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E il partito-Grillo tocca quota ottomila iscritti


Tao
 Tao
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SPOPOLA IL BLOG DEL COMICO ED È SCATTATO UN TOTOCANDIDATO. PAOLO CENTO: «SI PRESENTI ASSIEME A PECORARO SCANIO»

«Non posso candidarmi perché vincerei io. E io sono per la dittatura», disse ad agosto Beppe Grillo a proposito delle primarie del centrosinistra. Nel frattempo non sembra aver cambiato idea, ma non l’ha cambiata nemmeno chi crede in un mondo migliore, se il mondo si inchina a Grillo. Sono almeno centomila al giorno: si collegano al blog del comico (beppegrillo.it) e immaginano il pianeta ripulito dalle mafie, salvato dalle speculazioni finanziarie, con multinazionali del farmaco dedite alla filantropia e amministratori locali col pollice verde. Mediamente, ogni riflessione o proposta di Grillo viene commentata un migliaio di volte. La potenza di questo nuovo tribuno si calcola col moltiplicarsi degli «Amici di Beppe Grillo», i neocarbonari dell’antiglobalizzazione. Grillo li ha lanciati a giugno e oggi i gruppi sono centoventicinque - con oltre 8 mila iscritti - e non soltanto in Italia, ma anche in Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, persino in Messico. Gli «amici» si riuniscono «come la Carboneria», ha detto Grillo, «magari opponendosi alla costruzione di un inceneritore o all’abbattimento di un bosco».

Il suo trascinante entusiasmo ha portato Curzio Maltese a ipotizzare, sul «Venerdì di Repubblica», che se l’attore genovese prendesse il posto di Alfonso Pecoraro Scanio, i Verdi salirebbero al 10 per cento come in Germania. Paolo Cento, deputato ambientalista, non ne è altrattanto persuaso, ma sarebbe ben contento se Grillo decidesse di candidarsi: «Non per forza in contrapposizione ad Alfonso, con il quale ha un buon rapporto, ma affiancandolo. Grillo sarebbe un elemento di novità e ricambio, di rottura di schemi consolidati e in crisi, come vediamo in questi giorni». Intanto Grillo si limita a fare lobbying appoggiando Dario Fo alle primarie di Milano, oppure acquistando una pagina dell’Herald Tribune (57 mila euro raccolti tramite il blog in pochi giorni) per denunciare i 23 parlamentari italiani condannati in via definitiva. Ed è lobbying a copertura universale: contro Antonio Fazio, per il ritiro delle truppe dall’Iraq, in favore dei colibrì di un parco triestino. Una vena ecologista che affascina uno come Fulco Pratesi, il presidente del Wwf, piuttosto deluso dalle politiche dei partiti tradizionalmente più vicini al suo movimento: «Diciamo che sì, si sono abbastanza allontanati dalle ragioni iniziali. Invece quasi tutto quello che Grillo sostiene e fa è molto in sintonia con le nostre iniziative. Personalmente gli sconsiglierei di candidarsi, perché temo che il Parlamento possa fargli più male di quanto bene lui possa fare al Parlamento. Ma se si lancia, il mio voto ce l’ha». I fan, altolocati come e più di Pratesi, non gli mancano.

A maggio, proprio sulla «Stampa», Mina scrisse un articolo per qualificarsi «suddita» di Grillo, esortarlo a resistere e dichiararlo «unico paladino della nostra stracciatissima dignità». Il mese prima, sacerdoti della società civile come Giorgio Bocca, Vittorio Foa, Eugenio Scalfari e Giuliano Vassalli a un convegno di «Giustizia e libertà» avevano dibattuto con Grillo a proposito di «Idealità e moralità della politica. L’azionismo ieri e oggi». Ma poi, travolto da un eruttante fervore, Grillo deve sfogarsi anche sul campo. Come dice Marco Travaglio, «in val di Susa nessun politico può più mettere piede. Mentre Grillo raccoglierebbe forse l’ottanta per cento». Alberto Perino, uno dei più vivaci leader dei comitati No Tav, conferma che ci penserebbe seriamente, «soprattutto se dietro avesse collaboratori all’altezza. Certamente lui è uno che fa discorsi in cui ci riconosciamo molto». Per esempio: muovere più idee e meno merci, perché la mozzarella di bufala è meglio produrla a Berlino che portarcela con l’Alta velocità. Intanto Grillo si accontenta del suo blog, dove invita Piero Fassino a epurare Massimo D’Alema, e di ospitate alla radio dove, come ieri, ha ribadito il suo disprezzo per la politica. E allora il vignettista dell’«Unità», Sergio Staino, lo ha invitato a iscriversi ai Ds: «Vieni in sezione, discuti, e al prossimo congresso ci sarà una mozione Beppe Grillo». Per fortuna non ci sarà, conclude Travaglio, che di Grillo è un sostenitore: «Ma in Parlamento no. Lui è grande così, da fuori. E poi di onorevole Grillo ce n’è già uno, e bravissimo: l’amichetto di Fazio...».

Fonte: www.lastampa.it
5.01.06


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