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Alt: Polizia!


Eshin
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Alt: Polizia!

Domenica 17 Novembre 2013 14:46
Scritto da Stefano Montanari

Ciò che seguirà, ne sono certo, non interesserà a nessuno. Lo scrivo solo a futura memoria.

Come da programma, in competizione ovviamente senza speranza di successo con la Nazionale Italiana di calcio che incrociava i bulloni con la Germania, venerdì sera – era il 15 novembre 2013 - ho tenuto una conferenza a Serre di Rapolano, una piccola frazione del Senese. Con una certa sorpresa, c’era gente e, senza sorpresa, quella gente

non voleva andarsene dopo due ore e un quarto di Montanari.

L’interesse degl’intervenuti era incentrato sull’impianto a biomasse locale e sugli effetti che quel coso può indurre su ambiente e salute. Di fatto niente di nuovo, visto che ormai l’Itaglia che raglia è diventata una fungaia d’impianti simili o di loro parenti stretti, impianti che consentono a chi li gestisce d’introitare senza intoppi quattrini producendo energia (scusate se mi viene da ridere) in una realtà territoriale che di tutto ha bisogno fuorché di altri produttori. Non lo dico io: lo dice l’ente garante dello Stato che di questo si occupa.

Ho detto “senza intoppi”, ma un piccolo intoppo c’è. Piccolo, tanto piccolo da essere un nanointoppo ma, comunque, non si sa mai. Il saggio sa che è meglio prevenire e, dunque, anche il nanointoppo è bene che sia messo in condizioni di non infastidire. Manco a dirlo ,il nanointoppo sono io. Io che, nonostante tutto, riesco ancora a portare avanti le ricerche e a bloccare qualcuno di quei mostriciattoli. Poca roba: uno ne fermo e cento ne sorgono, ma tant’è.

A Serre di Rapolano, secondo il copione abituale, il sindaco non c’era (ma non è lui che si deve occupare della salute dei cittadini come massima autorità sanitaria del comune?) e nemmeno c’era qualcuno proveniente dalla vasta schiera degli enti che paghiamo perché di ambiente e di salute si occupino. Inutile dire che non c’erano nemmeno i signori dell’impianto. Sia stato perché l’attrazione esercitata dal Balotelli televisivo era irresistibile o perché è ormai uso inveterato che sia così, nessuna di quelle persone si è materializzata o comunque, se c’era in sala, è restata accuratamente discreta senza palesarsi.

Conferenza finita, passata da un pezzo l’una, me ne vado a letto. Il mattino mi sveglio all’alba di una giornata da mezzo aprile, faccio colazione e parto. Non ho fretta. Il paesaggio assolato è di quelli che ti dirottano il cuore.

Guidando lentamente in un traffico scarso arrivo ad imboccare l’autostrada che da Firenze porta a Modena. Procedo tranquillo con il controllo di velocità fissato a 88 chilometri all’ora. Il traffico resta decente.

Passano pochi minuti e dietro di me arriva un’automobile della Polizia Stradale con i lampeggianti blu accesi. È una Skoda fantozziana esattamente come la mia.

Dopo un po’ i poliziotti – sono due come da protocollo – mi affiancano e per diversi secondi mi corrono vicinissimi. Quello seduto dalla parte del passeggero squadra prima me, poi la mia automobile, poi ancora me. Lo fa per un po’. Sembra quasi che voglia accertarsi che sono proprio io. Alla fine della manovra i due mi sorpassano e mi si piazzano davanti rallentando. Rallentando fino a 50 o 60 chilometri all’ora. Visto che non mi segnalano nulla, dopo un minuto mi sposto a sinistra e inizio il sorpasso. Quelli accelerano. Allora rallento e mi piazzo dietro. Passa un minuto, forse di più, e dal finestrino di destra esce la paletta d’ordinanza. Però non succede nulla e avanziamo, un’auto dietro l’altra, per diversi chilometri. Arriviamo non lontano da Barberino. Finalmente la paletta esce di nuovo e ci fermiamo in un piccolo spiazzo.

“Patente e libretto.” Uno dei due poliziotti prende i documenti e comincia a controllarli. Passa un po’. “Ci hanno segnalato che lei teneva una guida sportiva” mi fa uno dei due. Io lo guardo stupito e gli chiedo chi mai possa aver segnalato una cosa del genere. Nessuna risposta. Allora gli mostro il computer di bordo: in un’ora e quaranta minuti ho percorso 121 chilometri e 400 metri. Se quella è una guida “sportiva”… Che cosa sia un guida definibile come sportiva, confesso di non saperlo. Chiedo anche se loro abbiano accertato una qualunque violazione che io abbia commesso. I due lasciano perdere perché da lì non ne sarebbero usciti. Girano intorno all’automobile. Uno dei due controlla i pneumatici. Sono nuovi ma… Ma non sono pneumatici invernali! Beh, il sole splende e il termometro della mia Skoda fantozziana indica 15 gradi. È quasi caldo e l’asfalto è ovviamente asciutto. “Ha le catene a bordo?” Non rispondo, anche se la tentazione ci sarebbe.

I due risalgono nella loro auto e – almeno credo - cominciano a buttare giù il verbale. Dopo diversi minuti uno esce e mi chiede anche la carta d’identità. Perché, non ho idea. Comunque, ecco la carta d’identità. Passa un’altra decina di minuti. Io passeggio nel piccolo spiazzo sotto il sole da piena primavera che splende sulla collina toscana. Ancora qualche minuto e il poliziotto lato passeggero abbassa il vetro del finestrino. Parliamo un attimo. Ambedue sanno che sopra i 7 gradi centigradi i pneumatici invernali non solo non servono ma funzionano certo meno bene di quelli che monto io. Questione di sicurezza. Sanno pure che quasi nessuna delle automobili che passano ha i pneumatici invernali. Men che meno le catene a bordo. Forse la slitta di Babbo Natale… Lo sanno, sorridono, ma… Ma è la legge e hanno beccato me. La legge dice pure che io posso mettere a verbale le mie dichiarazioni. Io comincio a dettare ma dopo poche parole l’agente mi comunica che non posso dichiarare altro perché non c’è più spazio nel modulo. Naturalmente questo non è legittimo e alla fine il poliziotto si adatta a scrivere un’altra mia dichiarazione striminzita con le righe che scorrono verso l’alto invece che da sopra in giù. Tra l’altro l’estensore del verbale mi fa notare che il mio termometro indicherà sì 15 gradi, ma il loro ne segnala 13. Scriviamo pure 13: la sostanza non cambia.

Farebbero 84 Euro, ma, se pago subito senza rompere le scatole, fanno 58,80. Non pago. Reo confesso e in flagranza di reato, pagherò di certo perché il crimine l’ho commesso, anche se mi è impossibile non pensare che legge e buon senso percorrono strade rigorosamente separate. E mi vengono in mente i 30 all’ora della strada che percorro ogni mattina. A quella velocità ti arriva un TIR alle spalle e ti spalma sull’asfalto. Ma la legge c’è e vale indipendentemente dalla sanità mentale del legislatore. Mi è pure impossibile non pensare che ci sono norme fatte su misura per taglieggiare i cittadini, ma l’Itaglia è questa e, se non ci va bene,incapaci come siamo di cambiarla, dobbiamo emigrare. Mio figlio lo fece già sette anni fa e forse è meglio che io ne segua l’esempio. Pensa che sollievo per qualcuno!

Prima di andarmene dal luogo di quella che mi è parsa più una strana imboscata che altro, faccio notare ai due giovani agenti che per venti minuti, perché tanto è durata la procedura statica (che cosa abbiano fatto seduti chiusi nell’auto per tanto tempo non saprei dire), hanno tenuto il motore acceso, il che non è ragionevole per una serie di motivi che non perdo tempo ad enumerare. Ma, se hanno tenuto quel comportamento, il motivo c’è, mi dice, severo sì ma con il tono paziente del maestro che ammonisce l’allievo poco dotato, il poliziotto lato passeggero: se ci chiamano d’urgenza, noi siamo già pronti a partire. Già. Evidentemente la Skoda della Polizia ha l’accensione a manovella e la manovella ce l’ha la Centrale.

Senza fare dietrologie, senza accusare nessuno e con il massimo rispetto verso le valorose forze dell’ordine cui tanto dobbiamo, mi permetto di chiedermi come mai due pol
iziotti di servizio sull’Autostrada del Sole si siano presi la briga di seguirmi per qualche chilometro e poi di precedermi, di affiancarmi,di precedermi di nuovo, di accelerare mentre li superavo, di viaggiare ancora per non pochi chilometri, di raccontare di una segnalazione forse reale ma certo scarsamente credibile in condizioni normali, di restare fermi una ventina di minuti, di raccontare cose che sfidano la ragione. Sempre con estremo candore mi chiedo che cosa abbiano fatto i due agenti mentre giravano introno alla mia Skoda fantozziana. E, chiusi nella loro macchina per tanto tempo, dovendo solo produrre un verbale in grandissima parte preconfezionato? Se è vero che hanno avuto una segnalazione sul mio conto, chi è il segnalatore? Se il segnalatore esiste, credo di avere giustificazione per pensare che si tratti di qualcuno che possa avere un certo ascendente selle autorità, perché, se telefonassi io alla Polizia della Strada, temo che non si muoverebbe nessuno. Tutto quell’impegno per controllare se avevo le gomme invernali? Non sarebbe stato più pratico piazzarsi all’ingresso dell’autostrada e beccare la quasi totalità degli automobilisti rei di ritenere che al caldo le gomme da inverno non siano indicate? Dopotutto, a 84 Euro al colpo si fa giornata. Non è, per caso, che il problema ero io, visto che era impossibile, con la Skoda fantozziana in movimento, vedere che pneumatici montavo ed è quello il reato contestato dopo un così operoso darsi da fare?

Sia chiaro: io non accuso nessuno. Le mie sono solo le domande di un cittadino che accetterà comunque le risposte riservandosi, come suo diritto, di trarne le sue personali conclusioni.

Giusto per informazione: qualcosa a che fare con le biomasse? O con qualche altro degli argomenti, dico, tanto per dire, i vaccini o gl'inceneritori di rifiuti con cui disturbo la quiete e il lavoro di qualcuno?

http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2543-alt-polizia.html


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Hupazoli
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Registrato: 3 anni fa
Post: 9
 

C'è un certo Tacito che vuol dire la sua:
"Corruptissima republica, plurimae leges".


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