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Russia e Amici della Siria-Appunti per on.italiani


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
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Da questo articolo si capisce che i punti di vista della Russia e dei paesi "Amici della Siria" non sono coincidenti. I lettori di CDC sanno bene questo, i deputati delle commissioni esteri di Camera e Senato invece si bevono senza fiatare dalla Bonino che la Russia partecipa a incontri del gruppo "Amici della Siria".

I nostri parlamentari vivono benissimo ugualmente, però contribuiscono a distruggere un paese di 20 milioni di abitanti e rischiano di innescare una guerra più vasta con possibili conseguenze terrificanti per tutto il pianeta.

La cosa non li turba per niente e non chiederanno nemmeno alla Bonino di riferire sull' incontro del 22 maggio ad Amman e su quello a Bruxelles del 27 maggio dove i ministri degli esteri dell' Unione Europea discuteranno la richiesta della Gran Bretagna di togliere ogni vincolo alla fornitura di armi per i gruppi armati anti Assad.

Questa richiesta è sparita dai media da almeno due settimane, ma il pacchetto di sanzioni alla Siria comprendente anche l' embargo alle armi scade il 31 maggio. Quindi qualche decisione dovrà essere presa.

So di essere noioso, ma i ministri italiani hanno partecipato dal 25 febbraio 2013, data delle ultime politiche italiane, ad almeno 8 vertici internazionali sulla Siria e l' unica volta che hanno detto una parola ai parlamentari su uno di questi vertici, quello di Amman, hanno detto una cosa falsa e depistante, "..partecipa anche la Russia".

Quindi insisto...e ricordo anche che il 29 maggio le commissioni difesa ed esteri di Camera e Senato riunite ascolteranno i ministri Mauro e Bonino sulle missioni militari.

Spero che venga finalmente detto che sarà necessario reperire fondi fuori bilancio per le missioni 2013.

In questo momento le vicende internazionali e di guerra sono completamente assenti dal dibattito politico, effetto anche di cinque anni dove l' unico contro le missioni era Di Pietro che proprio antimilitarista non è.

Non sono sicuro che riusciranno a nascondere questi temi molto a lungo.

marcopa

Quali armi sparano in Siria

22.05.2013, 23:08

Nel corso dell’incontro dei cosiddetti Amici della Siria ad Amman, la Russia e l'Iran sono stati ancora una volta criticati per aver consegnato illegalmente delle nuove armi al regime di Bashar Assad.

Nel frattempo il quotidiano francese Le Figaro, riferendosi ai diplomatici dell'Unione Europea, pubblica una cifra raccapricciante: almeno ottocento volontari jihadisti provenienti dalla UE oggi stanno combattendo tra le file degli avversari dello stesso Bashar Assad. Dopo cio’, chi poi può accusare di interferenza nel conflitto siriano e di sostegno del male? Le Figaro ha riferito che la maggior parte dei jihadisti provenienti dall’Europa appartiene a gruppi associati con la rete terroristica di Al Qaeda, in particolare al movimento terroristico Al-Nusra Dzhabhat, di recente associatosi ufficialmente ad Al Qaeda. Ricordiamo che Al Qaeda raggruppa fondamentalisti islamici sunniti, che considerano il governo laico di Bashar Assad “senza Dio”.

Ora proprio queste persone l'Europa si prepara a rifornire di armi, dal momento che il prossimo 27 maggio i ministri degli Esteri dei Paesi della UE discuteranno la revoca dell'embargo sulle spedizioni di armi in Siria. La giornalista algerina Nabila Ramdani, autore di diversi libri sui conflitti in Medio Oriente, ha sostenuto che in realtà l'Occidente è diventato il fornitore di armi dei terroristi e lobbista degli interessi dei sunniti radicali dell’Arabia Saudita:

Idealmente l'Arabia Saudita vorrebbe avere in Medio Oriente un dominio completo con il suo credo religioso, l’Islam sunnita. I sauditi vorrebbero ridurre l'influenza della minoranza islamica sciita al minimo. La Siria non è fortunata: e’ diventato un campo di battaglia per gli interessi tra sunniti e sciiti. Poiche’ gli sciiti sono sostenuti dall’Iran e dall'organizzazione islamica libanese Hezbollah, entrambe le forze sono demonizzate dalla propaganda saudita e dagli alleati dell’Occidente. Risulta cosi’ evidente che i radicali sauditi hanno trovato un buon alleato nell’Occidente.

Non è chiaro tuttavia come il sostegno ai fondamentalisti islamici sunniti, terroristi che si vantano di cannibalismo davanti alle telecamere, sia concepibile per l’Europa e gli Stati Uniti, dal momento che incentrano i loro discorsi con i diritti umani e la democrazia. Non è chiaro come possa servire i veri interessi dei Paesi occidentali. Tuttavia queste incongruenze sono iniziate in Kosovo, con il sostegno ai militanti islamici da parte delle truppe della NATO.

A proposito oggi è lo stesso Le Figaro che sostiene che tra le centinaia di combattenti islamici in Siria ci siano molti immigrati europei originari del Kosovo. Tuttavia, ci sono centinaia di cittadini britannici, ottanta islamici belgi, decine di terroristi danesi, irlandesi e con passaporto tedesco. In parallelo con la riunione per togliere l'embargo sulle armi dei ribelli siriani, i ministri degli Esteri della UE discuteranno la questione su cosa fare con questi jihadisti quando torneranno in Europa. E' improbabile che l'esperienza di combattimento in Siria contribuirà a rasserenarli una volta tornati in patria.

Le Figaro nota che per il potere giudiziario della UE è molto difficile perseguire le persone che lottano contro un regime che gli stessi Paesi della UE demonizzano. Non aiutano nel condannare i jihadisti le accuse che i media europei indirizzano verso la Russia e l'Iran, sostenendo che Assad conservi il potere solo grazie alle armi russe e iraniane. Mohammad Morandi, preside della Scuola di Studi Internazionali presso l'Università di Stato di Teheran, non condivide questa posizione, indicando i fallimenti del governo americano, che ha sottovalutato la popolarità del regime di Assad:

Gli estremisti sono in aumento in tutti i Paesi del Medio Oriente. Ma questo è un risultato della politica degli Stati Uniti che sostiene Stati che a loro volta fomentano questi stessi estremisti, in particolare l'Arabia Saudita e il Qatar.

Il percorso delle armi dei ribelli siriani e’ noto. I soldi del Qatar e dell’Arabia Saudita finiscono nel mercato delle armi della Turchia, e da lì attraverso la frontiera ai ribelli siriani facendo il giro del Paese. Ci sono punti di fornitura di armi e nella vicina Giordania e nel Libano. Ecco dove, come dicevano ai vecchi tempi, esiste la minaccia alla pace.

http://italian.ruvr.ru/2013_05_22/Quali-armi-sparano-in-Siria/


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