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TI - posti di lavoro in pericolo nell'idroelettrico


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http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/locarnese-e-valli/le-nubi-sullidroelettrico-ticinese-id153863.html

Locarnese e valli
Le nubi sull'idroelettrico ticinese
Il freno al calo dei prezzi dell’energia non scongiura i licenziamenti previsti dal Governo per i dipendenti delle officine idroelettriche della Maggia e di Blenio.

M.V./T.V. - 24 gennaio 2017

Da qualche mese il calo del prezzo di vendita dell’energia elettrica si è arrestato. Anzi ha registrato un raddoppio dei prezzi sui mercati spot (cioè a brevissimo termine). La situazione rimane stabile ed è un beneficio anche per l’Ofima e l’Ofible. Ma le cause di questo assestamento sembrano essere contingenti, poiché dovute al fermo-produzione di alcune centrali nucleari francesi cui si è aggiunto un importante ammanco di energia, specie nella stagione invernale, da parte di due centrali svizzere. È quindi un moderato sospiro di sollievo per i circa 160 dipendenti delle due società idroelettriche ticinesi poiché – come noto – è stata annunciata la soppressione di una quarantina di posti di lavoro. Per una quindicina si prospetta il trasferimento all’AET (*), mentre per altri si parla di pensionamento anticipato. I licenziamenti saranno valutati solo se queste due misure non avranno raggiunto l’obiettivo.

Questa prospettiva era stata genericamente indicata dalle direzioni delle società idroelettriche in un comunicato stampa emanato all’inizio di dicembre. Comunicato che faceva riferimento anche ai notevoli investimenti effettuati nelle varie centrali per modernizzare la produzione e razionalizzare gli impianti.
Per la verità la ristrutturazione del numero dei collaboratori era nell’aria poiché da circa tre anni la produzione energetica era entrata in una grave crisi non solo nell’idroelettrico, ma anche nel nucleare per motivi ben noti, in particolare per la politica degli aiuti forniti dalla Germania agli impianti delle energie alternative. Gli anni “grassi” erano quindi terminati. Del resto già da tempo le società idroelettriche avevano deciso il blocco di nuove assunzioni.

Naturalmente è comprensibile la preoccupazione fra il personale, considerando che il settore del personale addetto agli impianti di produzione è formato quasi esclusivamente da persone domiciliate nelle valli, regioni già finanziariamente deboli. Ofima e Ofible avevano comunicato che i provvedimenti sarebbero stati affinati nel primo semestre dell’anno. Quindi non resta che rimanere in attesa.

Anche la politica si è mossa chiedendo a Berna “misure efficaci” da adottare rapidamente, altrimenti il pilastro centrale della strategia energetica 2050, costituito dalle centrali idroelettriche svizzere, è in pericolo. La richiesta è stata inviata a fine dicembre alla consigliera federale (**) Doris Leuthard. L’hanno firmata tre granconsiglieri (***) (Fiorenzo Dadò, capogruppo del PPD, Alex Farinelli, capogruppo del PLR, e Paolo Sanvido della Lega) evidenziando la necessità di sostenere il settore dell’idroelettrico, fortemente sotto pressione in particolare per i prezzi di mercato ai minimi. Fiorenzo Dadò e gli altri deputati vallerani hanno anche chiesto un incontro con le direzioni delle due Società, che è poi avvenuto con l’intervento del consigliere di Stato (+) Christian Vitta. La linea di Vitta e di Dadò è stata molto chiara: «Non accettiamo nessun licenziamento e siamo pronti a mettere in discussione anche l’intervento dell’AET». Essi hanno richiamato le società idroelettriche alle loro responsabilità sociali chiedendo loro di evitare le riduzioni del personale anche considerando i lunghi periodi di consuntivi molto positivi del passato. Ora le richieste sono all’esame delle società idroelettriche.

Sul fronte sindacale abbiamo sentito Gianni Guidicelli dell’OCST (++). «Se lo stop al calo dei prezzi dell’energia elettrica può essere considerata una buona notizia - perché favorirebbe la chiusura di bilanci non in rosso per le aziende - permane comunque la preoccupazione. Al momento non abbiamo ricevuto segnali concreti di un ripensamento. Se la ristrutturazione dovesse concretizzarsi, andrebbe a toccare posti di lavoro particolarmente preziosi perché in zone periferiche. Le valli, che hanno sacrificato le loro acque a favore delle Partnerwerke, che a loro volta hanno creato ricchezza principalmente trasferita oltre Gottardo, ora rischiano di perdere quelle opportunità occupazionali che erano prioritariamente destinate ai residenti». L’OCST si affianca quindi alle prese di posizione del mondo politico e ribadisce «la sua disponibilità ad accompagnare i lavoratori per mettere in atto tutte le misure possibili per attenuare le conseguenze dei tagli».

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(*) Azienda Elettrica Ticinese
(**) membro del governo nazionale, dirige il DATEC (Dipartimento dell'Ambiente, dei Trasporti, dell'Energia e delle Comunicazioni); per quest'anno copre l'incarico di Presidente della Confederazione
(***) parlamentari
(+) membro (PLR) del governo cantonale, dirige il Dipartimento delle Finanze e dell'Economia
(++) Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese, e' il sindacato vicino al PPD


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