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Segnali dal Sudamerica: "monumental reaccion popular" contro le riforme di Macri


Tibidabo
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1331
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Il vero cambiamento arriverà dall'America Latina quando decideranno a ribellarsi sul serio e vedo segnali che mi sembrano abbastanza significativi.

Fino adesso in AL esistevano due borghesie egemoni, quella exportadora dei proprietari che in Brasile alcuni chiamano gli "endinheirados" cioè quelli che hanno veramente i soldi; e una borghesia "burocratica" che poi è anche quella intellettuale e delle libere professioni la quale ha il capitale culturale e pur essendo benestante non è ricca come quella exportadora.
Al di sotto ci sono la piccola borghesia micragnosa, i lavoratori e il poveri assoluti che sono, questi ultimi, il lumpenproletariat di cui nemmeno a Marx gliene fregava niente.

In America Latina, ovunque dal Messico alle Antille al Rio de la Plata, l'alternanza politica funzionava così: gli exportadores se ne fregano e vogliono far parte della oligarchia internazionale quindi implementano politiche neoliberiste; i burocraticos se ne fregherebbero anche loro ma le politiche neoliberiste li impoveriscono sia economicamente che socialmente riducendo a nulla il significato del loro capitale culturale che è l'unica vera forza di cui dispongono e quindi devono necessariamente mettersi in gioco.
Il gioco consiste nell'accaparrarsi i voti di piccola borghesia, lavoratori e lumpenproletariat ma all'unico fine di fare i propri interessi.
Né agli exportadores né ai burocraticos gli è mai passato per l'anticamera del cervello che la questione politica più urgente è quella di rivedere radicalmente i rapporti sociali consentendo la vera emancipazione economica e culturale dei subalterni.

Risultato: qualunque delle due fazioni governasse dopo pochi anni si andava al disastro e la fazione avversa aveva buon gioco nel sobillare l'opinione pubblica per portarla a richiedere l'ennesimo cambio di regime (oggi in maniera democratica ma prima, come per esempio nel caso di Getulio Vargas, intervenivano i militari. Credo che se ne riparlerà dei militari sudamericani nel 2018).

Oggi il giochino dell'oggi a me domani a te non funziona più.
Le oligarchie cosmopolite stanno (a mio avviso improvvidamente) spingendo sull'acceleratore per chiudere definitivamente la partita in tutto il mondo e sta succedendo qualcosa di nuovo.
La burguesia burocratica sta cominciando a porsi il dubbio:

"Ma vuoi vedere che qui sto perdendo la partita...?...vuoi vedere che l'unica carta che mi è rimasta da giocare è allearmi al popolo...?...per farlo devo offrire alla mia gente una visione nuova in cui i rapporti sociali siano totalmente diversi e in cui la disuguaglianza venga drasticamente ridotta...il che mi costerebbe qualcosa in termini di privilegio...di distinzione sociale...ma se non mi adatto sarà la sconfitta e la definitiva subalternità se non addirittura la proletarizzazione per tutta la mia classe..."

Già una ventina di anni fa sono usciti Chavez, Morales, i Kirchner, Lula, che tra l'altro dopo decenni hanno dato definitivamente ragione alla rivoluzione castrista, nonostante la sesquipedale insipienza in fatto di politiche economiche durante i primi trent'anni e più, che si è rivelata l'unico baluardo di indipendenza di tutto il continente sudamericano.
Non sono bastati e la reazione ha nuovamente preso il sopravvento soprattutto in Brasile e Argentina.

Ma la gente non ci sta più.

Macri sta implementando senza pietà l'agenda neoliberista e COME ERA INEVITABILE, e ampiamente prevedibile, si trova costretto a ricorrere alla violenza.
Ha voluto smantellare la riforma previdenziale del kirchnerismo e si è trovato di fronte a una reazione popolare che Claudio Katz definisce "monumentale".

https://katz.lahaine.org/b2-img/OTRODICIEMBREDEGRANVIRAJE.pdf

Ha risposto con la violenza e l'intimidazione riuscendo a spingere il parlamento ad approvare la riforma.
I kirchneristi per lo più si sono opposti ma alcuni si sono fatti intimidire il che non è un buon segnale.
Ma è una vittoria di Pirro perché oggi Macri ha riportato l'Argentina al suo consueto punto di rottura dove normalmente succedeva che la media borghesia tradiva o intervenivano i militari

725 morti è costata la repressione di Macri da quando è in carica

https://www.aporrea.org/internacionales/n318893.html

Solo che oggi i segnali sono molto diversi e per la prima volta sembra che una parte della borghesia burocratica stia cominciando a comprendere la necessità di un profondo cambio di paradigma.

Se davvero si realizzerà una nuova alleanza di borghesia media locale colta e popolo si entrerà in una fase del tutto nuova dagli esiti e dalle ripercussioni imprevedibili.
E se il Sudamerica si ribella cambia il mondo.


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