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Via al decreto Sviluppo, tagli da 30 miliardi in tre anni


Tao
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Tassello del mosaico crescita, lo definisce Passera, irritato per le divergenze con la Ragioneria dello Stato sulla copertura del decreto. Misure su lavoro, casa, infrastrutture e riduzione della spesa. Al centro anche dismissione di beni pubblici: 10 miliardi da cessione di Sace, Fintecna e Simest. Soppresse due agenzie del Tesoro.

Quella di Passera e' stata una scommessa: All'inizio della settimana il ministro aveva deciso di congelare le misure del decreto Sviluppo.
Roma - Il Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito alle agenzie da piu' fonti governative, ha dato il via libera al Decreto legge per lo Sviluppo che prevede 30 miliardi di euro di tagli nei prossimi tre anni e almeno 40-45 miliardi di risorse a imprese, infrastrutture. Passa dal 36% al 50% la quota di detrazione Irpef per le ristrutturazioni.

La riunione del Cdm e' terminata alle 14, dopo quasi cinque ore. Nella conferenza stampa successiva il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha presentato le iniziative concrete per rilanciare il mercato del lavoro, dell'ediliza e delle infrastrutture.

Nel mondo delle imprese, e' stata semplificata la Srl e sono state varate "vere e proprie riforme strutturali di lungo periodo" del sistema di finanziamento: le piccole societa' non dovranno piu' passare dalla sfera bancaria. "Le aziende hanno necessita' di ricorrere ai mercati finanziari e titoli del debito: qui vengono introdotte svariate misure che riducono i limiti che esistevano per le PMI non quotate, che vengono estese anche ai piu' piccoli", ha annunciato l'ex Ceo di Intesa Sanpaolo. Il tutto con l'obiettivo di creare posti di lavoro e meglio organizzare le citta', mobilitando alcuni miliardi di investimenti.

Questo per quanto riguarda lavoro, case e imprese. Sul capitolo investimenti (non soltanto tradizionali) e le infrastrutture, l'idea e' rendere i project bond ancora piu' attraenti per tutto il mondo e sfruttare benefici fiscali futuri per pagare i contributi dello stato. "I porti devono essere stimolati ad accelerare i loro investimenti".

Creata inoltre l'agenzia per l'Italia digitale, che raggruppa tre entita' gia' esistenti e regole di trasparenza molto forti.

Tra gli interventi di diminuzione della spesa pubblica, come gia' annunciato dal premier Mario Monti, verra' avviata una "dismissione di pezzi del patrimonio pubblico e molto incisivi interventi di razionalizzazione dello stato per quanto riguarda sia il perimetro delle sue attivita' che sopratutto il costo", come li ha definiti lo stesso Monti. Alcune parti dei ministeri di Economia e Agricoltura sono state soppresse e incorporate in altre agenzie. E' prevista anche una riduzione degli organici.

Si prevede un incasso di 10 miliardi di euro entro un mese dalla cessione di Sace, Fintecna e Simest. "Molto altre societa' - migliaia di esse - fanno parte delle municipalizzzate. Tramite un fondo immobiliare verranno immesse tali gruppi e poi vendute", ha dichiarato il vice ministro del Tesoro Vittorio Grilli. Questa la parte di messa a disposizione del patrimonio pubblico.

C'e' anche la parte di snellimento dei ministeri: quello di Economia e Finanza vedra' una riduzione delle sue articolazioni tramite la soppressione di enti e agenzie storicamente importanti dell'amministrazione. Tra queste e' prevista la soppressione di Agenzia del Territorio e Monipoli di Stato. Oltre al Demanio rimarranno quindi solo due agenzie importanti: Entrate e Dogane.

Soppressione dell'agenzia agricola Assi, che si occupava dello sviluppo del settore ippico, tra cui allevamento e gare: questo rimane all'interno del Ministro dell'Agricolo. Sempre nell'ottica dello snellimento si e' decisa una riduzione importante degli organici del Tesoro e dell'articolazione delle agenzie, che verranno ridistribuite.

Verranno rese piu' trasparenti e snelli anche Consip e Sogei, partner tecnologici del ministro delle Finanze e del Tesoro.

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Roma - L'operazione crescita lanciata in pompa magna da Monti l'altro giorno non inizia nel migliore dei modi. Il ministro Corrado Passera protesta per i ritardi e la resistenza opposta dalla Ragioneria dello Stato al decreto per lo sviluppo.

Il numero uno del dicastero per lo Sviluppo Economico, ex amministratore delegato di Poste Italiane, tra quei pochi rappresentati del governo senza peli sulla lingua, non nasconde la sua rabbia per il rimpallo sperimentato tra Ragioneria dello Stato, Tesoro e ministero circa la copertura dei costi di quella che dovrebbe essere una delle principali e piu' urgenti misure per rilanciare la crescita dell'Italia.

"Ma questo e' un vero e proprio boicottaggio", avrebbe sbottato coi suoi Passera, ripromettendosi di non mollare, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera. "Io non tolgo piu' nulla, o si approva cosi' o si rimanda finche' non ci saranno le necessarie coperture", avrebbe aggiunto, intestardito.

Il Consiglio dei Ministri si e' riunito tra le 9.30-9.45. Nell'agenda del CdM anche la crisi europea, la spending review (con tagli da 5 miliardi per il 2012) e le dismissioni dei beni pubblici, un altro degli annunci in gran fanfara con i quali Monti e il governo sperano di scrollarsi di dosso una parte delle pressioni esercitate dai mercati sulla borsa e il debito italiano.

Nella spending review sul tavolo del governo verranno discussi i 30 miliardi di euro di tagli previsti nei prossimi tre anni, tutti al budget dei vari ministeri, tra razionalizzazione delle spese per i servizi e risparmi nella sanita'. Prevista anche stretta su auto blu, consulenze e spese di rappresentanza.

Data ultima fissata per il provvedimento il 28 giugno, giorno del prossimo Consiglio Europeo dei leader delle autorita' politiche, a Bruxelles. Poi sara' la volta della seconda tappa 'di montagna' della spending review, quella concentrata sugli sprechi statali.

Fonte: www.wallstreetitalia.com
16.06.2012


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