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Bagnai: "L'uscita dall'euro non è il tema più importante"


clack
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Dopo aver visionato un documento nel quale è stato superbo nel mettere a posto alcuni opinionisti pro-euro,
https://www.youtube.com/watch?v=lvEda39EAbs
smascherando le loro strumentalizzazioni e i loro pretesti, anche se con un po' di spocchia di troppo, la speranza è stata che avendo assunto un nuovo ruolo a livello istituzionale, forse l'azione, la comunicazione e i concetti diffusi da Bagnai stessero finalmente cambiando passo.

Invece, nella sua ultima intervista con Messora,
https://www.youtube.com/watch?v=ylH7fT5BAPw
il neosenatore leghista dichiara testualmente che l'uscita dall'euro non è il tema più importante, al min. 4.15.
In effetti ci aggiunge un forse, che però dato il contesto va ad assumere una valenza fin quasi rafforzativa del concetto così espresso.
Messora naturalmente si è guardato bene dal chiedergli di approfondire meglio questo concetto e le sue motivazioni.
A questo riguardo mi sfugge completamente il senso di fare informazione "non allineata" se poi i metodi con cui la si esegue sono gli stessi di un Fabio Fazio, ma insomma.
Parodiando la posizione nei confronti delle banche riassunta dal "too big to fail", potremmo pensare che l'approccio nei confronti di personaggi simili sia improntato al "too big to criticize"?

Il resto dell'intervista Bagnai lo spende sulle sue intenzioni di fare un'interrogazione sulla qualità e i metodi di nomina dei componenti l'alto commissariato alle fake news, prendendo spunto dalla sponda offerta da Riotta alla nota panzana della richiesta di RdC da parte di alcuni cittadini pugliesi "perché i 5S hanno vinto le elezioni".
A parte che Bagnai sembra voler offrire una cauta apertura nei confronti del movimento di Di Maio, dopo che per anni lo ha criticato e delegittimato in ogni modo, usandolo persino come pretesto per colpevolizzare i propri critici, quello del ruolo dell'informazione è senz'altro argomento di grande importanza.

Nel modo con cui lo affronta però, però Bagnai dimostra di essere concentrato soprattutto su propositi di vendetta personale nei confronti di una stampa che lo ha spesso osteggiato e dileggiato. Non più, tuttavia, di quanto Bagnai ha fatto nei confronti di chiunque abbia osato esprimere una critica nei confronti suoi e soprattutto dei metodi oltremodo discutibili che ha utilizzato ai fini dell'acquisizione di notorietà, di cui ora va all'incasso dei dividendi.
In che modo? Appunto iniziando a mettere le mani avanti riguardo a un suo riposizionamento, rispetto al quale è da ritenersi possibile un'ulteriore evoluzione nel prossimo futuro. Proprio in base alle sue stesse dichiarazioni.

Prendendo atto di tutto questo è inevitabile farsi almeno un paio di domande.
La prima riguarda lo spirito con cui il professore pescarese affronta il suo ruolo istituzionale. Ovvero in base a un personalismo esasperato che del resto ha sempre segnato la cifra della sua azione e della sua comunicazione. Forse non si tratta esattamente di quello migliore per assolvere ai compiti istituzionali che si è volontariamente assunto e per il quale ha chiesto consenso all'elettorato.

La seconda, ben più importante a livello concreto, riguarda le motivazioni per cui il corpo elettorale ha attribuito a Bagnai il suo mandato. Difficilmente può essere stato al fine di affidargli il compito di una battaglia moralizzatrice sul ruolo dell'informazione mainstream e sui metodi senz'altro discutibili da essa utilizzati.

L'elemento centrale però è dato proprio dalla dichiarazione al minuto 4,15, in cui Bagnai dice che l'uscita dall'euro forse non è più il tema più importante.
Ho voluto riascoltare più volte quel passaggio, per essere sicuro di aver compreso correttamente tale dichiarazione.

Oltre a far trasecolare, e cadere le braccia, suggerisce il riposizionamento di Bagnai, nello stesso modo con cui è stato eseguito, sia pure in maniera più graduale, dai 5S. Nei confronti dei quali la posizione del Bagnai neosenatore, in base alle sue stesse dichiarazioni sembra molto meno intransigente che in passato.

Se anche colui che per anni ha voluto a ogni costo essere il campione nazionale degli euroscettici ora ci racconta che l'uscita dalla moneta "forse" non è il tema più importante, è possibile che le accuse di scarsa trasparenza formulate da alcuni suoi critici, riguardanti appunto il ruolo concreto che egli si è assunto, non fossero del tutto fuori luogo.
Soprattutto però dovrebbe spiegare nel modo più approfondito motivi e finalità dell'azione che ha svolto nel corso degli ultimi anni. Che guarda caso inizia a sconfessare, sia pure fin quasi tra le righe, già nella sua prima uscita nelle vesti di rappresentante delle istituzioni.


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olmo
 olmo
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Diventa riposizionamento se si lascia il feticcio del 3%, se si tiene il pareggio di bilancio, se si fa finta di ridiscutere i trattati europei ( repellere maastricht ) che già bastano per far vacillare leuropa, altrimenti è solo pettegolezzo malevolo.


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clack
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Olmo...
Ma cosa vai trovando?
Bagnai ha detto in un'intervista che sapeva perfettamente avrebbe trovato ampia diffusione, che l'uscita dall'euro non è il tema più importante.
Punto.

Se lo ha fatto, non credo sia stato in un momento in cui ha perso la capacità di intendere e di volere.
Pertanto argomentare al riguardo, se è possibile.
Anche perché di spunti ne sono stati offerti diversi.

Altrimenti l'insulto, ovvero il dare del pettegolo a chi azzarda rilevare certe cose, che così facendo si dimostra di non voler accettare, qualifica chi vi ricorre, la quantità di argomenti che possiede e non certo chi di quell'insulto è destinatario.

Fermo restando che se si adottano gli stessi atteggiamenti dell'avversario tanto osteggiato e ademocratico, ossia nascondere la realtà e fingere a ogni costo di non vederla, per poi auto ingannare sé stessi convincendosi che quanto è stato detto con estrema chiarezza non esista, oltre a essere un esempio tipico di bispensiero orwelliano, pone sul suo stesso piano.

Posizione dalla quale riesce poi difficile osservarne limiti e punti di forza, passo necessario per contrapporsi ad esso con qualche efficacia.
Più facile invece finire con l'avere le sue stesse prospettive e finalità, condizione per la quale diventa più facile mettercisi d'accordo.


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clack
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Fermo restando che se si resta nella moneta unica si accettano il 3%, il pareggio di bilancio, i trattati scritti per non essere compresi, le note modalità subdole di imposizione di misure vessatorie, la cricca dei non eletti da nessuno e tutto il resto delle amenità che insieme all'UE porta con sé.
Proprio perché l'UE non è riformabile.

Quindi delle due l'una: se ci si vuole rimanere dentro, o si accetta tutto quello che porta con sé oppure si è convinti, o si vuol far credere, di poterla riformare.

Al di là di tutto questo, resta fermo il punto numero 1: dopo anni e anni di azione contro l'euro, che le sue ultime dichiarazioni pongono sotto una luce del tutto diversa, Bagnai dice che l'uscita dalla moneta unica non è il tema più importante.


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olmo
 olmo
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Ribadisco: i fatti dimostreranno un riposizionamento (il non voler rifutare maastricht e trattati successivi, morti i quali lo stesso euro perde di senso perchè mostrerebbe a tutti, e non solo a quattro gatti come noi, che è insensato e distruttivo!) non 3 parole su centinaia dette.
Tutto questo non esclude che lei abbia ragione, aspettiamo i fatti che le parole son poca cosa e soggette all'umore!
(Anche perchè Bagnai è uno e sta dentro un partito che sono tanti, in una coalizione con gente strana, che deve allearsi con avversari per governare, la politica insomma!)


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clack
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Giusto: se le parole sono poca cosa e soggette all'umore, e per caso a un dato punto diventano tutto il contrario di quelle che sono sempre state (e sulle quali è stato costruito un blog attivo per anni insieme a tutto il suo seguito) forse chi le pronuncia non è particolarmente affidabile.
O meglio, non fa altro che reiterare una propria abitudine, già più volte rilevata dagli osservatori più attenti, quella di dire tutto e tutto il suo contrario a seconda di situazioni e convenienze. Pretendendo oltretutto di non essersi mai contraddetto.

In realtà le parole sono importanti, anzi importantissime.
Perché è con esse che si costruiscono i pensieri che a loro volta sono l'origine dell'azione, come ha ben spiegato Orwell, e poi perché proprio dalla loro coerenza, prima ancora che ad esse seguano i fatti, si rileva l'affidabilità di un qualsiasi interlocutore.
Tantopiù quando non si parla di squadre di calcio o ricette di cucina, ma del destino di interi stati e della popolazione che li abita.

Giocare con tanta leggerezza su cose simili è dal mio punto di vista un atteggiamento inaccettabile.
Nella fattispecie illustra nel modo più efficace la reale statura di certi personaggi, pronti a passare da un'estremo a quello opposto, convinti che il loro uditorio sia fatto di cerebrolesi, ai quali propinare qualsiasi cosa perché tanto se la bevono.
Valutazione che a sua volta è una precisa valutazione di merito delle proprie qualità.
Dato che se è su un uditorio di cerebrolesi che si è fatta presa, di sicuro le argomentazioni e i metodi adoperati allo scopo, e quindi chi se ne è servito, non devono essere tanto migliori.

Il sovranismo, quello vero, che tiene sempre a mente l'Art.1 della Costituzione e lo impiega quale dirimente nei confronti di pensiero, programmi e azione, è ben altra cosa.

Di sovranisti all'amatriciana non sappiamo cosa farcene. O meglio sarebbe il caso di liberarsi, dato che con le loro leggiadre piroette, alle quali i proseliti sono naturalmente portati a credere, per forza di cose fanno molto più danno di un'intera schiera di eurotomani dichiarati.


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olmo
 olmo
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Leggendo l'ultimo articolo del suo blog non ho notato nessun particolare cambiamento ma si vede che lei arriva più lontano del sottoscritto.
Che poi, essendo in un partito di cui è un semplice esponente ( non è ancora arrivato ad estendere il suo potere come xi jimping!), debba ingoiare dei rospi e accettare cose di cui non si è d'accordo, questo fa parte delle leggi della politica (e della vita civile democratica).


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Buondiavolo
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Togliere la frase del contesto ti fa arrivare a dimostrare quello che già hai deciso che volevi dimostrare.
(la faccenda dell'euro,per cui B viene sempre tirato in ballo)Non è la cosa più importante PER CAPIRE CHE la sinistra non ha capito, nè letto persino Gramsci, ma solo i giornali di confindustria.
Riascolta e magari(se non sei prevenuto ) te ne accorgi.


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Piramis
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Sinceramente, non capisco lo scopo di questo thread.
Si prende una frase espressa sottovoce quasi come un intercalare, cercando di estrapolarne un significato, quando dal minuto 24.35 ci sono 4 minuti pieni di spiegazione, chiara, sul fatto che l'euro dev'essere smantellato.
Puntare il dito sulla pagliuzza e non vedere la trave? non può essere casuale.


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clack
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Allora vediamo: Bagnai dice una cosa tanto dirompente, piena di significati, in assoluto e soprattutto riguardo al suo passato prossimo (su quello remoto è meglio glissare), come "L'uscita dall'euro non è il tema più importante" perché ha bisogno di sottolineare qualcosa che nessuno ha mai sentito dire e di cui tantomeno si era accorto.
Quindi per portarlo alla conoscenza del volgo c'era bisogno di un luminare dell'economia politica.
Infatti che i partiti dell'ex-sinistra abbiano rinnegato la loro base di consenso per mettersi al servizio delle élite è cosa totalmente ignota.
Tanto è vero che alle elezioni di 13 giorni fa hanno avuto un successo travolgente, proprio grazie al voto compatto dalla loro base storica di consenso.

Ma naturalmente la frase incriminata la dice sottovoce, come un intercalare. E del resto in una discussione non va mai preso l'elemento più significativo di un discorso, ma occorre prima trascrivere e analizzare a fondo tutti i tre quarti d'ora di convenevoli e ovvietà coi quali lo si circonda.

Una logica inappuntabile.

In realtà Bagnai ha fatto per l'ennesima volta ciò che critica quotidianamente nelle élite pro-euro. Che poi è il modo di fare per loro più tipico, del quale oltretutto si compiaciono.
Si butta li un argomento, potenzialmente indigesto, poi si rimane in attesa delle reazioni. Le quali ovviamente non arrivano, pertanto si continua proprio su quella strada.

La sola, vera e grande differenza è che mentre le élite europee non trovano reazioni di sorta alle loro sortite, quelli come Bagnai possono contare addirittura sul loro piccolo esercito di fedelissimi, pronto a sostenere l'inverosimile e a capovolgere le basi minime della logica pur di negare la realtà che il loro vate gli pone dinnanzi.

Non è la prima volta che succede e non sarà neppure l'ultima.


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Non sarà il tema più importante se non si esce . In caso contrario penso che qualche problemino ci sia . Non perchè restarci sia una meraviglia inaudita ma perchè sull'eventuale uscita sono tutti un tantino vaghi . La cosa come molte altre cose che adesso vanno per la maggiore potrebbe essere discussa e valutata se gli svariati promotori illustrassero oltre agli innumerevoli e fantastici vantaggi anche i miseri contro , che saranno pochi naturalmente ma immagino ci siano . Dico immagino perchè appunto mi pare che l'immaginazione sia usata in maniera un tantino univoca adesso . Appartengo ad un tempo dove " l'immaginazione al potere " era uno slogan piuttosto usato , però quel tempo è passato , quell'immaginazione anche ...resta , forse , lo slogan ma di quelli non mi sono mai fidato troppo specialmente quando ci son solo quelli . quindi qualche cenno sull'eventuale uscita e le eventuali conseguenze ( possibilmente non immaginate ) non sarebbe inutile .


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