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USAID, la mano "amica" che ti strangola


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USAID, la mano "amica" che ti strangola

JUANA CARRASCO

Una storia iniziata nel secolo scorso estende i suoi tentacoli in questo secolo, dove le armi si digitalizzano e prendono il cyberspazio per sparare proiettili, anche mortali, destinati a manipolare le menti con guanti di seta, ma con gli obiettivi finali che non variano da quegli anni brutali di cruenti colpi di stato e dittature militari: togliere di mezzo i Governi e politici, attivisti di uno sviluppo con giustizia sociale.

Quando l'azione diretta del Pentagono e le cannoniere, o dei discepoli della Scuola delle Americhe (o come si chiama adesso), non furono la via adatta per tali scopi, gli USA aprirono altre strade.

Nel novembre 1961 - fallita la loro invasione della Baia dei Porci con la sconfitta che il popolo cubano gli inflisse sulle sabbie di Playa Girón, e anche il miserabile contributo di 20000 milioni dell'Alleanza per il Progresso di John F. Kennedy - l'idea fu creare l'USAID (United States Agency International for Development - Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale) attraverso il Foreign Assistance Act (Legge di Assistenza all'Estero), del 1961.

L'Agenzia Internazionale per lo Sviluppo formava con l'acronimo AID una parola ingannevole, con pelle di pecora pronta per le buone azioni: "Aiuto", camuffamento ideale per i veri fini di spionaggio, intraprendere azioni sporche, formare personalità e personaggi leali per eseguire gli sforzi di destabilizzazione di economie e Governi.

Cuba fu il centro primario del mirino USA, così come l'intenzione di isolarla dalla comunità dei paesi vicini dalla quale, però, poi sarebbero venuti altre fonti di attenzione nella regione, e si estesero, secondo gli interessi strategici di Washington, a praticamente tutto il mondo. Gli USA ampliarono la loro azione "amichevole" al resto del pianeta: che una carestia in questo o quel paese o regione dell'Africa; che un disastro naturale in Asia; che un'epidemia in chissà quale punto della geografia planetaria e lì c'era il timbro di una mano "amica", mascherando i veri scopi.

La realtà era ed è ben diversa, l'USAID ha una lunga storia come braccio operativo della Central Intelligence Agency (CIA), e i suoi contratti sono collegamenti per la sovversione.

Ricordiamo un pò della storia del nostro continente: nel 1970, i guerriglieri Tupamaros rapirono e giustiziarono Dan Mitrione, un funzionario dell'USAID in Uruguay che lavorava per la CIA e aveva come funzione principale addestrare la polizia speciale uruguaiana e anche quella brasiliana in tattiche di tortura in cui lui era un maestro.

Quel brutale incidente di Dan Mitrione, porse allo scoperto il sordido ruolo degli USA con le dittature del Cono Sud, fece sì che nel 1974 si emendasse il Foreign Assistance Act e si proibisse l'assistenza alla polizia e - almeno sulla carta - finisse il coinvolgimento (USAID) nei programmi di Sicurezza Pubblica in America Latina, che insieme con la guerra in Vietnam, fece parte della strategia anticomunista del Governo USA.

Ma ci sono molti esempi di attività analoghe nei quasi 55 anni di esistenza dell' USAID, anche se sono stati rivestiti in compiti sociali umanitari.

Lo scorso aprile, il Wayne Madsen Report, un sito web di questa giornalista investigativa di Washington, che ha denunciato in articoli e libri non poche delle storie "politicamente scorrette" e "politicamente imbarazzanti" delle azioni ufficiali del Governo USA, pubblicava un lungo elenco delle operazioni segrete dell'USAID come braccio della CIA contro paesi tanto dissimili come Indonesia, Pakistan, Venezuela e Bolivia, a proposito delle rivelazioni dell'agenzia Associated Press (AP) su ZunZuneo, contro Cuba, il programma sovversivo per incoraggiare, soprattutto, i giovani dell'isola alla rivolta.

Sempre presenti sono i progetti che finanziano la cosiddetta "società civile" mediante una "miscellanea di contrattisti stranieri" o domestici come la Development Alternatives, Inc. (DAI) e la Creative Associates, Inc. (CAI), i cui dipendenti e denari appaiono in numerose operazioni della silenziosa USAID, disposti contro paesi che vanno da Cuba alla Palestina, passando per Filippine, Europa orientale, molte nazioni africane e anche dell'America Latina.

Alcuni esempi

"Mentre l'USAID si muoveva in Indonesia, nel 1965 (quella del dittatore Suharto), suoi contractor volavano in Air America, una compagnia aerea della CIA, che lanciava armi e raccoglieva droghe in Laos o contrabbando in Thailandia e Vietnam del Sud" afferma il Wayne Madsen Report.

Negli anni '80 i dipendenti dell'USAID distribuivano un 'aiuto non letale' ai mujaheddin afghani rifugiati in Pakistan ed è stata anche utilizzata per l'acquisto di armi dei musulmani radicali che cercavano di spodestare l'uomo forte del Pakistan, Muhammad Zia-ul Haq.

Agì anche fomentando un'opposizione politica contro il presidente Jean-Bertrand Aristide ad Haiti. attraverso il Progetto Democrazia, negli anni '90, e conclusero con un colpo di stato che hanno ripetuto nell'attuale secolo.

Nel 2002, l'USAID era presente in Palestina mediante la DAI, che richiedeva dettagliate informazioni personali dei membri delle ONG che ricevevano fondi USA, e le informazioni, che includevano opinioni politiche personali dei membri delle organizzazioni, finivano alla CIA e al Mossad (servizio dell'intelligence sionista), in modo da poter fare pressione sulle ONG per favorire le politiche di USA ed Israele.

Inoltre, centinaia di migliaia di dollari sono stati incanalati come «aiuto» ai gruppi che cercavano di minare il Governo del presidente Daniel Ortega, in Nicaragua tra il 1979 e il 1989.

Durante i dieci anni del presidente Alberto Fujimori in Perù, il suo capo dell'intelligence, Vladimiro Montesinos, ricevette fondi della CIA/USAID per la repressione, nelle zone rurali, dove agiva Sendero Luminoso ed il movimento guerrigliero Tupac Amaru.

L'USAID è stata collegata a un bel pò di affari sporchi e corrotti dove il denaro dai contribuenti USA, presumibilmente destinati ad aiuti umanitari ed alimentari o servizi medici a paesi poveri, scompare in virtuali "buchi neri".

Altre volte, l'ingerenza sovrasta tutto, come è accaduto nel 2009, quando la stampa pakistana ha riferito che l'USAID stava fornendo assistenza educativa diretta a studenti, ignorando il Ministero della Pubblica Istruzione di quel paese, al fine di "formare" quadri dipendenti e grati all'impero.

Uno dei contraenti preferiti dell'USAID è la Chemonics International, avviata nel 1976 dal conservatore repubblicano Gerald Murphy, che nel 1993 ha detto al quotidiano 'The New York Times': "Ho sempre voluto fare due cose: una, avere una mia propria CIA, e due aiutare la gente". Chemonics ha ricevuto mezzo milione di dollari per sostenere le missioni sul campo dell'USAID in Nepal, dove fornì propaganda a favore degli USA per essere diffusa nelle stazioni radiofoniche del paese che occupa il tetto del mondo.

Dalla sua sede nel Ronald Reagan Building a Washington, l'USAID ha sviluppato innumerevoli piani d'ingerenze e di spionaggio come la sovvenzione di programmi di Assistenza nella Formazione per le Investigazioni Criminali Internazionali (ICITAP), da cui ne consegue che la CIA ha ottenuto le impronte digitali della popolazione in Albania, Kazakistan, Senegal, Nigeria, Gabon, Gambia, Madagascar, Uganda, Tanzania, e le isole indonesiane di Giava e di Sumatra.

Bolivia espelle, Venezuela lotta

Il 1 maggio 2013, il presidente Evo Morales ha annunciato l'espulsione dell'USAID, accusandola di agire con la CIA per destabilizzare la Bolivia e fomentare un colpo di stato. Da oltre 50 an
ni l'Agenzia era stata presente nel paese andino, e con l'arrivo del primo Presidente indigeno e il suo programma di governo volto al benessere del suo popolo ed alla trasformazione economica e sviluppo tecnologico e scientifico del suo paese, venivano meno le politiche di privatizzazione e diffusa appropriazione delle ricchezze minerarie e naturali.

I piani sovversivi non si fecero attendere e sono stati diretti, in primo luogo, alla rivolta e tentativi di secessione dei dipartimenti più sviluppati e ricchi del paese; sconfitti questi tentativi si rivolsero, in gran parte, a affrontare coloro che sono state le basi popolari del Movimento al Socialismo: sindacati ed organizzazioni indigene con il Governo di Evo.

Venezuela è stato un altro bersaglio speciale da che Hugo Chavez è diventato Presidente nelle urne, una prodezza che ha ripetuto in più di una dozzina di elezioni ed il popolo è tornato a ripetere con Nicolas Maduro.

L'enfasi, nel caso del Venezuela, è stata sovvertire i giovani, soprattutto gli studenti universitari, non rendendosi conto che la Rivoluzione Bolivariana ha reso questa nazione il secondo paese del continente con il maggior numero di studenti a tutti i livelli di istruzione che, inoltre, cominciò ad essere gratuita e di qualità.

Con scioperi della "fame", incatenamento ad installazioni di organismi internazionali, marce, blocchi stradali e violente guarimbas, questi studenti sono stati utilizzati dall'oligarchia venezuelana e dagli interessi esterni (cioè gli USA) come pedine della sovversione e pretesto per poter promuovere qualsiasi ingerenza straniera - militare o civile -; pretesa che non ha avuto successo per il sostegno della maggior parte del popolo alla Rivoluzione Bolivariana e chavista, compreso il segmento più giovane di questo popolo che ora si approssima al Congresso della Gioventù del Partito Socialista Unito del Venezuela.

Sotto piani di apparente innocenza: siano borse di studio, programmi di studio, seminari di formazione pratica in materia di salute e di altri argomenti, entrano il dissenso e la sovversione.

L'unità continua ad essere scudo e spada in Venezuela, lo è in Bolivia, e anche a Cuba, la cui gioventù ha denunciato e respinto il ZunZuneo, il Piramideo e il piano dei 'viaggiatori' sovversivi.

USAID: infamia e insensatezza

Ricardo Alarcón de Quesada

Tratto dal sito

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=188894

Una profezia prussiana
 
Forse alcuni credono che Otto von Bismark fu rude quando disse che "Dio ha una speciale provvidenza per proteggere i tonti, gli ubriachi, e gli Stati Uniti d'America". Altri possono pensare, tuttavia, che tale battuta, oltre un secolo fa, quando il paese alluso (USA) era appena conosciuto, fosse una profezia caustica di ciò che sarebbe venuto dopo nella condotta del nuovo impero per tutto il XX secolo e, finora, in questo XXI.

Mi ricordai la frase nel leggere una molto più recente, agosto 2014, del senatore repubblicano Jeff Flake che criticando le più recenti azioni anti-cubane dell'Agenzia Internazionale per lo Sviluppo (USAID) ironizzava: "Questi programmi hanno disperatamente bisogno della supervisione di un adulto". Il legislatore si riferisce al lungo e ben documentato reportage investigativo della Associated Press sul programma clandestino per l'invio, a Cuba, di giovani latino-americani al fine di reclutare i loro coetanei antillani, per organizzarli e convertirli in una forza capace di rovesciare il Governo rivoluzionario.

Non molto tempo fa l'AP aveva rivelato un altro piano USAID, utilizzando come subappaltatore una società chiamata Creativa Associates International, per creare, con l'inganno, una rete sovversiva di telefonia cellulare, la chiamata "ZunZuneo".
Prima aveva pubblicato un articolo che aveva smascherato il vero ruolo di Alan Gross, attualmente detenuto a Cuba. La propaganda ufficiale USA lo aveva presentato come se fosse venuto per aiutare la comunità ebraica cubana per accedere ad Internet. Ancora si ripete tale falsità, nonostante la netta e precisa negazione dei leader di quella comunità che, oltre ad Internet, ha rapporti molto cordiali e rispettosi con le autorità cubane. L'articolo comprendeva comunicazioni confidenziali tra Gross e chi lo dirigeva, nelle quali esplicitamente riconoscono la natura illegale e sovversiva della sua missione.

Sei giorni dopo l'arresto di Gross, l'USAID ha posto in marcia questo nuovo progetto. Per coincidenza anche di questo fu incaricata la Creatives Associates International.

Ora l'agenzia di notizie ha pubblicato documenti segreti, comprese guide per le comunicazioni criptate e relazioni inviate dai giovani cospiratori e le indicazioni che hanno ricevuto. L'AP ha intervistato alcuni delle novelle spie, del Costarica, Venezuela e Perù, così come vari dei loro "reclutati" cubani.

L'operazione sembra tratta da un melodramma a buon mercato. I latinoamericani erano formati, hanno detto alla AP, attraverso brevi corsi, di solo una settimana, in cui imparavano tecniche di ricerca e selezione di candidati per ulteriori e più complesse attività sovversive, nonché codici di linguaggio cifrato per comunicare con coloro che li dirigevano dall'estero. Nel compimento della loro missione, sono andati a Cuba simulando di essere interessati ad aiutare i cubani a sviluppare lavoro comunitari utili per migliorare le loro condizioni di vita. Nei loro interscambi con i destinatari dell' "aiuto" avrebbero identificato gli scontenti per le difficoltà ed insuccessi con cui si scontrano ogni giorno, e avrebbero cercato di attrarli e formarli come futuri leader dell'opposizione.

Coloro che hanno concepito l'idea, di certo, non hanno ancora imparato che, da anni, in questi e in altri paesi del continente, decine di migliaia di giovani cubani partecipano a programmi di assistenza sanitaria, istruzione, cultura e sport, tra altri, che in molto hanno contribuito a salvare e migliorare vite, ciò riconosciuto da governi ed organismi internazionali specializzati come l'OMS, l'OPS e l'UNESCO. Neppure sembrano sapere che se qualcosa c'è in abbondanza a Cuba sono le persone che apertamente esprimono le loro opinioni e criticano gli errori e le carenze che incontrano nella loro vita quotidiana. Lo fanno nei mezzi stampa, durante le riunioni in cui i loro rappresentanti eletti devono render loro conto, e nelle loro organizzazioni sociali e professionali. Lo fanno, insomma, ogni giorno, in ogni angolo. Lo fanno perché la maggior parte della popolazione è nata dopo il 1959 e vissuto abituata a che l'universalità e gratuità dell'istruzione e salute, nonché l'assistenza e la sicurezza sociale, sono diritti inalienabili che sono loro, gli appartengono anche prima di uscire dal grembo materno. Per loro, inoltre, gli assalti della polizia alle loro scuole e i pestaggi e il carcere a chi cerca di protestare, sono storie del passato che solo i loro nonni vissero.

La scusa perfetta

Il costaricano Fernando Murillo, uno dei principali dirigenti dell'operazione, ha fatto diversi viaggi a Cuba. Intervistato da AP ha parlato dei suoi viaggi a Santa Clara con ragazzi che suonano musica urbana ed altre forme d'arte. In posa da scopritore, ha confessato la sua soddisfazione per quello che lui ha qualificato "la scusa perfetta" per sostenere il suo piano: organizzare un seminario sulla prevenzione dell'HIV-AIDS, anche se ha rifiutato di fornire dettagli citando l'impegno di riservatezza (nondisclosure agreement - accordo di non divulgazione) che aveva firmato con i suoi datori di lavoro. Ha solo detto che "insegnava allea gente come usare correttamente il preservativo". La portavoce del Dipartimento di Stato è stata più loquace, e difendendo questo piano ha riconosciuto che, oltre alla presunta lotta contro l'AIDS, aveva un altro scopo di carattere sovversivo
.

Ha omesso di dire che, anni fa, Cuba ha dovuto affrontare questa malattia, non solo senza contare su alcun aiuto USA, ma affrontando la crudeltà del blocco che le impediva di acquisire retrovirali essenziali che allora erano prodotti esclusivamente da laboratori del paese vicino (USA ndt). In quei tempi iniziali, i pochi pazienti dell'Isola alleviarono le loro sofferenze con l'aiuto solidale di alcune ONG e specifici individui. La guerra economica che ci impongono include anche, dal 1964, i medicinali e le attrezzature e strumenti medici. All'attuazione di questa politica genocida partecipano tutte le agenzie governative, tra cui l'USAID. Ad esempio, nelle sue lezioni didattiche, Murillo non poteva mostrare preservativi "made in USA".

Ma, già da lungo tempo, Cuba, oltre a produrre i retrovirali necessari e mantenere il sistema sanitario gratuita per tutti, conduce un programma speciale per gli HIV-positivi che permette di sopravvivere, e in condizioni decenti, al 90% dei portatori del virus. Senza contare che Cuba è uno dei paesi meno colpiti da questa malattia, che trova sull'isola un tasso di prevalenza dello 0,2%, mentre in America Latina è dello 0,4% e negli USA e in Canada 0,6%. Per quanto riguarda i giovani dai 15 ai 19 anni, il tasso cubano - 0.02 - è il più basso delle Americhe e Cuba sta optando per essere certificata come il primo paese della regione ad eliminare la trasmissione via genetica della sifilide e dell'HIV.

I governanti USA hanno diritto, naturalmente, a esibire la loro ignoranza ed agire come tonti ed ubriachi, come direbbe il prussiano. Ma è un'infamia imperdonabile manipolare grossolanamente la salute e la vita degli altri.

Un nuovo inizio?

Dal 1959 Washington si è impegnata, invano, nel distruggere la Rivoluzione Cubana. Ha provato di tutto. Guerra economica, l'intervento militare, la sovversione ed un'incessante propaganda ostile.

Nel 1999 è stato pubblicato un libro del ricercatore nordamericano Jon Elliston sulla guerra psicologica e la propaganda anti-cubana. Si tratta essenzialmente di una raccolta di documenti declassificati che illustrano il colossale spreco di risorse per cercare di confondere e dividere i cubani ed ingannare i popoli dell'America Latina. Misero mano a tutto, persino a libri di fumetti per bambini con edizioni di milioni di copie.

I piani che ora denunciamo sono la continuazione di una lunga serie di aggressioni, in cui, non di rado, con il crimine c'era l'insensatezza. I più recenti sono stati concepiti e attuati dall'attuale amministrazione. Poco dopo essersi installato alla Casa Bianca, il presidente Obama annunciò che ci sarebbe stato "un nuovo inizio" nella politica verso Cuba. Ovviamente questa è una delle promesse dimenticate. O forse per lui, il "cambiamento" significa più della stessa cosa.

USAID: infamia y disparates

Ricardo Alarcón de Quesada
Tomado del Sitio Rebelión

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=188894

Una profecía prusiana

Quizás algunos crean que Otto von Bismark fue áspero con aquello de que “Dios tiene una providencia especial para amparar a los tontos, los borrachos y los Estados Unidos de América”. Otros pueden pensar, sin embargo, que tal ocurrencia, hace más de un siglo, cuando el país aludido apenas se daba a conocer, era una profecía mordaz de lo que vendría después en la conducta del nuevo imperio a lo largo del siglo XX y lo que va del XXI.

Recordé la frase al leer una mucho más reciente, agosto de 2014, del senador republicano Jeff Flake quien, criticando las más recientes acciones anticubanas de la Agencia Internacional para el Desarrollo (USAID) ironizaba: “Esos programas necesitan desesperadamente supervisión adulta”. Se refería el legislador al largo y ampliamente documentado reportaje investigativo de la Associated Press sobre el programa clandestino para el envío a Cuba de jóvenes latinoamericanos con el fin de reclutar a sus pares antillanos, organizarlos y convertirlos en una fuerza capaz de derrocar al gobierno revolucionario.

No hace mucho la AP había revelado otro plan de la USAID, utilizando como subcontratista algo llamado Creative Associates International, para armar, mediante el engaño, una red subversiva de telefonía celular, el llamado “ZunZuneo”.
Antes había publicado un reportaje que desenmascaró el verdadero papel de Alan Gross actualmente en prisión en Cuba. La propaganda oficial norteamericana lo había presentado como si hubiese venido para ayudar a la comunidad judía cubana a acceder a Internet. Aún se repite tal falacia pese a la rotunda y precisa negación de los líderes de esa comunidad que, además de Internet, tiene muy cordiales y respetuosas relaciones con las autoridades cubanas. El artículo incluía comunicaciones confidenciales entre Gross y quienes lo dirigían, en las que explícitamente reconocen el carácter ilegal y subversivo de su misión.

Seis días después del arresto de Gross, la USAID echó a andar este nuevo proyecto. Casualmente se lo encargó también a Creatives Associates International.

Ahora la agencia noticiosa dio a conocer papeles secretos, incluyendo guías para las comunicaciones encubiertas e informes enviados por los jóvenes conspiradores y las orientaciones que recibían. La AP entrevistó a algunos de los noveles espías, de Costa Rica, Venezuela y Perú, así como a varios de sus “reclutas” cubanos.

La operación parece extraída de un folletín de factura barata. Los latinoamericanos eran entrenados, según dijeron a la AP, en cursos rápidos, apenas una semana, en los que aprendían técnicas de búsqueda y selección de candidatos para ulteriores y más complejas tareas subversivas, así como en códigos de lenguaje cifrado para comunicarse con quienes los dirigían desde el exterior. En cumplimiento de su misión, fueron a Cuba simulando estar interesados en ayudar a los cubanos a desarrollar labores comunitarias útiles para mejorar sus condiciones de vida. En sus intercambios con los receptores de la “ayuda” identificarían a los quejosos ante las dificultades y fallos con que tropiezan diariamente, y tratarían de atraerlos y formarlos como futuros líderes de oposición.

Quienes concibieron la idea seguramente no se han enterado aún que, desde hace años, en esos y otros países del continente, decenas de miles de jóvenes cubanos participan en programas de atención médica, educación, cultura y deporte, entre otras materias, que en mucho contribuyen a salvar y mejorar vidas, así reconocido por los gobiernos y organismos internaciones especializados como la OMS, la OPS y la Unesco. Tampoco parecían conocer que si algo hay en abundancia en Cuba es gente que expresa abiertamente sus opiniones y critica los errores y las insuficiencias que encuentran en su cotidianidad. Lo hacen en los medios de prensa, en las reuniones en las que sus delegados electos les rinden cuenta, y en las de sus organizaciones sociales y gremiales. Lo hacen, en fin, todos los días en cualquier esquina. Lo hacen porque la mayoría de la población nació después de 1959 y ha vivido acostumbrada a que la universalidad y gratuidad de la educación y la salud, así como la asistencia y la seguridad social son derechos inalienables, que son suyos, les pertenecen, aun antes de salir del vientre materno. Para ellos, además, los asaltos de la policía a sus centros escolares y las golpizas y la cárcel a quienes intentaran protestar, son historias del pasado que sólo vivieron sus abuelos.

La excusa perfecta

El costarricense Fernando Murillo, uno de los principales dirigentes de la operación, realizó varios viajes a Cuba. Entrevistado por la AP habló de sus correrías por Santa Clara con muchachos que practican la música urbana y otras manifestaciones artísticas. En pose de descubridor, confesó su satisfacción por lo que calificó com
o “la excusa perfecta” para impulsar su plan: organizar un taller sobre la prevención del VIH-sida, aunque se negó a dar detalles alegando el compromiso de confidencialidad (nondisclosure agreement) que había suscrito con sus empleadores. Se limitó a decir que “enseñaba a la gente cómo usar condones correctamente”. La vocera del Departamento de Estado fue más locuaz, y al defender este plan reconoció que, además de la supuesta lucha contra el sida, tenía otro propósito de carácter subversivo.

Omitió decir que, años atrás, debió Cuba encarar esa enfermedad no sólo sin contar con ayuda alguna de Estados Unidos, sino enfrentando la crueldad del bloqueo que le impedía adquirir retrovirales esenciales que entonces eran producidos exclusivamente por laboratorios del país vecino. En aquellos tiempos iniciales, los pocos pacientes de la isla aliviaron sus sufrimientos con la ayuda solidaria de algunas ONGs y personas particulares. La guerra económica que se nos impone incluye también, desde 1964, las medicinas y los equipos e instrumentos médicos. En la aplicación de esa política genocida participan todas las agencias gubernamentales, incluida la USAID. Por ejemplo, en sus charlas didácticas, Murillo no podía mostrar condones “made in USA”.

Pero, hace ya bastante tiempo, Cuba, además de producir los retrovirales necesarios y mantener su sistema de salud gratuito para todos, lleva a cabo un programa especial para los seropositivos que permite sobrevivir, y en condiciones decorosas, al 90% de los portadores del virus. Sin olvidar que es Cuba uno de los países menos afectados por esa enfermedad, la cual tiene en la isla una tasa de prevalencia de 0.2%, mientras en América Latina es 0.4% y en Estados Unidos y Canadá 0.6%. En cuanto a los jóvenes de 15 a 19 años, el índice cubano -0.02- es el más bajo de las Américas y Cuba está optando para ser certificada como el primer país de la región en eliminar la transmisión vía genética de la sífilis y el VIH.

Los gobernantes de Estados Unidos tienen derecho, desde luego, a exhibir su ignorancia y actuar cual tontos y borrachos, como diría el prusiano. Pero es una infamia imperdonable manipular groseramente la salud y la vida de los demás.

¿Un nuevo comienzo?

Desde 1959 Washington se ha empeñado, infructuosamente, en destruir a la Revolución Cubana. Lo ha intentado todo. La guerra económica, la intervención militar, la subversión y una incesante propaganda hostil.

En 1999 fue publicado un libro del investigador norteamericano Jon Elliston sobre la guerra sicológica y la propaganda anticubana. Es básicamente una recopilación de documentos desclasificados que ilustran sobre el colosal derroche de recursos para tratar de confundir y dividir a los cubanos y de engañar a los pueblos de América Latina. Echaron mano a todo, hasta a libros de historietas infantiles con ediciones de millones de ejemplares.

Los planes que ahora denunciamos continúan una larga saga de agresiones, en las que, no pocas veces, junto al crimen iba el dislate. Los más recientes fueron concebidos y ejecutados por la actual administración. Poco después de instalarse en la Casa Blanca, el presidente Obama anunció que habría “un nuevo comienzo” en la política hacia Cuba. Obviamente esa es una más de las promesas olvidadas. O quizás para él, “cambio” significa más de lo mismo.

USAID, la mano “amiga” que te estrangula

JUANA CARRASCO

Una historia que comenzó en el siglo pasado extiende sus tentáculos hasta esta centuria, donde las armas se digitalizan y toman el ciberespacio para disparar proyectiles, también mortales, destinados a manipular las mentes con guantes de seda, pero con objetivos finales que no varían de aquellos años brutales de cruentos golpes y dictaduras militares: sacar del camino a Gobiernos y políticos, activistas de un desarrollo con justicia social.

Cuando la acción directa del Pentágono y las cañoneras, o de los discípulos de la Escuela de las Américas (o como se llame ahora), no fueron la vía idónea para esos propósitos, Estados Unidos se abrió otros caminos.

En noviembre de 1961 —fracasada su invasión por Bahía de Cochinos con la derrota que el pueblo cubano le propinó en las arenas de Playa Girón, y también la miserable contribución de 20 000 millones de la Alianza para el Progreso de John F. Kennedy—, la idea fue crear la Usaid (United States Agency International for Development) mediante la Ley de Asistencia al Extranjero de 1961.

La Agencia Internacional para el Desarrollo formaba con sus siglas AID una palabra engañosa, con pelaje de oveja dispuesta a las buenas acciones: «Ayuda», camuflaje perfecto para los verdaderos propósitos de espiar, emprender acciones sucias, formar personajes y personajillos incondicionales para ejecutar los empeños de desestabilización de economías y Gobiernos.

Cuba fue centro primario de la mirilla estadounidense, así como su intención de aislarla del vecindario del que, sin embargo, luego saldrían otros focos de atención en la región, y se extendieron, de acuerdo con los intereses estratégicos de Washington, a prácticamente todo el mundo. EE.UU. expandió su acción «amistosa» al resto del planeta: que una hambruna en tal o más cual país o región de África; que un desastre natural en Asia; que una epidemia en quién sabe cuál punto de la geografía planetaria, y allí estaba el sello de la mano «amiga» maquillando los verdaderos propósitos.

La realidad era y es bien distinta, la Usaid tiene una larga historia como brazo actuante de la Agencia Central de Inteligencia (CIA), y sus contratos son nexos para la subversión.

Recordemos un poco de la historia de nuestro continente: en 1970, la guerrilla Tupamaro secuestró y ejecutó a Dan Mitrione, un oficial de la Usaid en Uruguay que trabajaba para la CIA y tenía como función principal entrenar a la policía especial uruguaya y también a la brasileña en tácticas de torturas en las que era maestro.

Aquel escabroso incidente de Dan Mitrione, que destapó el sórdido papel de Estados Unidos con las dictaduras del cono sur, hizo que en 1974 se enmendara la Foreign Assistance Act y se prohibiera la asistencia a la policía y —al menos en el papel— termina su involucramiento en los programas de Seguridad Pública en América Latina, que junto con la guerra en Vietnam fue parte de la estrategia anticomunista del Gobierno de Estados Unidos.

Pero no son pocos los ejemplos de actividades similares en los casi 55 años de existencia de la Usaid, aunque las haya arropado en tareas sociales humanitarias.

En abril pasado, el Wayne Madsen Report, un sitio web de ese periodista investigador de Washington que ha denunciado en artículos y libros no pocas de las historias «políticamente incorrectas» y «políticamente embarazosas» de las acciones oficiales del Gobierno de Estados Unidos, publicaba una larga lista de las acciones encubiertas de la Usaid como brazo de la CIA contra países tan disímiles como Indonesia, Paquistán, Venezuela o Bolivia, a propósito de las revelaciones de la agencia Associated Press (AP) sobre el ZunZuneo contra Cuba, el programa subversivo para incitar fundamentalmente a la población joven de la Isla a la rebelión.

Siempre presentes están los proyectos financiando a la llamada «sociedad civil», mediante una «miscelánea de contratistas foráneos» o domésticos como Development Alternatives, Inc. (DAI) y Creative Associates, Inc. (CAI), cuyos empleados y dineros aparecen en numerosas operaciones de la silenciosa Usaid, enfiladas contra países que van desde Cuba hasta Palestina, pasando por Filipinas, Europa del Este, numerosas naciones africanas y también de América Latina.

Algunos ejemplares

«Mientras Usaid se movía en Indonesia en 1965 (la del dictador Suharto), sus contratistas volaba
n en Air America, una aerolínea de la CIA, que lanzaba armas y recogía drogas en Laos, o contrabando en Tailandia y Vietnam del Sur», afirma el Wayne Madsen Report.

En los años 80 los empleados de la Usaid distribuían una «ayuda no letal» a los mujaidines afganos refugiados en Paquistán que se empleó también en la compra de armas de los musulmanes radicales que intentaban destituir al hombre fuerte paquistaní Muhammad Zia-ul Haq.

También actuó fomentando una oposición política contra el presidente Jean-Bertrand Aristide en Haití mediante el Proyecto Democracia, en la década de los 90, y terminaron con un golpe de Estado allí que repitieron en este siglo que corre.

En el año 2002, la Usaid estaba presente en Palestina mediante la DAI, que demandaba detallada información personal de los miembros de las ONGs que recibían fondos estadounidenses, y esa información, que incluía opiniones políticas personales de los miembros de las organizaciones, iba a parar a la CIA y al Mossad (cuerpo de inteligencia sionista) de manera que podían presionar a las ONGs para favorecer las políticas de Estados Unidos e Israel.

También, cientos de miles de dólares fueron canalizados como «ayuda» a los grupos que intentaron minar el Gobierno del presidente Daniel Ortega en Nicaragua entre 1979 y 1989.

Durante los diez años del presidente Alberto Fujimori en Perú, su jefe de inteligencia, Vladimiro Montesinos, recibía fondos CIA/Usaid para la represión en zonas campesinas donde actuaba el grupo Sendero Luminoso y el movimiento guerrillero Tupac Amaru.

La Usaid ha estado vinculada a no pocos negocios sucios y corruptos de donde el dinero de los contribuyentes estadounidenses, destinado supuestamente a la ayuda humanitaria en alimentos o servicios médicos a países pobres, desaparece en virtuales «agujeros negros».

Otras veces, la injerencia pasa por encima de todo, como sucedió en 2009, cuando la prensa paquistaní reveló que la Usaid daba asistencia educacional directa a estudiantes, desconociendo al Ministerio de Educación de ese país, con el objetivo de «formar» cuadros adictos y agradecidos al imperio.

Una de las contratistas preferidas de Usaid es Chemonics International, iniciada en 1976 por el conservador republicano Gerald Murphy, quien en 1993 le dijo al diario The New York Times: «Yo siempre he querido hacer dos cosas: una, tener mi propia CIA, y dos ayudar a la gente». Chemonics recibió medio millón de dólares para apoyar a las misiones de campo de la Usaid en Nepal, donde proveyó propaganda a favor de Estados Unidos para ser difundida en las estaciones de radio del país que ocupa el techo del mundo.

Desde su sede en el edificio Ronald Reagan de Washington, la Agencia ha desarrollado innumerables planes injerencistas y de espionaje como la subvención de programas de Asistencia en Entrenamiento para la Investigación Criminal Internacional (Icitap por sus siglas en inglés), mediante el cual se deduce que la CIA ha obtenido las huellas dactilares de la población en Albania, Kazajastán, Senegal, Nigeria, Gabón, Gambia, Madagascar, Uganda, Tanzania, y las islas indonesas de Java y Sumatra.

Bolivia expulsa, Venezuela lucha

El 1ro. de mayo de 2013, el presidente Evo Morales anunció la expulsión de la Usaid, acusándola de actuar con la CIA para desestabilizar a Bolivia y propiciar un golpe de Estado. Por más de 50 años la Agencia había estado presente en el país andino, y con la llegada del primer Presidente indígena y su programa de gobierno destinado al bienestar de su pueblo y a la transformación económica y el desarrollo tecnológico y científico de su país, se venían abajo las políticas de privatización y la extendida apropiación de las riquezas mineras y naturales.

Los planes subversivos no se hicieron esperar y han estado dirigidos, primero, al alzamiento e intento de secesión de los departamentos más desarrollados y ricos del país; y derrotados esos intentos, se encaminaron en buena parte a enfrentar a quienes han sido las bases populares del Movimiento al Socialismo: sindicatos y organizaciones indígenas con el Gobierno de Evo.

Venezuela ha sido otro blanco especial desde que Hugo Chávez ganó la Presidencia en las urnas, hazaña que repitió en más de una docena de elecciones y volvió a reeditar el pueblo con Nicolás Maduro.

El énfasis, en el caso venezolano, ha sido subvertir a los jóvenes, principalmente al estudiantado universitario, sin advertir que la Revolución Bolivariana ha convertido a esa nación en el segundo país del continente con mayor número proporcional de estudiantes en todos los niveles de la enseñanza que, por demás, comenzó a ser gratuita y de calidad.

Con huelgas de «hambre», encadenamiento a instalaciones de organismos internacionales, marchas, cierres de calles y avenidas y guarimbas violentas, esos estudiantes fueron utilizados por la oligarquía venezolana y los intereses externos (léase Estados Unidos) como peones de la subversión y pretexto para poder propiciar cualquier injerencia extranjera —civil o militar—, pretensión que no ha tenido éxito por el apoyo de la mayoría del pueblo a la Revolución Bolivariana y chavista, incluido el sector más joven de ese pueblo que ahora está abocado al Congreso de la Juventud del Partido Socialista Unido de Venezuela.

Bajo planes de aparente inocencia: ya sean becas, programas de estudio, talleres de preparación práctica en salud u otros temas, entran el disenso y la subversión.

La unidad sigue siendo escudo y espada en Venezuela, lo es en Bolivia, y también en Cuba, cuya juventud ha denunciado y rechazado el ZunZuneo, el Piramideo y el plan de «viajeros» subversivos.


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