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Ecco un'argomentazione SI TAV di Uriel Fanelli

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riefelis
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Ancora noTav e consulenze.
Scritto da Uriel Fanelli
Prima di tutto: DISQUS, il sistema che uso per i commenti, sta facendo fesserie. E' vero che i commenti sono moderati censurati e che ne vado fiero, ma DISQUS ci sta mettendo del suo, bannando ad muzzum e cancellando ad muzzum. Sto quindi testando livefyre per questo. Se qualcosa va storto nel commentare con DISQUS, sotto avete livefyre. In ogni caso: e' assai buffo come i post di un blog siano di fatto una specie di dialogo, che segue le reazioni dei lettori al post precedente. Un esempio e' la storia delle consulenze.
La figura del consulente e' vista spesso attraverso la cinematografia. Un pochino come capita col "Diavolo veste prada", la gente fa un corso della regione per la disegnatrice di moda, poi scopre che invece lavora nel tessile e che deve cucire vestiti a Molinella anziche' girare per i palazzi piu' fichi di New York.

Allo stesso modo, suppongo che i consulenti arrivino attraverso la dialettica di quei begli openspace dove tutti lavorano sorridenti, e c'e' sempre almeno un negro e una ragazza mora e un tizio biondo oppure calvo con gli occhiali che sorride e indica qualcosa su un computer tipo apple.

Allora, vediamo. L'openspace ce 'ho. Effettivamente c'e' un negro nella scrivania a fianco. Al posto della ragazza mora ho un tizio tedesco appassionato di caccia, col pizzetto. Qualcosa deve essere andato storto, suppongo. Forse le specifiche di "ragazza mora" sono andate perse nella traduzione in tedesco.

Una delle cose che hanno danneggiato di piu' i consulenti e' la cosa tipo "sono Wolf, risolvo problemi". Cioe', e' un poco come la storia della ragazza mora. Ti chiamano per risolvere i problemi -di solito non si tratta di negri morti, almeno non succede nel mondo telco- ma non te ne vai mai su una ferrari, abbracciato ad una bonazza americana. Anche questa cosa deve essersi persa nelle specifiche.

In ogni caso, il termine "strategico" dopo "consulenza" non significa che la gente vada li' a fare strategie o che vada li' a fare piani. Significa semplicemente che e' di supporto alle decisioni. La consulenza che viene fornita' e' assolutamente sintetica, e semmai fa riferimento a studi analitici. Del tipo :

"e' un fatto che prendere per il culo le bionde in Germania non sia una buona strategia*".

E poi alla base della slide c'e'

* MIT Press, "Housewife issues and hair colors in Germany, Journal of Dum Statistics, Smuth and Wosson, 1964 "

Ovviamente questo non significa che i consulenti strategici possano dire cazzate. Tuttavia, se volete sopravvivere nell'ambiente, e' meglio che ne diciate una bassa percentuale. Siccome e' un posto dove -oltre ad un certo livello- non c'e' poi molta concorrenza, se siete quelli che hanno consigliato qualcuno di investire sul maiale kosher con gli scampi), probabilmente ci saranno dei pregiudizi su di voi.

E' assolutamente ovvio che i consulenti possano sbagliare, specialmente nel mondo della consulenza strategica. Invece sbagliano pochissimo. Sapete il perche'? Per una semplice ragione: la stragrande maggioranza dei problemi che vengono sottoposti loro sono di facile soluzione.

Qui c'e' il grande problema della consulenza, in generale: inizialmente, la consulenza era fatta per andare a risolvere i problemi DIFFICILI. Dove per difficile si intende che in una telco tutti sanno cosa sia una rete, e solo quando la situazione e' incasinatISSIMA si chiamano i consulenti.

Ora, il problema e' che sfortunatamente non esistono metriche per la difficolta' dei problemi. Cosi', mano a mano che le aziende assumevano capre, il numero di consulenti e' andato crescendo, crescendo, crescendo.

Non so se avete seguito la vicenda di qualcuno di quei siti web del governo italiano che costano un botto. Sapete perche'? Ve lo spiego, sapendo di azzeccarci il 75% dei casi:

La prima analisi stima l'uso di 8 dipendenti interni per tre mesi. Sarebbe corretta.
Dopo due settimane, si scopre che il DBA interno "e' piu' un DBA applicativo e non sa installare Oracle", (ma si era dimenticato di dirlo nel CV, o al concorso).
Dopo tre settimane, si scopre che i programmatori sono piu', come dire, "programmatori da troubleshooting, e non sanno sviluppare da zero".
Dopo quattro settimane si scopre che il dirigente e' un dirigente "ma piu' per le risorse umane" e quindi non sa come gestire il progetto.
La quinta settimana si fa una riunione per decidere come spiegare che di 8 dipendenti interni non ce n'e' uno che possa dare un contributo reale al progetto.
Si decide di dire che vista la complessita' del progetto, e la sua importanza, si e' deciso di affidarsi ad una nota agenzia di consulenza.
Si insedia il primo consulente, al quale viene detto che serve un architetto di sistema esperto in supercomputing dei missili termonucleari a propulsione genomica perche' c'e' un problema incredibilmente difficile da risolvere.
Il consulente nota che semplicemente nessuno sa quel che si sta dicendo, e che il problema non ha niente di misterioso, e' soltanto che i dipendenti credono che i socket di unix siano una marca inglese di calzini. Scala con la sua azienda la situazione. Il commerciale va dal cliente e dice "ehi, guarda che il tuo team non ce la fara'".
Il cliente si rende conto che sta per fare una figura di merda enorme col mondo intero e rischia il Q. Decide cosi' di chiedere altro budget, per avere 16 consulenti.
Per consulenti si intendono quelli che faranno tutto. Ne basterebbero 5, ma ci saranno i dipendenti a disturbarli con direttive assurde, riunioni a cazzo di cane e problemi inesistenti.
I dipendenti a quel punto si accorgono che e' piu' bello stare davanti alla macchinetta del caffe' se ci sono dei consulenti che fanno tutto, e si accorgono che se hai 4 consulenti che lavorano per te sembri quasi un managerz. Chiedono pertanto di averli sempre.
Quando ci hanno preso gusto, iniziano a sparare cazzate che hanno sentito dire in tv, tipo "lo voglio piu' semantico", o "un pochino piu' usabilita', di quella verde chiara". Il progetto levita di costi e inizia ad assomigliare ad un incrocio tra una lavatrice ed un tornio per turbine a gas.
Il progetto costa 180 milioni di euro. E' un sito web. Brutto.
La TV fa un'inchiesta. Si scopre che 160 dei 180 li ha presi una ditta di consulenza.
E' colpa dei consulenti avidi.
In generale, cioe', la consulenza ha preso il posto della competenza. Ormai quando un'azienda fa qualcosa, diciamo e' una telco, non si cura piu' di assumere gente che ne capisca qualcosa. Si cura di assumere gente che abbia "soft skill", dove tra i soft skill sono graditi il golf, la capacita' di fare una presentazione, ed altro. Il resto delle conoscenze verranno poi acquisite come "consulenze".

Questa cosa e' arrivata dall'alto.

Negli anni '90 si diffuse la moda per la quale i manager di qualcosa non dovevano necessariamente essere competenti in un determinato settore. Cosi' Apple si trovo' uno che veniva da Motorola e non sapeva NIENTE del mercato IT, a prendere decisioni sul sistema operativo, per dirne una. Cosi' un'azienda di automobili americana si trovo' un CEO che veniva da Coca Cola, e cosi' via.

Perche' questi andavano a fare queste cose? Perche' ovviamente c'erano i consulenti. Avevano appena scoperto che se hai un gigantesco budget per la consulenza, non ti serve essere davvero bravo o davvero competente. Ti basta pagare qualcun altro per esserlo, e tu farai da frontend con il lavoro altrui.

Questo non fu notato perche' i grandi manager avevano effettivamente dei consulenti al lavoro di continuo. Se guidate un'azienda come Coca-Cola, non potete pensare a tutto. Avete bisogno di qualcuno che prenda i centomila piccoli problemi, li riassuma per cate
goria, ne dia una visione sintetica, e vi permetta cosi' di prendere una decisione "dall'alto", ovvero da una situazione ove non avete il tempo di considerare i dettagli.

Quando iniziarono ad arrivare i primi incompetenti al comando, quello che gli azionisti notarono fu un aumento delle spese di consulenza. La risposta fu "il mercato si globalizza, si fa piu' complesso, ho bisogno di piu' supporto. Volete il mercato cinese E quello americano E quello dell' Africa? E' chiaro che se in cina si parlano 31 dialetti, dovro' aver bisogno di un consulente per la Cina".

Aperto che fu il vaso di Pandora, fu chiaro che qualsiasi incompetente poteva sedere su qualsiasi sedia, a patto di avere un budget consulenti adeguato. E che qualsiasi azienda poteva concepire prodotti ben al di la' del proprio livello di competenza, a patto di avere abbastanza consulenti.

Gli anni '90 furono un florilegio di aziende che partivano dal nulla ma riuscivano a decollare non tanto perche' ci fosse un'idea alla base, ma perche' c'era un "consulente per il fund raising" e un "consulente product designer" che lavoravano insieme. L'immensa quantita' di prodotti tutti uguali, tutti ugualmente finanziati, tutti ugualmente falciati dal solito "alla fine ne rimarra' uno solo", ne e' la prova.

In Italia la situazione fu ancora piu' devastante. Dopo che un sistema di concorsi per cooptazione ebbe riempito di incompetenti lo stato (vedete esempio sopra) successe che lo stato -per motivi di budget- sospese le assunzioni. Cosi', la torma di incompetenti "col pezzo di carta per avere il posto sicuro" rivolse la propria attenzione alle grandi aziende, aiutata da politici che cercavano di sistemare i loro ruffiani in cambio di favori fatti alle aziende.

Cosi', le grandi aziende italiane fecero incetta di questi personaggi. In seguito, si scopri' che tali aziende NON sapevano cosa farsene, e che questi personaggi non servivano a nulla. Ma gli incompetenti arrivati piu' in alto notarono che il grande boss aveva dei consulenti che lo aiutavano.

E cosi' iniziarono a chiedere a loro volta dei consulenti. E visto che funziono', allora anche i piccoli manager sotto di loro chiesero dei consulenti. Finche' alla fine non c'e' un dipendente di grandi aziende che non abbia 2-3 consulenti. I quali fanno il suo lavoro.

Questo finisce per gonfiare a dismisura il budget, per gonfiare a dismisura i costi dei progetti, per gonfiare a dismisura la durata dei progetti: anziche' 3 persone che lavorano sapendo fare il proprio lavoro, oggi avere 18 consulenti disturbati di continuo dall'incompetenza dei dipendenti interni che dovrebbero "gestirli", e che invece non fanno altro che caricarli di questioni irrilevanti, di pura visibilita', di politica interna all'azienda, e quant'altro.
Ora, la domanda che qualcuno di voi ha fatto e': come se ne esce? Ma la mia domanda e', al solito: who is in charge?

L'azienda di consulenza deve rispondere ai propri azionisti della quota di mercato. Non e' l'azienda di consulenza che deve limitare gli sprechi dei clienti. Se vuoi far andare la tua automobile a Chanel #5, fallo. Non sara' Coco a fermarti.

Non vi potete aspettare, cioe', che sia Mr Wolf a rifiutare la chiamata per risolvere i problemi. Siete voi che avete un negro con la testa spiaccicata in auto, ricordate? Non ve lo ha chiesto lui di ficcarvi in questa situazione ove avete bisogno di lui.

Ovviamente, qualcuno dovrebbe chiedersi: perche' abbiamo bisogno di tutti questi consulenti? E la risposta e' un delle seguenti "perche' i nostri interni non sanno fare un cazzo", "perche' alcuni nostri interni saprebbero fare, ma quelli che non sanno fare li ostacolano e allora e' meglio dar fuori il lavoro", "perche' tutti gli interni che abbiamo sanno farlo, ma i loro dirigenti non capiscono un cazzo e non sanno gestire progetti".

Cosi' adesso veniamo alla vexata quaestio: per quale motivo nessuno va a rispondere alla questione riguardante la TAV? La risposta alle contestazioni dei no-tav circa l'utilita' e' quasi banale:


Questo e' il grafo delle linee TAV europee. Si tratta di una rete, o per chi ama la matematica di un digrafo orientato e colorato. Ora, chiunque abbia avuto a che fare con problemi simili sa che l'utilita' di un tratto di rete alla rete stessa NON puo' essere misurato in termini di utilita' di quel pezzo singolo: QUALSIASI valutazione a riguardo e' assiomaticamente sbagliata per principio.

Chiunque abbia studiato Markov sa cosa sia una catena di Markov. Ora, sapete bene che in un grafo cosi' complesso, determinare con certezza quali catene di Markov ottimizzino il grafo e' difficilissimo, ma come se non bastasse aggiungere o togliere pezzi di grafo puo' cambiare radicalmente il comportamento del grafo intero.

Facciamo un esempio banale: il traffico cittadino. La stessa mappa cittadina ha performance MOLTO diverse, semplicemente cambiando un senso unico. Ma puo' succedere che cambiando un senso unico in una via, tutti quelli che vogliono andare, che so io, in un altro punto debbano deviare per un posto differente, e intasino una strada che non si era modificata per nulla. Morale: un grafo interconnesso NON puo' essere giudicato semplicemente prendendo -come fanno i Travagli e tanti altri cialtroni- quel che succede tra Lione e Torino. L'impatto che il raddoppio della capacita' su una tratta potrebbe avere e' MOLTO difficile da valutare, dal momento che dipende -e risente- dalle condizioni su tutta la rete.

In generale, possiamo dire che in un grafo la lunghezza media dei cammini minimi possa diminuire aggiungendo collegamenti, ma una valutazione NON puo' essere fatta se non tenendo conto di TUTTO il grafo.

Cosi', notate bene che i Tav stanno sollevando un problema -spesso con aria dotta- quando chiunque abbia studiato i grafi (e quindi abbia un diploma in una materia tecnica) sa che il problema NON si pone in quel modo.

Questa e' la ragione per cui cassero' QUALSIASI commento che venga qui con "dotti" calcoli sul traffico della tratta Lione-Torino. Non servono ad un cazzo, e il tempo che ci perdete e' una tassa per non aver studiato Markov.

Torniamo alla vexata quaestio: ma allora perche' nessuno lo dice? Risposta: perche' gli attori non lo sanno.

La consulenza per la rete ferroviaria e' stata data in fase di decisione. Un commissario ha ascoltato dei consulenti e ha detto "si faccia". Poi magari e' cambiato il commissario, o e' cambiato il consulente. Oggi, in definitiva, la competenza non e' piu' li'.

Le persone preposte a rispondere non sono i consulenti del periodo. Sono politici che pagano consulenti per i problemi da risolvere e le decisioni da prendere. Se quella decisione e' stata presa, allora era buona. Fine. Si vada avanti.

Ma ovviamente il partito del blablabla-no non vuole saperne. Vuole discutere, offuscare, parlare in mala fede -non posso pensare che sia cosi' difficile arrivare da soli all'idea che non si prevede un grafo partendo da un singolo percorso- e fare politica lercia per classi sociali ancora piu' immonde (anche se spesso dotate di reddito).

Quindi no:

Nessuno vi rispondera'. La conoscenza per la decisione e' stata raccolta, e la decisione presa. Fine.
Nessuno vi rispondera'. Se anche qualcuno ricordasse i motivi, il modo in cui ponete la questione lascia capire che NON capireste la risposta.
Nessuno vi rispondera'. Non siete in buona fede, e nessuna risposta vi soddisferebbe, per principio.
ecco, questo e' il punto. Il solo fatto che qualcuno arrivi qui a dire che "Siccome il traffico tra Lione e Torino e' cosi' e cosa', allora deduco/prevedo che..." mi fa capire che NON sappiate cosa sia un grafo, cosa sia
una catena di Markov, e cosi' via.

E' come se voi andaste in giro per il Brasile, vi si avvicinasse un indio e vi dicesse: "adesso non ti lascio passare finche' non mi dimostri che nella tua carrozza che si muove senza cavallo non si sono spiriti maligni che fanno girare le ruote e cantano la canzone che sento uscire dalle portiere": anche con la massima comprensione verso la preoccupazione del selvaggio, e' chiaro che non capira' MAI come funzioni lo stereo di un'automobile, o un motore diesel.

Ed e' chiaro da come fa la domanda.

Quindi, cari signori, se non ricevete risposte alle vostre domande il motivo e' semplice: siete troppo stupidi per fare le domande nel modo giusto.

E no, l'unico che ha il compito di occuparsi degli stupidi, a questo mondo, e' Darwin.

Ma non vi piacera'.

Uriel

Per andare al blog di Uriel FAnelli, digitare su google "URIEL FANELLI" in quanto Uriel ha impostato un sistema di rimando a foto porno a eventuali link inseriti in altri siti.


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riefelis
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La noia del noTav
Scritto da Uriel Fanelli
Succede a volte che siccome un tema diventa molto popolare sui media la gente mi chieda cosa ne penso. Onestamente, per come la vedo io le cose sono molto semplici: lo trovo noioso, stupido, scontato. Essenzialmente, la politica del no e' la politica piu' semplice da fare. Ed e' quella storicamente piu' banale e distruttiva, sebbene sia la piu' silenziosa. Mi spiego meglio.

Prendete un foglio di carta, e da un lato scrivete, in alto "no" e dall'altra scrivete "si". Poi girate per il paese e contate le cose che vedete: palazzi, ospedali, strade, asili, eccetera. Ora, prendete quelle cose e scrivetele dal lato di chi le ha costruite.

Se il palazzo lo hanno costruito quelli che erano contro quel palazzo, che manifestavano in piazza per non farlo, quelli che si sono battuti per non farlo, segnatelo da quel lato. Se invece l'opera civile che avete visto l'hanno costruita quelli che erano per il si', cioe' favorevoli a costruirla, o perlomeno non contrari, scrivetela dall'altro lato.

Ecco, tutto quello che otterrete in questo modo sara' un'amara scoperta: che i noTav della situazione, comunque li si sia chiamati nel tempo, non hanno mai costruito un cazzo di niente. Non hanno mai lasciato niente ai figli, non hanno mai fatto niente per gli altri, si sono solo dedicati a fare in modo che NESSUNO potesse costruire nulla.

Questa e' la semplice idea che ho dei movimenti "no-qualcosa": e' gente che ai propri figli lasciera' nulla che non ci fosse gia' prima. Se la regola d'oro del progresso e' di lasciare ai figli qualcosa che loro possano utilizzare qualora serva loro, bene: questi signori non lasciano nulla di nulla.

La costruzione di qualsiasi opera destinata a non essere usata solo da chi la costruisce (ospedali, treni, porti, eccetera) e non solo DALLA GENERAZIONE di chi la costruisce e' un atto sociale, e infine un atto civico.

Rido di patetici cialtroni che se ne escono oggi dicendo cose come "la tav non serve". Innanzitutto, una simile valutazione e' parte di una professione specifica, che e' la consulenza strategica. Una consulenza come "la tav serve" ha, ad occhio e croce, una parcella di circa 10-15 milioni di euro. I professionisti che di solito lavorano nel settore delle consulenze strategiche sono persone che non lo fanno per secondo lavoro: il motivo molto semplice e' che quello e' un lavoro che basta ed avanza a riempire la vita.

Ad un certo punto arriva il Travaglio della situazione e scopre la passione per la consulenza strategica internazionale. Il che e' ottimo: inizi a lavorarci a tempo pieno, si dedichi a studiare tutto quel che serve studiare per fare quel lavoro, e tra 40-50 anni forse sara' in grado di rispondere alla domanda.

Stranamente, sembra che tutti, ma proprio tutti, in Italia sappiano fare consulenza strategica e sappiano con esattezza che "la tav non serve". Lo pensano tutti, ma davvero tutti, tranne chi fa consulenza strategica davvero. Complimenti.

Per me e' solo merda di cane: nessuno tra quelli che dicono "la tav non serve" ha le conoscenze per dirlo, e chi ha le conoscenze per dirlo impiega anni a studiare il problema, cosa per la quale viene poi pagato di conseguenza. Cosi', non sprecate tempo a dirmi che tale professore o tale universita' hanno detto -gratis- che la tav non serve: a quel prezzo, non e' credibile.

Certo, potete credere che un sito web vi regali consulenze strategiche, come potete credere che si possa comprare un iPad a 100 euro da un tizio conosciuto in autostrada. Per me, quando una cosa pregiata costa troppo poco, si tratta di un falso, di un'imitazione di basso valore.

Questa é la ragione per la quale casseró i commenti che pretendono di far cadere dall' alto delle consulenze strategiche gratis. Sarebbe come credere a chi ti offre un computer a 100 euro in autostrada. Non perdo nemmeno tempo a spiegare per quale motivo sia un falso. Si, voi avete un link. Tutti ne hanno uno. Yawn.

Ma perche' allora una valle ha tutta questa voglia di non avere un treno ad alta velocita'? I motivi sono molteplici.

Il primo motivo lo vedete osservando gli scontri. Queste proteste stanno portando in zona migliaia e migliaia di persone. O tutti si portano appresso la colazione al sacco, o molto semplicemente in quella zona sta passando un business che riempie gli alberghi ed i ristoranti come mai era avvenuto dal 2006, quando a Torino si fecero le olimpiadi invernali.. Non meraviglia, quindi, che la vallata sia favorevole a questa gente: una manifestazione da 70.000 partecipanti , quei negozianti , quei baristi, quei ristoranti e quegli alberghi forse non l'avevano mai vista negli ultimi 5 anni.

In pratica, sul piano microeconomico questa saga sta diventando l'equivalente della sagra della porchetta, o della sagra della castagna scardanata nel piscio di faina, tutte quelle robe che le pro-loco si inventano per portare due o tre clienti in piu' agli asfittici esercenti del posto.

Al di la dell'economia della cosa, ci sono altri due fattori: la politica della questione e l'aspetto sociale della questione. La politica non mi interessa, visto che i centri sociali predicano ancora ideologie nate e morte nel secolo scorso. Cosi' faccio solo considerazioni sociali.

L'Italia e' stracolma di Val Di Susa. E' stracolma di aree che potrebbero vivere di turismo, se solo UN NEGOZIANTE parlasse in inglese. E' stracolma di aree che potrebbero vivere di industria, se qualcun altro le facesse, e se in qualche altro posto comprassero quel che si fa da quelle parti. E' stracolma di bellezze naturali di cui a nessuno frega un cazzo: non e' che il mondo faccia la coda per ammirare il prezioso panorama della Val di Susa, eh. Si, ci saranno anche dei turisti, ma non e' che sia il centro del turismo mondiale. E neanche nazionale. E neanche regionale. E neanche provinciale. Ehm.... diciamo che la val di Susa e' il polo turistico piu' importante della Val di Susa, ecco tutto. C'e' il sestriere, si: qualche volta lo avrete sentito nominare. 800 abitanti, circa. Il centro del turismo mondiale, come minimo.

Ma dicevo, il paese e' stracolmo di sacche sociali che non hanno motivo di esistere. Non c'entrano piu' niente con la societa' moderna. Non hanno nulla da dire, e non capiscono nulla di quello che si dice. Gli stessi che combattono contro la Tav magari si lamenteranno perche' c'e' il digital divide, ma se partite con le antenne per coprirlo, da noTav diventeranno noWImax.

La verita' e' che l' Italia e' piena di zone sociali che vogliono vivere "come sempre". E poiche' il mondo cambia, spesso si trovano a qualche passo indietro. Ora, che piaccia o meno l'unione europea e' un progetto che si sta consolidando. E c'e' un progetto che vuole far passare treni ad alta velocita' collegando due citta'.

Il punto e' , molto semplicemente, che si tratta di una delle tante decisioni che vanno in una direzione. Qualsiasi cosa sara' l'europa tra 50 anni, nell'idea di chi la costruisce le citta' saranno collegate da una rete ferroviaria ad alta velocita'. Ma questa societa', e' una societa' in cui una societa' puo' avere una sede a torino ed una a lione, e la differenza che passa e' qualche ora di treno.

Se immaginiamo una societa' del genere, ovvero una societa' ove l'orizzonte geografico di ogni individuo e' cosi' ampio, immaginiamo una societa' ove l'orizzonte geografico di ogni lavoratore e' enorme, ci troviamo con una societa' del tutto incompatibile con il cazzo di societa' valsusina.

Questo e' il punto? No. Non lo e' nella misura in cui non sono tutti valsusini quelli che protestano, e nella misura in cui di per se' la linea non li collega meglio di prima.La val di susa e' arretrata oggi e lo sara' anche domani. Il problema e' analogo, ma riguarda sacche semmai presenti a Torino, i cui centri sociali ri
empiono le file delle proteste.

Vi faccio un esempio: la mia casa italiana si trova sull'appennino tra emilia e toscana, dal lato emiliano. E' un luogo che richiede un'oretta di macchina per arrivare da Bologna. L'amministrazione regionale, tramite anche le ferrovie ER, (Emilia ROmagna) ha attivato alcune ferrovie (la porrettana e la vignolese) che collegano queste vallate a Bologna.

Ora, direte voi: grandissima opportunita' economica per le vallate, che diventano fruibili. Vero: chi vuole vedere un bel panorama viene su molto piu' facilmente. Ma e' stata un'opportunita' economica ancora piu' grande per Bologna: chi vuole godere delle cose che ci sono in citta', va in citta' molto piu' facilmente.

Adesso dunque abbiamo chiaro un problema: abbiamo due flussi. Uno che va dalla vallata alla citta', e uno che va dalla citta' alla vallata. Chiediamoci: sono piu' quelli che vanno dalla valle a bologna o quelli che da bologna vanno alla valle?

La risposta e' semplice: OVVIAMENTE, siccome la citta' offre di piu' -per colpa di amministrazioni comunali miopi e affariste- , ogni domenica mattina ci sono treni stracolmi di ragazzi che vanno in citta', per tornare la sera.

Prima dei trenini, questi ragazzi stavano nella piazza del paese a lamentarsi di quante cose facessero i loro coetanei di citta', che a loro erano negate. Sino ai 18 anni, quando non avrebbero preso l'auto, la loro vita era confinata ai loro motorini e alla distanza che (anche eroicamente, con meno otto gradi) potevano percorrerci.

Oggi, la piazza e' vuota: anziche' lamentarsi perche' non hanno tutte le cose della citta', vita sociale inclusa, questi ragazzi prendono un treno di mattina, o dopo mangiato, e tornano la sera. E l'asfittica piazza del paese e' , ancora una volta, vuota.

Ora, capite molto bene che per il prete del paese quella piazza vuota e' una sconfitta. E' una sconfitta per il bar di quella valle, per il cinema locale, per il partito che prima irreggimentava i giovani in quella piazza, per il partito che ancora appende una copia dell'unita' nella bacheca di quella piazza, e cosi' via. E nel tempo, quei giovani che vanno a bologna troveranno fidanzate, fidanzati, mariti e mogli, e non torneranno piu'. La colpa e' della ferrovia? No, la colpa e' di chi non ha saputo costruire qualcosa che non fosse "quel che si e' sempre fatto". Il paesello e' il passato, in citta' c'e' il futuro, e i giovani per natura vanno verso il futuro.

Ora, la domanda e': andranno piu' persone e piu' merci da Torino a Lione, o da Lione a Torino? Non si sa. Dipende da quale delle due citta' offre di piu'. Potete stare certi che, se a poche ore di distanza per il torinese ci sono piu' opportunita', non rimarra' fermo dove si trova. E lo stesso dicasi del contrario. Quale delle due , tra Torino e Lione, e' il passato, e quale e' il futuro? Non saprei. Lo vedremo.

Questi processi vengono detti normalmente "ottimizzazioni del mercato", anche quando anziche' parlare di questioni economiche si parla di questioni sociali. Il concetto che sta alla base di questo e' che piu' e' alta la mobilita', piu' e' probabile che un qualsiasi soggetto POSSA, almeno in teoria, trovare la collocazione migliore.

Cosi', se torniamo indietro, la TAV non e' solo una TAV: e' semplicemente un pezzo di un grafo, la cui complessita' puo' essere vista in termini di "quanto aumentano le probabilita' che un attore economico, o sociale, trovi il posto migliore per lui".

La domanda pero' e' la seguente: in una societa' ove il posto si trova spostandosi, e dove la possibilita' di spostarsi e' un fattore di ottimizzazione del processo di best-fit, come si trova chi NON HA POSTO in quella societa'? Questo e' il punto.

Quelli che vedete in piazza sono coloro che in una societa' moderna, ovvero in una societa' ove il best-fit si basa sul movimento, non hanno speranze. Il loro sogno e' di una societa' SENZA movimenti, ove sia le merci che le persone siano radicate sul posto. Ma questo sogno sta andando in pezzi.

La TAV e' un simbolo: essi sono quelli che non troveranno posto nel futuro che sta venendo. Non sto dicendo che sia migliore o peggiore, per carita'. Questo lo vedremo. Ma e' un fatto che questo futuro sta arrivando. Presto gli abitanti di Torino avranno ancora piu' possibilita' di trovare una soluzione di best fit, e se tutti i percorsi ferroviari del continente europeo si faranno, la generazione dei nostri figli potra' leggere annunci di lavoro in citta' che oggi noi chiamiamo "straniere", potranno cioe' essere dei pendolari su distanze che un tempo erano proprie degli immigrati.

Io stesso da quattro anni faccio il pendolare dalla germania all'italia, usando gli aerei: un tempo gli italiani in Germania erano detti emigrati. Gli aerei che prendo sono pieni di gente la cui azienda ha un'altra sede in Germania: ma se occorressero 12-13 ore per arrivare , difficilmente avrebbero aperto la sede all'estero. Eppure, PMI che prima non avrebbero mai osato, adesso osano. PErche'? Perche' e' un'oretta di aereo. Qualcuno ha mai misurato quanti prendono un RyanAir per andare a fare colloqui di lavoro? Se gli industriali lo sapessero, capirebbero perche' alle loro miserabili fabbrichette rimangono ormai solo da assumere capre ignoranti: gli altri sono andati a cercare industrie migliori. (sorpresa, coglioni,siete sul mercato anche voi!).

Perche' io (e molti come me) oggi siamo in Germania ma non andiamo a mischiarci con gli italiani emigrati degli Eis und Sahne? Perche', molto semplicemente, siamo due generazioni molto diverse. Loro sono emigrati a cercare il minimo, noi siamo andati a cercare di meglio.

Ma in questo mondo, per alcuni non c'e' speranza di sopravvivere. Per fare un esempio, nella valle romagnola da cui scrivo oggi (essendo tornato per il weekend) il treno non ha aumentato tanto l'afflusso di turisti. Non di quelli stranieri, perche' qui nessun negoziante parla inglese: il turismo estero NON puo' decollare. Ma nemmeno da Bologna, nel senso che se tutto quello che hai da offrire e' aria pura e panorami, tutto quello che otterrai saranno pensionati che prendono il treno per fare una camminata, si portano la colazione al sacco, e di comprare il tuo merdoso souvenir made in china se ne fottono altamente.

Ora, prendiamo come esempio il merdoso baretto che sta sulla piazza del paesello X. Esso era pieno di gente ogni domenica, ma la cosa che pochi hanno notato era che era pieno di gente che andava li' non perche' quel bar fosse bello. Ci andavano PERCHE' NON AVEVANO SCELTA. Non appena hanno avuto una fermata in piu' della ferrovia locale, quei bar si sono svuotati: i ragazzini hanno iniziato a scendere a Bologna per passare la domenica pomeriggio. Dove? Sempre in un bar. Ma un bar piu' bello, con piu' ragazze, piu' ragazzi, MENO VECCHI, e tutto quanto.

Ma adesso chiediamoci: il bar del posto , che non sa fare un cocktail, puo' spostarsi a Bologna? La risposta e' "no". Appunto perche', come dicevo, non sa fare un cocktail neanche a morire, ha solo gelati confezionati da frigo , non ha una saletta , e tante altre cose.

Insomma, in Italia ci sono delle sacche di arretratezza sociale, culturale e lavorativa che hanno paura del mondo che si prospetta loro. Si tratta di attivita' economiche che hanno sempre contato SULLE DISTANZE come fattore per INCATENARE il cliente a loro. Un tempo, in questi paesi, chi lasciava il paese e andava a vivere "a Bulagna" aveva fatto un grande salto. Molti non avevano il coraggio.

Oggi, beh, e' normale. Cosi' normale che , dopo una fiammata dovuta alla speculazione edilizia, questi paesini si stanno di nuovo svuotando. Del resto, questi sindaci del cazzo hanno avuto un picco terrificante di famiglie giovani, e per tutta risposta hanno chiuso scuole ed asili nido, e per tutta risposta non hanno migliorato nulla di nulla di strade ed infrastrutture. Chi e' emigrato qui dieci anni fa
ha scoperto -amaramente- che tanto il comune non fara' MAI niente per adattarsi alle nuove famiglie, non fara' MAI niente (la onlus di mia moglie e' l'unica cosa nata per i bambini, e ha l'ostilita' di tutta la vallata -quella senza figli- : se fai qualcosa , qui, ricevi solo odio) , niente per migliorare la vita del posto.

(indovinate un pochino come mai io lavoro e ho casa in Germania, e presto anche la mia signora e mia figlia mi raggiungeranno, eh?)

Questa logica "il posto fa schifo ma tanto so che non te ne puoi andare" e' quella che sta venendo sconfitta. Sconfitta da cose come internet, ferrovie, telefonia cellulare, autostrade. La nuova uscita dell'autostrada che doveva migliorare il commercio lo ha ucciso. Perche'? Perche' i negozianti di qui hanno il +30% di prezzo, tanto tu coglione puoi solo andare a Bologna , e ti costa un sacco.

Risultato? Appena arriva la nuova uscita dell'autostrada, con venti minuti sono a Bologna, e tu negoziante il tuo +30% te lo ficchi nel culo.(2)

Qui e' il punto vero: se fosse per i noTav, voi non avreste internet. Non avreste ferrovie. Non avreste strade. Sareste PRIGIONIERI del paese ove nascete. Sareste PRIGIONIERI della vostra nazione, della vostra citta' , del vostro paesello, della vostra vallata.

E siccome siete prigionieri, molti, molti, ma molti si offriranno di fare da secondini. Tutta una societa' di secondini, dai negozianti che approfittano della scarsa concorrenza a sindaci che se ne fottono "tanto dove vanno?" , e' vissuta sulle grandi distanze.

A volte basta poco. Basta un treno locale, e tutte quelle decine di ragazzi e ragazze che prima spendevano la loro giornata nel merdoso baretto che non si degnava neanche di cambiare il flipper (non scherzo, nel mondo della PS3 questi hanno ancora i flipper) , se ne vanno a Bologna. Treno delle 12.30 andata, treno delle 21:06 ritorno. E il bar e' vuoto.

Moltissimi di noi sono stati PRIGIONIERI delle distanze. Siamo stati prigionieri di autorita' locali che hanno sempre lucrato sul fatto che dovevamo mangiare LA LORO minestra o niente. La verita' e' che quando e' arrivata la Tav tra Bologna e Milano, tanti sia a bologna che a Milano hanno visto i sorci verdi.

La verita' molto semplice e' che forse, ad un giovane torinese che non si trova bene a Torino, anziche' fare il ribelle in un centro sociale torinese, potrebbe convenire andare a vivere a Lione.
E qui siamo al punto cruciale.

Nel paesello emiliano c'erano, prima, un certo numero di "ribelli", di giovani che contestavano la societa' locale, che chiedevano cambiamenti, che partecipavano alle attivita' della proloco oppure facevano di testa loro insieme coi soliti di Rifondazione , ed altri "alternativi". Da quando hanno il trenino, vanno in citta'.

Cosi' , signori, il punto e' questo: la TAV non e' solo una ferrovia. Per alcuni ambienti, dai centri sociali a certe sacche di societa', e' la campana che suona a morto. E sanno bene che la campana sta suonando per loro. Sanno bene che in un'europa connessa da ferrovie e reti digitali, TUTTI troveranno le opportunita' che cercano, TRANNE LORO.

La TAV e' semplicemente un treno. La sfiga e' che la TAV e' esattamente IL TRENO CHE HANNO PERSO.

Ogni volta che si fa un passo in avanti , tutti quelli che dicono no-tutto rimangono un passo indietro. Questo e' il problema. E questo rimanere indietro li isola sempre di piu' . Toglie loro opportunita'. Li relega nell'irrilevanza e nella marginalita'. Presto saranno solo un branco di barboni che bivaccano nei ruderi che oggi chiamano "centri sociali occupati", anche ammesso che non lo siano gia'.
Ogni volta che il mondo fa un passo avanti, che cambia stato, che cambia forma -e questo succede da sempre- , questi signori rimangono un passo indietro. Ogni volta che rimangono un passo indietro, c'e' un posto ove non possono piu' entrare, un lavoro che non possono piu' fare, un pezzo di reddito che non possono piu' avere.

Se si fa la TAV, Torino cambia, fa un passo in qualche direzione. Tutta questa cricca che oggi protesta rimane un passo indietro. Chi tra i torinesi potra' godere degli effetti benefici della nuova tratta (1) ovviamente avra' ancora una concorrenza, ma chi oggi fa parte dei movimenti no-tutto non giochera' nella stessa partita, nella stessa serie, e neanche nello stesso campionato.

La partita che si sta costruendo, il campionato che si sta mettendo in piedi, non ha vincitori certi. Nessuno sa chi vincera' di preciso. Ma si sa gia' che qualcuno non giochera' nemmeno la partita.

Questo qualcuno ovviamente oggi protesta perche' sa , perche' sente che sta rimanendo indietro. Chi combatte contro treni, energia, strade, internet, sta combattendo contro il treno che ha perso. Lo sta odiando perche' e' partito, mentre lui e' rimasto li'.

Guardateli bene, i no-tav. Guardate bene i no-tutto.

Sono i barboni di domani.
Uriel

(1) La costruzione di vie di comunicazione rapide, storicamente, porta SEMPRE ricchezza. Punto.

(2) La cosa si puo' dire anche del fatto che io mi sia spostato in Germania. Anni ed anni fa, era una decisione che implicava un salto nel vuoto, una distanza siderale. Oggi, e' un volo in aereo. Quanto sta cambiando il mondo del lavoro italiano, per via degli aereoporti? Secondo voi, se Malpensa fosse comoda comoda e Milano avesse un aereoporto enorme aperto al mondo, ci sarebbe ancora qualcuno che fa il precario in citta'? Un tempo i politici italiani dicevano ai giovani piu' brillanti "tanto non te ne vai, quindi o mangi questa minestra o salti dalla finestra" . Oggi questi fanno la valigetta e se ne vanno come ridere. E tanti auguri al politico.

Questo blog fa "profiling" (® Yossarian) di quelli che scrivono i commenti. Il profiling sta alla censura come le escort stanno alle mignotte: e' la stessa cosa, ma suona meglio. E' una parola inglese, quindi vi piacera'. Siete gia' eccitati, lo so. Prima di postare, per non perdere tempo, leggete SIA le REGOLE DEL BLOG e le FAQ: eviterete di perdere tempo e di venire "profilati".


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Ezechiele
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Dopo aver letto tutto questo lungo articolo mi sorge un dubbio: un attimo, sbaglio o questa sembra una consulenza strategica gratuita?
Spero di perchè altrimente sarebbe anch'essa sterco di cane.


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nuvolenelcielo
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eh?!?
il primo articolo è una delle cose più illeggibili che abbia mai cercato di leggere


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cris79
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Un articolo lungo come la divina commedia, con spruzzi di razzismo sui negri (anche se non ho capito il nesso), scoprire che senza la ferrovia i ragazzi giocherebbero ancora col flipper e non con la Playstation, per partorire che "in Italia ci è delle sacche di arretratezza sociale, culturale e lavorativa che hanno paura del mondo che si prospetta loro." E prosegue "La TAV non e' solo una ferrovia. Per alcuni ambienti, dai centri sociali a certe sacche di societa', e' la campana che suona a morto. E sanno bene che la campana sta suonando per loro". In sostanza dice che il mondo è cambiato quindi dovete morire tutti!
😆

Il concetto di progresso che ha questa persona è disarmante.

"Perche' io (e molti come me) oggi siamo in Germania ma non andiamo a mischiarci con gli italiani emigrati degli Eis und Sahne? Perche', molto semplicemente, siamo due generazioni molto diverse. Loro sono emigrati a cercare il minimo, noi siamo andati a cercare di meglio"

Classista,arrogante e presuntuoso. Educazione, rispetto e umiltà sono concetti che non esistono per questa persona.


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Tonguessy
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Grazie a tutti per i riassunti. Sono sicuro che non fosse neccessario quel profluvio di lemmi per comunicare quei pochi concetti così magistralmente riassunti. Ammesso poi fossero concetti....


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misunderestimated
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L'intera argomentazione vorrebbe demolire le ragioni di bottega di certi manifestanti (nimby) con altrettante ragioni di bottega: lo sconto all'outlet, il divertimento in città anzichè nel baretto sfigato di provincia e altro.
Ma questo Markov (che un conto è cambiare un senso unico, un altro è ampliare una capezzagna percorsa da un solo trattore due volte al giorno) tiene conto anche delle ruberie italiche? O dello smaltimento dell'amianto?
Perchè non rendere navigabile il Po fino a Milano, a questo punto...


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dana74
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questo sproloquio sensa senso dimostra l'incapacità ed ignoranza di questo soggetto.

Quando ho visto il titolo mi son detta: caspita finalmente sappiamo le ragioni tecniche dei sitav, mi leggo questa nauseante e inutile filippica senza costrutto...il pezzo meglio è che noi notav si considera la tratta torino lione come non inserita nel corridoio....che dire....che pena...

"Il solo fatto che qualcuno arrivi qui a dire che "Siccome il traffico tra Lione e Torino e' cosi' e cosa', allora deduco/prevedo che..." mi fa capire che NON sappiate cosa sia un grafo, cosa sia una catena di Markov, e cosi' via. "

ah ecco il nostro errore, non conosciamo la catena Markov....caspita manco Virano l'aveva nominata, speriamo che ce ne parli Monti.

Ti do un indizio: i treni merci qui viaggiano, hai presente le scorie radioattive da saluggia che vanno a Sellafield per il riprocessamento?

Dove pensi che passano?
Quel tunnel che virano ritiene ancora identico all'assetto con cui Cavour l'ha creato, mi dovrebbe spiegare perché allora son stati spesi 500 MILIONI di euri dei contribuenti italiani PER MODERNIZZARLO e farci passare tutti i tipi di vagoni, ma come mai la linea è sfruttata per il 27%???? Ed i tir, come mai non vengono piazzati lì sopra?

Avvisa il Prof. Calafati ( http://www.seb27.it/content/dove-sono-le-ragioni-del-s%C3%AC) che ancora cerca le ragioni del sì che è il grafo che spiega tutto, come Marco Ponti, come i 360 tecnici e professori.

http://www.notav.eu/article5962.html

Se ha tante ragioni e tanti grafi li esponga a loro, o ha solo tanta boria il Fanelli?


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dana74
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@misuderestimated
le ragioni non sono nimby, ossia non sono d'accordo se lo fai le mio giardino ma rovina pure il giardino di un altro.

MAI IL MOV NOTAV HA SOSTENUTO UNA COSA DEL GENERE.


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dana74
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Guardateli bene, i no-tav. Guardate bene i no-tutto.

Sono i barboni di domani.
Uriel "

se esistono i barboni è solo perché la gente onesta non reagisce ai farabutti parassiti che campano sulle spalle degli altri, si chiama mafia, degli speculatori, della casta, dei palazzinari, insomma della feccia dell'umanità.


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misunderestimated
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@misuderestimated
le ragioni non sono nimby, ossia non sono d'accordo se lo fai le mio giardino ma rovina pure il giardino di un altro.

MAI IL MOV NOTAV HA SOSTENUTO UNA COSA DEL GENERE.

Ho scritto per una certa parte dei manifestanti, come dava a intendere l'articolista con il giochetto si/no da applicare per le opere pubbliche.
Vedo che molti non hanno tempo e voglia di leggere tutto il testo (arrivato al "baretto sfigato Vs. PS3" ho smesso...), quindi ho trovato comodo riassumere.


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dana74
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ok, capito, sì infatti lo lascia intendere.
Capisco che tu abbia smesso..dopo un pò vien la nausea. 😉


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Truman
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A volte Uriel è poco condivisibile.

Per quanto riguarda il primo articolo, la motivazione di Uriel è che il grafo mostra che il tratto Torino - Lione fa parte di una rete e che bisogna considerare tutta la rete per prevedere il traffico reale.
Va bene, se ci sono dei calcoli forniti su dati reali, in cui l'ottimizzazione dei percorsi fa aumentare di 10 volte il traffico su tale linea, li fornisse. Non ho paura di leggere calcoli basati sulle teorie di Markov. Ho fatto matematica abbastanza più complicata di quella che serve. Ma se tali calcoli non ci sono, allora stiamo parlando solo di un segnetto colorato su una carta geografica. Troppo poco per giustificare miliardi di euro.
E finora nessuno ha mostrato tali calcoli.

Il secondo articolo è basato su un'altra teoria strampalata: vie di comunicazione più veloci forniscono sempre un'utilità agli utenti.
La risposta l'ha data il Concorde (lo ricordate? L'aereo supersonico tra Parigi e gli USA). Ormai è roba da museo.

E anche il tunnel sotto la Manica sta facendo la stessa fine.


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dana74
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la torino lione esiste già.
Le merci dal Portogallo a Kiev ci possono già andare, sulla linea storica ed inoltre di quale traffico merci si parla?
Su tutto il corridoio attualmente ci sono 4 scali da fare causa diversi attacchi dei treni sulla linea, al massimo possono prima modificare quelli.

Poi, i treni merci sulla ferrovia francese NON vanno, questo Uriel il suo grafo lo fa vedere?

Non vanno perché la linea Tav francese è solo per passeggeri, se passasse un treno merci la linea necessita di manutenzione immediata poiché tali treni sarebbero pesantissimi e danneggiano le rotaie sulle quali dovrebbe passare poi il treno passeggeri a velocità elevata, insomma il rischio è elevato.

Cosa c'è di tanto urgente e necessario e vitale che dal Portogallo debba arrivare a Kiev tanto da giustificare una valle distrutta ed i conti pubblici devastati?


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radisol
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Post: 8261
 

150 nuove ragioni contro la Torino-Lione (Seconda edizione, novembre 2011) :

http://www.pro-natura.it/torino/pdf/150ragioninotavnov2011.pdf


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