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Energia, tassa da 400 milioni


helios
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IL COSTO DELL'EMERGENZA
Energia, tassa da 400 milioni
Con l'uso di scorte e centrali a olio in arrivo il salasso, come nel 2006.

Ogni emergenza ha il suo costo. La morsa del gelo che non molla l'Italia ha ha scoperchiato il problema del consumo eccessivo di gas nel nostro Paese.
Per far fronte alla situazione è stato necessario attingere alle scorte, aumentare l'importazione da Algeria e Nord Europa e persino mettere in esercizio le centrali elettriche a olio. Il 'pericolo' ora, oltre che meteorologico, è diventato economico.
LA COSTOSTA VIA DELLE CENTRALI A OLIO. Pure il superministro Corrado Passera ha parlato di scorte: «In caso di bisogno sono lì a disposizione anche se, in effetti, in termini di stoccaggio potremmo fare qualcosa di più».
Gli stoccaggi però, all'inizio dell'inverno, possono arrivare a fornire fino a 260-270 milioni di metri cubi al giorno, ma alla fine della stagione, quando sono un po' più 'spompati', si scende a 150 milioni.
Nel 2006, l'anno difficile della crisi ucraina, le contromosse applicate furono le stesse decise in questi giorni, proprio con l'entrata in funzione delle centrali a olio combustibile per risparmiare il prezioso gas. Ma che sono molto più inquinanti. E costose.

Nel 2012 incombe un altro salasso dopo i rincari

Un gasdotto russo.

Sei anni fa, per le tasche degli italiani, l'emergenza si tradusse in una ulteriore tassa di 400 milioni di euro. L'Autorità presieduta da Alessandro Ortis dovette riconoscere 66 milioni di euro all'Enel come reintegrazione per i maggiori oneri sostenuti con l'uso delle centrali a olio.
Il rischio è che il conto possa ripresentarsi anche nel 2012.
SALASSO DOPO I RINCARI. Un salasso ulteriore dopo gli aumenti record delle bollette di inizio anno: il rincaro che si prospetta nel primo trimestre 2012, pari a +32 euro, si è aggiunto a quelli già registrati nel 2010 (+92 euro) e nel 2011 (+139 euro).
Allora ci pensò il solito Silvio Berlusconi ha riscaldare i cuori congelati dal freddo con una battuta delle sue: «Il gas non è mancato grazie alla mia amicizia con Putin», disse l'ex premier sfoderando lo slogan utile per le elezioni.
Adesso che non ci sono più le amicizie che contano il conto lieviterà ancora di più?
Martedì, 07 Febbraio 2012

http://www.lettera43.it/economia/macro/38963/energia-tassa-da-400-milioni.htm


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Anonymous
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Ma la Russia non aveva calato il prezzo del gas del 20%? Allora perchè nella bolletta non abbiamo visto alcun calo?


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helios
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Gas, ecco perché in Italia costa molto. E perché serve liberalizzare

Il prezzo medio del gas all’ingrosso in Italia costa, all’inizio del 2012, circa 32 euro per MWh. La stessa quantità di gas al confine tra Austria e Slovacchia costa 23 euro. Ecco: questi sono i due numeri dai quali partire per capire come mai in Italia il gas non solo costa molto, ma continua ad aumentare di prezzo dato che solo tra ottobre 2010 e ottobre 2011 è salito del 12,2%.

Il primo motivo di un costo così alto, soprattutto per le imprese, sono le tasse: l’aumento dell’Iva dell’anno ha fatto crescere la bolletta del 5,5% in un solo trimestre. Ma c’è dell’altro. Molto altro. Che complica un po’ le cose. Diciamo che uno dei principali motivi per il quale il gas costa molto è che stiamo parlando di un settore nel quale la concorrenza è scarsa. Scarsissima.

Sia quando si tratta di importare la materia prima, sia quando si tratta di stoccarla (cioè immagazzinarla in siti a questo predisposti), sia quando si tratta di comprarlo dai paesi produttori. Partiamo da quest’ultimo punto.

Per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas basterebbe avere molti rigassificatori, cioè siti nei quali il gas, trasportato via mare, viene lavorato e poi distribuito. In Italia, invece, anche grazie al fenomeno Mimby, abbiamo solo due rigassificatori, uno a Panigaglia e, uno, entrato in attività solo di recente, a Rovigo.

Questo significa che la maggior parte, l’88% per la precisione, del gas che importiamo arriva in Italia attraverso dei tubi. E qui iniziano i problemi.

Per prima cosa usare i tubi non consente di diversificare le fonti di approvvigionamento, cioè, i Paesi dal quale lo compriamo sono sempre gli stessi. In secondo luogo c’è il problema che questi tubi sono di proprietà della Snam (ex Snam Rete gas) che appartiene al 55,5% all’Eni.

Significa che l’infrastruttura attraverso la quale il gas arriva in Italia appartiene al maggiore operatore del settore il quale ha interesse ad ostacolare il passaggio sui propri tubi del gas importato da altri soggetti, che sarebbero suoi concorrenti sul mercato interno.

Recentemente qualche cosa è, tuttavia, successo: il gasdotto Tag, che porta in Italia il gas estratto in Siberia, è stato venduto dalla Snam alla società pubblica Cassa Depositi e Prestiti, così come imposto dall’Europa proprio per aumentare la competizione. Il punto è che quel tubo è poco utilizzato, appena al 64,9% nel 2011 e non perché nessuno volesse farci passare il proprio gas, ma perché le regole di accesso a quel tubo erano talmente complicate e costose (a detta dei concorrenti) che di fatto non si riusciva ad utilizzare.

Ecco perché la riscrittura delle regole di accesso da parte della Cdp (altrimenti non si capisce perché sia stata ceduta se non si rende più facile accedervi) potrebbe dare un aiuto alla concorrenza e, quindi, al calo dei prezzi.

Ma un maggiore aiuto al calo della bolletta arriverebbe dalla separazione societaria tra le due società (Snam ed Eni), esattamente come si sta pensando di fare per le Ferrovie, proprio per ottenere il massimo di trasparenza e il massimo di concorrenza. Nel caso di Telecom Italia, invece, si è decisa non la separazione societaria tra la rete di telecomunicazioni e l’operatore dominante, Telecom, appunto, ma solo una separazione contabile tra la rete di telecomunicazioni e il suo proprietario. Separazione contabile, tra l’altro, “imposta” dall’Authority del settore.

Ma c’è un altro problema: lo stoccaggio. La Snam ha il monopolio, non legale ma di fatto, dello stoccaggio del gas nei siti italiani a questo predisposti.

Poter stoccare il gas consente di accumulare riserve quando sul mercato non c’è la domanda (estate), per poterle rivendere quando la domanda esplode (inverno). Solo l’Eni riesce ad avere questa flessibilità e ciò le consente di poter agire sul prezzo finale in modo più libero.

Resta il fatto che a 12 anni dal decreto Letta, dal nome dell’allora ministro dell’Industria Enrico Letta, che ha liberalizzato la vendita di gas dal lato della domanda (tutti possono comprare gas da chiunque), nulla è stato fatto per liberalizzare il mercato dal lato dell’offerta perché l’Eni resta l’operatore dominante.

Chissà che sia arrivato il momento.

http://blog.panorama.it/economia/2012/01/16/gas-perche-in-italia-costa-molto-e-perche-serve-liberalizzare/


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patrocloo
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Si si, certo. Con le liberalizzazioni pagheremo tutto di meno.
Lo si è visto nei settori liberalizzati cosa è successo (benzina,elettricità,assicurazioni...). Ma pure su CDC dobbiamo dare fiato
a queste scemenze?


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helios
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Si si, certo. Con le liberalizzazioni pagheremo tutto di meno.

e invece con ENI operatore dominante hai tutto gratis....

Se hai letto quanto costa all'ingresso il gas in italia rispetto agli altri stati arrivavi ad altre conclusioni ... poi magari leggevi anche che la Snam non ha nemmeno il monopolio legale ma è come se lo avesse mi spiegheresti di quali scemenze parli?

Significa che l’infrastruttura attraverso la quale il gas arriva in Italia appartiene al maggiore operatore del settore il quale ha interesse ad ostacolare il passaggio sui propri tubi del gas importato da altri soggetti, che sarebbero suoi concorrenti sul mercato interno.


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katalaves
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Non dico per queste settimane eccezionali, ma per il resto dell'anno c'è la possibilità di prodursi l'energia autonomamente. Ma l'itagliano è più fico. L'itagliano si indebita per la macchina, per il cellulare, per le vacanze, per il gioco d'azzardo, ma per installare un impianto fotovoltaico o termosolare la risposta è "no, c'è crisi, poi vediamo, magari più avanti".
Paga, popolo bue!


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helios
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Non dico per queste settimane eccezionali, ma per il resto dell'anno c'è la possibilità di prodursi l'energia autonomamente. Ma l'itagliano è più fico. L'itagliano si indebita per la macchina, per il cellulare, per le vacanze, per il gioco d'azzardo, ma per installare un impianto fotovoltaico o termosolare la risposta è "no, c'è crisi, poi vediamo, magari più avanti".
Paga, popolo bue!

ma nemmeno il governo ha stanziato nulla per le energie alternative.In questo momento di crisi farsi un impianto fotovoltaico e termosolare non è una spesa da nulla.


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katalaves
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Ti sbagli di grosso, con il contributo Gse l'impianto è gratis anzi ci recuperi la stessa somma e te la rimetti in tasca. Dopo 20 anni hai l'impianto di proprietà, 10/12 euro in più in tasca, e tutti i soldi delle bollette che non paghi più!!


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dana74
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"Significa che l’infrastruttura attraverso la quale il gas arriva in Italia appartiene al maggiore operatore del settore il quale ha interesse ad ostacolare il passaggio sui propri tubi del gas importato da altri soggetti, che sarebbero suoi concorrenti sul mercato interno."

sì però helios quella infrastruttura essendo quell'operatore pubblico (ora anche se conserva la golden share fa quasi ridere) è stata costruita con i soldi delle tasse di tutta la collettività, ne cura la manutenzione e quindi ha un costo.
Non credere la liberalizzazione vuole usufruire di tale infratruttura ma non curarsi della manutenzione un pò come è successo con telecom.
Sul prezzo di acquisto, ricordo una puntata di report di alcuni anni fà, a tutto gas del 2006 mi pare, in cui l'allora AD di Eni disse che non poteva divulgare il prezzo di acquisto, il che per una società pubblica è assurda come risposta...


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helios
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Ti sbagli di grosso, con il contributo Gse l'impianto è gratis anzi ci recuperi la stessa somma e te la rimetti in tasca. Dopo 20 anni hai l'impianto di proprietà, 10/12 euro in più in tasca, e tutti i soldi delle bollette che non paghi più!!

non so le leggi che sono state fatte dal governo Monti ma mi pare di capire che per le energie alternative non sono stati dati ulteriori contributi

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sì però helios quella infrastruttura essendo quell'operatore pubblico (ora anche se conserva la golden share fa quasi ridere) è stata costruita con i soldi delle tasse di tutta la collettività, ne cura la manutenzione e quindi ha un costo.
Non credere la liberalizzazione vuole usufruire di tale infratruttura ma non curarsi della manutenzione un pò come è successo con telecom.
Sul prezzo di acquisto, ricordo una puntata di report di alcuni anni fà, a tutto gas del 2006 mi pare, in cui l'allora AD di Eni disse che non poteva divulgare il prezzo di acquisto, il che per una società pubblica è assurda come risposta...

d'accordo che le liberalizzazione come vengono fatte ore fanno ridere....ma fa altrettanto ridere che non ci sia concorrenza.
Poi chiedersi come mai l'Eni non può divulgare il prezzo di acquisto fa sorgere ulteriore ilarità e una risata generale potrebbe essere quella che riguarda la Snam che è sempre controllata dall'Eni e che ha interesse ad ostacolre il passaggio dei propri tubi del gas importato da altri soggetti che ritiene di fatto suoi.......concorrenti.(e la Snam ha un monopolio di fatto ma NON legale e qui ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate...)

Non credo che la liberalizzazione possa far qualcosa ma nemmeno che continuare in questa maniera possa andare a nostro beneficio.
E questo non significa che approvo le liberalizzazioni.Come sono fatte in questo momento non portano nessun vantaggio e tutto resta esattamente come prima (l'Eni diventa dominante nel settore e la Snam ha sempre il monopolio illegale ma di fatto, cosa che nessuno si azzarda a toglierle...)
Più che la concorrenza sarebbe necessaria la trasparenza.


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