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4 Maggio 2016 10:43
Morto al San Camillo, «antincendio
in tilt»: giallo sui 29 minuti di ritardo
Rapporto della polizia, il pm apre un nuovo fronte d’indagine sul moldavo carbonizzato. La testimonianza del compagno di stanza: «Svegliato dal fumo alle 23.40»
di Giulio De SantisRinaldo Frignani
Errori, ritardi. Il pm Silvia Sereni ipotizza, oltre all’omicidio colposo, anche l’omissione colposa sulla questione dei dispositivi anti-incendio al San Camillo. Qualcosa, forse anche di più, non ha funzionato sabato notte quando le fiamme sono divampate nella stanza numero 3 al secondo piano del padiglione Maroncelli dove ha perso la vita Gheorghe Andoni, 65 anni, ricoverato dal 12 febbraio scorso dopo un ictus. In attesa della relazione dei vigili del fuoco, prevista per la fine della settimana, il pm e gli agenti del commissariato Monteverde stanno analizzando le testimonianze. Emergono contraddizioni fra infermieri e addetti alla sicurezza (l’anti-incendio è appaltato alla Angye e subappaltato alla Stim) sulle quali si concentra adesso l’indagine.
Il teste ritenuto credibile dagli investigatori
A cominciare dal racconto di Sante Catarinozzi, il degente di 78 anni compagno di stanza di Andoni che ha riferito di essersi svegliato a causa del fumo alle 23.40. Andoni era vivo e gridava disperato. L’allarme anti-incendio, come ha riferito il dg D’Urso e due infermiere intervenute con gli estintori, è scattato invece alle 00.09. Ventinove minuti più tardi. Un’incongruenza da approfondire, tanto più che la telefonata ai pompieri è partita alle 00.22, addirittura più di 40 minuti dopo l’incendio spento dal personale, come hanno spiegato dal San Camillo. Da qui i sospetti del pm sul malfunzionamento del sistema d’allarme visto che il paziente sopravvissuto viene considerato molto attendibile.
«Perché il rogo è stato spento da due infermiere?»
L’altro punto è quello delle due infermiere che si sono precipitate nella stanza numero 3 con gli estintori. «Perché sono arrivate prima loro del personale specializzato anti-incendio dell’ospedale?», si chiedono Eugenio Daidone ed Emiliano Bortolotti, legali dei familiari della vittima. Infine la questione del capo dell’Ufficio tecnico dell’ospedale giunto sul posto dopo quattro ore. «Nessuno mi ha avvisato, dell’incendio, l’ho saputo dai tg», ha spiegato alla polizia.
4 maggio 2016 | 07:18
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_maggio_03/san-camillo-antincendio-tilt-d8900f0e-1162-11e6-950d-3d35834ec81d.shtml
4 Maggio 2016 14:09
Commedia all italiana....con finale tragico.
4 Maggio 2016 14:29
Non e' che il moldavo si stava fumando una sigaretta ? Attenzione, non sono un nazi anti fumo, anzi sono pure fumatore, ma di ignorantoni che si fumano la sigaretta in certe circostanze ce ne sono.
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4 Maggio 2016 15:18
Non e' che il moldavo si stava fumando una sigaretta ? Attenzione, non sono un nazi anti fumo, anzi sono pure fumatore, ma di ignorantoni che si fumano la sigaretta in certe circostanze ce ne sono.
potrebbe anche essere stato cosi.... Ma non trovo normale che nessuno si sia accorto di questo tanto che il paziente è stato letteralmente arrostito a letto.
Oltretutto le infermiere con gli estintori e il capo ufficio tecnico dell'ospedale che ha saputo il tutto dal tg mi suona una cosa talmente assurda che credo a questo punto, visto le cose che succedono in Italia adesso, assolutamente vera.
Non si esclude nemmeno che oltre agli estintori, causa tagli agli ospedali, non fosse nemmeno il personale tecnico specializzato in quell'ospedale.
La Lorenzin manderà come al solito gli ispettori? se continua a mandare gli ispettori a questo punto ispezioneranno tutti gli ospedali magari dopo che ci sono stati diversi morti.
Ma il motivo non lo si saprà mai quale è e non credo che sia tanto fantasioso dire che se i soldi li tagliano sulla sicurezza negli ospedali sarà sempre peggio.
Oltretutto si morirà o per la malasanità o per la mancanza di sicurezza.
Quindi è sempre piu conveniente starsene lontani vista la doppia 'insicurezza' .