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Franca Rame lascia il Senato. Un addio sofferto


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Lo ha annunciato ieri durante una trasmissione radiofonica. «Non posso andare più avanti in questa situazione così pesante e inutile» ha detto. Una decisione molto sofferta per la senatrice, che sta preparando la sua lettera di commiato. «Non si può sempre votare contro coscienza»

Franca Rame ha annunciato ieri le sue dimissioni dal Senato nel corso della trasmissione Radio anch'io. Abbiamo intervistato la senatrice che fa parte del gruppo misto, dopo la sua uscita da l'Italia dei Valori.

Come sei arrivata a questa decisione, che mi sembra molto sofferta?

Bisogna andare un po' indietro, perché io non ho mai pensato né sognato di diventare senatrice nella mia vita. Quando me lo ha proposto Leoluca Orlando mi sono messa a ridere e ho detto: «tu sei matto, senatrice, ho altro da fare». Che cosa è successo poi? Che la gente, gli amici, i compagni, i conoscenti, le donne, hanno cominciato a spingere: devi andare, vogliamo che tu sia la nostra voce, di te ci fidiamo! E così mi hanno convinta. Ho detto di sì, ma pensavo: 'È inutile che io faccia campagna elettorale, tanto nessuno mi voterà'. Ma con mia sorpresa la gente mi ha votato e quando Dario mi ha detto sorridendo: 'sei arrivata prima in Piemonte!' mi sono messa sul divano e ho pianto due ore. Volevo morire, dicevo: non posso tirarmi indietro. Come me la cavo adesso? Io non sono una politica. E così, con un gran peso addosso sono partita per Roma... Solo che alla fine ti trovi in contraddizione con te stessa, devi votare, anche se non sei d'accordo, 'altrimenti il governo cade'. Questo è il mio governo, io non voglio far cadere. Fino all'ultima ora in cui sarò in quell'aula. Lo difenderò dalle costanti promesse di spallate da parte di Berlusconi. Magari con l'appoggio di Dini. Però è assai pesante votare contro coscienza.

Ma quali sono le cose che ti hanno più colpita e amareggiata?

Sono tante... Il rifinanziamento in Afghanistan l'anno scorso, La Finanziaria di quest'anno. Se non avessero chiesto la fiducia avrei votato contro il progetto di aumento delle spese militari, ma alla richiesta di fiducia, non si può dire di no. Siamo due in più dell'opposizione, come si sa, quindi è passata anche grazie al mio voto. Devi chinare la testa e ci rimetti la coscienza. Il fatto è che non so come facciamo a stare tutti insieme, da Rifondazione alla senatrice Binetti, che è un'ottima persona - per carità - però ha delle idee completamente contrapposte alle mie.
Questa tua decisione suona come un segnale forte di allarme per il governo...
Diciamo che stiamo aspettando un po' di cose da 19 mesi. Stiamo aspettando che si realizzi una legge seria e definitiva sul conflitto di interessi, stiamo aspettando che vengano tolte le leggi vergogna e sono ancora lì...

Ti sei battuta, fra l'altro, contro gli sprechi dello Stato, la burocrazia, i privilegi...

A questo proposito ho messo in scena, con la regia di mio marito, uno spettacolo nel '92 che si chiamava Settimo: rubo un po' meno! dove denunciavo tutte queste infamità, usando anche un libro di Gian Antonio Stella... la gente mi diceva: 'Le stai inventando...'. 'No, sono tutte vere'.
Per questo ti sentivi a tuo agio con l'Italia dei Valori, con Di Pietro?

No, un momento, scusami. Io non ho scelto nessuno, mi hanno scelta loro. Quando anche i compagni di Milano, di Rifondazione, mi dicevano: ma come mai con l'Italia dei Valori? Rispondevo: scusate, ma voi mi avete proposto qualcosa? Quando ho dato le dimissioni dall'Italia dei Valori, ho detto chiaramente: Adesso sono indipendente e voglio lottare da indipendente. Adesso c'è da agire contro questa legge che vieta ai giornalisti e ai giornali di pubblicare intercettazioni e atti d'indagine, una legge già votata e approvata alla Camera: 447 deputati con 9 astenuti e nessuno contrario. Fa paura. E c'è da battersi anche per impedire che al pm De Magistris venga scippata l'indagine, e che l'altro pm di Milano, la Forleo, venga fatta passare per una mitomane fuori di testa!
È un continuo combattere con il dovere e quello che senti, la coscienza. Torno a casa la sera che sono di una infelicità...

Però qualche soddisfazione l'hai avuta...

Sono nella commissione Uranio impoverito e mi permetto di dire senza presunzione di aver fatto un grosso lavoro di diffusione. Ho preso dello spazio a pagamento su Repubblica spendendo anche un occhio della testa e sono felice d'averlo fatto. Il 4 luglio del 2006 il ddl dove chiedevo che i funzionari pubblici condannati penalmente venissero immediatamente licenziati è stato sottoscritto dai senatori D'Ambrosio, Casson, Bulgarelli e altri e poi è nato il progetto per le 10 leggi per cambiare l'Italia e quattro di queste leggi sono già passate. Ma quando presenti le interrogazioni e non ricevi mai risposta, fai gli emendamenti, li prepari, fai fatica e vengono respinti, oppure fai un convegno sul risparmio energetico invitando i competenti più bravi, architetti, ingegneri, inviti i senatori della commissione ambiente e non ne vedi uno...
Ecco perché sono in crisi e ho deciso di dare le dimissioni da senatrice. L'unico problema è che le dimissioni le dai e non sai quando le accetteranno. Comunque quello che deve essere chiaro - l'ho ripetuto almeno cinque volte ma voglio che il concetto sia preciso - finché io sarò in Senato, fino all'ultima ora difenderò questo mio governo come già ho detto nella dichiarazione di voto anche se non sono d'accordo, mi immolerò. Spero solo che accettino al più presto possibile le mie dimissioni, e allora me ne andrò, sperando che le cose, anche senza di me, proseguano in positivo.

Mariuccia Ciotta
Fonte: www.ilmanifesto.it
3.01.08


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