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Cooperanti di Cuba morti in Brasile ed Ecuador: la virtù umana che non è notizia
Pochi giorni fa, moriva la dottoressa cubana, cooperante in Brasile, Clara Eliza colpita dall'influenza H1N1. Lavorava nel programma "Mais Medicos", promosso dalla presidentessa Dilma Rousseff per portare assistenza sanitaria gratuita a più di 50 milioni di persone prima dimenticate.
"Mais medicos" conta su 18000 professionisti, di cui 11400 provenienti da Cuba, mediante un accordo tra i due governi e l'Organizzazione Panamericana della Salute.
Il programma è stato oggetto di calunnie e costanti campagne sulla stampa brasiliana. Come in Venezuela la chiamata "Missione Barrio Adentro" dove -di certo- aveva cooperato Clara Eliza per 7 anni.
Le migliaia di vite salvate, i diritti conquistati da una popolazione precedentemente esclusa non meritano una riga sulla stampa brasiliana. Neppure l'esemplare lavoro solidario, per anni, di Clara Eliza, nella zona desertica dello Stato di Bahia.
Neppure i media privati dell'Ecuador hanno dedicato una riga ai tre sanitari cubani morti nel recente terremoto; membri della brigata di 761 cooperanti che Cuba ha in quel paese.
Roberto Malvezzi, della Commissione Pastorale della Terra di Bahia, in Brasile, ricordava che la solidarietà è una delle più belle virtù dell' essere umano. E che, nei tempi della peggiore meschinità politica nel suo paese, la dottoressa cubana cooperante Clara Eliza simboleggia quella virtù che ancora esiste grazie agli esempi come quello della solidarietà medica cubana in 67 paesi del mondo.
Medico cura te stesso - diceva un tale.