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Così spiano i clienti con le carte fedeltà


Tao
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Una spia nei supermercati. Così spiano i clienti con le carte fedeltà

Giro di vite del garante della privacy sulle carte fedeltà dei supermercati: i dati sui gusti dei clienti raccolti in modo illegittimo non potranno più essere usati dalla grande distribuzione per fare operazioni di marketing. Ieri l' Authority ha comminato una multa da 54mila euro alla catena Gs (400 punti vendita in tutta Italia) «per non aver informato correttamente la clientela dell' uso che avrebbe fatto dei dati forniti per l' adesione a un programma di fidelizzazione». Per il presidente dell' Authority Francesco Pizzetti si tratta di «una schedatura in piena regola di cui il cliente non sa nulla».

Così i supermercati spiano i clienti stretta della Privacy sulle carte fedeltà

MILANO - Tutti i dati raccolti in modo illegittimo sono inutilizzabili perché il "Grande fratello" non può arrivare a spiare gusti e scelte degli italiani fin nel carrello della spesa, usando poi quei dati per fare operazioni di marketing selvaggio a spese di consumatori non proprio consapevoli. E d' ora in poi i clienti dovranno essere meglio informati sul motivo e sul modo in cui vengono "schedati" dal loro supermercato e su dove, e a chi, quelle informazioni possono finire. Il Garante della Privacy parte all' attacco delle carte fedeltà della grande distribuzione e lo fa con una multa e indicazioni perentorie alla catena GS, sede legale a Milano e 400 punti vendita sparsi per la Penisola : la sanzione da 54mila euro è stata notificata ieri alla società - controllata dalla multinazionale francese Carrefour - «per non aver informato correttamente la clientela dell' uso che avrebbe fatto dei dati forniti per l' adesione a un programma di fidelizzazione». Nei questionari necessari ad ottenere la carta fedeltà e quindi i premi del catalogo e gli sconti sui prodotti «non veniva specificato che i dati personali dei clienti sarebbero stati utilizzati anche ai fini di analisi delle abitudini, delle scelte di consumo e per strategie di marketing».

Una presa di posizione, quella del Garante, che potrebbe presto coinvolgere anche altre grandi ipermercati e che punta a cambiare radicalmente il modo in cui oggi molte aziende fanno marketing, visto che questo modo di "schedare" i clienti non è una esclusiva di GS. «Speriamo che anche il legislatore intervenga per controllare meglio queste banche dati», sottolineano all' Authority. L' azienda - stando all' istruttoria della Privacy, che dà tempo fino al 31 di questo mese per mettersi in regola - avrebbe raccolto ed elaborato all' insaputa dei clienti non solo dati come professione o numero di cellulare, ma anche il numero degli scontrini emessi, i dettagli dei prodotti acquistati e il negozio in cui il possessore della tessera fa la spesa. Questo per «valutarne il grado di fidelizzazione, posizionarlo geograficamente, classificarlo in base a un punteggio per poi programmare campagne promozionali o inviare comunicazioni commerciali mirate». Il Garante aveva già invitato GS a modificare il questionario da compilare per ottenere la tessera. Modifiche avvenute solo in minima parte, di qui la salata multa e l' ultimatum. Nei questionari, infatti, manca ancora un punto fondamentale: «Pur essendo indicate le modalità di "profilazione" e di marketing - spiega l' autorità composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravallotti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato - il modello non consente al cliente di esprimere liberamente un consenso separato per i diversi usi dei dati, condizionandoli all' apposizione di un' unica firma», un metodo contrario alle disposizioni del Codice della privacy. Un tema, quello delle carte fedeltà, su cui battono anche le associazioni di consumatori: «I moduli per le tessere fedeltà - ragiona Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo - hanno formule poco chiare che portano il consumatore a barrare la casella "accetto" senza capire bene cosa ha accettato. Con il rischio di creare enormi banche dati che poco hanno a che fare con un catalogo di premi».

Oriana Liso
Fonte: www.repubblica.it
23.05.08


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