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Rovesciare Assad con la violenza?Cosa dice padre Dall'Oglio


marcopa
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Rovesciare Assad con la violenza? Le due risposte di padre Dall'Oglio
di Patrick Boylan

Mercoledì, 11 luglio, il padre Paolo Dall'Oglio, gesuita, fondatore del monastero di Deir Mar Musa in Siria ed ora, da un mese, persona non più gradita dal governo siriano per via del sostegno morale e materiale che ha offerto apertamente ai rivoltosi, ha tenuto a Roma due importanti interventi sull'insurrezione in corso nel paese levantino, prima al Campidoglio e poi alla Città dell'Altra Economia.

In entrambi c'è stato, sullo sfondo, l'annosa questione dibattuta nei media da oltre un anno: per cambiare il governo autoritario del Presidente Bashar al-Assad, è legittimo il ricorso alla violenza da parte dei rivoltosi siriani, inizialmente pacifici ma da tempo ben armati dagli Stati Uniti e dai loro alleati? E se la rivolta dovesse impantanarsi come spesso avviene, sarebbe legittimo un intervento militare internazionale, anche senza mandato ONU, per far vincere i giovani rivoltosi o comunque per porre fine alle violenze che essi subiscono?

Le due domande non sono oziose e aprono scenari inquietanti. Se dovessimo rispondere di sì ad entrambe – come fa gran parte dei media occidentali -- cosa diremo un domani se l'Iran e la Russia (o la Cina e l'India) rispondessero di sì anche loro? Cosa diremmo, ad esempio, se la popolazione dell'Arabia Saudita (il cui monarca-dittatore Abdullah viene considerato da Amnesty Internazionale assai più feroce e tirannico di Assad) o se la popolazione del Bahrein, oppressa e martoriata dal re-dittatore Ali Khalifa, dovessero chiedere armi alla Russia o all'Iran per rovesciare il loro regime ed instaurare la democrazia? Considereremmo legittime queste rivolte armate? Considereremmo legittima anche la creazione di “corridoi umanitari” da parte dell'Iran o della Russia, “per proteggere i civili” sauditi e bahreiti e per consentire alle loro guerriglie di agire indisturbate? E cosa diremmo se il popolo cambogiano si ribellasse contro il regime autoritario ventennale di Hun Sen, avvalendosi del sostegno della Cina o dell'India sotto forma di forniture d'armi e in seguito di interventi militari “umanitari”, come la creazione di una “zona d'interdizione aerea” sopra la Cambogia e il ricorso a bombardamenti “chirurgici” per aiutare i ribelli, come ha fatto la Nato in Libia?

In una parola, dove cominciano e dove finiscono i principi della “Responsabilità di Proteggere” (norma ONU emergente) e della “guerra umanitaria” (dottrina attribuita a Václav Havel). Questi principi valgono solo quando siamo noi paesi occidentali ad invocarli per poter rovesciare dittature a noi non gradite? O valgono anche quando vengono invocati dai nostri rivali, per allargare la propria sfera d'influenza geopolitica rovesciando le dittature filo-occidentali? Ora che è iniziata la corsa tra Est ed Ovest per impossessarsi delle ricchezze dei paesi africani, la domanda è tutt'altra che oziosa.

Ed ecco perché la crisi siriana è diventata il terreno di scontro che deciderà le regole del gioco nelle relazioni internazionali del futuro.

Sullo sfondo di tutti questi interrogativi, il padre Dall'Oglio ha preso la parola nella prestigiosa Protomoteca del palazzo del Campidoglio, graziosamente messa a disposizione dall'amministrazione Alemanno (senz'altro d'intesa con la Farnesina), per rivolgersi ad una platea in larga misura preventivamente a favore di un intervento militare occidentale in Siria. Il convegno capitolino è stato infatti indetto dall'associazione “Siria libera e democratica” il cui Presidente Feisal al-Mohammed, dissidente siriano residente in Italia da 40 anni, è stato in passato promotore di diverse iniziative anti-Assad (e, in sordina, pro-intervento Nato) nella Capitale.

Dall'Oglio si è dimostrato completamente in sintonia con questa platea. Diversamente dalle relazioni dotte degli studiosi che l'hanno preceduto, egli ha svolto un comizio appassionato per ricordare il sangue dei giovani martiri, versato contro la tirannia e per la libertà, e per ribadire poi la dottrina della Chiesa che ammette il ricorso alle armi per l'autodifesa. (A queste parole la platea è scoppiata in applausi scroscianti.) Quindi, ha proseguito Dall'Oglio, sì alla fornitura d'armi ai rivoltosi e sì alla creazione di "corridoi umanitari" protetti da forze internazionali. (Qui c'è stata una vera ovazione – e non è difficile capire perché: i “corridoi umanitari” possono facilmente prestarsi ad usi militari, diventando rifugi dai quali la guerriglia può impunemente fare escursioni lampo per attaccare le forze governative, com'è avvenuto in Libia.).............

e' possibile leggere l' articolo integrale al link

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1342639152.htm


Citazione
marcopa
Illustrious Member
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I due interventi di Padre Dall'Oglio a cui si riferisce Patrick Boylan sono avvenuti l' 11 luglio.

Nel frattempo ci sono state novita': i ribelli presenti anche a Damasco, il dibattito sulla risoluzione ONU, l' attentato che ha ucciso importantissimi rappresentanti dello stato siriano ed oggi pomeriggio, 19 luglio, la discussione al Consiglio di Sicurezza ONU sulla nuova risoluzione.

La situazione e' in continua evoluzione in un quadro del Medio Oriente e Nord Africa estremamente critico, con numerose gravissime crisi: Mali, Libia, Siria, Iran-israele, Turchia-Curdi, Egitto, Nigeria.

E' necessario che divenga visibile un approccio alle questioni internazionali diverso da quello del governo Monti e delle forze che lo sorreggono. Finora non si vede niente del genere se non il generoso impegno di pochi attivisti.

Ma nessuna forza organizzata, di dimensioni anche piccole, e' impegnata su queste tematiche con continuita'. Vedremo da settembre se, passata l' estate e con l' incalzare di avvenimenti drammatici, si rendera' maggiormente visibile chi non condivide la politica della Nato.


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Eurasia
Honorable Member
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I gesuiti: i più crudeli colonizzatori della storia...

http://www.youtube.com/watch?v=dj-AKSwYS-I

Una piccola osservazione... "Dall'Oglio persona non più gradita" ... e vorrei vedere... da noi un Dall'Oglio musulmano lo avrebbero chiuso in galera senza se e senza ma...

Dirò una banalità ma se ognuno si facesse i cazzacci suoi... ci sarebbero meno problemi.


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yahuwah
Noble Member
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Rovesciare Assad con la violenza? Le due risposte di padre Dall'Oglio
di Patrick Boylan

Mercoledì, 11 luglio, il padre Paolo Dall'Oglio, gesuita, fondatore del monastero di Deir Mar Musa in Siria ed ora, da un mese, persona non più gradita dal governo siriano per via del sostegno morale e materiale che ha offerto apertamente ai rivoltosi, ha tenuto a Roma due importanti interventi sull'insurrezione in corso nel paese levantino, prima al Campidoglio e poi alla Città dell'Altra Economia.

In entrambi c'è stato, sullo sfondo, l'annosa questione dibattuta nei media da oltre un anno: per cambiare il governo autoritario del Presidente Bashar al-Assad, è legittimo il ricorso alla violenza da parte dei rivoltosi siriani, inizialmente pacifici ma da tempo ben armati dagli Stati Uniti e dai loro alleati? E se la rivolta dovesse impantanarsi come spesso avviene, sarebbe legittimo un intervento militare internazionale, anche senza mandato ONU, per far vincere i giovani rivoltosi o comunque per porre fine alle violenze che essi subiscono?

Le due domande non sono oziose e aprono scenari inquietanti. Se dovessimo rispondere di sì ad entrambe – come fa gran parte dei media occidentali -- cosa diremo un domani se l'Iran e la Russia (o la Cina e l'India) rispondessero di sì anche loro? Cosa diremmo, ad esempio, se la popolazione dell'Arabia Saudita (il cui monarca-dittatore Abdullah viene considerato da Amnesty Internazionale assai più feroce e tirannico di Assad) o se la popolazione del Bahrein, oppressa e martoriata dal re-dittatore Ali Khalifa, dovessero chiedere armi alla Russia o all'Iran per rovesciare il loro regime ed instaurare la democrazia? Considereremmo legittime queste rivolte armate? Considereremmo legittima anche la creazione di “corridoi umanitari” da parte dell'Iran o della Russia, “per proteggere i civili” sauditi e bahreiti e per consentire alle loro guerriglie di agire indisturbate? E cosa diremmo se il popolo cambogiano si ribellasse contro il regime autoritario ventennale di Hun Sen, avvalendosi del sostegno della Cina o dell'India sotto forma di forniture d'armi e in seguito di interventi militari “umanitari”, come la creazione di una “zona d'interdizione aerea” sopra la Cambogia e il ricorso a bombardamenti “chirurgici” per aiutare i ribelli, come ha fatto la Nato in Libia?

In una parola, dove cominciano e dove finiscono i principi della “Responsabilità di Proteggere” (norma ONU emergente) e della “guerra umanitaria” (dottrina attribuita a Václav Havel). Questi principi valgono solo quando siamo noi paesi occidentali ad invocarli per poter rovesciare dittature a noi non gradite? O valgono anche quando vengono invocati dai nostri rivali, per allargare la propria sfera d'influenza geopolitica rovesciando le dittature filo-occidentali? Ora che è iniziata la corsa tra Est ed Ovest per impossessarsi delle ricchezze dei paesi africani, la domanda è tutt'altra che oziosa.

Ed ecco perché la crisi siriana è diventata il terreno di scontro che deciderà le regole del gioco nelle relazioni internazionali del futuro.

Sullo sfondo di tutti questi interrogativi, il padre Dall'Oglio ha preso la parola nella prestigiosa Protomoteca del palazzo del Campidoglio, graziosamente messa a disposizione dall'amministrazione Alemanno (senz'altro d'intesa con la Farnesina), per rivolgersi ad una platea in larga misura preventivamente a favore di un intervento militare occidentale in Siria. Il convegno capitolino è stato infatti indetto dall'associazione “Siria libera e democratica” il cui Presidente Feisal al-Mohammed, dissidente siriano residente in Italia da 40 anni, è stato in passato promotore di diverse iniziative anti-Assad (e, in sordina, pro-intervento Nato) nella Capitale.

Dall'Oglio si è dimostrato completamente in sintonia con questa platea. Diversamente dalle relazioni dotte degli studiosi che l'hanno preceduto, egli ha svolto un comizio appassionato per ricordare il sangue dei giovani martiri, versato contro la tirannia e per la libertà, e per ribadire poi la dottrina della Chiesa che ammette il ricorso alle armi per l'autodifesa. (A queste parole la platea è scoppiata in applausi scroscianti.) Quindi, ha proseguito Dall'Oglio, sì alla fornitura d'armi ai rivoltosi e sì alla creazione di "corridoi umanitari" protetti da forze internazionali. (Qui c'è stata una vera ovazione – e non è difficile capire perché: i “corridoi umanitari” possono facilmente prestarsi ad usi militari, diventando rifugi dai quali la guerriglia può impunemente fare escursioni lampo per attaccare le forze governative, com'è avvenuto in Libia.).............

e' possibile leggere l' articolo integrale al link

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1342639152.htm

Cosa rispondere a questo criminale di guerra con licenza " papale " ?

rispondo cosi:

" As the conflict in Syria continues without a resolution, and government and rebel forces are locked in fierce battles across several cities, Christians in the besieged city of Homs were evacuated with the help of a priest on Wednesday.

For months, Christians have been trapped in the crossfire with scarce access to basic necessities such as food, water and medical help, but yesterday Maximos al-Jamal, a Greek Orthodox priest, revealed that he was part of evacuation efforts that saved 63 people.

“Gunmen have told the besieged people that if you go out of these areas, we will die,” al-Jamal shared with The Associated Press. Christians in the warring Middle East nation make up around 10 per cent of the largely Muslim population, but with little government support and the difficulty foreign aid workers have had gaining access to besieged areas, they have had to rely only on themselves and their church.

“I stayed inside Hamidiyeh to protect the churches from looting. I saved 14 icons from the St George church which has been destroyed,” shared one Homs resident, Jihad Akhras, who was among the rescued. After negotiations, a deal was made between rebels and troops that allowed 24 civilians to escape on Tuesday, followed by a further 39 on Wednesday.

Homs, the third largest city in Syria, has been hit particularly hard by government bombings and crossfire between Islamic rebels and government forces. The AP reported that Christians have been leaning more toward President Bashar Assad’s regime despite the current dire situation, if only due to fears of further persecution they might face if more radical Islamic extremists take control of Syria. Back in February, a Christian priest in Homs shared of how dire the situation was getting in the city.

“The armed Islamist Opposition in Syria has murdered more than 200 Christians in the city of Homs, including entire families with young children. These Islamic gangs kidnapped Christians and demanded high ransoms. In two cases, after the ransoms were paid, the men’s bodies were found,” Barnabas Aid, a charity organisation helping persecuted Christians around the world quoted him as saying.

“Christians are being forced to flee the city to the safety of government controlled areas. Muslim rebel fighters and their families are taking over their homes. We need your prayers and we need them urgently,” he added.

Global Research, July 17, 2012
ChristianToday.com

Da non dimenticare questa frase:

"Money is the jealous god of Israel, in face of which no other god may exist. Money degrades all the gods of man - and turns them into commodities. Money is the universal self-established value of all things. It has, therefore, robbed the whole world - both the world of men and nature - of its specific value. Money is the estranged essence of man's work and man's existence, and this alien essence dominates him, and he worships it. The god of the Jews has become secularized and has become the god of the world. The bill of exchange is the real god of the Jew. His god is only an illusory bill of exchange."

(Karl Marx, himself a Jew, in "Zur Judenfrage"; quoted in
"Marx-Engels Werke" Berlin 1964; written Autumn 1843)

e neanche questa :

"The late tzar Nicholas made Stieglitz Russian baron, as emperor Franz [Josef II] made old [Salomon] Rothschild Austrian baron, while Louis Napoléon made [Achille] Fould minister of Cabinet, with free entrance to the Tuileries for the female members of the family. Thus we notice that every tyrant is backed by a Jew, like there is a Jesuit behind every pope. The fact is that the oppressors impossibly could do as they pleased and wars wouldn't be allowed, if there wasn't an army of Jesuits whom calmed the senses and a handful of Jews who plundered the pockets."

--Karl Marx, "The Russian Loan"


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