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Attacco tedesco alle banche e ai titoli di Stato italiani


Black_Jack
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Non è una notizia di oggi. Si sapeva da tempo che i tedeschi erano intenzionati a chiedere alla UE che i titoli di stato cessino di essere considerati risk free per le banche ma ovviamente i media ne hanno parlato solo sottovoce riservando i toni forti per le unioni civili o gli scandali del governo.
In sostanza Berlino "ordina" che le banche italiane riducano la loro esposizione sui titoli di stato italiani.
Le conseguenze sarebbero pesantissime.
Qui il professor Marcello Messori parla di quelle economiche.
Secondo me sarebbe interessante sapere quali potrebbero essere le conseguenze politiche. Ammesso che quello di Renzi non sia un bluff...pure un po' in ritardo, per la verità...comunque l'articolo sta a questo link dall'Huffington Post

http://www.huffingtonpost.it/2016/01/23/messori-banche-italiane_n_9060902.html

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“Se passasse la soluzione tedesca questa sarebbe foriera di fortissime instabilità per le banche italiane”. E’ il professore Marcello Messori, direttore della Luiss School of European Political Economy, a delineare in un’intervista all’Huffington Post le gravi conseguenze che potrebbero abbattersi sulle banche italiane se dovesse prendere piede la proposta che arriva dalla Germania per bocca del vicepresidente della Bundesbank, Andreas Dombret: obbligare gli istituti a considerare i titoli di Stato che hanno in pancia non più come privi di rischi. Un tema che Berlino non solo sta promuovendo, ma che addirittura pone come condizione imprescindibile per il via libera al Fondo europeo salva-risparmio. Una strada che per Messori avrebbe conseguenze nefaste per l’Italia. Non bastasse la grane dei crediti deteriorati e la delicatissima partita della bad bank che si sta giocando in queste ore a Bruxelles tra il governo italiano e la Commissione europea: per le banche italiane ora arriva un’altra minaccia.

Direttore, cosa chiede la Germania?
“La posizione tedesca fa riferimento a un ragionamento: in Europa non c’è più spazio per un coordinamento accentrato e quindi il coordinamento europeo deve essere decentrato, cioè deve pesare sui singoli Stati membri, in pratica ogni Stato deve risolvere da solo i propri problemi. La posizione della Germania è di dire ‘accetto le garanzie sui depositi, ma prima dovete aggiustarvi voi singoli Stati membri’. Le strade sono due: l’obbligo di prezzare il rischio dei titoli di Stato o l’obbligo di prevedere una riduzione delle quote dei titoli del debito pubblico. Entrambe le posizioni avrebbero implicazioni molto gravi”,

Quali rischi correrebbero le banche italiane se passasse la linea tedesca?
“Notevoli. Pensiamo alla riduzione delle quote dei titoli del debito pubblico in pancia alle banche. Un conto è farlo gradualmente e per scelta e un conto è farlo per imposizione, come regola. E’ come se una persona avesse due case e volesse vendere la seconda: un conto è se la posso vendere aspettando di trovare la migliore offerta in termini di acquirente, un altro discorso è se domani spunta una regola che impone che quella seconda casa la devo vendere per forza. E’ evidente che rischio di vendere la seconda casa a un prezzo meno vantaggioso per me”.

Dietro questa proposta della Bundesbank c’è un tentativo di Berlino di aprire un nuovo fronte con l’Italia?
“Non credo sia una questione di muro contro muro contro un singolo Stato membro, ma più generale. La Germania è sottoposta a forti tensioni. La politica sull’immigrazione ha rotto l’alleanza tra Berlino e gli Stati membri dell’ex Europa orientale. Di fronte alla crisi così grave che ha caratterizzato l’Unione economica e monetaria nel 2011-2012 è cresciuto il ruolo della Bce e questo ha allentato il rispetto delle regole europee. Di fronte a queste tensioni la Germania ha fatto un passo indietro dicendo ‘ma perché mi devo assumere la responsabilità di essere Paese guida per un coordinamento accentrato quando rischio di pagarne dei costi?’.

Direttore, come giudica questa posizione?
“Non la condivido, ma la capisco. La posizione tedesca ha una sua coerenza: non a caso spesso si completa dicendo che ogni intervento del meccanismo europeo di stabilità dovrebbe comportare la ristrutturazione del debito pubblico. La visione tedesca è chiara: prima di fare una garanzia unica sui depositi vuole che le banche prezzino il rischio dei titoli del debito pubblico che hanno in bilancio oppure riducano la quota di questi titoli. Non credo, tuttavia, che un’impostazione di questo genere sia compatibile con un coordinamento cooperativo nel senso che prezzare il rischio di insolvenza dei titoli del debito pubblico di uno Stato membro significa affermare che le istituzioni di coordinamento europeo non saranno adeguate per intervenire in emergenza”.

Quale sarebbe la soluzione migliore?
“La mia posizione è che il futuro dell’Unione economica e monetaria è legato a un ritorno di coordinamento accentrato che passi da un’assunzione di responsabilità, in termini di rispetto delle regole europee, sia da parte degli Stati membri solidi che da parte di quelli più fragili e in cui ci sia una condivisione dei rischi. Non condivido la posizione della Germania perché è anche nella convenienza di Berlino arrivare a un’Unione economica e monetaria europea vera, con elementi di federalismo”.

Professore, sul tema delle banche è centrale in queste ore il tema della bad bank, al centro delle trattative tra Roma e Bruxelles. E’ uno strumento che servirà alle banche italiane per risollevarsi dopo il crollo degli scorsi giorni in Borsa?
“L’ipotesi originaria di una bad bank unica non è praticabile. Credo sia necessario ricorrere a forme di cartolarizzazione e credo che la via della soluzione è stretta perché con nuove norme europee non è agevole fornire una garanzia statale. Adesso la soluzione che si sta prospettando è una garanzia di mercato che rischia di essere troppo fragile.


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Non è una notizia di oggi. Si sapeva da tempo che i tedeschi erano intenzionati a chiedere alla UE che i titoli di stato cessino di essere considerati risk free per le banche ma ovviamente i media ne hanno parlato solo sottovoce riservando i toni forti per le unioni civili o gli scandali del governo.
In sostanza Berlino "ordina" che le banche italiane riducano la loro esposizione sui titoli di stato italiani.
Le conseguenze sarebbero pesantissime.

Berlino non ordina un bel niente. È in atto una trattativa su più fronti ed ognuno la conduce a modo suo, giocando le proprie carte come crede. Non c’è niente di sensazionale in tutto ciò e comunque la cosa non sarebbe indolore nemmeno per le banche tedesche. Detto fra di noi 😀 , non è che le banche tedesche se la passino benissimo…


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Black_Jack
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sankara
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Detto fra di noi 😀 , non è che le banche tedesche se la passino benissimo…

Si', qualcosa in merito l'ho sentita pure io.. :D...ma per non rimanere nel "sentito dire", conosci qualche pubblicazione o link a riguardo?


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mincuo
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I Titoli di Stato non sono free risk.
Infatti ci sono i Sovereign CDS. Oltre allo "spread".
Forse a Messori non glielo hanno ancora comunicato.
E forse non gli hanno comunicato che un titolo Tedesco o Greco non sono la stessa cosa. E che una revisione dei parametri di rischio è già nei fatti.
Ed è la base di partenza se poi vuoi emettere sovranazionali, ma Messori non sembra che lo capisca a giudicare dall'articolo.
Invece che "Imola Oggi" e "Iceberg finanza" sarebbe meglio vedere BIS e BCE per capire cosa è stato detto e cosa significa.


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mincuo,

“In the European <b>Union</b> (EU), authorities have allowed supervisors to permit banks that follow the IRB approach to stay permanently on the Standardised Approach for their sovereign exposures. In applying the Standardised Approach, in turn, EU authorities have set a zero risk weight not just to sovereign exposures denominated and funded in the currency of the corresponding Member State, but also to such exposures denominated and funded in the currencies of any other Member State.”

http://www.bis.org/publ/qtrpdf/r_qt1312v.htm


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Black_Jack
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SUL RISK FREE RELATIVO AI TITOLI DI STATO

Premessa: i titoli di stato italiano sono CONSIDERATI risk free come quelli tedeschi non per scelta dei banchieri ma per scelta dei politici.
Né i tedeschi né gli italiani SONO risk free ma SONO CONSIDERATI risk free.

Copincollo e poi metto il link

Non che avessi dubbi. Ne avevo talmente pochi che mi sono portato avanti col lavoro e, qualche post fa, mi sono inerpicato con grande fatica nella ragnatela della regolamentazione bancaria di Basilea II e III, che anche ieri Draghi ha citato come fonte di ispirazione normativa, spiegando che non tocca certo alla Bce decidere come trattare i bond sovrani, ma proprio ai banchieri di Basilea (che per la cronaca è espressione delle Banche centrali). Alludendo con ciò al fatto, già messo in evidenza dal suo collega della Bundesbank Weidmann, che i regolatori di Basilea fossero stati troppo generosi nel giudicare risk free (e quindi non bisognosi di accantonamento nel capitale di vigilanza delle banche) i titoli di stato.

Abbiamo visto che non è così. Le regole di Basilea, di recente ribadite anche dalla Bri, dicono esattamente il contrario: ossia che tutte le classi di titoli, quindi anche quelli sovrani, sono soggetti a una classificazione del rischio. E fissa anche un criterio di ponderazione, legato al rating, in virtù del quale le banche possono sapere esattamente quanto capitale devono mettere da parte ogni tot di titoli di stato.

Quello che i nostri governatori (Weidmann, Draghi) omettono di dire (difficile credere che sia sfuggito a tutti), è che le regole di Basilea III sono state tradotte nella direttiva europea CRD IV (36/2013) sui requisiti della patrimonializzazione bancaria e in un regolamento (575/2013) che entreranno in vigore dal prossimo gennaio. Il regolamento, in particolare, (articolo 114) fissa un rischio zero per i titoli di stato denominati in valuta nazionale da parte di tutti i paesi europei. Quindi non è tanto Basilea ad aver creato il “problema”, ma semmai il mondo politico europeo.

Questo ovviamente i nostri eurogovernatori non lo dicono.

La conseguenza di questa regolamentazione, quindi, è che i titoli italiani, denominati in euro, hanno la stessa classificazione di rischio di quelli tedeschi. Non per scelta dei banchieri, ma dei politici.

Link

http://thewalkingdebt.org/2013/12/13/il-governatori-delleurozona-battono-un-colpo/


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FlavioBosio
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La conseguenza di questa regolamentazione, quindi, è che i titoli italiani, denominati in euro, hanno la stessa classificazione di rischio di quelli tedeschi. Non per scelta dei banchieri, ma dei politici.

Art. 114 continuiamo a leggere attentamente..

5. Fino al 31 dicembre 2017 alle esposizioni verso le amministrazioni centrali o le banche centrali degli Stati membri denominate e finanziate nella valuta nazionale di uno Stato membro è attribuita la medesima ponderazione del rischio che sarebbe applicata a tali esposizioni denominate e finanziate nella loro valuta nazionale.
6. Per le esposizioni di cui al paragrafo 5:
a)
nel 2018 gli importi delle esposizioni ponderati per il rischio calcolati sono pari al 20 % del fattore di ponderazione del rischio assegnato a tali esposizioni in conformità dell'articolo 114, paragrafo 2;
b)
nel 2019 gli importi delle esposizioni ponderati per il rischio calcolati sono pari al 50 % del fattore di ponderazione del rischio assegnato a tali esposizioni in conformità dell'articolo 114, paragrafo 2;
c)
nel 2020 e successivamente gli importi delle esposizioni ponderati per il rischio calcolati sono pari al 100 % del fattore di ponderazione del rischio assegnato a tali esposizioni in conformità dell'articolo 114, paragrafo 2.

Il fattore di ponderazione lo si desume dalla tabella 1 ricavata dalle agenzie di rating, in parole povere il primo gennaio 2018 siamo fottuti!


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Black_Jack
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@Flavio

Certo, ma un annetto prima si dovrebbe ricominciare a discuterne e in considerazione della situazione ci si aspetta un rinnovo di questa condizione di pseudo risk free.
La Germania invece vuole fare rubamazzo senza andre troppo per il sottile.


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Detto fra di noi 😀 , non è che le banche tedesche se la passino benissimo…

Si', qualcosa in merito l'ho sentita pure io.. :D...ma per non rimanere nel "sentito dire", conosci qualche pubblicazione o link a riguardo?

No, mi spiace, nessun link.


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FlavioBosio
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@Flavio

Certo, ma un annetto prima si dovrebbe ricominciare a discuterne e in considerazione della situazione ci si aspetta un rinnovo di questa condizione di pseudo risk free.
La Germania invece vuole fare rubamazzo senza andre troppo per il sottile.

Lo capisci da te che solo un idiota può considerare risk free (per decreto) dei titoli di stato.

Stanno vendendo/comprando merda al prezzo dell'oro perché una banda di delinquenti in giacca e cravatta ha detto non preoccupatevi, fate finta che sia oro!

E lo stanno facendo con i nostri risparmi!


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FlavioBosio
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I Titoli di Stato non sono free risk.
Infatti ci sono i Sovereign CDS. Oltre allo "spread".
Forse a Messori non glielo hanno ancora comunicato.
E forse non gli hanno comunicato che un titolo Tedesco o Greco non sono la stessa cosa. E che una revisione dei parametri di rischio è già nei fatti.
Ed è la base di partenza se poi vuoi emettere sovranazionali, ma Messori non sembra che lo capisca a giudicare dall'articolo.
Invece che "Imola Oggi" e "Iceberg finanza" sarebbe meglio vedere BIS e BCE per capire cosa è stato detto e cosa significa.

A spiegar le cose ad un asino si perde solo tempo e s'infastidisce la bestia.

Ovvio che statalisti, sovranisti, fancazzisti e parassiti vari vorrebbero che il giochino dello stampa-stampa duri il più a lungo possibile calciando il barattolo all'infinito, il problema è che la strada sarà sempre più in salita e con una pendenza in aumento il barattolo tornerà indietro sempre più velocemente.


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Black_Jack
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Lo capisci da te che solo un idiota può considerare risk free (per decreto) dei titoli di stato.

Stanno vendendo/comprando merda al prezzo dell'oro perché una banda di delinquenti in giacca e cravatta ha detto non preoccupatevi, fate finta che sia oro!

E lo stanno facendo con i nostri risparmi!

Ma per carità...non è tirando fuori la retorica ricattatoria dei "nostri risparmi" né usando parolacce o tacciando di fancazzista chiunque la pensi diversamente da te che dai forza ai tuoi argomenti.

Non mi interessa minimamente se questa cosa sia giusta o non giusta.
Riporto quella notizia per introdurre un certo discorso che vedo non interessa a nessuno quindi lasciamo perdere.
Non voglio dare lezioni o insegnare qualcosa, voglio anzi vorrei visto che è impossibile come sempre, approfondire delle questioni e delle idee che non hanno NIENTE A CHE VEDERE con liberismi o non liberismi o comunismi o statalismi o keynesisimi né con polemiche personali idiote né con destra e sinistra.
Quella è tutta roba rispettabilissima ma che viene dopo.
Però ad alcuni le idee non interessano a meno che non siano le proprie per cui va bene cosí.


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Famed Member
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Però ad alcuni le idee non interessano a meno che non siano le proprie per cui va bene cosí.

Sta parlando tra sé e sé o davanti allo specchio?
La mia non è una provocazione ma semplicemente constatazione di quanta verità sia contenuta nella sua affermazione, specialmente: "siano le proprie.
Non ho letto nulla di suo in coda a tutti i miei post riservati all'argomento economico/finanziario/organizzativo/sociale.
Tanto le dovevo.


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