Notifiche
Cancella tutti

Siria,le notizie della settimana dal 26/8 al 1/9


marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8306
Topic starter  

Siria, le notizie della settimana dal 26 agosto al 1 settembre 2012.

GLI SCONTRI

DARAYA Il ritrovamento sabato 25 agosto, dopo una settimana di violentissima battaglia, di centinaia di cadaveri a Daraya, citta’ a 10 chilometri dal centro di Damasco, e’ stato seguito nei giorni successivi da versioni discordanti che non hanno chiarito la dinamica della tragedia.

I primi resoconti sono arrivati da fonti diverse dell’ opposizione e parlavano di centinaia di morti dovute ad esecuzioni. Il numero variava a seconda dei racconti e alcuni media hanno fatto titoli su un massacro di 440 persone avvenuto nella giornata di sabato e fosse comuni di bambini. Alla versione dell’opposizione su esecuzioni sommarie effettuate da forze governative o filogovernative si e’ aggiunto il racconto diverso proposto dal giornalista inglese Robert Fisk che nei giorni successivi ha visitato la citta’ insieme a forze governative.

Fisk ha scritto di una storia di ostaggi catturati dall’ ESL per proporre uno scambio di prigionieri poi fallito ed ha detto di testimoni sicuri che gli uccisi appartenessero a famiglie filogovernative o addirittura fossero dipendenti statali uccisi proprio per questo motivo. Il suo giudizio e’ che sia impossibile chiarire una tragedia del genere, in una citta’ dove si continua a sparare in ogni strada.

Comunque l’ argomento non e’ chiuso e Ban Ki moon ha auspicato una commissione di inchiesta indipendente sull’accaduto.

NEI GIORNI SUCCESSIVI c’e’ stato un attentato, durante il funerale di due miliziani filogovernativi, che ha causato 27 morti in un quartiere abitato da Drusi e Cristiani, ambienti questi vicini al governo.

I ribelli hanno abbattuto un elicottero e un mig subito dopo il decollo. I piloti sarebbero stati catturati dopo essersi lanciati con il paracadute. Mentre ad Aleppo e’ stato saccheggiato l’ Arcivescovado greco-cattolico da “gruppi non identificati”. L’ arcivescovo Jean-Clement Jeanbarte’ e’ fuggito in Libano ed ha parlato di fondamentalisti arrivati ad Aleppo da Egitto, Libia, Turchia, Afghanistan e altri paesi ancora e di gruppi che tentano di innescare una guerra intercoffesionale.

Sul campo i rapporti di forza sono sempre favorevoli al governo ma migliora in alcune situazioni la qualita’ delle armi dell’ opposizione che soprattutto si avvale di un grandissimo supporto oltre i confini della Siria. Come la presenza ad Istambul, rivelata dal Telegraph, di decine di siriani per addestrarsi all’uso dei mezzi di comunicazione forniti dall’ Occidente.

LA FRANCIA RICONOSCERA’ UN EVENTUALE NUOVO GOVERNO SIRIANO IN ESILIO

Questa dichiarazione e’ stata ritenuta da tutti poco importante ma indica l’ intenzione della Francia di puntare esclusivamente ad una sconfitta militare di Assad. Il riconoscimento di un governo di opposizione a quello ufficiale e’ un passaggio abituale nelle guerre civili e il suo scopo e’ sempre quello di aiutare apertamente chi vuole il cambio e creare situazioni di non ritorno.

Hollande ha inoltre dichiarato che e’sufficiente il solo spostamento delle armi chimiche per giustificare l’intervento armato, mentre Terzi ha tenuto alla Farnesina un incontro sulla Siria dopo Assad ma non e’ stato diramato alcun comunicato. Il ministro degli esteri italiano in un intervento su Repubblica ha definito queste settimane un momento di svolta ed ha auspicato una rapida transizione politica.

AL VERTICE DEI PAESI NON ALLINEATI PRESENTATE ALTRE PROPOSTE DI PACE

Al vertice dei paesi non allineati, che si e’concluso venerdi 31 agosto a Tehran, sono state prospettati alcuni piani per arrivare a fermare la violenza. Al summit ha partecipato anche Ban Ki moon che ha definito l’Iran un soggetto importante per il processo di pace in Siria. La presenza a Tehran del segretario generale delle Nazioni Unite e’ stata criticata da Israele e Stati Uniti che l’hanno giudicata un grande aiuto all’ Iran contro l’isolamento internazionale.

Il presidente egiziano Morsi nel suo intervento ha definito il governo di Assad un regime oppressivo, provocando l’ uscita dei delegati siriani dalla sala, l’imbarazzo dei traduttori e la censura della notizia sui media iraniani. In compenso due giorni prima aveva dichiarato insieme alla Cina la sua contrarieta’ ad un intervento militare straniero nel paese e auspicato la ricerca di una soluzione politica.

Nei recenti voti sulla crisi siriana all’Assemblea Generale dell’ONU e alla Conferenza della Cooperazione Islamica decine di paesi hanno condannato il comportamento di Assad dichiarando pero’ nello stesso tempo la loro opposizione ad un intervento militare straniero. Quella egiziana non e’ dunque una posizione isolata e non coincide completamente con quella dell’Occidente e dei paesi del Golfo. L’Egitto infatti ha ripetuto piu’ volte in altre sedi la proposta di far dialogare sulla guerra civile i maggiori paesi della regione: Egitto, Turchia, Arabia Saudita e Iran.

L’ Iran aveva proposto all’ assemblea una commissione composta da Egitto, Venezuela e Iran per avviare un contatto tra le parti siriane in conflitto, ma l’intervento di Morsi sembra aver bocciato questa ipotesi quasi sul nascere. Quindi la Conferenza dei paesi non allineati si e’ pronunciata solo sull’appoggio a Braihmi, nuovo incaricato ONU per la crisi siriana, che il 4 settembre informera' l’Assemblea Generale dell’ONU sui prossimi passi della trattativa.

Nella dichiarazione finale della Conferenza non dovrebbe esserci nessuna posizione comune sulla Siria, sicuramente non c' e’ negli articoli che annunciano questo documento conclusivo.

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DEL 30 AGOSTO SULL’ EMERGENZA UMANITARIA

Giovedi’ 30 agosto al Consiglio di Sicurezza Jan Eliasson, vice segretario generale delle Nazioni Unite, e Antonio Guterres, alto commisario ONU per i rifugiati, hanno illustrato l’emergenza umanitaria e la situazione dei profughi nei paesi vicini. Il vice-segretario ha affermato che i paesi che hanno influenza sul governo della Siria e sull’opposizione devono fare pressione per il cessate il fuoco e una composizione pacifica del conflitto.

I problemi dell’emergenza umanitaria sono il suo finanziamento e l’accesso ai territori. Dei 180 milioni di dollari richiesti sono arrivati per ora solo il 50% e, quanto alla richiesta di Francia, Gran Bretagna e Turchia di creare corridoi umanitari e zone cuscinetto, Jan Eliasson ha dichiarato che queste proposte “sollevano delle legittime preoccupazioni degne di essere prese in considerazione”.

Poco dopo in una conferenza stampa il ministro degli esteri francese Fabius ha pero’ detto di non escludere nessuna opzione per il futuro e che da subito saranno finanziate e aiutate in vari modi le zone “liberate”, territori che saranno proposti anche come rifugio ai profughi in alternativa all’espatrio.

Quanto ai rifugiati attuali Guterres ha elogiato per la collaborazione data Libano, Turchia e Giordania, che ospitano decine di migliaia di siriani ed ha raccomandato a tutte le parti in conflitto di fornire assistenza alla popolazione senza disciminazioni e continuare ad assistere anche i profughi palestinesi e iracheni presenti nel paese.

BREVISSIME

RIAPPARSO IN PUBBLICO IL VICE PRESIDENTE Farouk al Sahara che era stato dato in fuga all’estero e non si vedeva da alcune settimane. L’anziano politico sunnita ha partecipato ad un incontro con il ministro degli esteri iraniano ponendo fine alle voci sulla sua defezione alimentate apertamente anche da leader dell’opposizione.

E’ PRIGIONIERO DELL’ ESERCITO GOVERNATIVO Austin Tice, il fotoreporter statunitense free lance del Washigton post del quale non si avevano notizie da dieci giorni.

ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI STATI UNITI. Il
duello presidenziale statunitense ignora per il momento i temi di politica estera, con qualche perplessita’ degli osservatori che vedono in arrivo scelte non facili come l’atteggiamento da tenere sulla minaccia israeliana di attaccare l’Iran e la crisi siriana.

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=633


Citazione
marcopa
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8306
Topic starter  

Credo che sia la prima dichiarazione ufficiale che indichi, in caso di intervento occidentale in Siria, l' allargamento del conflitto ad altri attori della regione medio-orientale. Piu' che minacciare interventi armati, anche se difensivi, sarebbe piu' utile impegnarsi nella strada del negoziato e della diplomazia, sia ufficiale sia dal basso.

marcopa

I guardiani della rivoluzione islamica combatteranno in Siria in caso di invio di truppe occidentali nel paese.

TEHERAN - I guardiani della rivoluzione islamica sono ''pronti a intervenire in caso di attacco militare degli Stati Uniti in Siria''.
Lo ha affermato il vice comandante del corpo militare dei guardiani il generale Mohammad Ali Asudi. "Gli alleati di Damasco si sentono legittimati a offrire il proprio sostegno militare se i Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, decidessero, come hanno piu' volte annunciato, di inviare le proprie truppe in Siria'', ha concluso il generale.

Fonte www.italian.irib.ir


RispondiCitazione
Assunta12
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 7
 

Radio3mondo, la Siria vista dal basso

Una rete civile di siriani lavorano per arrivare alla pace prestando solidarietà alla popolazione che vive nel terrore, sotto il fuoco incrociato dei ribelli e delle truppe di Assad. Si chiama Mussalaha e significa "riconciliazione dal basso". Nella puntata di Radio3Mondo in onda lunedì 3 settembre alle 11.30, Marina Lalovic ospiterà in studio Madre Agnès-Mariam de la Croix, Superiora greco cattolica di Qara, nel governatorato di Homs, in Italia per promuovere l'iniziativa della riconciliazione dal basso in Siria. La suora ricorderà che, mentre continua la guerra civile in Siria e il bilancio dei morti viene drammaticamente aggiornato giorno dopo giorno, la comunità internazionale studia come uscire dall'impasse e l'Onu programma per il 4 settembre un nuovo summit con Lakdhar Brahimi, che ha preso il posto di Kofi Annan come inviato speciale delle Nazioni Unite per risolvere la crisi. Ma in Siria, oltre a morire, si resiste e lo si fa "dal basso". Una rete civile di siriani lavorano per arrivare alla pace prestando solidarietà alla popolazione che vive nel terrore, sotto il fuoco incrociato dei ribelli e delle truppe di Assad. Si chiama Mussalaha e significa "riconciliazione dal basso". vmi 020915 Set 2012 (LaPresse News)

http://notizie.virgilio.it/notizie/spettacoli/tv/2012/09_settembre/02/radio3mondo_la_siria_vista_dal_basso,36275881.html


RispondiCitazione
Condividi: