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UE-Grecia: fumata nera


vic
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http://www.gdp.ch/mondo/salvataggio-di-atene-ancora-fumata-nera-id82732.html

Mondo - L'ultimatum dell'UE
Salvataggio di Atene: ancora fumata nera
L'Eurogruppo: "Riforme entro mercoledi' o addio negoziati". Bruxelles vuole tenere la Grecia nell'euro, ma in cambio chiede una resa incondizionata. Il piano ora e' nelle mani dei leader UE. Si prospetta anche un ritorno della troika.

di Ma.Si. - 13 luglio 2015

Approvare la riforma dell'Iva, delle pensioni, del codice di procedura civile, l'indipendenza dell'istituto di statistica, la creazione di un istituito per controllare i bilanci e la trasposizione delle direttiva sul salvataggio delle banche. E poi il l ritorno della Troika, che verifichera' ogni passo del Governo, la reintroduzione dei licenziamenti collettivi, l'abolizione della contrattazione collettiva. Queste le richieste dell'Eurogruppo alla Grecia, contenute in una bozza di accordo passata sul tavolo dei 19 capi di Stato e di governo dell'Eurozona, riuniti da quasi 15 ore a Bruxelles.

Richieste durissime, da iniziare ad attuare entro tre giorni, almeno per quanto riguarda Iva e pensioni. Sul tavolo c'e' anche la richiesta di "normalizzare completamente il metodo di lavoro con le istituzioni, compreso il necessario lavoro sul campo": in altre parole si chiede il ritorno della Troika ad Atene. Escluso invece un taglio del debito, a meno che Atene accetti una Grexit a tempo in cambio. Il programma di salvataggio della Grecia (il terzo) ammonta a circa 82-86 miliardi di euro, 7 dei quali necessari entro il 20 luglio.

Prendere o lasciare

Il piano "prendere o lasciare", che mette il cappio intorno al collo di Atene lasciando a lei la scelta di stringerlo o meno, lo scrive insomma l'Eurogruppo. Nel documento tornano tutti i cavalli di battaglia dell' "austerity": dalla Troika che torna a "commissariare" il Governo ellenico all'abolizione immediata - cioe' entro mercoledi' - delle baby pensioni, dalla reintroduzione dei licenziamenti collettivi all'abolizione della contrattazione collettiva.

Nemmeno le riforme che Tsipras ha gia' fatto potranno salvarsi: dovranno essere "compensate" (cioe' trovando misure a copertura), o abolite. Entro mercoledi' dovra' gia' dare prova di aver capito: deve far approvare dal Parlamento la riforma dell'Iva, delle pensioni, l'adozione del Codice di Procedura civile, la creazione del "Fiscal Council" previsto dal Fiscal Compact per controllare i bilanci e la direttiva per la "risoluzione" delle banche, che mette fine ai salvataggi statali. "Ci vogliono schiacciare e umiliare" e' la sintesi del ministro della Difesa greco. Kammenos.

Le incognite dei passaggi parlamentari

Tra le incognite che pesano su un eventuale accordo per il terzo salvataggio della Grecia, c'e' il passaggio parlamentare che seguira' in almeno sei Stati membri, con la Camera Bassa tedesca sollecitata due volte, e la stessa Atene che dovra' dare disco verde sull'attuazione delle riforme.

Molti dei Paesi che al tavolo negoziale di Bruxelles hanno imposto la linea dura - Germania, Finlandia, Slovacchia, Lettonia, Olanda, e Austria - vedranno le proprie assemblee esprimersi sull'intesa, con esiti che ad oggi, malgrado l'impegno politico dei leader, in alcuni casi non sono scontati. E nel caso di un no, il castello si sgretolerebbe, trascinando l'eurozona verso nuove turbolenze. Proprio per questo l'appuntamento col Vouli, il Parlamento di Atene, chiamato a rispondere entro mercoledi' sulle sei riforme principali, si annuncia cruciale. Nonostante il probabile appoggio delle opposizioni, la partita interna di Tsipras rischia di essere molto complicata, tale da lasciar pensare ad un rimpasto tra oggi e domani, con una nuova coalizione di Governo.

La compagine dell'esecutivo infatti e' sfilacciata, con l'ala radicale di Syriza intenzionata a non firmare, e gli alleati di Anel (la destra di Kammenos), indispettiti dai tagli alla difesa. D'altra parte anche in Germania il voto potrebbe riservare sorprese. La camera bassa del Parlamento tedesco, il Bundestag, dovra' prima esprimere il suo parere per affidare il mandato negoziale, probabilmente tra il 15 ed il 16 (subito dopo Atene sulle sei riforme principali, ed in tempo per la riunione dell'Eurogruppo) e successivamente votare di nuovo per avallare il Memorandum.


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