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Antifascismo in assenza di fascismo


Primadellesabbie
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Quante volte questa comoda frasetta è stata scritta o pronunciata da quando qualche pensatore da strapazzo la ha composta, dai molti irresponsabili che intendevano distrarre l'attenzione da una frana minacciosa ed evidente che si stava materializzando sulle nostre teste!

Ecco, ci siamo, hanno piantato il palo in mezzo allo stagno attorno al quale le carpe sono destinate a girare senza altre preoccupazioni, così cresceranno belle grasse per la tavola dei monaci.

Senza qualcosa attorno a cui girare i pesci degli allevamenti si innervosiscono, si feriscono a vicenda, si trascurano, nei tempi bui lo si sapeva bene e, non disponendo dei media per installare un bel covid in mezzo alla comunità attorno al quale far ruotare tutto, ci si doveva accontentare di una grossa pietra o di un palo al centro dello stagno.

Questo articolo, comparso ieri su libreidee puntualizza la preoccupazione per la piega impressa agli eventi"

Addio Italia: se siamo all’apartheid, la democrazia è finita

E’ semplice: basta cedere su un punto cruciale (la verità) e la rovina sarà garantita. La verità omessa è questa: il Covid è curabilissimo, da casa. La menzogna: il “vaccino” (che vaccino non è) resta l’unica soluzione. Falso: la terapia genica sperimentale introdotta nel 2021, che mai sarebbe stata autorizzata se si fosse ammessa l’esistenza delle normali terapie, non solo non riduce affatto i contagi, che di per sé oltretutto non significano nulla; il “non-vaccino” è anche la corda con cui impiccare quel che resta della democrazia italiana. Addio giustizia, diritti, libertà, privacy. Addio economia, addio socialità. Addio cinema e teatro, addio bar e ristoranti. Addio Italia. Imperdonabile, la scelta di Mario Draghi: puntare tutto solo sul “non-vaccino”, trascurando in modo sciagurato le terapie. L’associazione medica “Ippocrate” ha appena presentato il suo bilancio, dopo 60.000 pazienti Covid curati e guariti da casa: nessun ricovero, nessuna vittima. Lo scandalo: l’Italia non ha ancora adottato un protocollo come quello di “Ippocrate”.

Il ministero della sanità è addirittura intervenuto, in sede giudiziaria, per bloccare l’adozione delle cure precoci: quelle che azzerano il rischio di ospedalizzazione, facendo crollare i numeri su cui si basa l’emergenza sanitaria che tiene in ostaggio l’Occidente. La vergogna: Tachipirina e “vigile attesa” (dell’aggravamento) rappresentano ancora l’autostrada per l’inferno che l’esecutivo tiene aperta. Scandalo nello scandalo: Roberto Speranza è tuttora ministro della sanità. E personaggi come Franco Brusaferro (alla guida del catastrofico Comitato Tecnico-Scientifico, oltre che dell’Istituto Superiore di Sanità) hanno fatto a gara per nasconderla, la verità, con colleghi del calibro dei pomposi virologi televisivi, o di “esperti” come Nino Cartabellotta, che regge la fondazione Gimbe (narrata come indipendente, ma che in realtà si finanzia lavorando per le Big Pharma). Il clan italico dell’epoca Conte-Arcuri è ancora determinante, a quanto pare, se ha la forza di imporre l’apartheid sanitario anche sotto il regno di sua santità Mario Draghi, che non ha voluto (o potuto) emarginare la menzogna. L’ha lasciata al potere, con la facoltà di rovinare la vita a milioni di italiani, spalancando prospettive da incubo. Giorgia Meloni parla di fine della democrazia, mentre il timidissimo Salvini si limita a giudicare irrealistica l’estensione universale del Green Pass per via della carenza di dosi “vaccinali”. L’ex grillino Pino Cabras mette a fuoco lucidamente la questione: se il “vaccino” non limita affatto i contagi, che senso ha imporlo come condizione per sedersi al ristorante?

Sentire persone che ancora si ostinano a ragionare onestamente fa quasi tenerezza: se avessimo la macchina del tempo, sarebbe come vedere qualcuno che tenta di convincere le SS, spiegando loro che gli ebrei non sono colpevoli di niente. Trascurando – per pietà – qualsiasi osservazione sugli imbarazzanti “vaccini genici”, c’è da friggere di rabbia di fronte allo spettacolo di un governo che, si dice, aveva il compito di risollevare il paese dopo la micidiale cura-Conte, imposta dai peggiori poteri oscuri legati all’oligarchia reazionaria mondiale. Bastava che Draghi – oltre a fornire le dosi “vaccinali” per i più sprovveduti, in preda al panico – avesse avuto cura di disporre, parallelamente, un adeguato protocollo sanitario nazionale per la terapia domiciliare dell’influenza 2019, con tutte le sue ovvie “varianti”. Non solo non l’ha fatto, ma ora obbliga gli italiani a subire un regime di apartheid: in nome di una farmacologia solo sperimentale, in base a cui imporre una sorta di Tso, inflitto in primis agli stessi medici, in barba alla Costituzione.

Tecnicamente, ha ragione Meloni: se così stanno le cose, allora la democrazia è proprio finita. Addio, Italia. Ormai non ha più senso neppure continuare ad affannarsi a scrivere sui blog: chi doveva capire, ha capito. Ad aprire gli occhi ai dormienti, probabilmente, provvederà la spietata durezza dei giorni che verranno, per la gioia del potere mondiale che ha programmato la più clamorosa campagna terroristica della storia, sulla base di una epidemia influenzale dalla letalità pressoché irrisoria. Basta curarli in tempi ragionevoli – dicono i medici di “Ippocrate” – e persino i novantenni evitano di essere ricoverati. La verità è questa, ma il governo la calpesta: la sotterra, insieme alla dignità e alla libertà dei cittadini, peraltro in gran parte ridotti a zombie, alcuni rimbecilliti al punto da circolare ancora per strada con il volto coperto da uno straccetto completamente inutile, oltre che dannoso per la salute. Ora siamo all’ultimo atto, l’apartheid: non è il caso, davvero, di spendere altre parole.

E’ finita: si è arrivati esattamente dove si temeva si potesse giungere. Di fronte a questo, impallidisce ogni altro argomento di attualità, politica o economia: non vale la pena affrontarlo, perché è oscurato dall’emergenza democratica che sbriciola i diritti umani. Un sentito grazie, intanto, a chi ha ostinatamente, ottusamente rifiutato di riconoscere la cinica premeditazione degli eventi. E un grazie ancora più grande va a tutte le pecore che, con la loro zelante sottomissione, hanno permesso al lupo di sbranare anche chi pecora non è. Merito loro, se la democrazia si spegne: nessuna dittatura potrebbe mai prevalere, se non potesse contare su milioni di servi, pronti persino a denunciare il vicino di casa. Quello è il bivio, definitivo, in cui due umanità distinte si separano: per sempre.


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Simsim
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Siamo ai limiti della rottura dello stato di diritto. Il quale, non è mio o di qualcun'altro, è quello che protegge tutti e che incanala le tensioni in un processo risolutivo che sia legalitario.

 

Se se ne fa strame come se ne sta facendo, è solo questione di tempo. Poi arriveremo al paradosso di un popolo costretto a mostrare documenti per circolare, e di una classe politica che non potrà più circolare in piena sicurezza. Quella che è la segregazione del popolo diventerà la loro segregazione, basterà che una frazione dei più esagitati passino alle vie di fatto perché (giustamente dico io, poi sulla reazione giusta possiamo discutere) disillusi da soluzioni politiche che non arrivano mai.

 

Non ci siamo ancora, ma quando inneschi le condizioni, poi basta un episodio. Io francamente non sono un rivoluzionario di indole, non lo sono mai stato. Ma un conto è esserlo o meno, un conto è saper riconoscere i segnali delle cose. E per me siamo molto vicini al momento in cui può succedere che qualcuno vada sopra le righe.

 

Sinora non hanno quasi mai frenato sui loro piani, ciononostante continuo a pensare positivo sul fatto che questo sarà un tentativo che in ultimo naufragherà. Poi, naturalmente, dovremo porci il problema di come bonificare quei pezzi di società che hanno remato palesemente e attivamente a favore di quanto sta succedendo. Perché dopo ciò, nessuna continuità sarà ammissibile, nè deve essere lasciata alcuna possibilità immediata che una cosa simile possa mai riavvenire.

Questo post è stato modificato 3 anni fa da Simsim

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oriundo2006
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Sim, hai ragione. Estendendo il tuo ragionamento penso che l'actus tragicus che ci aspetta sia uno scivolare verso forme di conflitto lentamente ma sicuramente diretto  verso un conflitto aperto: ossia militare. Non penso che questa 'drole de paix' sia eterna. Oramai il patto sociale su cui si reggeva il mondo post-45 è rotto: le costituzioni sono annegate in un mare prima di regole e controregole giuridicizzanti tese a costringere in una 'gabbia di ferro' comportamenti, idee, pulsioni che prima erano lasciate a sè stesse e poi, ora, in un delirio vaccinista apertamente imposto allo scopo principale di annullare le Costituzioni, oggi un pò dappertutto ampiamente lettera morta quanto ai diritti delle maggioranze, mentre le minoranze fanno festa. Ed ogni ribellione appare impossibile, almeno per l' oggi...

Questo è lo scopo finale: l' annullamento delle Costituzioni come legge erga omnes...adesso in forma indiretta, non manifesta che a pochissimi, domani in forma diretta sotto l' ombrello di un regime d'eccezione a carattere militare che preparerà, già lo sta ampiamente facendo, un conflitto generale in cui noi cittadini saremo cavie e carne da cannone come sempre...ma con l'obiettivo effettivo di un depopolamento rapido e irrimediabile.

La strategia vaccinista, se vista in un contesto 'sistemico' punta a questo in quanto prelude alla fine delle libertà 'borghesi' ed alla instaurazione di un controllo definitivo sulla massa della popolazione attraverso un pass sanitario che sanitario non è ma è solo l' inizio di un passaporto 'internazionale' biometrico fondato sulla schedatura di TUTTI i nostri dati individuali: dopo chiaramente sarà impossibile opporsi ad alcunchè senza venir individuati e fatti fuori in un modo od in un altro.

Un ingenuo, tipo la famosa casalinga di Voghera, potrebbe chiedersi perchè...quel famoso perchè che fa il paio 'che ci possiamo fà'...ma lo sappiamo: la schedatura è finalizzata all' esproprio della nostra libertà, prima, e poi di tutto il resto, dopo.

Questo 'dopo' solo un cieco non lo vede e non lo vede perchè è d' accordo, come tutti i pavidi e la merda umana che, enorme, preferisce il suo quieto vivere momentaneo al pensiero del domani. 


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Simsim
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@oriundo2006

Io diró una cosa forse impopolare, forse complicata da spiegare. Ma credo che quanto tu dici in termini di mondializzazione sia ineluttabile a questo punto. Quello su cui si gioca la partita é il tipo di societá che avremo. Perché dico questo?

Perché di fatto il nemico é transnazionale, lo si batte solamente avendo un´organizzazione che abbia un respiro simile, se non come grandezza, almeno come struttura di base. Quello che deve assolutamente essere combattuto é il metodo di mondializzazione, le prioritá su cui si fonderá la societá del domani. Saró volutamente superficiale nell´analisi, ma il globalismo attuale é per un congelamento degli attuali assetti, in un contesto in cui il sistema economico creato é all´apice della sua contraddizione e necessitá di chiusure per non implodere. Il contromovimento si dovrá basare su tutt´altro, su una reale cooperazione globale su temi veri, una riconnessione con la parte umana dell´esistenza ed una gestione locale che sia veramente locale e legata alle necessitá del territorio. Per fare questo, c´é bisogno di un salto di consapevolezza, di uno shift della scala valoriale che rimetta l´uomo e il presente al centro della propria azione. 

Noi da decenni campiamo e facciamo leggi per un domani che neanche vedremo, che non é mai completamente palesato. Invece dovremo vivere oggi e fare leggi oggi sui presupposti giusti, perché il domani arriverá comunque, e soprattutto nel lungo periodo saremo tutti morti.  Il che non significa disintegrare il nostro mondo oggi e fregarcene del domani, significa smetterla con le ideologie, perseguire il bene di chi oggi é vivo e ritarare la scala d´importanza di un sacco di cose che oggi sono il centro della nostra azione, e che in realtá non dovrebbero esserlo. Potrei scrivere e dettagliare all´infinito, e lo faró successivamente se qualcuno riprenderá qualche punto. Ma spero di esser stato nel complesso chiaro su cosa intendo.


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oriundo2006
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Si, il ritorno del 'concreto' invece dell' 'astratto' che oramai ha occupato, colonizzato tutti i piani del dicibile e pure dell' indicibile della nostra povera vita.

Ma dopo l' informatizzazione, la rivoluzione cibernetica, le vertigini transmentaliste della scienza di oggi, è possibile ancora questo ritorno a noi stessi, nella nostra singolarità umana e nel contempo padroneggiare tutto ciò ? Non è che la parte 'mentale' ha esautorato in modo definitivo la beatissima ignoranza della nostra natura puramente 'umana' e carnale, quella che ci fa gioire e soffrire e giocare e dimenticare senza darci cura di nulla ?

Vorrei poterti dire di sì. Mi pare invece irreversibile il cammino che ci porta all'abisso, dove la scelta non esiste proprio... Rimane comunque una flebile speranza di un 'ritorno a sè', di un 'superamento' complessivo nel senso hegeliano, ma occorre il Tempo per poterlo custodire, farlo crescere e trionfare sul nostro aberrante passato recente, su questa dimensione 'mentalistica' che ha soppiantato la vecchia e cara 'esperienza', la tranquillizzante tabula rasa dell' 'oggi', perchè sempre 'uguale' allo 'ieri'. 

Questo Tempo mi pare sia revocato drammaticamente: consentirà quello che rimane 'dopo' l 'Aufhebung' della Storia e della Vita in modo che vi sia posto anche per il nostro 'io' empirico, quello che nascendo portiamo a compimento come nostro significato profondo ?

Oppure saremo risucchiati in un 'maelstrom' in cui la nostra 'essenzialità', la nostra umanità non avrà alcun posto ?


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