Notifiche
Cancella tutti

Esperimento mondialista Fiat-governo-sindacati ,W la FIOM!

Pagina 1 / 2

Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Tra le tante previsioni indovinate dai quelli che dai servi del sistema vengono definiti complottisti c'è anche questo!

Ossia avevamo detto che la crisi oltre a far entrare nelle casse delle banche trilioni di soldi pubblici, oltre a far fallire migliaia di aziende (che poi vengono ricomprate a due soldi dalla banche creditrici!) crea una classe operaia ed una classe media sempre più povera e dopo aver attaccato i dipendenti pubblici ora il governo si dedica alla classe operaia attaccando la costituzione e lo statuto dei lavoratori, limitando il diritto di sciopero e vincolandolo al licenziamento, rifiutandosi di pagare le malattie più lunghe (anche quando giustificate) bloccando gli aumenti contrattuali secondo la concertazione nazionale..ossia non applicando il contratto nazionale ma contrattando fabbrica per fabbrica, stipendi, regole, diritti e doveri, come 100 anni fa!

Ed il governo con Sacconi e Tremonti ha affermato ''Pomigliano sarà un modello che verrà applicato in tutta la nazione'', anche qui si sentono gli influssi della lega, ma sarebbe riduttivo pensare che fossero diktat della lega, c'è qualcosa che bolle di ben più grosso.
Ovviamente i sindacati che ormai non si preoccupano più neanche di salvare l'apparenza, si mostrano per quelli che sono, ossia organi con cui gli industriali e la politica controllano i lavoratori impresentabile e da voltastomaco Angeletti e Bonanni, si salva un pò la CGIL ma solo la Fiom tiene alta la bandiera di non firmare in contratto in deroga al contratto nazionale ed alla costituzione.

E non è che si fa per aumentare diritti e stipendi dei lavoratori ovviamente ma col ricatto del posto di lavoro ''o accettate o porto la fabbrica all'estero''

Come dire vogliono applicare diritti minimi e doveri massimi gli stessi che applicherebbero se portassero la fabbrica nei paesi del terzo mondo ..
con la differenza che il costo della vita in Italia è molto diverso da quelli del terzo mondo o da zone come Serbia dove dopo la conquista della Nato
è diventata una specie di baluardo del liberismo nel senso peggiore ossia dove non essendoci lavoro ed essendo una nazione da ricostruire i lavoratori non hanno diritti!

L'avevamo previsto!!

Avevamo detto pochi mesi fa ossia che masse di lavoratori sarebbero stati ricattati, questo è possibile quando si crea penuria.. penuria di liquidi impoveriscono le aziende (deflazione e banche che non prestano i denari che pure hanno ricevuto dagli stati come in USA o dalle banche centrali BCE come in UE tanto sempre noi li stiamo pagando con le manovre europee) che poi causa penuria di lavoro e quando di una merce ce ne è poco ma è una merce necessaria...c'è il panico, la paura, la corsa all'accaparramento, la lotta tra poveri, l'accettazione del ricatto, di fatto la resa in schiavitù!
Schiavitù dal lavoro, 18 turni, condizioni da fame e questo dopo che le banche hanno provveduto a distribuire mutui e far indebitare mezza nazione facendoli sembrare ripagabili!

Le banche centrali da secoli gestiscono i cicli boom-recessione..
che sono obbligati come quelli delle stagioni..
in un primo momento inondano di denaro a tasso basso il sistema così che le singole banche e finanziarie hanno liquidità facile ed abbondante per acquisire società, aziende che producono beni primari (come le auto, ma pure settori della chimica, telefonia, autostrade, energia etc ..), beni immobili etc..

Ovviamente dopo che l'acquisizione è stata fatta per evitare che la moneta svaluti troppo (diminuendo il valore delle loro enormi riserve e guadagni messi da parte!) crea deflazione (penuria di moneta!), cosa che è stata fatta e quindi penuria di moneta il che oltre a far rivalutare la moneta, fa fallire enorme numero di aziende che quindi in buona parte finiscono rilevate dalle banche a due soldi (solo in USA nel '29 ne fallirono e furono rilevate dalle banche con cui erano indebitate, circa 40mila ricordo che la recessione-depressione era iniziata già 15 anni prima intorno al 1914 che sfociò nella prima guerra mondiale, che non bastò, ne servì un'altra per uscirne; il boom precedente c'era stato circa 40 anni prima circa nel 1860-1870; l'ultimo boom industriale c'è stato nel 1960 dopo circa 40 anni è iniziata la recessione da circa il 2000 dopo 10 anni siamo alla depressione industriale 2010 quindi al crollo imminente.. sono cicli studiati a tavolino necessari al sistema capitalistico per rigenerarsi ..ed in genere per uscirne c'è di mezzo una grande guerra (quelle piccole e continue che abbiamo avuto sono servite ad evitare che il ciclo anticipasse la recessione e depressione) che resetta tutto e riporta l'umanità a condizioni quasi primitive da cui per ripartire si innesca un nuovo boom industriale e quindi di disponibilità della moneta!!

In questo periodo pre crollo masse di popolazione che potrebbe sfuggire al controllo sono di fatto tenute sotto ricatto di essere privati di lavoro (e quindi di nutrire la famiglia spesso monoreddito) e di casa (quando si dice che l'80% di italiani è proprietario di casa, è una balla enorme, infatti viene considerato proprietario di casa anche chi ha un mutuo che forse non riuscirà a pagare.. la firma dal notaio come proprietario è sempre la sua.. in vero solo il 45% degli italiani, dati Istat, è proprietario di casa senza mutuo a carico, in linea con gli altri paesi europei, solo che gli europei si sono fatti prendere meno per il naso dalle banche e preferiscono stare in affitto.. ecco perchè risultiamo noi tra i primi proprietari di case d'Europa ma gravati per buona metà da mutuo che vista la crisi sarà impagabile e fonte di ricatto!!)!!

Quindi costoro alla canna del gas, masse enorme di popolazione, finiranno per cedere al ricatto delle aziende che li terranno a lavoro 16 ore al giorno (altro che manifestazioni e presa di coscienza!!) e faranno tutto quello che dice loro imprenditore ed politico! E' necessario tenerli nelle fabbriche a testa bassa tutto il giorno altrimenti potrebbero divenire pericolosi e prendere coscienza di che latrocinio si sta operando.. se le condizioni invece fossero più leggere, costoro avrebbero più tempo per informarsi e scegliere.. cosa che non hanno!

Se non hai figli a carico e mutuo a carico, ecco che sei libero di seguire le tue idee e combattere il sistema di sfruttamento (dopo che l'hai compreso però!)
se hai figli (ecco perchè la chiesa ha sempre spinto a farne parecchi, per rendere schiavo facilmente, si vedono persone che da giovani erano rivoluzionari poi vengono letteralmente fottuti quando fanno figli, ecco che finiscono per ridursi a mendicare soldi lavoro e raccomandazioni, altro che combattere il sistema!) semplicemente non puoi farlo in ogni momento vieni ricattato!!

Questo è il piano dichiarato dal governo, Pomigliano sarà un esempio per tutto il paese, quindi più chiaro di così si muore!! Non c'è niente da ipotizzare.

Quindi chi pensa anche qui dentro che il governo Berlusconi sia di ostacolo al mondialismo, si sbaglia, non lo è, c'è dentro fino al collo!!

ciao


Citazione
brumbrum
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1643
 

Se non hai figli a carico e mutuo a carico ecco che sei libero di seguire le tue idee e combattere il sistema di sfruttamento(dopo che l'hai compreso però!)
se hai figli(ecco perchè la chiesa ha sempre spinto a farne parecchi,per rendere schiavo facilmente si vedono persone che da giovano erano rivoluzionari poi vengono lettaralmente fottuti quando fanno figli ecco che finiscono per ridursi a mendicare soldi lavoro e raccomandazioni altro che combattere il sistema!)semplicemente non puoi farlo in ogni momento vieni ricattato!!

ciao

hehe........

esatto maumau

le cose stanno esattamente così


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

c'è gente al mondo che non ha paura di perdere la vita per un ideale(e USA-UK-Nato Israele)li stanno combattendo proprio per questo..
non sono ricattabili dalla perdita della vita loro e dei proprii familiari..non si arrendono al nemico conquistatore,ma lottano fino in fondo..
non si fanno ricattare dalla penuria di denaro dalla paura di perdere il denaro e quindi la felicità(visto che per loro le due cose non sono legate necessariamente,per noi invece si!)

invece a noi basta solo la paura di finire 3anni in mobilità o disoccupazione..
per mettersi a 90gradi e rinunciare a diritti conquistati con lotte sanguinose..

e tutto questo mentre sebbene ci sia la crisi i grossi industriali che vogliono limitare i diritti ,fanno guadagni incredibili +20% nel periodo della crisi!!

Quindi questo dimostra che non vi è necessità di licenziamento
se non per guadagnare di più(ogni volta che si licenzia,aumenta il valore delle azioni,quindi dei dividendi e soprattutto delle stock options contenute nel salario di Marchionne ,e degli altri dirigenti, che ha percepito nell'ultimo anno 6.5milioni di euro proprio grazie alla chiusura di stabilimenti..e ai relativi annunci..proprio come sta guadagnando adesso con questa politica..

mentre prima della chiusura non avrebbe superato i 4.5milioni proprio per l'apprezzamento delle azioni contenute nelle sue stock options!)

e ricordo fino a 12mesi fa Marchionne era portato dai media e dai politici come simbolo dell'Italia e di tutto quello che un giusto imprenditore deve fare..
forse sapevano già cosa avrebbe dovuto fare oggi e quindi stavano cercando di farlo amare dalla gente..

ma sin dall'inizio dissi che di fatto è un rappresentante delle banche Elkann che posseggono la Fiat(e non gli Agnelli che hanno la minoranza!)

ciao


RispondiCitazione
terzaposizione
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 902
 

Belle parole Maumau, io non avendo intenzione di procreare futuri servi del sistema e con un'attivita' di nicchia hi-tech ed autonoma,mi rispecchio in tua considerazione ed aggiungo : i miei amici con figli - mutuo - finanziamento per auto e vacanze, applicano la strategia dello struzzo per evitare di prendere coscienza che stiamo (stanno loro in particolar modo) correndo bendati e sorridenti verso il BARATRO. Immolarmi per salvare la progenie altrui, mangiatrice di McDonald che vuolòe l'ipod a 13anni e il blackberry a 16? Meno mentekatti al mondo e meglio staranno i sopravvissuti


RispondiCitazione
kitiaram
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 128
 

Riposto per affinità

Meglio non firmare, voglio proprio vedere se mandano tutti a casa, allora poi ci si prende la fabbrica, stabilimento, macchinari e anche le commesse e si da una bella pedata nel sedere a marchionne & c. che vadano a quel paese a vedere se gli danno gli incentivi statali! Ricordiamoci che se gli si lascia passare una cosa poi si fanno passare tutte!!! Se ti lasci ricattare una volta sei ricattabile sempre e in più poi non si torna indietro!!!


RispondiCitazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
 

È possibile che la Fiat non abbia davvero alcuna alternativa. O riesce ad avvicinare il costo di produzione dello stabilimento di Pomigliano a quello degli stabilimenti siti in Polonia, Serbia o Turchia, o non riuscirà più a vendere né in Italia né altrove le auto costruite in Campania. L'industria mondiale dell'auto è afflitta da un eccesso pauroso di capacità produttiva, ormai stimato intorno al 40 per cento. Di conseguenza i produttori si affrontano con furibonde battaglie sul fronte del prezzo delle vetture al cliente.

A farne le spese, prima ancora dei loro bilanci, sono i fornitori (che producono oltre due terzi del valore di un'auto), le comunità locali che vedono di colpo sparire uno stabilimento su cui vivevano, e i lavoratori che provvedono all'assemblaggio finale. I costruttori che non arrivano a spremere fino all'ultimo euro da tutti questi soggetti sono fuori mercato. Va anche ammesso che davanti alla prospettiva di restare senza lavoro in una città e una regione in cui la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha già raggiunto livelli drammatici, la maggioranza dei lavoratori di Pomigliano - ben 15.000 se si conta l'indotto - è probabilmente orientata ad accettare le proposte Fiat in tema di organizzazione della produzione e del lavoro.

La disperazione, o il suo approssimarsi, è di solito una cattiva consigliera; ma se tutto quello che l'azienda o il governo offrono è la scelta tra lavorare peggio, oppure non lavorare per niente, è quasi inevitabile che uno le dia retta. Una volta riconosciuto che forse l'azienda non ha alternative, e non ce l'hanno nemmeno i lavoratori di Pomigliano, occorre pure trovare il modo e la forza di dire anzitutto che le condizioni di lavoro che Fiat propone loro sono durissime. E, in secondo luogo, che esse sono figlie di una globalizzazione ormai senza veli, alle quali molte altre aziende italiane non mancheranno di rifarsi per imporle pure loro ai dipendenti. Allo scopo di utilizzare gli impianti per 24 ore al giorno e 6 giorni alla settimana, sabato compreso, nello stabilimento di Pomigliano rinnovato per produrre la Panda in luogo delle attuali Alfa Romeo, tutti gli addetti alla produzione e collegati (quadri e impiegati, oltre agli operai), dovranno lavorare a rotazione su tre turni giornalieri di otto ore. L'ultima mezz'ora sarà dedicata alla refezione (che vuol dire, salvo errore, non toccare cibo per almeno otto ore). Tutti avranno una settimana lavorativa di 6 giorni e una di 4. L'azienda potrà richiedere 80 ore di lavoro straordinario a testa (che fanno due settimane di lavoro in più all'anno) senza preventivo accordo sindacale, con un preavviso limitato a due o tre giorni. Le pause durante l'orario saranno ridotte di un quarto, da 40 minuti a 30. Le eventuali perdite di produzione a seguito di interruzione delle forniture (caso abbastanza frequente nell'autoindustria, i cui componenti provengono in media da 800 aziende distanti magari centinaia di chilometri) potranno essere recuperate collettivamente sia nella mezz'ora a fine turno - giusto quella della refezione - o nei giorni di riposo individuale, in deroga dal contratto nazionale dei metalmeccanici. Sarebbe interessante vedere quante settimane resisterebbero a un simile modo di lavorare coloro che scuotono con cipiglio l'indice nei confronti dei lavoratori e dei sindacati esortandoli a comportarsi responsabilmente, ossia ad accettare senza far storie le proposte Fiat. Non è tutto. Ben 19 pagine sulle 36 del documento Fiat consegnato ai sindacati a fine maggio sono dedicate alla "metrica del lavoro." Si tratta dei metodi per determinare preventivamente i movimenti che un operaio deve compiere per effettuare una certa operazione, e dei tempi in cui deve eseguirli; misurati, si noti, al centesimo di secondo.

Per certi aspetti si tratta di roba vecchia: i cronotecnici e l'analisi dei tempi e dei metodi erano presenti al Lingotto fin dagli anni 20. Di nuovo c'è l'uso del computer per calcolare, verificare, controllare movimenti e tempi, ma soprattutto l'adozione a tappeto dei criteri organizzativi denominati World Class Manufacturing (Wcm, che sta per "produzione di qualità o livello mondiale"). Sono criteri che provengono dal Giappone, e sono indirizzati a due scopi principali: permettere di produrre sulla stessa linea singole vetture anche molto diverse tra loro per motorizzazione, accessori e simili, in luogo di tante auto tutte uguali, e sopprimere gli sprechi. In questo caso si tratta di fare in modo che nessuna risorsa possa venire consumata e pagata senza produrre valore. La risorsa più preziosa è il lavoro. Un'azienda deve quindi puntare ad una organizzazione del lavoro in cui, da un lato, nemmeno un secondo del tempo retribuito di un operaio possa trascorrere senza che produca qualcosa di utile; dall'altro, il contenuto lavorativo utile di ogni secondo deve essere il più elevato possibile. L'ideale nel fondo della Wcm è il robot, che non si stanca, non rallenta mai il ritmo, non si distrae neanche per un attimo. Con la metrica del lavoro si addestrano le persone affinché operino il più possibile come robot. È qui che cadono i veli della globalizzazione. Essa è consistita fin dagli inizi in una politica del lavoro su scala mondiale.

Dagli anni 80 del Novecento in poi le imprese americane ed europee hanno perseguito due scopi. Il primo è stato andare a produrre nei paesi dove il costo del lavoro era più basso, la manodopera docile, i sindacati inesistenti, i diritti del lavoro di là da venire. Ornando e mascherando il tutto con gli spessi veli dell'ideologia neo-liberale. Al di sotto dei quali urge da sempre il secondo scopo: spingere verso il basso salari e condizioni di lavoro nei nostri paesi affinchÈ si allineino a quelli dei paesi emergenti. Nome in codice: competitività. La crisi economica esplosa nel 2007 ha fatto cadere i veli della globalizzazione. Politici, industriali, analisti non hanno più remore nel dire che il problema non è quello di far salire i salari e le condizioni di lavoro nei paesi emergenti: sono i nostri che debbono, s'intende per senso di responsabilità, discendere al loro livello. È nella globalizzazione ormai senza veli che va inquadrato il caso Fiat. Se in Polonia, o in qualunque altro paese in sviluppo, un operaio produce tot vetture l'anno, per forza debbono produrne altrettante Pomigliano, o Mirafiori, o Melfi. È esattamente lo stesso ragionamento che in modo del tutto esplicito fanno ormai Renault e Volkswagen, Toyota e General Motors. Se in altri paesi i lavoratori accettano condizioni di lavoro durissime perché è sempre meglio che essere disoccupati, dicono in coro i costruttori, non si vede perché ciò non debba avvenire anche nel proprio paese. Non ci sono alternative. Per il momento purtroppo è vero. Tuttavia la mancanza di alternative non è caduta dal cielo. È stata costruita dalla politica, dalle leggi, dalle grandi società, dal sistema finanziario, in parte con strumenti scientifici, in parte per ottusità o avidità. Toccherebbe alla politica e alle leggi provare a ridisegnare un mondo in cui delle alternative esistono, per le persone non meno per le imprese. -

Luciano Gallino
Fonte: www.repubblica.it
14.06.2010


RispondiCitazione
cris79
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 148
 

é stupefacente quando si parla di lavoro,diritti e tutto quello che è stato conquistato in passato come anche tutti i partiti di sinistra,i giornali tipo repubblica o espresso e anche Il fatto quotidiano siano magicamente d'accordo con quello che si stà rilevando il ritorno alla schiavitù di fatto.
Usano tutti le stesse parole per fotterti..globalizzazione,libero mercato,precarietà,flessibilità,competitività,ecc..
La verità è che queste persone sono tutti dei classisti. vedono gli operai come essere inutili. Troppo bello parlare col culo degli altri, quando non si è toccati da quello che stà succedendo.
Un panorama politico deprimente a 360 gradi,tutti d'accordo. Per non parlare dei sindacati che sono tutti venduti,marci e corrotti.


RispondiCitazione
Tetris1917
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 285
 

senza contare quello che va blaterando Inchino del PD......e quando mai!!!


RispondiCitazione
Tetris1917
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 285
 

"Se non hai figli a carico e mutuo a carico ecco che sei libero di seguire le tue idee e combattere il sistema di sfruttamento(dopo che l'hai compreso però!)
se hai figli(ecco perchè la chiesa ha sempre spinto a farne parecchi,per rendere schiavo facilmente si vedono persone che da giovano erano rivoluzionari poi vengono lettaralmente fottuti quando fanno figli ecco che finiscono per ridursi a mendicare soldi lavoro e raccomandazioni altro che combattere il sistema!)semplicemente non puoi farlo in ogni momento vieni ricattato!! "

E' una cazzata pazzesca: inutile fare esempi per smentire questa affermazione. Ma come si fa a scrivere una cosa del genere......? Rimango allibito


RispondiCitazione
leolam
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2
 

ALLA FINE....IL RICATTO e l'arma de "dividi e impera" ecco perche' l'unita' sindacale non esiste piu'.


RispondiCitazione
AlbaKan
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2015
 

Penso anch'io che tutto questo risponda a piani ben pianificati.
Qual'è il modo migliore per controllare la polazione, se non quello del "ricatto", come giustamente è stato detto anche prima, in certe condizioni non tutti possono permettersi il lusso di lottare per i propri diritti, non si può dire ai figli "sai oggi non mangi perchè sto lottando per i miei e i tuoi diritti, e se non muori di fame potrai vivere in un mondo migliore"
D'altra parte devono stare attenti a non tirare troppo la corda, perchè come stiamo vedendo al peggio non c'è mai fine, se uno arriva al punto in cui non ha più nulla da perdere, sono guai.

La soluzione a questo comunque non sta nel come e dove continuare a produrre auto, questo era un problema di qualche anno fa, bisognava ostacolare la delocalizzazione delle fabbriche, salvaguardando i posti di lavoro, ma poi si toglieva il nucleo vitale alla globalizzazione...
Adesso o qui o lì cambia poco, la crescita infinita è solo un mito, non si possono continuare a produrre milioni di macchine in tutto il mondo, ma orientare il lavoro verso qualcosa di nuovo e soprattutto più rispettoso dell'ambiente, creare un'altra fonte di lavoro per la gente che sia alternativa, ma che abbia la portata di quella che hanno avuto le auto in questi anni.


RispondiCitazione
Nyarlathotep
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 108
 

C'è qualcosa di cui sembra si parli poco a mio modesto parere.

Tralasciando tutti gli sconvolgimenti politici economici e sociali vari, vi è stato uno sconvolgimento di valori.

No, non sto parlando della solita solfa del consumismo ecc. Sto parlando di una natura più profonda e radicata nell'animo umano.

Riderete ora, ma parlo dell'indole guerriera, tipica di ogni popolo della terra, expecially in europa.

Questa scala di valori è stata demonizzata e ripudiata fino all'estremo dal gioco fra poteri finanziari e poteri temporali deviati che lentamente si sono affermati nel corso della storia fino a giungere ai giorni nostri.

Mettiamola così, se noi fossimo della stessa pasta dei nostri trisavoli che si sono fatti la grande guerra, riuscirebbero a fare tutto quello che fanno?

In parte hanno distrutto, in parte hanno incanalato queste pulsioni nell'informazione. Possiamo sbraitare quanto vogliamo: Le parole sono parole, non feriscono, non conquistano, non spaventano.

Secondo voi, se al posto di una di queste ridicole manifestazioni arcobaleno piene di rottami umani cominciassero a manifestare, che dico, 500 tizi allenati e quindi che non trattano se stessi come cestini di rifiuti, determinati e pluri gerarchizzati in modo da ottimizzare le efficienze del singolo senza creare punti a rischio nella struttura. Ma che dico, 100 ogni città, pronti ad entrare nei municipi e nelle regioni.

Non è nemmeno passato un secolo e già ci si è dimenticati di questo sublime aspetto della nostra storia e della nostra forma umana.

Cominciamo a ridere quando si parla di non violenza, non siamo indiani siamo europei, e forse comincerà a risvegliarsi qualcosa, forse


RispondiCitazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
 

Alfredo Reichlin, figura storica della sinistra italiana, commenta il "no" della Fiom all'accordo con la Fiat

Apprende la notizia che la Fiom ha detto no all’accordo, quasi con una smorfia di dolore: “Haaahhh... purtroppo è accaduto... l’inevitabile”. Alfredo Reichlin, 85 anni appena compiuti, grande vecchio della sinistra, ha passato una vita a rompersi la testa sui temi del lavoro e sui sentieri della socialdemocrazia europea. Ha appena pubblicato un libro (“Il midollo del leone”, Laterza) che continua a indagare sul nodo dell’identità della sinistra. La ricerca non è finita, il rovello neppure.

Reichlin, cosa significa questo sospiro, che si doveva fare diversamente?

Non sono e non voglio diventare un vecchio sentenzioso che elargisce precetti. La verità, quando si arriva a un punto come questo, è che si possono dare solo due risposte sbagliate.

Sia il sì che il no all’accordo, intende dire?

Certo. Perché la sconfitta è già avvenuta prima. Abbiamo già perso nel momento in cui si arriva a un ultimatum in cui si dice al sindacato: rinuncia ai tuoi diritti o crepa!

C’è un significato simbolico, in questo braccio di ferro?

Oh, certo. Forse persino epocale. Io ci vedo dentro la rottura del compromesso democratico Capitale-Lavoro che ha retto il Novecento.

Il patto keynesiano che ha permesso la ricostruzione dell’Europa...

Non solo. Guardi, le faccio un esempio: quando Lama e Agnelli si incontravano, era come se venissero a convegno due generali. Avevano entrambi degli eserciti alle loro spalle, delle solide linee di comando. Ma la differenza rispetto ad oggi era un’altra.

Quale?

Che c’era il ris-pet-to. Agnelli e Lama hanno gestito insieme passaggi delicatissimi. Non si sarebbero mai ricattati.

Cosa porta alla spirale del ricatto: o accetti o me ne vado?

La prima cosa è una logica di tipo americano. Lì un contratto nazionale non esiste più da anni. E infatti gli accordi portano i nomi delle imprese dove vengono stipulati.

E lei pensa che l’idea di un contratto nazionale uguale per tutti vada difesa?

Guardi, lo dice persino un banchiere come Giovanni Bazoli, che non si può abdicare qualunque principio alla ‘finanziarizzazione’ e a una idea distorta del mercato.

Non è il mercato che impone alle aziende di abbassare il costo del lavoro?

No, non esiste una regola di necessità. Secondo questa visione l’uomo è solo una rotella dell’ingranaggio, e solo la logica del prezzo al ribasso deve dettare legge.

È inevitabile, ci dicono...

Ma se è così, la globalizzazione non può che produrre guerre fra poveri e battaglie al ribasso che mettono in gioco contro i diritti dei lavoratori dell’Occidente le masse di manodopera para-schiavile asiatiche. È possibile?.

Cosa può impedire tutto questo?

Io non ho risposte oracolari in tasca. Di sicuro dobbiamo trovare la via di un nuovo umanesimo.

Quando si prova a dirlo si viene bollati come negatori del mercato.

Il che è una balla. Il mercato esiste da millenni, in forme diverse, e sempre vincolato da regole, persino nel medioevo! Non esiste ‘il’ mercato. Esiste ‘un’ mercato.

Chi detta le sue regole, oggi?

Una ristretta oligarchia finanziaria che impone la dittatura della spietatezza.

Lei non ce l’ha con la Fiat?

Guardi, dirò una cosa che può sembrare blasfema. Credo che anche le imprese siano vittime di una logica che sembra quasi imposta. Questo ultimatum può diventare una sconfitta anche per loro.

Nessuna invettiva, dunque?

Anzi. Io voglio capire la logica, il perché.

Su cosa si deve ragionare?

Sull’idea che il denaro si faccia solo con il denaro. Questo miserabile pensiero economicista e finanziario ha cancellato tutto il resto.

E la sinistra cosa deve fare?

Non può limitarsi a dire no. Serve una nuova solidarietà fra produttori. Ma se continuiamo a beccarci come i polli di Renzo è difficile immaginare operazioni egemoniche.

Luca Telese
Fonte: http://antefatto.ilcannocchiale.it

Da il Fatto Quotidiano del 15 giugno


RispondiCitazione
AlbaKan
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2015
 

@Nyarlathotep

Cominciamo a ridere quando si parla di non violenza, non siamo indiani siamo europei, e forse comincerà a risvegliarsi qualcosa, forse

Di sicuro gli europei sono guerrafondai e gli indiani invece No...
Sono d'accordo su tutto il "senso" del tuo lungo commento...ma non su questo paragone.
La guerra la sanno fare tutti, ma c'è differenza tra le guerre coloniali (europee) e le guerre fatte per la propria libertà e dignità....degli indiani...

Ed in questo credimi, se fossimo indiani, non saremmo in questa situazione, se siamo "vigliacchi" è proprio perchè siamo Europei!


RispondiCitazione
Santos-Dumont
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 168
 

C'è qualcosa di cui sembra si parli poco a mio modesto parere.

Tralasciando tutti gli sconvolgimenti politici economici e sociali vari, vi è stato uno sconvolgimento di valori.

No, non sto parlando della solita solfa del consumismo ecc. Sto parlando di una natura più profonda e radicata nell'animo umano.

Riderete ora, ma parlo dell'indole guerriera, tipica di ogni popolo della terra, expecially in europa.

Questa scala di valori è stata demonizzata e ripudiata fino all'estremo dal gioco fra poteri finanziari e poteri temporali deviati che lentamente si sono affermati nel corso della storia fino a giungere ai giorni nostri.

Mettiamola così, se noi fossimo della stessa pasta dei nostri trisavoli che si sono fatti la grande guerra, riuscirebbero a fare tutto quello che fanno?

In parte hanno distrutto, in parte hanno incanalato queste pulsioni nell'informazione. Possiamo sbraitare quanto vogliamo: Le parole sono parole, non feriscono, non conquistano, non spaventano.

Secondo voi, se al posto di una di queste ridicole manifestazioni arcobaleno piene di rottami umani cominciassero a manifestare, che dico, 500 tizi allenati e quindi che non trattano se stessi come cestini di rifiuti, determinati e pluri gerarchizzati in modo da ottimizzare le efficienze del singolo senza creare punti a rischio nella struttura. Ma che dico, 100 ogni città, pronti ad entrare nei municipi e nelle regioni.

Non è nemmeno passato un secolo e già ci si è dimenticati di questo sublime aspetto della nostra storia e della nostra forma umana.

Cominciamo a ridere quando si parla di non violenza, non siamo indiani siamo europei, e forse comincerà a risvegliarsi qualcosa, forse

Mi hai tolto le parole di bocca.
Per me, l'unico barlume di speranza è che la pressione aumenti fino a rendere le condizioni di vita tanto inumane da far si che la rivolta cieca (e sarà un massacro...) superi l'istinto di autoconservazione. O forse, si faccia strumento proprio dell'autoconservazione ormai minacciata.


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: