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Esperimento mondialista Fiat-governo-sindacati ,W la FIOM!

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dana74
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sicuramente se hai figli sei più ricattabile MA PROPRIO PER I TUOI FIGLI DEVI ESSERE MOTIVATO A LOTTARE..

usare i figli come paravento perché la ci si fa addosso è avvilente come essere umano

Il governo non mi pare c'entri gran che, s'è girato dall'altra parte ed ha lasciato TUTTO in mano alla mano autoregolatrice del mercato
Siamo o non siamo nella globalizzazione e nell'era del progresso?

Non vi avevano spiegato gli effetti collaterali?

Un governo INDIPENDENTE E NON COLONIA avrebbe potuto rispondere VATTENE IN POLONIA, I cinquemila li ricolloco io, MA TU DI FIAT IN ITALIA NON NE VENDI MANCO UNA PERCHE' METTO UN DAZIO DEL 50%.

Ma una risposta del genere, alle anime belle del progresso/sviluppo/crescita sarebbe piaciuta?

Le anime belle vogliono continuare ad accettare ricatti sennò tutti a casa FINO A QUANDO?
QUANDO LA PAGA SARA' DI 60$ AL MESE COME IN CINA MA CON IL COSTO DELLA VITA COME IN ITALIA??????????


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questositoèdivenutoluogodimasturbazionepersoggettipatologici
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A T T E N T I :

I VAMPIRI DELLA FIAT SI FARANNO PAGARE, DAL GOVERNO, L'IMPIANTO INDUSTRIALE (con il nostro sangue), COME HANNO SEMPRE FATTO OLTRE CHE A SFRUTTARE LA DISPERAZIONE DI CHI PERDE IL POSTO DI LAVORO


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brunotto588
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Un governo INDIPENDENTE E NON COLONIA avrebbe potuto rispondere VATTENE IN POLONIA, I cinquemila li ricolloco io, MA TU DI FIAT IN ITALIA NON NE VENDI MANCO UNA PERCHE' METTO UN DAZIO DEL 50%.

Brava, Dana74.


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oldhunter
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Per inquadrare correttamente il problema di Pomigliano è necessario partire da lontano: dal complotto studiato negli anni ‘50 che ha il fine di instaurare un governo mondiale usando come leva principale il caos su tutto il pianeta.
Si tenga sempre a mente il motto “Ab chaos ordo”!
Da vecchio “cospirazionista”, so bene che quanto scrivo desterà l’irrisione e il disprezzo di molti. Non me ne curo. Lo ripeto quindi con convinzione perché è la chiave per comprendere la reale dimensione di quanto sta accadendo e di cui Pomigliano rappresenta solo un episodio marginale: è in atto una cospirazione superpolitica, religiosa o meglio, satanica che coinvolge l’alta finanza e tutte le massonerie mondiali.
Da qualche parte sicuramente avrete già letto quanto lo stesso David Rockefeller ha affermato nel ’91:
1) esiste da quarant’anni una cospirazione;
2) essa ha lo scopo di instaurare segretamente un governo mondiale e la sovranità internazionale dei banchieri;
3) che il nemico dei cospiratori è l’autodeterminazione nazionale (ed io aggiungo quello individuale).
Dopo la caduta del muro di Berlino, il programma di attuazione dei cospiratori è stato sempre più accelerato.
Ora stiamo vivendo il momento violento che precede l’instaurarsi di quest’ordine che ha come obiettivo:
1 – la dissoluzione di tutti i governi e delle autorità nazionali (con la conseguente rinuncia alla sovranità nazionale così come sostenuto dai vari Bilderberg, Trilateral, CFR e come in fase di attuazione nella pan-Europa con il Trattato di Lisbona);
2 – la fine degli USA come superpotenza e sceriffo mondiale;
3 – un drastico spopolamento generale della Terra;
4 – la sorveglianza elettronica totale degli individui sopravvissuti;
5 – la realizzazione finale del piano ovvero l’instaurazione di un governo centralizzato con un controllo strettissimo su politica, economia, finanza, mezzi d’informazione, cultura, religione delle varie regioni in cui verrà suddiviso il pianeta.
Si tenga presente che il punto 3 potrebbe essere attuato non solo con opportune pandemie, ma anche facendo scoppiare la III G.M. usando Israele come detonatore.
Il decennio 2010 - 2020 sarà pertanto decisivo per la razza umana e per la sua sorte.

Ciò premesso, qual’è lo scopo immediato dell’attuale crisi finanziaria e del caos che ne deriva? Esercitare un controllo totale sulla vita degli individui per farne dei deboli, un ossequiente gregge umano. In che modo? Rendendoli schiavi. Come? Con la miseria, la disperazione, la paura!
Il ricatto di Marchionne è solo questo.


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Lestaat
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C'è qualcosa di cui sembra si parli poco a mio modesto parere.

Tralasciando tutti gli sconvolgimenti politici economici e sociali vari, vi è stato uno sconvolgimento di valori.

No, non sto parlando della solita solfa del consumismo ecc. Sto parlando di una natura più profonda e radicata nell'animo umano.

Riderete ora, ma parlo dell'indole guerriera, tipica di ogni popolo della terra, expecially in europa.

Questa scala di valori è stata demonizzata e ripudiata fino all'estremo dal gioco fra poteri finanziari e poteri temporali deviati che lentamente si sono affermati nel corso della storia fino a giungere ai giorni nostri.

Mettiamola così, se noi fossimo della stessa pasta dei nostri trisavoli che si sono fatti la grande guerra, riuscirebbero a fare tutto quello che fanno?

In parte hanno distrutto, in parte hanno incanalato queste pulsioni nell'informazione. Possiamo sbraitare quanto vogliamo: Le parole sono parole, non feriscono, non conquistano, non spaventano.

Secondo voi, se al posto di una di queste ridicole manifestazioni arcobaleno piene di rottami umani cominciassero a manifestare, che dico, 500 tizi allenati e quindi che non trattano se stessi come cestini di rifiuti, determinati e pluri gerarchizzati in modo da ottimizzare le efficienze del singolo senza creare punti a rischio nella struttura. Ma che dico, 100 ogni città, pronti ad entrare nei municipi e nelle regioni.

Non è nemmeno passato un secolo e già ci si è dimenticati di questo sublime aspetto della nostra storia e della nostra forma umana.

Cominciamo a ridere quando si parla di non violenza, non siamo indiani siamo europei, e forse comincerà a risvegliarsi qualcosa, forse

Dalla prima all'ultima parola.
E davvero non so che aggiungere perchè le chiacchiere ormai stanno proprio a zero.
🙂


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Anonymous
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Topic starter  

C'è qualcosa di cui sembra si parli poco a mio modesto parere.

Tralasciando tutti gli sconvolgimenti politici economici e sociali vari, vi è stato uno sconvolgimento di valori.

No, non sto parlando della solita solfa del consumismo ecc. Sto parlando di una natura più profonda e radicata nell'animo umano.

Riderete ora, ma parlo dell'indole guerriera, tipica di ogni popolo della terra, expecially in europa.

Questa scala di valori è stata demonizzata e ripudiata fino all'estremo dal gioco fra poteri finanziari e poteri temporali deviati che lentamente si sono affermati nel corso della storia fino a giungere ai giorni nostri.

Mettiamola così, se noi fossimo della stessa pasta dei nostri trisavoli che si sono fatti la grande guerra, riuscirebbero a fare tutto quello che fanno?

In parte hanno distrutto, in parte hanno incanalato queste pulsioni nell'informazione. Possiamo sbraitare quanto vogliamo: Le parole sono parole, non feriscono, non conquistano, non spaventano.

Secondo voi, se al posto di una di queste ridicole manifestazioni arcobaleno piene di rottami umani cominciassero a manifestare, che dico, 500 tizi allenati e quindi che non trattano se stessi come cestini di rifiuti, determinati e pluri gerarchizzati in modo da ottimizzare le efficienze del singolo senza creare punti a rischio nella struttura. Ma che dico, 100 ogni città, pronti ad entrare nei municipi e nelle regioni.

Non è nemmeno passato un secolo e già ci si è dimenticati di questo sublime aspetto della nostra storia e della nostra forma umana.

Cominciamo a ridere quando si parla di non violenza, non siamo indiani siamo europei, e forse comincerà a risvegliarsi qualcosa, forse

Non è che anche sto femminismo con le fittizie richieste di diritti che sembravano più richieste di privilegi magari per mortificare l'orgoglio maschile ha contribuito,magari sobillato dai manipolatori delle masse , a neutralizzare ogni forma di resistenza ??


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Nyarlathotep
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Di sicuro gli europei sono guerrafondai e gli indiani invece No...
Sono d'accordo su tutto il "senso" del tuo lungo commento...ma non su questo paragone.
La guerra la sanno fare tutti, ma c'è differenza tra le guerre coloniali (europee) e le guerre fatte per la propria libertà e dignità....degli indiani...

Ed in questo credimi, se fossimo indiani, non saremmo in questa situazione, se siamo "vigliacchi" è proprio perchè siamo Europei!

E' un paragone retorico.

Considera che il colonialismo è figlio del nostro nemico, diversamente dalla guerra di espansione. Il colonialismo è l'occupazione di un territorio, l'azzeramento di tutte le sue strutture socio economiche in favore di altre pre costruite e favorite a chi colonizza, e lo sfruttamento sistematico fino all'osso del territorio occupato. Roma, ad esempio, era ben lungi dall'essere come l'america, come erroneamente viene paragonata spesso.

Io mi riferisco ad uno status umano antecedente anche alla rivoluzione francese. L'esempio che porto spesso io è quello di ferrante II o re ferrandino, B. Croce ha scritto bene su di lui.


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Nyarlathotep
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Aggiungo, per quanto mi riguarda. Fra tutto il marasma e le ricette per cercare di fare qualcosa, alla ridondande richiesta di libera informazione, dò anche io la mia ricetta per chi vuole ascoltarmi:

Cominciare a smettere di bere, fumare, drogarsi, o qualunque altra cosa debiliti corpo/mente

Cominciare a mettersi in moto, nuotare, poi passare alla boxe, la thai, le mma, il bjj, e tutte le arti utili e non farlocche, chi può

Iscriversi e cercare possibilmente di partecipare ad un poligono di tiro/caccia sportiva (chi ha orecchie..), chi riesce

Dissuadere amici/conoscenti/familiari dall'arruolarsi in forze armate e di polizia varie, vanno solo a fare il braccio armato di chi ci opprime (oltretutto, gli oppressori pagano da fame anche loro)
..altresì convincerli a studiare, più specialisti ci sono meglio è.

Cercare di attuare queste cose per sé stessi e spingere altri a farlo.

...non si agisce sulla società in senso attivo, ma su noi stessi, non si cambia nulla apparentemente, ma almeno si comincia a creare un tessuto forte, se siete d'accordo o non siete d'accordo, questo è quel che faccio io, senza trovarmi scuse, ho lasciato tempo fa la possibilità di stare nell'esercito con stipendio fisso, ho deciso di andare a lavorare normalmente ed al contempo di studiare, adesso la mia giornata si divide in lavoro-università-allenamento, sperando che quel che diceva gurdjieff sia vero "nessuno sforzo è mai vano"


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AlbaKan
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@Nyarlathotep

Ribadisco che Toro Seduto, Cavallo Pazzo, e molti altri, avrebbero molto da insegnare anche a Ferrante II e Ferrandino.
E ribadisco anche gli europei sanno fare solo guerre coloniali, di conquista e sfruttamento....


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Nyarlathotep
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@Nyarlathotep

Ribadisco che Toro Seduto, Cavallo Pazzo, e molti altri, avrebbero molto da insegnare anche a Ferrante II e Ferrandino.

Sono la stessa persona, se ti documenti su questa figura non te ne pentirai.

E ribadisco anche gli europei sanno fare solo guerre coloniali, di conquista e sfruttamento....

Falso. Oltretutto, tralasciando le motivazioni, a torto o a ragione siamo sempre stati una stirpe combattente. E' questo il punto su cui batto, e non ho intenzione di vertere su disquisizioni storiche, possiamo farlo privatamente o su un altro thread, perchè rischierebbe di distogliere l'attenzione sul discorso principale


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Mari
 Mari
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Marcegaglia: "Non posso credere
che il sindacato abbia risposto no"

Casini: "Mi auguro che i lavoratori dimostrino maggiore intelligenza di una parte del sindacato". Bersani: "Ci vuole buona volontà e fantasia, ma nessun diritto costituzionale è aggirabile con un accordo"

ROMA - "Secondo noi è incredibile che ci sia un no". Commenta così la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il no della Fiom all'accordo con Fiat su Pomigliano. Incredibile, dice, "davanti ad una azienda che va contro la storia, prende produzioni dalla Polonia e le riporta in Italia, investe 700 milioni di euro". Quanto al referendum in azienda "attendiamo - aggiunge la leader degli industriali - di vedere cosa vogliono fare i lavoratori".

Sempre sul tema dello stabilimento Fiat si è pronunciato anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: "Bisogna arrivare ad un accordo", ha detto arrivando all'assemblea di Confcommercio. "Mi auguro che tra i lavoratori ci sia più intelligenza di quanto c'è stata da una parte del sindacato", ha aggiunto. Secondo Casini non c'è altra strada: un'intesa con l'azienda non può essere evitata. "Non ci sono alternative all'accordo. L'alternativa è perdere posti di lavoro e mandare la Fiat fuori dal territorio nazionale. C'è una sola scelta: l'accordo". Casini si è infine detto convinto che "i lavoratori mostreranno più intelligenza di qualche rappresentante sindacale".

Anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in un'intervista all'Unità, ha affermato che "la partita è delicatissima, mi rifiuto di pensare che, giunti a questo punto non si possa arrivare ad un accordo. Ci vuole buona volontà, fantasia. Bisogna sentire la voce dei lavoratori. In ogni caso, Pomigliano non sarà un modello".

Ed ha aggiunto: "Non credo che nessuno, nemmeno la Fiat o il ministro Sacconi, possa pensare che un diritto costituzionale sia aggirabile da un accordo. Non abbocchiamo all'amo di chi ce la racconta così. Sacconi - ha detto ancora Bersani - dice che vede un grande orizzonte fatto di deroghe ad ogni livello. Se lo sogna. La Costituzione non è derogabile. In ogni caso, c'è un fatto oggettivo: siamo di fronte al primo caso in Europa di rientro della produzione esternalizzata".

(16 giugno 2010)
http://www.repubblica.it/economia/2010/06/16/news/marcegaglia-4882273/?ref=HRER1-1


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WILDHOG
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Condivido l'articolo di Gallino: conosco e apprezzo il suo lavoro di sociologo con particolare riferimento proprio al mondo di lavoro e ai meccanismi che ne regolano il funzionamento. Chiara la disamina dell'atteggiamento della FIAT che, muovendosi in un mercato globale, cerca di spremere fino all'ultimo euro tutti quei soggetti che concorrono a determinare il costo del prodotto (fornitori-lavoratori..) pena finire fuori mercato. Chiara, anche, la spiegazione del perché la FIAT insista così tanto (19 pag.su 36), per imporre l'applicazione della "metrica del lavoro" in versione moderna, giacché la misura dei tempi è vecchia di quasi cento anni, ma soprattutto l'adozione generalizzata della WCM (Word Class Manufacturing), una organizzazione del lavoro il cui obiettivo di fondo è, detto brutalmente, rendere il lavoratore quanto più simile a un robot. Tutto ciò nell'ottica della competitività. Prendere o lasciare. Non ci sono alternative! In fondo è quello che pensano in tanti: lo pensa Gallino, lo pensa Bersani, lo pensa anche Epifani, con i dovuti distinguo naturalmente. Messa così sembrerebbe proprio che gli unici a non capire sono questi duri e puri della FIOM CGIL che rifiutano di firmare l'accordo. Il punto però è un'altro: la partita vera non è sull'occupazione o sull'ulteriore appesantimento delle condizioni di lavoro con metodi ancora più raffinati di organizzazione del lavoro, ma sulla cancellazione dei diritti e della tutela dei lavoratori. Quello che si vuole ottenere, FIAT e politici congiuntamente, in un clima sapientemente creato dai media tutt'altro che indipendenti, è ciò che da vari lustri si sta perseguendo pervicacemente: la messa fuori gioco del sindacato, lo stravolgimento dello Statuto dei Lavoratori, lo smantellamento dei contratti nazionali collettivi di lavoro, in favore di ipotetici accordi locali di volta in volta rinegoziabili, con quale forza di contrattazione da parte dei lavoratori delle piccole e medie aziende è facile intuire. Questo è l'obiettivo vero di Confindustria e politica compiacente (evito di proposito il termine Governo). Per questo la Marcegaglia si mostra scandalizzata dalla mancata firma della CGIL, per questo Marchionne brandisce i 700 miliardi di investimento per Pomigliano come una clava. Per questo Tremonti e Sacconi mostrano d'essere molto soddisfatti per questa ipotesi d'accordo, prendere o lasciare, presentata da Marchionne a nome di tutti. Al punto che già parlano (Tremonti alla Festa CISL) di estendere questo schema di accordo anche agli altri comparti lavorativi. Sarebbe per loro un bel successo di cui fregiarsi al cospetto dei loro comittenti. Questa è semplicemente una pura operazione neoliberista, prevista da sempre nella road map della globalizzazione e totale liberalizzazione dei mercati, dove il sindacato è considerato un intralcio da rimuovere. Al dunque, sembrerebbe che non ci siano alternative. Per dirla con Gallino, toccherebbe alla politica ridisegnare un mondo in cui delle alternative esistono.... Ma se la politica ha abbandonato il sindacato, spostandosi sempre più a destra e introiettando il credo neoliberista, se gli "intellettuali" in massa hanno fatto anch'essi il salto del fosso o si dedicano a tempo pieno alla sottoscrizione di appelli per la salvaguardia financo del grillo canterino (oramai di appelli ne lanciano uno al giorno), se i media mainstream, a parte il caso Berlusconi, sono tutti intenti, con scarsissime differenziazioni di sostanza, a propalare l'idea che non di arretramento sul piano dei diritti si tratta, ma di una pre-condizione per il pieno dispiegarsi della globalizzazione e liberalizzazione del mercato, che poi farà fluire i suoi benefici flussi verso l'universo mondo, a chi affidare il compito di rappresentare gli interessi delle classi lavoratrici (si può ancora usare questa locuzione?)? A chi il compito, quanto meno, di dar voce a coloro che hanno una visione diversa dell'economia, della finanza, dei rapporti che regolano il lavoro, della società civile? A scorrere i giornali e guardando la TV non sembrerebbero abbondare i "liberi pensatori". Ma, se ogni tanto capita che qualcuno sfugga alle misure di censura preventiva e abbia accesso ai media mainstream è lecito sperare che usi questa opportunità per tentare un'opera di chiarificazione a più vasto raggio?
A questo punto, poichè è noto che Luciano Gallino molto di quanto qui scritto lo pensa e lo scrive, una domanda: perchè non utilizzare una tribuna come quella rappresentata dalla "Repubblica" per affrontere i nodi veri del contendere, rendendoli intellegibili, nei limiti del possibile, anche a quella vasta platea di lettori che, per quanto accreditati di strumenti di analisi dei fatti del mondo in misura superiore alla media dei lettori di quotidiani, in realtà da anni, se si fa eccezione del solito Berlusconi con annessi famigli, sentono suonare una sola campana: quella della magificenza della globalizzazione e del libero mercato, nonché del potere salvifico del Trattato di Lisbona e della BCE.
Ignoro se anche il quotidiano vessillifero dei diritti lesi dal Presidente del Consiglio eserciti attività censorie sui suoi opinionisti. In ogni caso, paletti prefissati o decisione autonoma, una preziosa occasione a mio avviso è andata perduta.


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kitiaram
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Muoia Sansone e tutti i filistei! Prendetevi la fabbrica e amministratela voi 5000!!! Al diavolo la fiat!


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Eurasia
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Ormai lo scontro di classe si è vaporizzato... gli operai siederanno al banchetto dei capitalisti, accontentandosi delle sole briciole ... chinandosi sotto il tavolo per raccoglierle.

" La borghesia e il proletariato, nel mondo capitalista, sono ancora le classi fondamentali, tuttavia lo sviluppo capitalista ha alterato la struttura e la funzione di queste due classi rendendole inefficaci come agenti di trasformazione storica. Un interesse prepotente per la conservazione ed il miglioramento dello status quo istituzionale unisce gli antagonisti d'un tempo nelle aree più avanzate della società contemporanea ". (L'uomo a una dimensione)

A chi interessa la lettura del testo L'uomo a una dimensione di Herbert Marcuse di seguito il link ... lo so sarebbe meglio il cartaceo (io sto rileggendo la prima edizione)... ma non mi sento di consigliarne l'acquisto... il libro costa una fucilata: 18 euro e 50 centesimi e per di più Edizioni Einaudi, casa editrice ora di proprietà del "guru di plastica"!

http://www.scribd.com/doc/4830470/Herbert-MarcuseLuomo-ad-una-dimensione


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