha comunicato il downgrade alle 20.20, ore 2.20 italiane.

Com'era logico, la decisione è stata comunicata a mercati chiusi, per dar tempo agli “investitori” di metabolizzare la novità. Ma è certo che la giornata i lunedì, per i famosi “mercati internazionali”, sarà la più difficile della storia. Può accadere semplicemente di tutto. Sul piano finanziario, infatti, questo downgrade elimina la certezza primaria: l'affidabilità degli Usa come creditore fa il paio con la sua sua potenza militare. Significa passare da un mondo (mal) governato (a favore di un paese per molte ragioni “privilegiato”) a un mondo non governato. Ossia imprevedibile con gli strumenti usuali dell'analisi politologica o economica in uso soprattutto tra gli editorialisti padronali. Basti pesare che – sul piano strettamente economico – gli Usa hanno rappresentato per luogo comune il paese “delle opportunità”, dove il capitalismo dimostrava le sue miglior qualità proprio perché “libero” di funzionare secondo la propria natura.

La risposta americana è molto minimalista. Il Tesoro ha contestato i calcoli di S&P, come detto. Mentre la Fed ha cercato di “rassicurare” a suo modo chi lunedì mattina dovra decidere che fare dei propri investimenti: “il downgrade di Standard & Poor's non cambia le operazioni condotte tramite la finestra del tasso di sconto della Fed e le operazioni a mercato aperto”. La Fed ha anche sottolineato che il downgrade non ha implicazioni sul trattamento dei titoli di stato americani, Treasury, usati dalle banche.

Erano diversi mesi che qualcosa del genere era nell'aria. Anche le altre agenzie di rating avevano in vario modo “avvertito” che gli Usa non erano più quelli di una volta. Fitch aveva cosiderato l'accordo sull'aumento del tetto del debito «commisurato» al rating di AAA, ma con molti dubbi sull'immediato futuro. Moody's aveva invece abbassato le prospettive degli Usa a “negative”. La cinese Dagong – fin qui considerata dai commentatori occidentali poco più che un'”imitazione cinese” delle agenzie “serie”, al puro e semplice servizio del governo di Pechino – esce invece trionfante, vedendo riconosciute molte delle ragioni che l'avevano portata a rivedere al ribasso il rating statunitense: una A sola. Ma anche S&P – con questa decisione – si toglie il marchio di “agenzia yankee che lavora a favore di Washington”. Ed è chiaro che questo smarcamento ha un valore storico: l'insieme dei capitali operanti in giro per il mondo non considerano più gli Usa il proprio “porto sicuro”. Non c'è bisogno di essere maturi marxisti antimperialisti per vedere in questo momento l'inizio ufficiale del “declino dell'impero”.

SCHEDA DELL' ANSA: GIUDIZI DELLE AGENZIE DI RATING SUGLI USA

Qui di seguito una scheda Ansa sui vari giudizi sugli Usa dati al momento dalle agenzie di rating.

-STANDARD & POOR'S:
Il downgrade è stato deciso in seguito ai rischi politici negli Stati Uniti e riflette «la nostra opinione che il piano di risanamento non sia adeguato a quello che sarebbe necessario per stabilizzare il debito. Il downgrade riflette come l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si sia indebolita in momento in cui è necessario affrontare sfide fiscali ed economiche. Il rating potrebbe essere tagliato ad AA nei prossimi due anni se i tagli alle spese saranno inferiori a quello che ci si è accordato o emergano nuove pressioni di bilancio che possano far salire il debito». -

-MOODY'S:
Il 3 agosto l'agenzia ha abbassato le prospettive americane da 'stabilì a 'negativè. L'accordo sull'aumento del tetto del debito «elimina i rischi di un default»ha detto Moodys' confermando il rating AAA. Gli Stati Uniti rischiano un taglio «se le prospettive deterioreranno significativamente» e «se i costi di finanziamento saliranno apprezzabilmente».

- FITCH:
Il 2 agosto l'agenzia ha detto che l'accordo sull'aumento del tetto del debito è «commisurato a un rating» AAA ed «è un primo passo importante ma non la fine di un processo per mettere in atto un piano credibile per ridurre il deficit a un livello che assicura il rating AAA per gli Stati Uniti nel medio termine». «Il debito americano raggiungerà il 100% del pil nel 2012 e continuerà a salire nel medio termine in modo non in linea con il mantenimento del AAA- dice Fitch - Gli Stati Uniti hanno ancora scelte difficili con cui confrontarsi». Fitch chiuderà la revisione del rating americano alla fine di agosto.

- DAGONG (CINA):
Dagong, la sfida cinese alle agenzie di rating occidentali, ha abbassato il giudizio sugli Usa di un gradino, da A+ ad A, ai livelli di Russia, Polonia (e uno in più dell'Italia), ma con l'aggravante dell' outlook 'negativò, come la Spagna.

Fonte www.contropiano.org


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glab
 glab
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ma sti soggetti di speculatori finanziari rispondono del loro operato a qualcuno oppure si ritengono diretta emanazione del padreterno? a cui ritengono peraltro anche di dare consigli?
penso che sia giunto il tempo di chiamarli alla responsabilità civile. con le buone o con le cattive.
una crisi economica devastante potrebbe essere il momento giusto per regolargli i conti, infatti al massimo possono causare danni economici ed in tempo di crisi... ciccia.
ps: forse gli usa si sono accorti che costa di meno un derating che una guerra sbagliata in più! (Iran)


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buran
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Si, un errore: hanno lasciato ancora troppi +


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arlights
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E si dimentica sempre di scrivere che sono gli stessi stati,come le stesse aziende,che danno mandato-ovviamente lautamente pagando-alle agenzie di rating per fornire le valutazioni sui titoli che emettono sul mercato


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Anonymous
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ma sti soggetti di speculatori finanziari rispondono del loro operato a qualcuno oppure si ritengono diretta emanazione del padreterno?

si ritengono degli dei in terra perchè gli stati hanno permesso loro di esserlo. Per fare un esempio, non so altrove, ma in Italia il rating ha un valore ufficiale PER LEGGE per distinguere le forme di investimento a rischio da quelle che non lo sono.
Per fare un esempio, un mio parente è andato in banca a chiedere quali obbligazioni erano disponibili sul mercato, e il bancario gli ha mostrato delle obbligazioni Enel e Fiat, quelle Enel sono B (e qualcosa) come rating, quelle Fiat C (e qualcosa che non ricordo). Le prime sono assicurate (se Enel fallisce, qualcosa si rimedia lo stesso), le seconde no perchè per legge della C in giù un obbligazione o titolo di stato è considerato ad alto rischio, e quindi sono c...i tuoi se l'azienda che l'ha emessa fallisce. Ma la differenza la fa il rating, che quindi ha valore legale,


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