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Crollo dell'ospedale, i soliti noti: Impregilo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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A costruire il San Salvatore è stata 'impresa più presente negli appalti pubblici : dalla Salerno-Reggio Calabria alla Tav e al Ponte,

Anno 1999, un decennio fa. L'affare più grande è la Tav: è Impregilo Spa ad aggiudicarsi il 35 per cento degli appalti per la tratta Milano-Torino, il 71 di quelli per la Milano-Genova e il 76 degli altri per la Bologna-Firenze. Poi, c'è la partita di Grandi Stazioni. E ancora, il grosso boccono dell'Autostrada Monte Bianco. E c'è la commessa del Pentagono Usa per la costruzione del villaggio degli addetti alla base di Sigonella, dopo aver perso quella per l'ampliamento della base stessa affidata invece alla CMC di Ravenna - con successive inchieste della magistratura sull'infiltrazione mafiosa nei lavori - . Quindi, c'è il buon affare dei lavori per il Casinò di Campione (sì, quello famoso per lo scandalo...). Ma ci sono anche il Nuovo Centro Fiera di Rimini e il Centro Riabilitazione Psichiatrica a Cernusco sul Naviglio. Infine, c'è l'appalto per l'Ospedale San Salvatore a L'Aquila.

Già, quell'ospedale: quello crollato in più punti, inagibile, pericolante dopo la scossa terribile delle 3 e 32 del 6 scorso, nel capoluogo abruzzese. Quello dal quale hanno evacuato tutti i pazienti e tutto il personale medico. Quello nel quale dei bimbi sono morti sotto le macerie del padiglione di Pediatria.
All'epoca dell'aggiudicazione dell'appalto e dell'inizio dei lavori, Impregilo era nel suo periodo "ruggente", come s'è visto. All'epoca, ancora, la società aveva un ruolo di primo piano negli affari del maggior gruppo industriale italiano: Fiat. E d'altra parte una delle tre aziende confluite in Impregilo era stata la Cogefar. All'epoca, Impregilo dilagava insomma negli appalti pubblici. Grandi opere e grandi strutture di servizio. Alta velocità. Autostrade. Stazioni ferroviarie da "ammodernare". Basi militari statunitensi sul territorio italiano. Casinò a partecipazione pubblica. Centri fieristici. E grandi ospedali.

Ma non è una stagione passata, archiviata. Impregilo è sempre lì. Primeggia nel panorama delle grandi imprese costruttrici italiane, quelle "piazzate" sul mercato internazionale. E l'anno scorso ha chiuso il bilancio con un 65 per cento di utili provenienti proprio dalle attività "in estero". Ha cambiato azionisti di riferimento e ha cambiato corporate governance , Impregilo. Ma non ha cambiato il proprio posto, di primo piano, di pregio, di peso, sulla scena della girandola d'affari nazionali intorno agli appalti pubblici.
Tanto per dire: è di questi giorni la notizia dell'ulteriore proroga, l'ennesima d'una serie infinita, dell'appalto per i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria. Quella di cui scrivono sempre i pedagoghi della morale pubblica (consentita) sui grandi organi d'informazione mainstream , per dire: sottosviluppo, corruzione, vergogna nazionale. E chi è l'impresa destinataria della proroga dell'affidamento? Impregilo.

Che poi è la stessa impresa, Impregilo, ad aver vinto il primato nella gara d'appalto per la madre di tutte le grandi opere, la grande opera del millennio, il pallino fisso di Silvio Berlusconi già dal suo penultimo governo: il Ponte sullo Stretto di Messina. Dove già sono aperti filoni d'indagine, ancora una volta, sulle infiltrazioni mafiose. Ed è la stessa impresa, Impregilo, cui è titolata la principale inchiesta sulla girandola di tangenti, malversazioni, danni ambientali, violazioni delle regole d'appalto e delle norme di sorveglianza, quanto al grande affare dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Quello in cui è finito coinvolto, certamente "d'ufficio", lo stesso sottosegretario Bertolaso nella sua veste di commissario straordinario ai rifiuti, accanto alla direttrice generale del dipartimento della Protezione Civile, Marta Di Gennaro. Com'è finito coinvolto, sempre "d'ufficio" è chiaro, il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Ma è Impregilo l'azienda al centro del lavoro dei magistrati. La potente e soprattutto onnipresente, ovunque ci sia un grande appalto, Impregilo. Una forza dell'economia nazionale, è ovvio. Un nome che non sarebbe ragionevole non trovare protagonista di quella leva dello sviluppo del Paese, che sono i grandi programmi di "infrastrutturazione", come di dice, dei territori.

Tant'è che Impregilo è dappertutto. E dappertutto si dimostra maestra in un'arte che, nello specifico nazionale, è propria delle imprese del comparto delle costruzioni - almeno quelle ricorrenti nell'aggiudicazione dei pubblici appalti - : la dilazione smisurata dei tempi di esecuzione dei progetti, la corrispondente levitazione dei costi, dunque dei proventi.
Altrove, Impregilo - ma è solo per dire d'un insigne caso esemplare dello spirito d'intrapresa italiano nell'importante branca delle costruzioni - sembra si sia applicata ad arti diverse. Come parrebbero testimoniare annose, quando non decennali, vicende di contenziosi fra sindacati dei lavoratori locali, comunità autoctone, reti di società civile e magistrature estere, intorno ai "grandi cantieri" messi in piedi ai quattro angoli del globo terracqueo. Dal Nepal al Guatemala, dalla Colombia al Leshoto, dalla Nigeria al Kurdistan, dalle repubbliche asiatiche ex sovietiche al Brasile.
Non è un caso su cui accanirsi per particolare idiosincrasia: semplicemente, è lo specchio di un aspetto inscindibile dalla vera e propria struttura economica del Paese: struttura dei poteri economici, s'intende. Come strutturale è la questione dell'adeguamento delle costruzioni alle norme di sicurezza e di prevenzione anti-sismica: se è vero come è vero che mezza L'Aquila crollate come sabbia, a partire da tutti gli edifici pubblici, è una realtà corrispondente alla serie infinita di proroghe decise dai poteri pubblici locali, come di recente da questo governo nazionale, che hanno mantenuto il riferimento degli appalti al livello 2 di rischio sismico mentre i geofisici certificano da sempre che l'Aquilano è a livello 1.
I costruttori, è chiaro, si adeguano. Come la politica ai costruttori, evidentemente. Da ricordarsene, mentre il gruppo Fiat - vecchia conoscenza, con Impregilo - annuncia che provvederà alla costruzione del nuovo asilo comunale del capoluogo abruzzese. O mentre l'Associazione dei costruttori invoca di farsi carico della ricostruzione di quella bara collettiva che è la Casa dello Studente. O quando il presidente del Consiglio annuncia di voler fare una nuova L'Aquila, fuori dall'Aquila, e chiama tutto il sistema d'impresa del comparto alla gara, "decentrata" con le "adozioni" affidate a 100 province. Sì, meglio ricordare.

Anubi D'Avossa Lussurgiu
Fonte: www.liberazione.it
09/04/2009


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