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Chi è l'implicato in Piazza Fontana al voto Pd di Livorno


marcopa
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Fino al 1990 a Livorno aveva problemi a parlare anche Fini, allora segretario del MSI.

Marcopa

Paolo Pecoriello, noto fascista implicato anche nelle manovre che hanno preceduto e seguito la strage di piazza Fontana, è andato a votare alle primarie del PD nel rione Colline a Livorno.

ecco il link al Tirreno on line

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2013/12/08/news/tensione-a-colline-vota-noto-esponente-della-destra-1.8261234

Ed ecco
Chi è Paolo Pecoriello

Paolo Pecoriello, 25 anni. Nel 1964 partecipa al "Convegno romano della gioventù nazionale" come delegato, assieme a Mario Merlino, della sezione del MSI Istria e Dalmazia. Diventa un militante dell'Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie ed è sempre in prima fila nelle più importanti azioni squadristiche. Nel 1965, con il finanziamento dei Comitati Civici, organizza una squadra che imbratta i muri delle chiese di Terni con falci e martello e scritte blasfeme (8). Partecipa, nella primavera 1968, al viaggio premio nella Grecia dei colonnelli. L'8 agosto 1968 si trasferisce da Roma, dove è stato ospite del convento dei padri Serviti di Santa Maria, a Reggio Emilia, dove è di nuovo ospite dei padri Serviti nel loro convento della Ghiara retto da padre Gabriele Rocca noto perchè ogni anno celebra messe in suffragio di Mussolini e dei caduti della Repubblica di Salò.

A Reggio Paolo Pecoriello è ufficialmente impiegato negli uffici del Commissariato della Gioventù Italiana; in realtà ha il compito di"fare opera di agitazione politica", come dichiarerà lui stesso in un verbale di polizia. Ai primi di settembre fonda una sezione di Avanguardia Nazionale. In tutta la città compaiono svastiche e rune, accompagnate da scritte "Viva l'esercito". L'onorevole Franco Boiardi del PSIUP e il professor Corrado Corghi della sinistra cattolica vengono aggrediti e malmenati dai fascisti di Avanguardia Nazionale.

Il 14 novembre Pecoriello e Graziano Zannoni, dell'organizzazione clandestina fascista dei Figli del Sole, incendiano la libreria Rinascita di Reggio: la benzina, 15 litri, è stata consegnata da padre Paolo Bagnacani, amministratore del convento della Ghiara. Arrestati e processati, i due sono condannati a quattro mesi con la condizionale. Allontanato dal convento Paolo Pecoriello viene ospitato nel pensionato Artigianelli in via don Zefferino Jodi, di proprietà delle ACLI reggiane. Licenziato dalla Gioventù Italiana, trova lavoro presso la ditta di lampadari Righi di Villa Rivalta.
Nel maggio '69 organizza la sezione reggiana dei GAN (via dell'Abadessa), i Gruppi di Azione Nazionale promossi dal direttore del settimanale fascista Il Borghese, Mario Tedeschi, e dal senatore missino Gastone Nencioni. (9).

Nel luglio è tra gli organizzatori di un campeggio paramilitare a Cervarezza, sull'Appenino Reggiano. L'iniziativa è stata decisa in una serie di riunioni che si sono svolte a Rimini agli inizi dell'estate. I fondi necessari, 3 milioni di lire, sono forniti da alcuni industriali zuccherieri di Ravenna. La federazione comunista di Rimini, venuta a conoscenza del fatto, provoca un'interpellanza alla Camera dei deputati e i carabinieri intervengono per vietare il campeggio a soli quattro giorni dal suo inizio.
Gli abitanti del paese di Busana, vicino a Cervarezza, hanno sentito echeggiare colpi e raffiche di armi automatiche ma non risulta che i carabinieri ne abbiano sequestrate o abbiano svolto indagini.
Nell'autunno Paolo Pecoriello, assieme a un fascista di Reggio, Maurizio Faieti, fonda il Movimento nazionalproletario Corridoni che diffonde davanti alle fabbriche volantini di contenuto vagamente anarco-sindacalista. Nello stesso periodo Pecoriello cerca di prendere contatti con l'Unione dei Comunisti Italiani marxisti-lenisti ma viene respinto.

In novembre, nella sede dei GAN in via dell'Abbadessa, partecipa a un incontro tra fascisti locali e il presidente del Fronte Nazionale, Junio Valerio Borghese (un secondo incontro avverrà alla fine di gennaio 1970). Pecoriello si vanta in pubblico di avere ottimi rapporti con il commissario Saviano della questura di Reggio, al quale si rivolge dandogli del tu.
Un giorno di fine gennaio '70, Pecoriello smarrisce in un bar di Reggio un opuscolo dal titolo "La giustizia è come il timone: dove la si gira, va" firmato Fronte Popolare Rivoluzionario. (10) L'opuscolo, diffuso clandestinamente in un migliaio di copie, è stato pubblicato dall'editore-libraio di Treviso Gianni Ventura (autore anche della rivista nazista Reazione. Il frontespizio suonava così "Per una visione del Mondo che s'ispiri ai principi aristocratici dell'Autorità dell'Onore della Gerarchia della Fedeltà: questi sono i termini della lotta reazionaria e nazionale-rivoluzionaria). Nel febbraio 1970 l'editore Ventura è stato denunciato da un suo amico come finanziatore, assieme ad altre due persone, degli attentati dinamitardi avvenuti sui treni nel mese di agosto e per aver affermato che davanti alle bombe del 12 dicembre si è "tirato indietro, preoccupato per la strage che avrebbero provocato". (11)

Paolo Pecoriello è partito da Reggio Emilia a bordo della sua "500" giovedì 11 dicembre, giorno precedente gli attentati, e ha fatto ritorno alle ore 8 di sera di sabato. Al direttore del pensionato ACLI ha detto di essersi recato a Roma per visitare certi parenti. Un mese dopo, alla redazione in un settimanale romano è giunta una lettera anonima proveniente da Casina, un comune della provincia di Reggio. La lettera diceva: "L'autore di uno degli attentati di Roma è un fascista romano residente a Reggio Emilia".

Da "LA STRAGE DI STATO" Samonà e Savelli Quarto Capitolo

dalla rete


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marcopa
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Tensione a Colline, vota noto esponente della destra

Paolo Pecoriello ha firmato tutte le carte. Arrabbiato il presidente Tomei: “Per noi è una violenza, ha detto di aver votato Renzi”

Primarie pd

Tensione in tarda mattinata al circolo Pd di Colline dove ha chiesto di votare ed è riuscito a farlo un noto esponente della destra livornese. È Paolo Pecoriello, balzato alle cronache anche nel maggio 2009 quando, in occasione della visita in città di Teodoro Buontempo, detto Er Pecora, presidente de "La Destra", si scontrò con i manifestanti alzando il braccio e gridando: “A noi”.

A confermare il voto di Pecoriello è proprio il presidente del circolo di Colline, Piero Tomei (fronte cuperliani): “Mi sono arrabbiato, ho vissuto questo voto come una violenza. In 50 anni nessun fascista è mai venuto a votare nella sezione che era del Pci”. “L’abbiamo dovuto far votare - spiega Tomei - perché ha firmato tutte le carte necessarie, compreso l’attestato di “simpatia” nei confronti del Pd. Ci ha detto che è un deluso di Berlusconi e che è venuto per votare Renzi”.

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2013/12/08/news/tensione-a-colline-vota-noto-esponente-della-destra-1.8261234


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marcopa
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da Senzasoste
I saluti romani di Paolo Pecoriello da Livorno .

Lunedì 18 Maggio 2009 18:37

A volte ritornano.

E' quello che deve aver pensato qualche livornese con i capelli brizzolati quando ha visto Paolo Pecoriello con il braccio teso sulla soglia della Circoscrizione 2. E non è un caso che personaggi come Teodoro Buontempo ispirino il ritorno alla vita politica pubblica di personaggi come Pecoriello dal passato pesante come un macigno e professionisti della provocazione.

Non è che Pecoriello fosse estraneo alla vita pubblica livornese, anzi, ogni domenica per molti anni si è mimetizzato nella pista di atletica dell'Armando Picchi a fare servizio con la tuta dell'Svs. Tutti sapevano ma hanno fatto finta di niente, un personaggio così finchè si mimetizza non vale una denuncia. Poi venne fuori la voce che gruppetti di fascisti di fuori Livorno (probabilmente Lucca) volevano aprire una sede in Corso Mazzini per tentare di buttare anche qui il germe di Forza Nuova o Fiamma Tricolore.

E chi era il referente su Livorno? Paolo Pecoriello. Appena la cosa si seppe in giro scomparvero, senza nemmeno averci provato. Non contento e tentando la massima provocazione possibile una volta si avvicinò con intento partecipativo anche ad una riunione della curva. Qualcuno più anziano lo riconobbe, lui fuggì per strada e guarda caso in quel momento passò una volante. Insomma, un fascista provocatore di professione che ha sempre desiderato essere picchiato e che non ha mai disdegnato i rapporti con le questure.

Sono passati ormai almeno 5 o 6 anni da questi eventi appena narrati e rimasti per anni nella memoria di molti antifascisti livornesi. Anni di mimetismo con la tuta dell'Svs. Domenica invece è rivenuto fuori col richiamo di fogna der pecora. Ora ci auguriamo che ci torni da qui a quando andrà a fare compagnia al Duce.

http://www.senzasoste.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=7


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patrocloo
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Vabbe', c'e' un fassista che va alle primarie. E con le altre migliaia di diversamente intelligenti che sono disposti a pagare per votare come la mettiamo?


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marcopa
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Una persona con quel curriculum che entra in una sezione che fu del PCI a Livorno vuole provocare e farsi magare pubblicità.

In caso di vittoria di Renzi netta e di polemiche accese tra le diverse anime del partito l' episodio sarà oggetto di attenzione perché dimostra che le regole per scegliere il segretario aprono le porte in modo neanche preciso a tutti coloro che vogliono provocare.

Potrebbe usarlo per polemizzare anche Antonio Di Pietro a cui non è stato permesso di votare. Ma il neofascista si è dichiarato berlusconiano deluso e ora speranzoso in Renzi, Di Pietro non credo avesse in animo di dichiararsi prossimo elettore del Pd e non più del IDV.

Comunque sembra proprio che Di Pietro non abbia potuto votare mentre un fascista si, e non è contraddizione da poco.


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patrocloo
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Pensala come ti pare, però il fassista che vota alle primarie è la pagliuzza, il pagare per votare è la trave....


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yakoviev
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Perchè non avrebbe dovuto votare, se le caratteristiche di quel partito gli vanno a genio e si riconosce in un candidato? Direi che ha fatto proprio bene. Piuttosto, se c'è un' ambiguità, è proprio quella di chi vuol tenere il piede in cento scarpe, essere tutto "ma anche" il contrario di tutto.


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Giancarlo54
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Ma è il fascista che è diventato piddino o il PD che è diventato fascista? 😆


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