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Bnl/BNPP - E meno male che la pensione è "protetta"t


radisol
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Spett.le
BNL Gruppo BNPP
Direzione Risorse Umane
c.a. Dr. Pandolfini

Spett.le
BNL Gruppo BNPP
DRU- Relazioni Industriali
c.a. Dr.Quinale e Dr.Scalco

Spett.le
BNL Gruppo BNPP
Divisione Retail & Private
c.a Dr. Calderano e Dr. D’Agata

Oggetto: Addebito diritti d’istruttoria rinnovo fido su conti “Pensione Protetta”

Ci viene riferito che a tutti i conti collegati alla convenzione “Pensione Protetta” sono state addebitate automaticamente le commissioni per –diritti d’istruttoria/rinnovo fido (cifre dai 50 euro e oltre).
Siamo tutti a conoscenza che ai clienti percettori di pensione, sottoscrittori del conto corrente collegato alla convenzione “Pensione Protetta”, viene automaticamente riservato un fido (corrispondente a due mensilità della pensione accreditata) a valere sul c/c.
Il fido viene attivato d’iniziativa aziendale, ma moltissimi pensionati non usano mai tale fido e addirittura numerosi di loro non hanno nemmeno consapevolezza della sua esistenza.
La scelta di addebitare tali conti correnti, tramite procedura automatica, con avviso non chiaramente e immediatamente percepibile dai pensionati, ha prodotto un notevole flusso di veementi reclami che hanno colpito i colleghi delle agenzie.
La Rete non è stata avvisata nei modi e nei tempi corretti e ha dovuto gestire “in qualche modo” le lamentele dei correntisti “pensione protetta”.
Dopo l’esplosione del problema sono circolate mail, spesso a cura dei responsabili clientela individuals di area, nelle quali si invita a:

· Solo a chi reclama per l’addebito e non ha utilizzato il fido: 1) si autorizza lo storno e gli si propone altro conto corrente.
· Per chi reclama ma ha utilizzato il fido: 1) In questo caso l’importo è dovuto (così viene chiaramente esplicitato nelle mail!) e si può solo proporre lo scollegamento dal conto pensione protetta e l’accensione di altro conto corrente (vedi conto revolution).

In sostanza si ammette “l’errore” della Banca, però se nessuno protesta bene, poi se qualche cliente si accorge… pazienza si storna l’addebito, gli si cambia conto corrente e nel frattempo “per non perdere di valore sul conto economico” si cerca di vendere qualche altro prodotto.

La nostra organizzazione sindacale, preoccupata per la pubblicità negativa e il danno d’immagine che tali operazioni comportano, invita la Direzione a prendere immediate ed effettive azioni di chiarezza nei confronti dei clienti, a stornare d’ufficio tutte le commissioni non dovute e a non intraprendere per il futuro simili azioni commerciali, assolutamente negative per la clientela e dannose per la Banca.

Roma, 15.12.2010

Segreteria ODC FALCRI BNL


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radisol
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L’ INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEI MANAGER
“I manager fanno le cose bene, i leader fanno le cose giuste” (?!)

Riportiamo di seguito la definizione e le differenze tra le due figure data da un consulente di direzione e organizzazione:
“I manager, guardano dentro l’azienda, dentro gli individui, ciascuno con il proprio bagaglio di capacità, di bisogni e di aspettative. Devono andare in profondità, per trovare il più piccolo indizio oppure quella sottile differenza in ciascun collaboratore, su cui lavorare per trasformare il loro talento in buona performance.

I leader, guardano fuori e lontano, guardano alla concorrenza, al futuro, alle alternative. Si concentrano su scenari ipotetici, trovano le connessioni e le crepe tra le varie strategie, colpiscono dove la resistenza è più debole. Devono essere visionari, strateghi, lungimiranti”.

Dunque, da quanto sopra, si evince che, il leader dovrebbe creare, mentre il manager dovrebbe pianificare, organizzare, mettere in atto tattiche e strategie allo scopo di raggiungere l’obiettivo, pensare a gestire, migliorare, espandere.

Valutiamo ora queste affermazioni riportandole sulla nostra Azienda sulla scorta di quanto accaduto con il lancio sul mercato di una iniziativa altamente competitiva, il mutuo tasso fisso al 3,99%. Prima Fase: La campagna mutui, è stata sicuramente una buona idea, (seppur limitata da una strategia temporale in un ottica di breve periodo e di speculazione intra-day ), la fase iniziale è stata ben gestita dando la giusta importanza all’offerta attraverso una ottima comunicazione.

I risultati in termini di quantità di richieste pervenute sono stati eccellenti, peccato però che il manager, nella Seconda Fase:

 si sia dimenticato di analizzare la struttura e di prepararla ad affrontare il nuovo business;

 non abbia gestito la pianificazione ed il monitoraggio dell’intero progetto;

 non abbia valutato l’impatto sulle risorse umane in termini di carichi di lavoro;

 non si sia confrontato con le persone che operano all’interno del modello organizzativo presente;

 non abbia valutato l’impatto negativo, rispetto all’esclusione dal progetto, sulla clientela già esistente.

Queste “…amnesie…” hanno trasformato il “progetto di successo” in una sorta di campionato di Jumanji (dal noto film), squisitamente riservato ai pochi sopravvissuti al “dimensionamento” del Pac e della Rete che ha coinvolto anche strutture e risorse inizialmente non previste e ha fatto immagazzinare ore ed ore di straordinari, tuttora in corso, compresi i sabati.. Tutto ciò senza che, almeno per una volta, venissero risparmiate le solite pressioni da parte di alcuni di cui tratteremo nel dettaglio in altra occasione.

Non bastano le "best practices" e le metodologie di efficientamento, un progetto di successo ed il relativo raggiungimento dell’obiettivo, lo sappiamo persino noi, è strettamente correlato ad una organizzazione aziendale impeccabile in cui ogni elemento diventa un tassello da collocare al posto giusto, ivi compresi manager e leader per i quali onestamente poco ci interessano le distinzioni citate all’inizio, (al nostro interno spesso le due figure coincidono), l’unica differenza che ci interessa e che dovrebbe interessare l’Azienda, è quella tra un buon manager ed un cattivo manager.

Il primo deve essere in grado di confrontarsi con la realtà aziendale, capire il contesto nel quale un nuovo progetto deve prendere corpo e non avere come unico obiettivo il raggiungimento del suo budget costi quel che costi, il secondo……..è quello che è toccato a noi.

Roma 31 Dicembre 2010

Dircredito - Fabi - Fiba/Cisl - Fisac/Cgil - Sinfub - Uil.Ca
RSA Bnl Aldobrandeschi
RSA Bnl ATL Lazio


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radisol
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Certo fa un certo effetto, digitando su google i termini “calderano” e “bnl”, rivedere la marea di articoli trionfalistici con i quali si salutò l’arrivo nella Bnl appena francesizzata di Stefano Calderano, proveniente da Banca Intesa dove già si era “distinto” niente male, ed approdato nel 2006 a dirigere il Retail/Private della medesima Bnl.

Ci fu persino chi, da vera e propria “escort” dello pseudo/giornalismo economico/finanziario, arrivò a definirlo “il Maradona del Retail”.

L’impressione è ancora più forte se si paragonano gli articoli altisonanti di allora al totale silenzio con cui lo stesso Calderano, qualche settimana fa, ha lasciato la Bnl, un silenzio davvero assordante e certo molto molto illuminante.

La gestione Calderano in Bnl è stato, si può dirlo senza fronzoli, un totale e completo fallimento.

Al quale evidentemente la proprietà francese, questa specie di “grande fratello” che sembra interessarsi poco della sua colonia italica ma che invece, sia pure con lentezza da bradipo, le scelte le fa eccome, ha deciso di porre fine prima del tempo.

La situazione è stata certamente aggravata negli effetti dal contemporaneo abbandono dell’altro big del Retail, D’Agata, approdato a “Che Banca”, ma in questo caso ci troviamo di fronte al classico mercato della vacche manageriali che ormai non ha più nulla da invidiare al mercato calcistico di ogni estate e che in Bnl, alla faccia di tante chiacchiere sulla “fidelizzazione” e sul “senso di appartenenza”, ha finito per riguardare in persino qualche capetto del personale di qualche Area Territoriale, sia pure importante.

La storia di Calderano è invece profondamente diversa, né del resto nel suo caso si narra,nemmeno come indiscrezione,di un suo passaggio immediato in qualche altra banca.

La storia di Calderano è la storia della “finanza creativa”, applicata non solo alle banche d’affari ma anche al mondo delle banche universali e che è certamente all’origine della crisi finanziaria globale.

Che se in Italia non ha creato guasti così gravi è solo per una serie di circostanze in parte storiche ed in parte anche solo casuali e fortunate.

La politica degli interessi attivi vicini allo zero, si diceva allo scopo di invogliare la clientela all’investimento in prodotti finanziari a dir poco discutibili e rischiosi.

Cosa che ha determinato in breve tempo chiusure di c/c, disaffezione della clientela, minori depositi e quindi minore raccolta anche prima ed indipendentemente dall’esplosione della crisi globale.

Indi per cui, per risollevare le statistiche, capitava che soprattutto in occasione dell’apertura di nuove agenzie ci si inventassero accensioni di nuovi conti di cui spesso gli ignari intestatari non sapevano nulla . E’ capitato anche questo …..

E poi, per cercare di recuperare questi aspetti negativi, vere e proprie trovate da gioco napoletano delle tre carte, dalle convenzioni “senza spese” per allargare il “conto revolution” ad intere categorie, convenzioni fatte saltare un attimo dopo averle stipulate accollando spese su spese alle malcapitate categorie, che in alcuni casi si sono fatte giustamente e pesantemente sentire sulla stampa e sui media più in generale.

Ed il prelievo forzoso di circa 50 euro su tutti i conti “pensione protetta” ( bella protezione !), una specie di unilaterale “tassa sul fido” ( fido che la maggior parte di quei poveri pensionati non aveva mai usato e spesso nemmeno sapeva di avere) inventata nello scorso novembre 2010, tassa che poi Bnl ha dovuto restituire a chiunque ne facesse richiesta.

E poi la “tassa sul contante” che ha fatto sì che Bnl/Bnp finisse protagonista negativa sulla stampa nella scorsa primavera, facendo passare in secondo piano pure il fatto che altre grandi banche già l’applicavano, sia pure in misura ridotta, da alcuni mesi. Cosa che ha fatto incazzare come jene persino i senatori ai quali ovviamente è stata subito tolta.

Guasti che certo non spariscono in silenzio insieme a Calderano.

Ma un po’ perché, da dipendenti Bnl, ci occupiamo soprattutto del nostro “particulare” ed un po’ perché innegabilmente in quel campo Calderano è riuscito a superare se stesso, crediamo che il vero “capolavoro negativo”, una specie di autogol in rovesciata che certo Maradona non ha mai fatto, sia stata la “riforma” del trattamento del credito al personale.

Quello che aveva funzionato benissimo per decenni, affidato in parte alla gestione Risorse Umane ed in parte più grande al buon senso gestionale delle varie Filiali ( oggi Aree Territoriali) lo si è voluto per forza unificare in una struttura centrale, pure alquanto risicata come organico, come locali e come strumenti a disposizione, dipendente direttamente dal Retail/Private e quindi dallo stesso Calderano

E soprattutto lo si è voluto rendere “commerciale”, cioè si è voluto guadagnare - e bene - anche sulle operazioni bancarie dei dipendenti Bnl !

Facendo diventare unilaterale ed appunto “commerciale” una materia che precedentemente era frutto di confronto sindacale a latere della normale contrattazione aziendale.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, pratiche che si facevano in tre giorni ora necessitano almeno di tre settimane, tutti i finanziamenti, compresa la tradizionale “anticipazione”, sono sottoposti a verifica Crif e spesso pure subordinati alla stipula di una onerosa assicurazione con la consociata Cardif, nella logica appunto tutta commerciale del “vendo due prodotti in uno”.

E tutti i dipendenti sono sottoposti ad una specie di “rating” personale, basato su criteri ignoti e soprattutto del tutto unilaterali.

Va da sé che, in questo clima, anche la tradizionale “tolleranza” tipica delle Filiali ed applicata anche alla normale clientela, ha finito per diradarsi se non per sparire del tutto.

E tutto questo in tempi di crisi economica senza precedenti !

Poi il nostro improbabile Maradona ha pure provato ad applicare ai dipendenti le condizioni “commerciali” studiate per la clientela, compresa la famigerata “tassa sul contante”, tentativo in larga parte rientrato a conclusione della stranissima vertenza che ha impazzato in Bnl tra Dicembre 2010 e lo scorso Aprile e della quale il parziale rientro delle proposte folli di Calderano è forse l’unico tangibile risultato positivo.

Ora l’improbabile Maradona se ne va ignominiosamente, in silenzio, anche se immaginiamo ben “liquidato”, come sempre avviene per soggetti del genere che fanno danni inenarrabili ma personalmente finiscono per cadere sempre in piedi.

Ma i danni, in questo caso ci riferiamo appunto soprattutto ai dipendenti Bnl, rimangono tutti, come rimangono in posti-chiave i personaggi, pressoché tutti provenienti da altre banche, dei quali l’improbabile Maradona si era fatto corte, già pronti a fare di nuovo le “iene ridens” al seguito del suo successore.

Chi li ripara questi danni ? L’azienda è disposta ad ammettere di aver pesantemente sbagliato affidandosi a cotanto “guru” ed a tornare indietro nelle scelte ?

E gli “otto sindacati otto” che imperversano in questa azienda, si pongono minimamente questo problema ? Tra buonuscite d’oro e scambi di favori personali, di questi problemi hanno almeno coscienza ?

Possibile che persino su questo terreno, tutto assistenzial/corporativo, cioè quel terreno che nemmeno Marchionne in Fiat si è mai sognato di ridimensionare ( le “agevolazione” per gli acquisti di prodotti Fiat per i dipendenti della casa automobilistica sono rimasti tutti, anzi in parte, nella logica di far lievitare il “senso di appartenenza aziendale”, sono pure migliorati) e che sembrerebbe essere ormai il terreno
principe dell’agire sindacale subalterno nelle altre banche ed in generale nel nostro Paese, possibile che invece in Bnl i sindacati non siano capaci di salvaguardare nemmeno queste cose ?

Ma noi dipendenti Bnl cosa abbiamo fatto di male, cosa dobbiamo espiare ?

E quanto ancora continueremo a sopportare in silenzio ?

25/7/2011 Radisol

da "InformationGuerrilla Bnl"


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Amalia
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Vergogna ! Questo messaggio e' fazioso e non oggettivo.
Chiunque sia informato dei fatti sa che non è così


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radisol
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Per Amalia :

Beh, magari se ci spieghi pure perchè ....


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