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Corte Conti /Equitalia


federicolippi
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Una delibera della Corte dei Conti permette alla Magistratura contabile di applicare , almeno in parte , la Legge del 21 marzo 1958 n. 259 sui controlli contabili per Società ed Enti "cui lo Stato contribuisce in via ordinaria"

La Corte dei Conti, da almeno un paio di anni, chiedeva ufficialmente al Presidente del Consiglio Prodi e al Ministro Padoa Schioppa che, in attuazione alle leggi dello Stato, ed in particolare alla legge del 21 marzo 1958 n. 259, venisse messa nella condizione di effettuare controlli sulla gestione Finanziaria di Equitalia s.p.a., società pubblica (ma "per azioni") che incassa i tributi versati dai cittadini, guidata da Attilio Befara e costituita nel 2005.

Allo scopo sarebbe stato necessario che fosse emesso dal Governo uno specifico decreto, ma questo ha sempre nicchiato, e neanche nel cosiddetto Milleproroghe a fine febbraio sono state accolte le doverose sollecitazioni della Magistratura Contabile, alle quali si è risposto per ben due volte picche (la prima, appunto, 2 anni fa e la seconda in occasione del Decreto "Milleproroghe").

Questo succedeva fino al momento in cui la Corte è ricorsa ad un espediente che ha colmato in parte il vuoto, depositando il 1 Aprile una delibera che permette alla Corte dei Conti di esaminare alcuni atti importanti assunti da Equitalia, come il bilancio di previsione, gli atti di programmazione, i verbali dell'assemblea e del c.d.a., lo statuto e gli atti di rilevanza generale , ma preventivamente il bilancio consultivo, quello di previsione, i verbali della Assemblea e del Consiglio di Amministrazione prima della pubblicazione, ed altri atti rilevanti.

Sta però di fatto che una puntuale applicazione delle norme da parte di Prodi e Padoa Schioppa avrebbe comportato che l’organo di controllo avrebbe potuto esplicare tutte le sue attribuzioni previste dall’articolo 12 della Legge 21 Marzo 1958 n. 259, consentendo ai Magistrati Contabili di partecipare direttamente alle sedute dei Consigli di Amministrazione ed a quelle dei sindaci revisori degli enti sottoposti a controllo.

Il Governo avrebbe dovuto sentire l’urgenza di assecondare le richieste della Corte in quanto questa Legge costituisce diretta attuazione del 2° comma dell’articolo 100 della Costituzione, tanto sbandierata, ma tanto scavalcata nei fatti.

Recita, infatti, il secondo comma dell’articolo 100 della Costituzione: “La Corte dei Conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, ed anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa nei casi e nelle forme stabilite dalla legge, al controllo sulla gestione finanziaria degli enti cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito.”

Inoltre, come ricordato, l’articolo 12 della Legge 259/58 consente ai Magistrati Contabili di partecipare direttamente alle sedute dei Consigli di Amministrazione ed a quelle dei sindaci revisori degli enti sottoposti a controllo.

C’è chi come Panorama parla di una vera e propria cortina di ferrro posta a difesa di Equitalia, quanto basta per sentirsi incuriositi.

Ma tentiamo di spiegare di che cosa si sta parlando. La Equitalia s.p.a. è una società pubblica per azioni a totale capitale pubblico, costituita il 27 Ottobre 2005 ed operativa dall'Ottobre 2006, di cui i soci azionisti sono unicamente due:

- il 51% è dell'Agenzia delle Entrate

- il 49% è dell'INPS

La Equitalia è dunque una holding di 38 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale, con lo scopo alto e nobile di "contribuire a traghettare i comportamenti dei cittadini da semplici "pagatori" di imposte a cittadini modello, cui viene riconosciuto il merito della correttezza quale fondamento della democrazia moderna".

Dunque, detto in maniera meno sublime, la "Caronte-Equitalia" s.p.a., ovverosia l'evoluzione della Riscossione s.p.a. con una "nuova identità di gruppo", vuole introdurre questo "nuovo approccio al contribuente" in cui, sostanzialmente, si riflette l'obiettivo principale dell'intero sistema di riscossione dei tributi, che non è tanto quello di reperire risorse e quindi denaro per il mantenimento sano e vitale della Cosa Pubblica, quanto semplicemente e unicamente quella di "deterrenza all'evasione".

Con questo spirito da caccia alle streghe e con questo scopo di "incremento dei volumi di riscossione da autotassazione", Equitalia s.p.a. in poco tempo ha iniziato a far danni (fosse mai che era per questo che i Giudici Contabili avevano questa strana smania di vedere cosa stesse succedendo?), anche perché la Società ha assorbito parte degli esuberi del personale esattoriale del Monte dei Paschi di Siena.

Al Ministro delle Finanze venne fatto presente per esempio l'eccesso di zelo da parte di Equitalia Bergamo s.p.a., cioè la ex Bergamo Esattorie, la quale dal 4 Giugno 2007 ha inviato (come affermato nel numero del 10 Aprile 2008 di Panorama a pagina 77) migliaia di dichiarazioni stragiudiziali (quindi si parla di dichiarazioni fuori dell'ambito giudiziario, come se si trattasse di semplici accordi negoziali fra le parti) ad aziende, privati, enti sia pubblici che privati e chi più ne ha più ne metta.

In questo caso la Equitalia Bergamo richiedeva dati personali di questi cittadini che la stessa società per azioni ritiene morosi; questi avrebbero dovuto fornire i propri dati entro 30 giorni, altrimenti sarebbero stati sanzionati da 2.065 euro a 20.658 euro!

Se questo vi sembra una enormità non avete visto ancora nulla. Sempre questa Equitalia Bergamo avrebbe minacciato di pignoramento dell'intero stipendio per debiti di anche soli 7 euro: possiamo immaginare i costi eclatanti di tentativo di recupero addebitati al Contribuente!

Nella Capitale Equitalia non è da meno: l'ufficio esattoriale di Roma, gestito da (guarda caso) Monte dei Paschi, ovvero Capitalia, pare sia arrivato a spedire richieste di pagamento anche del tenore di 10.000 euro specificando, ovviamente, che era già stata apposta ipoteca sulla casa (come sapete ultimamente va molto di moda apporre ipoteca sull'abitazione con dentro i proprietari senza informarli) ed aggiungendo che, nel caso in cui il pagamento non fosse avvenuto immediatamente, "si sarebbe proceduto alla vendita forzata dell'immobile", e senza che possa minimamente interessare ad Equitalia se costoro, ritenuti morosi, non abbiano invece già pagato il dovuto.

Né è possibile per il contribuente contattare le società esattoriali di Equitalia s.p.a. in quanto materialmente risultano per abitudine “latitanti”, ovvero introvabili e se nel caso il Contribuente si rivolgesse alla Commissione Tributaria, la quale gli dà ragione, a dette società nulla importa, poiché ricomincerebbero con solleciti e cartelle, fino a quando il Contribuente stesso non capitoli esasperato, e ripaghi le pretese aggravate di sanzioni astronomiche, cifre comunque non dovute.

Federico Lippi


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illupodeicieli
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In questa campagna elettorale mi pare che nessuno partito abbia parlato di questa "gentaglia". Occorre fare qualcosa, ci vogliono idee concrete per eliminare questi aguzzini.


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