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Siria,Russia-Annuncio veto all'ONU e pressioni varie

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marcopa
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da 24ore AGI www.repubblica.it

SIRIA: RUSSIA ANNUNCIA IL VETO, "RISOLUZIONE INACCETTABILE"

La Russia porra' il veto in Consiglio di sicurezza dell'Onu alla nuova risoluzione sulla Siria, che giudica 'inaccettabile'. Lo ha rivelato l'ambasciatore di Mosca a Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin. La Russia quindi non ha intenzione di fare alcuna concessione sul dossier siriano in sede di Consiglio di sicurezza Onu e votera' contro un testo ritenuto controproducente. Commentando le parole di un giornalista che faceva notare come l'intervento di Churkin alla seduta di ieri del Consiglio di sicurezza fosse stato letto da alcuni Paesi occidentali come il segno di un possibile ammorbidimento di Mosca, il diplomatico ha risposto secco: 'Non e' cosi'. 'Non permetteremo che venga adottato un testo che valutiamo sbagliato e che portera' al peggioramento del conflitto', ha detto Churkin. 'Se il testo sara' inaccettabile, voteremo contro', ha poi aggiunto .

Striscione anti-Putin al Cremlino a due giorni da protesta anti-governativa

Uno striscione anti-Putin è apparso stamattina proprio davanti al Cremlino, mentre mancano due giorni alla grande protesta anti-governativa indetta dal movimento di opposizione a Mosca. Il sito del quotidiano Novaja Gazeta ha pubblicato un reportage fotografico sull'iniziativa di contestazione promossa da attivisti dell'organizzazione Solidarnost. Lo striscione di colore giallo e con il ritratto del candidato favorito alle presidenziali del 4 marzo sbarrato da una croce, campeggia su un edificio nonm distante da una delle torri del Cremlino e invoca: "Putin, vattene". Vestiti come operai di un cantiere, cinque attivisti sono saliti sul tetto dell'edificio e hanno issato lo striscione senza incappare in alcun agente di polizia. Nessuno nel gruppi di contestatori è stato arrestato.

Da www.Repubblica.it

24ore AGI da www.repubblica.it
.Mosca 13:09

SIRIA: HACKER ANTI-ASSAD ATTACCANO MEDVEDEV SU FACEBOOK

Numerosi utenti russi di Facebook, compreso il presidente Dmitry Medvedev, hanno subito attacchi spam sui rispettivi profili provenienti da account siriani: lo ha reso noto l'agenzia di stampa statale 'Ria-Novosti', secondo cui una pioggia di commenti in russo e in inglese, postati da hacker ostili al regime di Bashar al-Assad, hanno riempito le pagine di diversi utenti senza risparmiare quella del capo del Cremlino, criticando la posizione russa sulla crisi in Siria.

Come riportato dal quotidiano 'Novye Izvestie', alcuni commenti recitavano: 'La Russia ha venduto la sua umanita' in cambio di armi a un regime criminale'; oppure: 'Se non ci fosse il veto russo, il massacro di persone in Siria sarebbe stato fermato diversi mesi fa'. E ancora, 'Grazie per il veto', con riferimento ai ripetuti 'niet' di Mosca alla nuova bozza di risoluzione Onu in cui si chiedono le dimissioni di Assad. Oppure, rivolgendosi ai cittadini russi: 'Quelli che tiranneggiano me oggi, lo faranno con te domani'. .


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Pellegrino
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"Vestiti come operai di un cantiere, cinque attivisti sono saliti sul tetto dell'edificio .." dove le ho già viste queste cagate?? e le mignottelle ucraine a seno di fuori ?? Dai Repubblica, se cerchi bene qualche foto la puoi aggiungere...


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Pellegrino
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curioso che UNO striscione faccia notizia e migliaia di persone in piazza TUTTI I GIORNI in "occidente" cadano nel dimenticatoio mediatico....


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dana74
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Putin una spina nel fianco di Washington

Vladimir Putin è uno dei pochi dirigenti mondiali capace di scuotere le fondamenta dell’egemonia statunitense: il predominio militare e la supremazia del dollaro come valuta di riserva. Engdahl dimostra che le recenti proteste post-elettorali in Russia sono state orchestrare da ONG sponsorizzate da Washington e da suoi agenti locali nel tentativo, non riuscito, di destabilizzare il paese. Con la rapida erosione del predominio globale statunitense, avverte Engdahl, la neutralizzazione della Russia e d’altri Stati recalcitranti tornerà a figurare nell’agenda del prossimo occupante della Casa Bianca.

Washington vuole chiaramente mettere la parole fine – o come dicevano in Egitto la scorsa primavera: Kefaya—basta! – alla Russia di Putin. Hillary Clinton e amici hanno a quanto pare deciso che il probabile futuro presidente della Russia, Vladimir Putin, sia un enorme ostacolo ai loro piani. In pochi, però, ne capiscono il motivo. La Russia di oggi, insieme alla Cina e in parte all’Iran, forma la colonna, seppur tremolante, dell’unico effettivo asse globale di resistenza ad un mondo dominato da una sola superpotenza.

L’8 dicembre, molti giorni dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni parlamentari russe, che mostravano un netto calo di popolarità per il Partito della Russia Unita di Putin, quest’ultimo ha accusato gli Stati Uniti ed in particolare il Segretario di Stato Hillary Clinton di fomentare le proteste e le contestazioni. “Il Segretario di Stato (americano) è stato rapido a valutare le elezioni – dichiarò Putin – sostenendo che fossero scorrette e ingiuste ancor prima di ricevere dati dagli osservatori dell’Ufficio delle Istituzioni Democratiche e dei Diritti Umani (ossia dall’OSCE, ndr)” [1].

Putin proseguì sostendendo che i commenti prematuri di Hillary Clinton fossero i segnali indispensabili ai gruppi di opposizione per confermare che il Governo americano avrebbe appoggiato le loro proteste. I commenti della Clinton, sostenne la scafata intelligence russa, erano diventati un “segnale per i nostri attivisti che hanno iniziato attivamente a collaborare con il Dipartimento di Stato americano” [2].

I principali media occidentali hanno scelto di minimizzare le dichiarazioni di Putin o di concentrarsi quasi interamente sulle rivendicazioni di un emergente movimento di opposizione russo. Una piccolo ricerca mostra che, semmai, Putin stava minimizzando il grado della spudorata interferenza del Governo americano nel processo politico del suo paese. In questo caso il paese non è la Tunisia o lo Yemen e nemmeno l’Egitto. E’ la seconda superpotenza nucleare del mondo, anche se economicamente può essere una potenza minore. Hillary sta giocando col fuoco. Termonucleare.
Democrazia o qualcos’altro?

A scanso d’equivoci: Putin non è un campione mondiale di ciò che molti considerano democrazia. Il suo annuncio, qualche mese fa, che lui e l’attuale Presidente Medvedev avevano deciso di scambiarsi i ruoli dopo il voto presidenziale del 4 marzo impressionò anche molti russi, come crassa politica di potere e contrattazioni da retrobottega. Detto questo, quello che sta facendo Washington per interferire con il cambio di regime è più che sfacciato ed interventista. La stessa Amministrazione di Obama che ha appena firmato delle misure legislative che stracciano il Bill of Rights dalla Costituzione per i cittadini americani [3], si sta atteggiando come giudice supremo mondiale circa l’aderenza altrui a ciò che chiamano democrazia.

Esaminiamo da vicino l’accusa di Putin d’ingerenza americana nel processo elettorale. Se diamo un’occhiata, vediamo chiaramente dichiarato nel suo report annuale dell’agosto del 2011 che una ONG con sede a Washington, dal nome innocuo di National Endowment for Democracy (NED), si occupa di tantissimi argomenti in Russia. Il NED sta finanziando un Centro di Stampa Internazionale a Mosca dove circa 80 ONG possono tenere conferenze stampa su qualsiasi argomento decidano di trattare. Hanno finanziato numerosi “patrocini della gioventù” e seminari per dirigenti allo scopo di “aiutare i giovani a fare attivismo politico”. Infatti, ufficialmente hanno speso più di $2,783,000 nel 2010 per dozzine di programmi simili in tutta la Russia. Le spese per il 2011 saranno pubblicate più in la nel corso del 2012. [4]

Il NED sta inoltre finanziando dei punti chiave del processo di rilevazione statistica “indipendente” e monitoraggio del voto: un ruolo cruciale per essere in grado di denunciare una frode elettorale. Finanzia in parte l’Organizzazione Civica Regionale in Difesa dei Diritti e delle Libertà Democratiche “GOLOS”. Secondo il rapporto annuale del NED i fondi sono andati alla “realizzazione di analisi dettagliate dei cicli elettorali in Russia dell’autunno del 2010 e della primavera del 2011, che includerà il monitoraggio della stampa, monitoraggio dell’agitazione politica, attività delle commissioni elettorali, ed altri aspetti dell’applicazione della legislazione elettorale a lungo termine precedente alle elezioni” [5].

A settembre del 2011, poche settimane prima delle elezioni di dicembre il NED finanziò una conferenza su invito a Washington, cui ha partecipato anche l’organizzazione elettorale “indipendente” russa Centro Levada. Secondo il sito web del NED il Levada, altro beneficiario del denaro dell’ente [6], aveva effettuato una serie di sondaggi d’opinione, un metodo standard utilizzato in Occidente per analizzare i sentimenti dei cittadini. I sondaggi colgono “l’umore dell’elettorato verso le elezioni presidenziali e della Duma, le percezioni dei candidati e dei partiti, e la fiducia degli elettori nel sistema di ‘democrazia controllata’ che è stato stabilito durante l’ultimo decennio”.

Vladimir V. Kara-MurzaUno degli oratori principali alla conferenza di Washington è stato Vladimir Kara-Murza, membro del consiglio federale di Solidarnost (“Solidarietà”), movimento di opposizione democratica russo. E’ anche “consulente del dirigente dell’opposizione alla Duma Boris Nemtsov”, sempre secondo quanto riferisce il NED. Un altro relatore veniva dall’istituto Hudson, di destra neo-conservatrice. [7]

Nemtsov, uno dei personaggi più in vista dell’opposizione a Putin, è oggi anche co-presidente di Solidarnost, un nome che abbastanza curiosamente è stato ripreso dalla Guerra Fredda, quando la CIA finanziò i lavoratori polacchi d’opposizione riuniti sotto la sigla di Solidarnosc di Lech Walesa. Più avanti diremo di più di Nemtsov.

Tamirlan KurbanovE il 15 dicembre del 2011, ancora a Washington, proprio mentre iniziava contro Putin la serie di proteste supportate dagli USA, guidate da Solidarnost e altre organizzazioni, il NED teneva un’altra conferenza intitolata Attivismo giovanile in Russia: Può una nuova generazione fare la differenza?. Il relatore principale era Tamirlan Kurbanov, il quale secondo il NED “aveva servito di recente come funzionario di programma all’ufficio di Mosca dell’Istituto Nazionale Democratico per gli Affari Internazionali, in cui si occupava dello sviluppo e dell’espansione delle capacità delle organizzazioni politiche e civiche; promuovendo la partecipazione dei cittadini nella vita pubblica, in particolare l’impegno dei giovani” [8]. L’Istituto Nazionale Democratico è un’ala del NED.

La storia sospetta del NED

Aiutare la gioventù ad impegnarsi nell’attivismo politico è esattamente ciò che il NED ha fatto in Egitto negli ultimi sette anni, nel percorso verso l’abbattimento di Mubarak. Lo stesso NED, secondo fonti informate, è stato strumentale alle “Rivoluzioni Colorate” del 2003-2004 in Ucraina e Georgia, che portarono al potere degli agenti pro-NATO appoggiati dagli americani. La stessa NED si è data da fare nel promuovere i “diritti
umani” in Myanmar, in Tibet, e nella provincia cinese, ricca di petrolio, del Xinjiang [9].

Come è stato scoperto dagli attenti analisti della “Rivoluzione arancione” ucraina del 2004 e delle altre numerose rivoluzioni colorate finanziate dagli USA, il controllo dei sondaggi e l’abilità di dominare la percezione internazionale dei media, specialmente delle TV più importanti come CNN o BB,C è un componente essenziale dell’agenda di destabilizzazione di Washington. Il Centro Lavada avrà probabilmente un ruolo cruciale in tal senso, pubblicando sondaggi che attestino malcontento nei confronti del regime.

Il NED si descrive come una “fondazione privata no-profit dedicata alla crescita e al rafforzamento di istituzioni democratiche nel mondo. Ogni anno, con fondi ricevuto dal Congresso degli USA, il NED supporta all’estero più di 1.000 progetti di gruppi non-governativi che lavorano per obiettivi democratici in più di 90 paesi” [10].

Non potrebbe suonare più nobile e magnanimo di così. Tuttavia, preferiscono tralasciare la loro vera storia. All’inizio del 1980 il direttore della CIA Bill Casey aveva convinto il Presidente Ronald Reagan a creare una plausibile ONG privata, il NED, per portare avanti l’agenda globale di Washington attraverso altri mezzi che non fossero azioni dirette della CIA. Era parte del processo di “privatizzazione” dell’intelligence americana per rendere il suo lavoro più “efficiente”. Allen Weinstein, che aiutò ad abbozzare la legge istitutiva del NED, disse in un’intervista al Washington Post nel 1991: “Molto di ciò che noi facciamo oggi veniva fatto in segreto 25 anni fa dalla CIA” [11]. Interessante. La maggior parte dei fondi del NED arriva dai contribuenti americani attraverso il Congresso. Comunque lo si guardi, si tratta d’una risorsa dell’intelligence.

Il NED era stato creato durante l’Amministrazione Reagan come un’ala privatizzata della CIA, così da permetterle maggiore libertà di azione. I membri del direttivo del NED vengono generalmente tratti dal Pentagono e dall’intelligence americana. Ne ha fatto parte anche il Generale pensionato della NATO Wesley Clark, l’uomo che ha guidato il bombardamento americano sulla Serbia del 1999. Alcune figure chiave collegate ad azioni clandestine della CIA hanno servito nel NED: Otto Reich, John Negroponte, Henry Cisneros e Elliot Abrams. Il Presidente del consiglio di amministrazione del NED nel 2008 era Vin Weber, fondatore dell’organizzazione ultraconservatrice Empower America e responsabile della raccolta fondi per la campagna di George W. Bush. L’attuale presidente del NED è John Bohn, ex Amministratore Delegato della controversa agenzia di rating Moody’s, la quale ha ricoperto un ruolo nefando nell’ancora irrisolto collasso delle cartolarizzazioni immobiliari statunitensi. Oggi tra i dirigenti del NED c’è un neo-conservatore dell’era Bush, l’ambasciatore in Iraq e Afghanistan Zalmay Khalilzad [12].
La ben preparata opposizione a Putin

Alexey NavalnyE’ anche istruttivo guardare alle figure che guidano l’opposizione e che sembrano aver fatto passi in avanti in Russia negli ultimi tempi. L’attuale “poster boy” d’opposizione prediletto dalla gioventù russa e dai media occidentali è il blogger Aleksej Navalny, il cui blog è intitolato LiveJournal. Navalny è apparso come quasi-martire del movimento di protesta dopo aver passato 15 giorni nelle carceri di Putin per aver preso parte ad una manifestazione proibita. In un grande raduno di oppositori svoltosi il 25 dicembre a Mosca Navalny, forse intossicato dall’aver visto troppi film romantici di Sergei Eisenstein sulla Rivoluzione Russa del 1917, ha gridato alla folla: “Vedo abbastanza persone da occupare il Cremlino e la Casa Bianca (la residenza presidenziale, ndr) in questo stesso momento…” [13].

I media occidentali si sono infatuati di Navalny. La BBC inglese descrive Navalny come “indubbiamente l’unica vera personalità d’opposizione ad essere emersa in Russia negli ultimi cinque anni”, ed il Time magazine americano lo ha definito “l’Erin Brockovich russo”, un curioso riferimento al film hollywoodiano con Julia Roberts che recita la parte di un’organizzatrice sindacale. Tuttavia, più rilevante è il fatto che Navalny abbia frequentato l’elitaria Yale University della East Cost, casa anche della famiglia Bush, dove era “Yale World Fellow” [14].

Il carismatico Navalny però è, o è stato, anche sul libro paga del NED, strumento destabilizzatore di Washington. Secondo un post del blog di Navalny stesso, LiveJournal, egli è stato finanziato dal NED nel 2007-2008. Il suo contatto con il NED di Washington era Frank Conatser [15]. Un facsimile di uno scambio di email tra Navalny e Conatser del 17 novembre 2007 è qui parzialmente riprodotto:

rom: Frank Conatser [mailto]
Sent: Saturday, November 17, 2007 12:12 AM
To: Navalny Alexey; Aleksey Navalny
Cc: John Squier; Marc Schleifer

Subject: NED Agreements No. 2006-576 & No. 2007-688 …

Frank Conatser
Grants Administrator for Eurasia
National Endowment for Democracy
1025 F St, NW, Suite 800
Washington, DC 20004

202-378-9660 (phone)
202-378-9860 (fax)

[Nota] [16]

Boris Efimovich NemtsovOltre a Navalny, gli altri protagonisti del movimento di protesta anti-Putin sono raccolti attorno a Solidarnost, creata nel dicembre del 2008 da Boris Nemtsov, Vladimir Ryzhkov ed altri. Nemtsov non è certamente uno che protesta contro la corruzione. Secondo Business Week Russia del 23 settembre 2007, Nemtsov aveva presentato il banchiere russo Boris Brevnov a Gretchen Wilson, una cittadina statunitense ed impiegata al International Finance Corporation, un braccio finanziario della Banca Mondiale. Wilson e Brevnov si sono sposati. Con l’aiuto di Nemtsov, Wilson era riuscito a privatizzare l’industria cartaria di Balakhna al prezzo stracciato di soli 7 milioni di dollari. L’impresa era stata prosciugata e poi venduta alla banca di investimento svizzera di Wall Street, CS First Boston Bank. Il giro d’affari annuale dello stabilimento era di 250 milioni di dollari [17].

CS First Boston Bank ha pagato anche per i costosi viaggi di Nemtsov al Davos World Economic Forum. Quando Nemtsov divenne membro del gabinetto, il suo protetto Brevnov fu nominato presidente del Sistema Energetico Unificato di Russia (JSC). Dua anni dopo, nel 2009, Boris Nemtsov, oggi “Mr. Anti-corruzione”, usò la sua influenza per salvare Brevnov d’appropriazione indebita di miliardi dalle casse di JSC [18].

Nemtsov prese anche denaro dall’oligarca russo oggi in carcere Mikhail Khodorkovsky, nel 1999, quando quest’ultimo stava usando i suoi miliardi per provare a comprare il parlamento russo. Nel 2004 Nemtsov si incontrò segretamente con il poi esiliato miliardario oligarca Boris Berezovsk e con altri magnati russi esiliati. Quando Nemtsov venne incarcerato dalle autorità russe con l’accusa di finanziamento estero del suo nuovo partito politico, “Per la Russia senza Anarchia e Corruzione”, i Senatori americani John McCain e Joe Liberman e Mike Hammer del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Obama si pronunciarono a suo favore [19].

L’amico intimo di Nemtsov, Vladimir Ryzhkov di Solidarnost, è anch’esso legato ai circoli svizzeri di Davos; ha anzi finanziato una Davos siberiana. Secondo cronache giornalistiche dell’aprile 2005, Ryzhkov nel 2003 formò un Comitato 2008 per “attrarre” fondi a favore dell’imprigionato Khodorkovsky, chiedendo anche agli oligarchi fuggitivi come Boris Berezovsky e a fondazioni occidentali come quella di Soros. Lo scopo dichiarato era di riunire le forze “democratiche” contro Putin. Il 23 maggio 2011 Ryzhkov, Nemtsov e molti altri hanno registrato un nuovo Partito per la Libertà del Popolo, apparentemente per presentare un ca
ndidato presidenziale contro Putin nel 2012 [20].

Un altro volto noto nei recenti raduni anti-Putin è l’ex campione mondiale di scacchi, diventato politico di destra, Garry Kasparov, altro fondatore di Solidarnost. Kasparov era stato identificato molti anni fa come membro del consiglio di un pensatoio militare neo-conservatore di Washington. Nell’aprile 2007, Kasparov ammise di essere stato un membro del Consiglio Consultivo sulla Sicurezza Nazionale del Center for Security Policy, una “organizzazione nazionale per la sicurezza, no-profit e apartitica, specializzata nell’identificare politiche, azioni e necessità di risorse che sono vitali per la sicurezza americana”. In Russia Kasparov gode di cattiva fama per le sue precedenti relazioni finanziarie con Leonid Nevzlin, ex vice-presidente di Yukos e partner di Michael Khodorkovsky. Nevzlin fuggì in Israele per essere stato accusato di omicidio: aveva pagato sicari per eliminare “persone sgradite” quando era in carica come vice-presidente di Yukos [21].

Nel 2009 Kasparov e Boris Nemtsov si incontrarono niente meno che con Barack Obama per discutere dell’opposizione russa a Putin, su invito del Presidente americano al Ritz Carlton Hotel di Washington. Nemtsov s’era appellato ad Obama affinché s’incontrasse con gli oppositori in Russia: “Se la Casa Bianca accetta il suggerimento di Putin di parlare solo con organizzazioni pro-Putin… questo significherebbe la vittoria per Putin, ma non solo questo: Putin avrebbe la certezza della debolezza di Obama”. Durante lo stesso viaggio in America nel 2009 Nemtsov era stato invitato a parlare al Council on Foreign Relations di New York, forse il più influente pensatoio americano. Significativo che non solo il Dipartimento di Stato americano e le ONG appoggiate dagli USA, come NED, abbiano versato milioni nella costruzione di una coalizione anti-Putin in Russia; ma il Presidente in persona è intervenuto nel processo [22].

Alexei Kudrin (C), Mikhail Kasyanov (sx) e Boris Nemtsov
Ryzhkov, Nemtzov, Navalty e l’ex Ministro delle Finanze di Putin Alexei Kudrin hanno tutti partecipato all’organizzazione della manifestazione anti-Putin del 25 dicembre a Mosca, che ha radunato circa 120,000 persone [23].
Perchè Putin?

La domanda cruciale, a questo punto, è: perché Putin? Non abbiamo bisogno di guardare lontano per avere una risposta. Washington, e specialmente l’Amministrazione di Barack Obama, non sono minimamente interessati al fatto che la Russia sia democratica o meno. La loro preoccupazione è l’ostacolo che una futura presidenza Putin porrebbe ai piani di completo predominio planetario coltivati da Washington. Secondo la Costituzione, il Presidente della Federazione Russa, supremo comandante e detentore dell’ufficio più importante della Stato, prenderà il controllo diretto della difesa e della politica estera.

Dobbiamo chiederci quale politica adotterà? Chiaramente forti contromisure all’evidente accerchiamento della Russia da parte dei missili balistici NATO saranno prioritarie nell’agenda di Putin. Il “reset” pensato da Hillary Clinton finirà nel cestino, posto che già non vi si trovi. Possiamo anche aspettarci un uso più aggressivo della carta energetica: la diplomazia dei condotti servirà a rendere più profondi i legami economici con membri europei della NATO come Germania, Francia e Italia, finendo per indebolire il supporto dell’Unione Europea alle misure aggressive della NATO contro la Russia. Possiamo aspettarci una sempre più profonda svolta della Russia verso l’Eurasia, specialmente verso Cina, Iran e forse India per rendere solida la traballante colonna della resistenza ai piani di Nuovo Ordine Mondiale di Washington.

Ci vorranno ben più che poche contestazioni sotto le temperature glaciali di Mosca e San Pietroburgo, da parte di un branco di corrotte ed equivoche figure di opposizione come Nemtsov o Kasparov, per far deragliare la Russia. Ciò che è chiaro è che Washington sta spingendo su tutti i fronti — Iran e Siria, dove la Russia ha una base navale di fondamentale importanza; prima sulla Cina, ora sulla Russia; e verso i paesi dell’Eurozona guidati dalla Germania. Ha l’aspetto di un ultimo disperato tentativo della superpotenza in declino.

Oggi gli Stati Uniti sono di fatto una superpotenza nucleare in bancarotta. Il ruolo di moneta di riserva del dollaro è stato sfidato come mai dai tempi di Bretton Woods (1944). Quel ruolo insieme al mantenimento degli Stati Uniti come potenza militare mondiale incontrastata sono state le basi dell’egemonia del Secolo Americano dal 1945 ad oggi.

Indebolendo il ruolo del dollaro nel mercato internazionale e in ultimo come moneta di riserva, la Cina sta ora organizzando i suoi scambi bilaterali col Giappone usando le valute nazionali. La Russia sta mettendo in pratica movimenti simili con i suoi principali partner commerciali. La ragione principale per cui Washington ha dato inizio ad una guerra monetaria contro l’euro nel tardo 2009 è la necessità di anticipare una minaccia più grande: che la Cina ed altri possano abbandonare il dollaro ed adottare l’euro come moneta di riserva. Non è un problema da poco. Effettivamente Washington finanzia le sue guerre in Iraq, Afghanistan, Siria, Libia etc. attraverso il fatto che la Cina ed altre nazioni investono i loro dollari in eccedenza commerciale nel debito del Tesoro del Governo americano. Se questo dovesse cambiare in modo significativo, i tassi di inflazione americana salirebbero considerevolmente e le pressioni finanziarie su Washington diventerebbero immense.

Di fronte alla grande erosione sul suo status di unica superpotenza incontrastata, Washington sembra ora puntare tutto sulla mera forza militare per mantenere quella posizione. Perché possa avere successo la Russia deve essere neutralizzata insieme alla Cina e all’Iran. Questa sarà l’agenda principale di chiunque sarà il prossimo Presidente americano.

(Traduzione di Giuliano Luiu)

NOTE:
* F. William Engdahl, analista geopolitico ed economico, saggista, è membro del Comitato Scientifico di Geopolitica.

http://www.geopolitica-rivista.org/15975/putin-una-spina-nel-fianco-di-washington/


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Truman
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Da www.Repubblica.it

24ore AGI da www.repubblica.it
.Mosca 13:09

SIRIA: HACKER ANTI-ASSAD ATTACCANO MEDVEDEV SU FACEBOOK

Ho cercato con attenzione su Ria-Novosti, che Repubblica dichiara come fonte della "notizia" e non trovo traccia degli assalti hacker. Ho cercato sull'edizione inglese, ma se non fornisci il link considero il tutto pura invenzione.
Un primo controllo sulla versione russa non riesce a trovare niente di quanto dichiarato.


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marcopa
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Questo il link della notizia su le news di Repubblica, anche se link che chiedeva Truman penso si riferisse all' agenzia russa.

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/SIRIA-HACKER-ANTI-ASSAD-ATTACCANO-MEDVEDEV-SU-FACEBOOK/news-dettaglio/4106862

Certo che su Siria e Iran, la Nato, gli Usa. Israele e alcuni paesi arabi, le cosiddette petromonarchie, sono in difficolta'.

Mancano ancora nella partita i movimenti contro la guerra.


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Pellegrino
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Marcopa sei in grado o no di verificare una fonte???


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obender71
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http://www.youtube.com/watch?v=yf3LjntNX20&feature=player_embedded

Questi hanno studiato da McLuhan - una ripresa è propaganda, la telecamera è "made in Kremlin".


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marcopa
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Le ultime notizie dicono che all' ONU si sta riscrivendo la risoluzone, togliendo la richiesta ad Assad di lasciare subito il potere.

Intanto sui media due giorni di quasi silenzio, di nuovo solo la notizia dagli Stati Uniti che Israele attaccherebbe l' Iran.

La notizia e' posta in un modo che io l' ho interpretata cosi':

Israele attacca l' Iran da sola, bombarda alcuni giorni. L' Iran si difende e reagisce in qualche modo.
A questo punto potrebbero intervenire gli Stati Uniti. E' una prospettiva spaventosa, che questi dubbi vengano dagli USA e' ancora piu' preoccupante.

Segnalo anche che domani, sabato, alle 11.20, su radio Citta' Aperta di Roma, 88.9 FM, Nella Ginatempo intervista Manlio Dinucci, giornalista del Manifesto.

L' intervista puo' essere ascoltata in diretta anche su www.radiocittaperta.it

Il tema della trasmissione e' il rischio di guerra nel Medio Oriente.


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yahuwah
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Le ultime notizie dicono che all' ONU si sta riscrivendo la risoluzone, togliendo la richiesta ad Assad di lasciare subito il potere.

Intanto sui media due giorni di quasi silenzio, di nuovo solo la notizia dagli Stati Uniti che Israele attaccherebbe l' Iran.

La notizia e' posta in un modo che io l' ho interpretata cosi':

Israele attacca l' Iran da sola, bombarda alcuni giorni. L' Iran si difende e reagisce in qualche modo.
A questo punto potrebbero intervenire gli Stati Uniti. E' una prospettiva spaventosa, che questi dubbi vengano dagli USA e' ancora piu' preoccupante.

Segnalo anche che domani, sabato, alle 11.20, su radio Citta' Aperta di Roma, 88.9 FM, Nella Ginatempo intervista Manlio Dinucci, giornalista del Manifesto.

L' intervista puo' essere ascoltata in diretta anche su www.radiocittaperta.it

Il tema della trasmissione e' il rischio di guerra nel Medio Oriente.

Dimenticato solo una cosetta:

La rappresaglia della Russia e la Cina in primis.
USA & ISRAELE, e qualsiasi nazione vassalla alla NATO, saranno spazzate VIA DALLA FACCIA DELLA TERRA dalla potenza termonucleare Russo-Cinese ed amici vari...


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imsiddi
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Le ultime notizie dicono che all' ONU...

per favore la FONTE.

grazie


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marcopa
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Questo l' articolo del Manifesto del 3 febbraio dove avevo letto, sull' edizione cartacea (ieri l' articolo non era ancora consultabile on-line), la notizia che era stata cancellata la richiesta ad Assad di lasciare subito il potere.

Mi rendo conto che notizie importanti sono nascoste e sconosciute piu' di quello che pensassi. Credevo che quanto scritto dal Manifesto fosse noto a chi segue la vicenda siriana.
marco

http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120203/manip2pg/09/manip2pz/317471/

SIRIA/NUOVA BOZZA AL CONSIGLIO DI SICUREZZA
I 15 al lavoro per limare il niet della Russia

Dalla nuova versione cancellata l'imposizione ad Assad di lasciare immediatamente il potere.

Basterà per avere il sì di Mosca?
Intensi negoziati fra i quindici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che mercoledì hanno avviato il dibattito su una bozza di risoluzione sulla crisi siriana presentata dalla Lega araba e dal Qatar, e sponsorizzata dall'occidente (era intervenuta di persona il segretario di sato Usa Hillary Clinton a sostenerla) ma contrastata dalla Russia che, dopo il caso Libia, ha minacciato l'uso del veto. Ieri nei corridoi del Palazzo di vetro newyorkese circolava una nuova versione della bozza di risoluzione arabo-occidentale, messa a punto dal Marocco. Il documento annacqua alcuni dei passaggi-chiave della precedente versione, considerati «inaccettabili» dalla Russia.

Soprattutto il punto che chiedeva-imponeva ad Assad di dimettersi immediatamente in favore del suo vice, Farouk al Sharaa, che avrebbe dovuto formare un governo di unità nazionale con l'opposizione per fermare la spirale di violenze e traghettare il paese verso «la democrazia». Un punto che per Mosca costituiva - e con ragione - il via libera a un (altro) «regime change».

Il testo rivisto in sostanza elimina i punti definiti «inaccettabili» dalla Russia e, oltre al riferimento al cambio di regime, è stato cancellato anche quello al flusso di armi verso la Siria (Mosca è il tradizionale rifornitori di armamenti al suo alleato siriano). Inoltre, altro punto qualificante, nel testo non compare nemmeno più il paragrafo riguardante la possibilità di adottare «ulteriori» e non specificate misure in caso le autorità di Damasco non rispettino i termini della risoluzione.

Secondo fonti diplomatiche al Palazzo di vetro, i paesi occidentali, una volta sventato il rischio del veto russo, sarebbero disposti ad andare al voto sul nuovo testo, a condizione che Mosca si esprima a favore e non si limiti ad astenersi, come fu per la risoluzione 1973 del marzo scorso sulla Libia che diede di fatto il via libera alla «guerra umanitaria» della Nato contro Gheddafi.

L'ambasciatore Usa all'Onu, Susan Rice, sprizzava ottimismo: le discussioni sulla bozza andavano avanti in modo «costruttivo» fra i diversi membri del Consiglio che «si erano rimboccati le maniche» per superare o limare le differenze. Anche l'ambasciatore russo al Palazzo di vetro, Vitaly Churkin, parlava di «progressi» dopo che era divenuto chiaro cosa bisognasse fare «per raggiungere un consenso». In Siria la situazione è sempre molto confusa. L'opposizione denuncia ogni giorno decine se non centinaia di vittime della repressione governativa.

Ieri era l'anniversario del massacro di Hama, quando Hafez Assad, il padre dell'attuale presidente Basher e iniziatore della dinastia, stroncò una ribellione islamista nella città al prezzo (forse) di 10000 morti. Il computo dei morti per mano del regime da parte dell'opposizione cresce a dismisura, ora sarebbero 7000 ma l'Onu ha cessato il macabro conteggio dopo aver dato la cifra di 5400 in gennaio proprio perché queste cifre sono inverificabili. Il governo a sua volta parla di 2000 fra soldati e membri delle forze di sicurezza abbattuti da «bande armate e terroristi».

dal manifesto del 3 febbraio
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120203/manip2pg/09/manip2pz/317471/


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dana74
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allora, non capisco ancora una volta dopo le numerose prove confermate dalla stessa Lega Araba della presenza di bande armate debba essere ancora attribuita alla sola fantasia di "assad" la presenza di bande armate che in quanto repressore è "screditato".
Ma questo evita di porsi l'ulteriore domanda:
CHI ARMA I RIBELLI? Perché se è vero, ed è vero che tra i soldati regolari ci sono molte vittime certo non sono state uccise a suon di sputi.

Intanto una svolta, il manifesto sostiene che abbia ragione la russia a temere un regime change, alleluia alla buon'ora.

Intanto sul macabro conteggio è davvero scandaloso che non si approfondisca il fatto che l'Onu (e alla buon'ora anche qui) abbia cessato per mancanze di verificabilità.

Visto che su quelle "info" ci si basa per autorizzare una guerra DIREI CHE E' FOCALE APPROFONDIRE soprattutto per chi si definisce una testata giornalistica pacifista.

"Basterà per avere il sì di Mosca? "
dipende, cos'altro dice sta bozza?

Non è dato sapere.

Il flusso di armi al quale Mosca si è opposta perché "aiuta" Assad è stato modificato, ma che ne è del flusso di armi dal qatar per i "ribelli"?

O facciamo finta che non è anche questa una questione focale per la stampa "manifestina"?

Grazie marcopa per averlo postato.


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dana74
Illustrious Member
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ma guarda un pò, alla vigilia della votazione dell'Onu i giornalisti cominciano a spararle grosse tanto chi si occupa di VERIFICABILITA' DELLE FONTI E PROVE?

Ora Assad ha dato disposizione di bombardare....domani spunteranno le fosse comuni?

Queste fonti sono Al Arabya l'altra è l'ass CON SEDE A LONDRA, nonostante il corriere lo precisi evidentemente non si ritiene necessario porsi altre domande, avrebbero bombardato con colpi di mortario e artiglieria, QUELLI CHE AVEVANO ANCHE I "RIBELLI" e le bande armate?!?!?!?!?!?
Che certo di riguardo verso i civili al fine di far scoppiare la guerra non si sono risparmiati in sabotaggi e piazzamento di ordigni?

ATTACCATE LE AMBASCIATE SIRIANE AL CAIRO, LONDRA, BERLINO E KUWAIT
A Homs 337 morti ma il governo smentisce
L'opposizione siriana denuncia il massacro: «Hanno bombardato la città». Ma Damasco respinge le accuse

MILANO- Una strage. Sono 337 le persone uccise e circa 1.300 feriti nella città di Homs, capitale della ribellione nel Paese. «Una pesante offensiva, hanno bombardato la città», spiega l'opposizione. Numeri confermati dalla televisione panaraba Al Arabiya. L'offensiva è ricominciata nella mattinata di sabato anche con violenti scontri. Ma l'agenzia di Stato Sana smentisce . Questo è il bilancio più sanguinoso dall'inizio della rivolta.

TESTIMONI- Gli attivisti del Syrian Observatory for Human Rights basato a Londra spiegano di aver parlato con diverse persone che abitano a Homs e confermano la carneficina. E non solo: testimoni, citati da al Arabiya, hanno affermato che il bombardamento a colpi di mortaio e artiglieria è iniziato venerdì sera, verso le 19, e ha preso di mira in particolare il quartiere di Khalidiya. Almeno 36 abitazioni, secondo le fonti, sono state distrutte e intere famiglie sono state uccise. «Ce ne stavamo seduti in casa, poi abbiamo iniziato a sentire i colpi. Abbiamo pensato ci stessero bombardando sulla testa», dice Waleed. Al Arabiya sostiene che il bilancio complessivo è destinato a salire, alcune fonti non confermate parlano di oltre 300 morti e 1.500 feriti.

SCONTRI NEL PAESE- Ma le violenze non si limitano a Homs. Le forze di sicurezza siriane hanno sparato contro una processione funebre a Darya, alla periferia di Damasco, uccidendo almeno due persone e ferendone altre dieci. Lo ha denunciato l'attivista Ayman Idlibi, dei Comitati Locali di Coordinamento, che riunisce diversi gruppi di opposizione. Ma non solo: l'esercito ha attaccato l'area di Zabadani, vicino al confine con il Libano.

ATTACCO ALLE AMBASCIATE- Intanto in diverse città nel mondo sono state attaccate le sedi diplomatiche siriane. Al Cairo cinquanta persone hanno fatto irruzione nell'ambasciata a Garden City, saccheggiando l'edificio e appiccando fuochi ai locali del piano terra. A Londra, cinque uomini sono stati arrestati mentre cercavano di forzare l'ingresso dell'ambasciata siriana nella capitale britanica. Circa 150 manifestanti si sono radunati per protestare davanti alla sede di Belgrave Square, nel centro di Londra, viale che ospita numerose ambasciate. Anche a Berlino si sono verificati scontri: attivisti dell'opposizione siriana hanno circondato e attaccato l'ambasciata, causando danni all'edificio. Venti persone sono state arrestate. In Kuwait un numero imprecisato di attivisti siriani sono stati arrestati dalla polizia quando hanno tentato di attaccare l'ambasciata siriana.
Redazione Online

http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_04/homs-massacro_f1f7b78c-4eff-11e1-be5e-e51bc42d9d61.shtml


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xeliox
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Cina E Russia hanno Votato Contro!


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