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Come monetizzare il NO al referendum sull'acqua


dana74
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ci doveva essere l'inganno no?
Ecco perché ho sempre pensato si trattasse di una vittoria di Pirro perché togliere il decreto Ronchi NON TRASFORMA L'ACQUA IN BENE OVVERO IL REFERENDUM NON DICE CHE NON SARA' MERCE...

infatti....scatta la corsa alle municipalizzate

16/06/2011 -
La grande fuga dalla Sala Rossa

Ieri in Sala Rossa la prima seduta del Consiglio comunale

Il «sì» ai referendum fa cadere il divieto per i candidati in
Comune di assumere incarichi nelle società partecipate
Scatta la corsa dei delusi ai posti di sottogoverno.
E nel valzer le porte del Consiglio potrebbero riaprirsi per La Ganga

Nemmeno il tempo d’insediarsi e sull’uscio della Sala Rossa c’è già la coda. Gente che preme per entrare? Macché, è tutto uno sgomitare di neo consiglieri che non vedono l’ora migrare verso altri lidi, più ambiti e soprattutto meglio retribuiti.

L’elenco dei delusi è lungo e ingloba un po’ di tutto: ex assessori non confermati, assessori mancati, consiglieri di lungo corso, eletti per un soffio o esclusi, fino a chi sperava almeno in una presidenza di commissione e non l’avrà. La lista di chi ha chiesto compensazioni lontane da Palazzo di Città è nutrita. Fino a due giorni fa sarebbe stato difficile accontentare tutti. Adesso no: tra le norme abrogate dai referendum c’è anche quella che vieta ai candidati al Consiglio di assumere ruoli nelle società partecipate dal Comune che gestiscono servizi pubblici per almeno tre anni.

Nei prossimi mesi il sindaco dovrà nominare i rappresentanti del Comune in tutte le partecipate. Fassino vorrebbe pescare in buona parte dai professionisti che hanno lavorato al suo programma, esperti del settore, dotati di curriculum e competenze, ma non potrà fare a meno di gettare un occhio ai partiti della sua maggioranza, in particolare il Pd. Il vuoto legislativo potrebbe aiutare lui e la maggioranza a comporre il quadro con maggiore facilità. Il risultato finale potrebbe vedere nuovi ingressi in Sala Rossa, compreso quello di Giusi La Ganga. Piazzato ventiduesimo (su 16 eletti) nelle liste del Pd La Ganga tra qualche mese potrebbe approdare in Consiglio sulla scia dei non pochi fuoriusciti. I primi tre esclusi - Alunno, Genisio e Nomis - sono già arrivati ieri al posto dei tre eletti chiamati da Fassino a far parte della giunta.

Il primo con le valigie in mano è Alessandro Altamura. L’ex assessore a Commercio e Turismo, che ha mancato la riconferma per un soffio, sembra destinato alla guida di Turismo Torino, ereditando il ruolo di Livio Besso Cordero. Comune e Regione sono d’accordo e nelle ultime ore anche il presidente della Provincia Saitta ha sciolto le riserve. Un altro che potrebbe presto fare le valigie è Domenico Mangone.

Fedelissimo di Davide Gariglio, finora ha fatto dannare non poco il sindaco e la segretaria del Pd Paola Bragantini, ergendosi a guida della minoranza interna che anche ieri ha fatto di tutto per manifestare i propri mal di pancia. Resta da capire se l’ex assessore ai Vigili intenda tenere botta per cinque anni o preferisca un incarico di sottogoverno, magari legata ai trasporti. Il terzo in uscita potrebbe essere Roberto Tricarico, due volte assessore con Chiamparino. La quarta Lucia Centillo, che ancora non ha digerito la mancata nomina in giunta e non sembra gradire troppo la presidenza della quarta commissione. Una nomina in Afc, la società che gestisce le farmacie comunali, potrebbe accontentarla.

Entro fine mese toccherà poi a Smat. Se la conferma dell’ad Paolo Romano è molto probabile, lo stesso non si può dire per il presidente, il docente universitario Giorgio Gilli. Dopo toccherà a Sagat, dove il socio pubblico deve indicare il presidente: Maurizio Montagnese non è certo di restare in sella, potrebbe essere sostituito da Lorenzo Gentile, ex consigliere che ha scelto di non ricandidarsi. Un altro ex consigliere - candidato ma escluso - è Gioacchino Cuntrò: l’ex segretario provinciale dei democratici vorrebbe tanto andare a sedersi sulla poltrona del Caat, ora occupata da Tonino Carta.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/407363/


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radisol
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Beh ... meglio le municipalizzate con tutti i loro difetti clientelari che Caltagirone o le multinazionali, soprattutto francesi che puntavano al controllo dell'acqua in Italia ....

Come era senz'altro meglio l'IRI ( peraltro inventato da Mussolini) con tutti suoi difetti che la Fiat per Arese, Pomigliano ecc. ecc. e sempre meglio l'IRI per la Sme che non De Benedetti .... e meglio la Centrale del Latte municipalizzata di Roma che non Cragnotti e Tanzi che poi l'hanno dilaniata ..... e via di questo passo per mille altri casi ...

Che poi il "pubblico" non debba necessariamente funzionare come una latrina clientelare e che l'acqua in mano pubblica non significa tout court che la stessa acqua non sia una merce .... siamo del tutto d'accordo ...

Ma una volta ceduta ai privati, come dire .... l'acqua e qualunque altra risorsa pubblica è andata .... e conta solo il profitto ...

Se rimane pubblica si può invece fare una battaglia perchè sia gestita meglio di come è stata finora gestita ...

Comunque, poi, nel caso di Torino, credo c'entri poco il referendum ... le municipalizzate esistevano comunque e la corsa " ai meglio posti" ci sarebbe stata in ogni caso ....


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marcopa
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La gestione pubblica dei servizi puo' essere fatta bene o male. La gestione privata e' fatta per definizione nel solo interesse dei propretari e spesso con impiego anche di soldi pubblici.
Per impedire la gestione dissennata della cosa pubblica non ci vuole un "padrone" che punta al profitto, occorre un controllo della cittadinanza, un non complicita' della stampa, magari una societa' un po' migliore, dove il modello non sia il furbo e cinico egoista ma dove ci sia spazio per tutti.
Secondo me anche l' iniziativa economica privata e' legittima e non e' da demonizzare, ma occorre un' etica, alcuni servizi devono essere pubblici, i bisogni essenziali dei cittadini devono essere tutelati.


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radisol
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Qui nessuno discute, certamente non io, l'iniziativa privata in se ...

Ma non nei servizi essenziali e strategici ...

E l'acqua è certamente essenziale e strategica ....

Come pure l'energia ...


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dana74
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io voglio sì l'acqua pubblica, ma che questa sia gestita da HERA, ACEA, ACQUALATINA, A2A che passano per pubbliche QUANDO sono quotate in borsa DI CONSEGUENZA rispondo agli azionisti siano essi sindaci e gruppi di potere partitico (perché questi secondo te radisol fanno gli interessi del cittadino?)

Questa non è gestione pubblica, questa è speculazione pubblica e con questo non intendo assolutamente certo regalarla ai privati e non mi è parso proprio che si poteva evincere questo dal mio commento prima dell'articolo caro radisol.

Ma non spacciamo cosa pubblica l'acqua in mano a municipalizzate quotate in borsa ok?


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Giancarlo54
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io voglio sì l'acqua pubblica, ma che questa sia gestita da HERA, ACEA, ACQUALATINA, A2A che passano per pubbliche QUANDO sono quotate in borsa DI CONSEGUENZA rispondo agli azionisti siano essi sindaci e gruppi di potere partitico (perché questi secondo te radisol fanno gli interessi del cittadino?)

Questa non è gestione pubblica, questa è speculazione pubblica e con questo non intendo assolutamente certo regalarla ai privati e non mi è parso proprio che si poteva evincere questo dal mio commento prima dell'articolo caro radisol.

Ma non spacciamo cosa pubblica l'acqua in mano a municipalizzate quotate in borsa ok?

Cara Dana, il risveglio per i referendari dell'acqua pubblica è molto, molto duro. L'illusione con cui si sono cullati in questa settimana trionfale può dare un risveglio molto, molto traumatico.
Io che non sono andato a votare, perchè già lo sapevo come sarebbe andata a finire, sono molto più rilassato.


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radisol
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Acea, che peraltro ormai si occupa solo marginalmente di acqua ( anzi sembra proprio voglia oggi disfarsi della cosa, preferendo l'impegno sulle energie) è sì quotata in borsa ma ha una maggioranza pubblica, le altre citate semplicemente sono private e non potranno più gestire gli acquedotti.

E comunque il meccanismo solo abrogativo del referendum previsto dagli ordinamenti italiani non permetteva un questito di tipo diverso ...

La verità è che in molti stanno ROSICANDO di brutto e cercano di inventarsi di tutto.

E non perchè ha perso Berlusconi o perchè ha vinto la "sinistra", peraltro tuttaltro che estranea ai giochetti privatizzatori sull'acqua degli anni corsi ...

Ma perchè questa battaglia è stata veramente una battaglia di base, nata dal basso, che spiazza tutti ... governo e opposizione, partiti e partitelli ... e persino i falsi "rivoluzionari da tastiera" ...

Che, come sempre, quando c'è una "rivoluzione vera", dicono che "il problema è ben altro" ... io li chiamo i benaltristi ....

Quelli che predicano e prevedono ad ogni piè sospinto "rivolte" in ogni angolo del globo e quando poi ne succede una nelle loro vicinanze , o la sminuiscono o stanno addirittura dall'altra parte .....

Film già visto un sacco di volte ....


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Giancarlo54
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Acea, che peraltro ormai si occupa solo marginalmente di acqua ( anzi sembra proprio voglia oggi disfarsi della cosa, preferendo l'impegno sulle energie) è sì quotata in borsa ma ha una maggioranza pubblica, le altre citate semplicemente sono private e non potranno più gestire gli acquedotti.

E comunque il meccanismo solo abrogativo del referendum previsto dagli ordinamenti italiani non permetteva un questito di tipo diverso ...

La verità è che in molti stanno ROSICANDO di brutto e cercano di inventarsi di tutto.

E non perchè ha perso Berlusconi o perchè ha vinto la "sinistra", peraltro tuttaltro che estranea ai giochetti privatizzatori sull'acqua degli anni corsi ...

Ma perchè questa battaglia è stata veramente una battaglia di base, nata dal basso, che spiazza tutti ... governo e opposizione, partiti e partitelli ... e persino i falsi "rivoluzionari da tastiera" ...

Che, come sempre, quando c'è una "rivoluzione vera", dicono che "il problema è ben altro" ... io li chiamo i benaltristi ....

Quelli che predicano e prevedono ad ogni piè sospinto "rivolte" in ogni angolo del globo e quando poi ne succede una nelle loro vicinanze , o la sminuiscono o stanno addirittura dall'altra parte .....

Film già visto un sacco di volte ....

Eh bravo Radisol, noi rosicanti berlusconiani e rivoluzionari da testiera, ci inchiniamo a voi, rivoluzionari dell'urne 😯 , e vi ringraziamo per il grande trionfo che ci avete regalato e ci sta aprendo un futuro di pace, prosperità e amore.

Sei contento? Possiamo, però, continuare a rosicare e a mostravi quando i vostri politici continueranno a prendervi per il c..... nei prossimi mesi? Possiamo? Grazie.


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dana74
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guarda radisol se te interpreti come il non volersi far prender per il naso da strumentalizzazioni pollitiche che usano le battaglie giuste per farne quel che vogliono COME un rosicare FAI PURE.

Pensa quello che vuoi, ma non rigirare la frittata attaccando la facile etichetta di berluschino solo per aggiudicarti la facoltà di NON RISPONDERE NEL MERITO.

Ripeto: ACEA - A2A - HERA - ACQUALATINA nonché la legge Galli che ne ha permesso la creazione rimangono in piedi ed ESSENDO QUOTATE IN BORSA non rispondono ai cittadini MA AGLI AZIONISTI

Ci siamo?
Questo non è acqua pubblica per me.Scusa eh.

Inoltre, il PD che si appropria della vittoria sull'acqua (ma Bassanini di chi è?!?!?)

che ha proposto questo provvedimento????

Da una parte raccoglievano firme per abrogare il Ddl Ronchi, e dall’altra presentavano una proposta di legge di eguale contenuto.

Disegno di legge n. 2462 (“Disposizioni per il governo della risorsa idrica e la gestione del servizio idrico integrato”, 18 novembre 2010), sottoscritto da molteplici esponenti del Pd, tra cui la Finocchiaro e Ignazio Marino.

Articolo 9:

“(Affidamento e revoca della gestione)

1. L’Assemblea d’ambito, nel rispetto del principio di unitarietà, efficienza, efficacia ed economicità affida la gestione del servizio idrico integrato secondo le disposizioni in materia di servizi pubblici locali. L’erogazione del servizio avviene secondo le discipline di settore e nel rispetto della normativa dell’Unione europea, con conferimento della titolarità del servizio:

a) a società a capitale interamente pubblico (…).

b) a società a partecipazione mista pubblica
e privata (…).

c) a società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità (…)”.

Praticamente quanto prevedeva il cosiddetto decreto Ronchi.

Dedicato agli elettori di sinistra che hanno votato Sì al Referendum sull’acqua. Vi meritate questi rappresentanti.

http://www.camelotdestraideale.it/2011/06/13/niente-piu-privatizzazione-acqua-pd-la-vuole/

lascia fare i commenti dentro e fuori di chi ha scritto l'articolo MA LEGGE IL DOCUMENTO PROPOSTO CON TANTO DI PROTOCOLLO che è insidacabile


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radisol
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Il Pd non la conta giusta non solo sull'acqua ma nemmeno sul nucleare ...

E se le manie privatizzatrici sull'acqua sono frutto della sbornia neoliberista di quel partito degli ultimi decenni, sul nucleare pure il vecchio Pci aveva posizioni più che favorevoli sin dagli anni sessanta .... del resto mica solo Bassanini, ma anche il pasdaran filonuclearista Chicco Testa viene da lì ....

Di questo sono ben cosciente ....

E credo che anche loro siano stati travolti, pur cercando in zona Cesarini di "cavalcare" queste battaglie, da un reale movimento di base e di massa, che certo comprendeva anche una larga parte del loro elettorato ...

Ma adesso, al di là dell'aspetto formale ( con la legge in vigore sui referendum non si poteva fare altro) dei quesiti referendari, sfido chiunque, Pd compreso, dopo questo plebiscito a provare a fare qualsiasi giochetto ...

Per dana .... quando parlavo di berluscones rosicanti non mi riferivo a te ma ad altri, ben più scoperti, interlocutori ...

Però una critica la faccio pure a te .... come molti qua sopra hai assunto il bipolarismo come valore assoluto ....

Ma non è così, la "gente comune" a volte "usa" i partiti in un senso o nell'altro, come altre volte certamente invece si fa usare .... ma adesso è la prima ipotesi quella principale e dirompente ....

Le battaglie sull'acqua e sul nucleare sono state veramente "trasversali", con una larga parte dell'elettorato di destra che si è schierato chiaramente per il SI, basta guardare i dati dei votanti del Veneto leghista ...


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radisol
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Passa in giunta l’avvio del processo di trasformazione del Arin da S.p.a. in Ente di diritto pubblico

25 / 6 / 2011

La prima delibera firmata “Assessorato ai Beni Comuni del Comune di Napoli” riguarda la trasformazione dell’A.R.I.N.,la società che a Napoli gestisce il servizio idrico integrato, da s.p.a. in soggetto di diritto pubblico.

Una svolta immediata e fondamentale che non si e’ fatta attendere dopo la straordinaria vittoria ai referendum ,soprattutto dai comitati promotori che, da quasi 5 anni ormai,si battono per sottrarre l’acqua alle logiche del mercato.

Il primo atto del primo assessorato ai beni comuni della città di Napoli e’ così denso di significato politico prima ancora che amministrativo: trasformare una società per azioni,pur a totale capitale pubblico, in una di diritto pubblico significa in primo luogo impedire che la risorsa acqua venga considerata una merce ,un bene possibile oggetto di scambio ,piuttosto che un bene essenziale ed indispensabile a tutti,un diritto umano universale.

L’A.R.I.N. e’ si una società pubblica ,il cui capitale quotato e’ interamente del comune di Napoli che ne e’ anche l’unico socio azionista ,ma e’ anche sottoposta al criterio del controllo analogo, previsto dalla legge Lanzillotta prima e confermato dalla finanziaria 2007 del governo Prodi, che impone all’amministrazione comunale di effettuare controlli diretti e penetranti sulla gestione delle stesse società, analoghi appunto a quelli effettuati su qualunque altro ufficio o ramo dell’amministrazione ,con la differenza che questa e’ una società per azioni,cioè un soggetto giuridico autonomo i cui dirigenti di nomina politica sarebbero controllati dallo stesso soggetto che li ha appunto proposti ,senza alcuna regola di trasparenza e pubblicita’ delle attivita’ svolte,delle scelte di mercato effettuate, delle opportunità di innovazione sindacabile dai cittadini che resterebbero “clienti” di un servizio essenziale e non beneficiari di un bene comune.

Queste società cosiddette” In house” nascono come modello ibrido di gestione dei servizi pubblici essenziali allo scopo di migliorarne la fruizione e soprattutto di abbassarne i costi ,auspicando così di ridurre l’atavico problema dello spreco nel settore pubblico con una piccola correzione privatistica ,quotando in borsa una parte del capitale da cui sarà possibile ovviamente trarre degli utili. Attenzione : ma utili a chi?

Sicuramente ed esclusivamente alla società che e’ appunto per azioni e non” per i cittadini” ,cosi che i profitti guadagnati si sommano al capitale precedente senza creare ricambio ma solo accumulazione, non certo a vantaggio degli utenti che non ricevono alcuno sgravio in bolletta ,alcun risparmio sulle tariffe. Anzi le “in house “ come l’ARIN hanno il compito di gestire solo la fase della distribuzione dell’acqua e la conseguente riscossione delle bollette – il meglio insomma – lasciando il lavoro sporco di depurazione e manutenzione dell’intera rete idrica alle società speciali o consortili appositamente create sempre dal Comune e sempre con i soldi dei contribuenti. A questi organismi resta la fase più difficile ,dispendiosa e meno remunerativa dell’intero ciclo integrato,quella che determina il crescere del finanziamento in debito di queste attività e che materializza il rischio della necessaria cessione ai privati delle quote azionarie della s.p.a per ripagarlo.

Il saccheggio sarà allora completo!
Avere ceduto alla retorica privatistica di parziale correzione del modello pubblico con l’apertura al mercato per migliorare il servizio e ridurne i costi non può significare altro che averlo snaturato del tutto, creando una commistione di soluzioni tra loro incompatibili che consegna nelle mani di qualcuno cio’ che per definizione appartiene a tutti.

La delibera approvata dalla giunta comunale di Napoli,che aspetta poi di passare in consiglio per la definitiva approvazione ,inverte la rotta ,segnando la trasformazione in soggetto di diritto pubblico di una societa’ che come modello di amministrazione di un servizio essenziale prima ancora che pubblico,fa acqua da tutte le parti.

Il nuovo modello proposto invece dall’assessore Alberto Lucarelli e’ in realtà costruito sul calco di quelle vecchie società municipalizzate ,esistenti nel nostro ordinamento dal 1903,che tuttavia recavano impliciti tutti i limiti di una gestione pubblica farraginosa,opaca e clientelare e che la legge Galli del 1992 cominciò a smantellare spianando però la strada all’ingresso dei privati. Il soggetto di diritto pubblico e’ invece un ente che resta parte integrante dell’amministrazione comunale perché strumentale alla realizzazione di servizi essenziali senza rilevanza economica come l’acqua!, che si occupa dell’intero ciclo in modo integrato sul serio perché raccoglie sia il compito di rendere omogenea su tutto il territorio di riferimento l’erogazione dell’acqua – rendendo accessibile a tutti il bene – ma anche il difficile compito di recuperarla ,realizzando un corretto ciclo di depurazione e filtraggio che significa risparmio prima della risorsa stessa – utilizzabile in questo modo per l’agricoltura o per gli impianti industriali – poi risparmio in bolletta.

La novità del modello proposto non è solo organizzativa, anzi. Gli aspetti più innovativi della disciplina contenuta nella delibera riguardano il diretto coinvolgimento dei Movimenti e della cittadinanza attiva nella costruzione del percorso di ripubblicizzazione e co-gestione dell’acqua,non un semplice invito dunque a tenersi informati, ma un protagonismo diretto nelle scelte di amministrazione e di governo ,dove i cittadini e le cittadine sono coinvolti fin dal principio e costantemente lungo tutto il percorso,potendo direttamente farsi carico della formazione e dell’informazione degli altri cittadini ,nonche’ dell’educazione al rispetto dell’ecosostenibilita’ del vivere quotidiano mettendo in comune con tutti quel bagaglio di conoscenze acquisito proprio grazie alle lotte ambientali. Con l’approvazione di questa delibera si da finalmente seguito ad una proposta di legge nazionale sulla gestione del servizio idrico integrato come bene comune, elaborata proprio da quelli che sarebbero diventati i comitati a sostegno del referendum e che giace nella polvere dal 2007.

Non solo: la partecipazione diretta della cittadinanza alla formazione di un modello amministrativo rende giustezza alle lotte ambientali che negli anni hanno contrastato ,rallentato ,impedito il saccheggio dei beni comuni ,restituendo finalmente dignità e potere a chi ha impegnato direttamente il proprio corpo nella salvaguardia dell’ambiente e delle risorse primarie,attuando pratiche di conflitto contro la svendita dei diritti di cittadinanza ,promuovendo con costanza ,umiltà e perseveranza un modo diverso di intendere la partecipazione ,non vuota,formale,partitica ma viva ,consapevole e soprattutto incompatibile con soluzioni di convenienza e di facciata .
Le analisi e le soluzioni promosse dal forum dei movimenti sull’acqua ,dai comitati territoriali,dai collettivi studenteschi hanno prodotto alternative di sistema che ora dentro le istituzioni comunali possono essere proposte e pratiche di buon governo ,innovando l’amministrazione non solo verso l’ economicità e l’efficienza, criteri questi che per quanto utilissimi nell’economia di mercato non bastano a se stessi, ma guardando soprattutto all’equità, alla solidarietà ed all’ecosostenibilità in un percorso che ci vede tutti protagonisti di lungo periodo .

Natalia Fuccia *

* Commons ! – Rete dei comitati per i beni comuni

http://napoli.indymedia.org/2011/06/26/napoli-assessorato-ai-beni-comuni-buona-la-prima/


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hylly
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Si alla fine non hanno il monopolio del prezzo, ma sapete che voci incorre l' acqua?
Spese di manutenzione, a carico costo acqua.
Spese per nuove condotte, a spese carico acqua.
Spese per rifacimento condutture, a spese carico acqua.
Spese di smaltimento putificatori acque fognarie, a spese carico acqua.
Pulizia e mantenimento scoli acque naturali e non, a spese carico acqua.
Costruzione strutture purificazione acqua, a spese carico acqua.
Costruzione strutture contenimento, a spese carico acqua.

E tante altre voci che si potrebbero inventare.

Queste opere le si danno in appalto e gestione a privati,
vengono messe in bilancio su costi e appalti vari,
e sono sempre un incremento dei costi, quando, come si sa'
nel pubblico impiego, se ne mantiene di gente e se ne hanno di spese
inutili e guadagni per chi gestisce fa i lavori e comissiona.

Nessuno controlla i costi dell' acqua spesso.
E se non prendono i soldi dall' acqua, li prendono dalle pubbliche tasse,
per mantenere quello che attorno all' acqua diventa sempre privatizzazione e accomodato.

Alla fine, anche sull' acqua ce la beviamo sempre,
come su tutto.


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