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Il Pdl "apre la caccia" alla Brambilla animalista


Tao
 Tao
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La Brambilla animalista sta imbarazzando non poco il Pdl, al punto che ieri 92 senatori (su un totale di 134), primo firmatario Franco Orsi, hanno sottoscritto un documento contrario alle proposte del ministro per il Turismo riguardo l'abolizione della caccia. La Brambilla sta infatti accelerando nella sua crociata animalista contro i grilletti facendo arrabbiare la maggioranza del suo partito che con l'atto formale di ieri ha lanciato "un grido di dolore": fermatela, stiamo facendo una brutta figura! Le sue esternazioni pubbliche da tifosa animalista hanno sconcertato i senatori pidiellini nei contenuti e nell'approccio al tema della caccia. Ironizza Orsi, primo firmatario del documento: «Su poche altre questioni avremmo votato quasi all'unanimità...». E Alessio Butti, che pure precisa di essere «un tiepido» in merito alla passione per la caccia, non ha potuto non avallare questa presa di posizione. Ma qual è il punto, se escludiamo le diverse sensibilità che sulla caccia si possono nutrire? «Non è possibile che passi il messaggio che le esternazioni della Brambilla, del tutto personali, siano prese come se i trattasse del programma del partito», precisa Butti. «Queste continue uscite, peraltro non di esclusiva pertinenza del suo dicastero, rappresentano solo lei stessa, che tra l'altro non ne ha discusso con nessuno all'interno del partito». Partecipando mercoledì alla seconda giornata sulla "Coscienza degli animali", la Brambilla aveva infatti annunciato il deposito, alla Camera, di una proposta trasversale che chiede l'abolizione dell'articolo 842 del codice civile, quello che prevede la possibilità per i cacciatori di entrare nei terreni privati e praticare la caccia. Di qui l'imbarazzo. Spiega Franco Orsi: «Detta così, uno può pensare che si tratti di una norma da matti. In realtà si tratta di un approccio del tutto inconsistente da parte del ministro, perché l'842 fa parte di una normativa complessiva dello Stato sulla caccia per cui o la si rivede nel suo complesso o non si può intervenire su un singolo aspetto».

«Riteniamo che la caccia rappresenti una componente della nostra tradizione e della cultura locale, oltre ad avere un importante impatto dal punto di vista economico», sostiene. «L'approccio "etico" non basta. Il patrimonio faunistico è una risorsa che va utilizzata entro i limiti della conservazione delle risorse».

La Brambilla ostinatamente ha parlato di «bollettino di guerra di tanti incidenti davvero pesante, perché questa stagione cominciata appena da un paio di mesi ha già fatto registrare 12 morti e 15 feriti». Risponde Orsi: «Dico che il ministro ha ragione, ma il dato non va valutato singolarmente. L'abbattimento di alcuni animali aumenta, ma in relazione anche all'incremento costante dei danni. I problemi causati dai cinghiali e dai cervi, ad esempio, è molto avvertito: ogni anno i Parchi nazionali chiedono allo Stato un risarcimento danni notevole», spiega Orsi. Che aggiunge: «La Brambilla parla tanto dell'immagine dell'Italia: non si chiede che cosa sarebbe il nostro modello turistico più forte, quello del Trentino Alto Adige, senza la sella di cervo?» Bando alle ipocrisie.

Critico contro la Brambilla è un altro firmatario, il senatore del Pdl Valerio Carrara, responsabile nazionale del dipartimento Caccia del Pdl: «Mi chiedo a chi giovi questo modo di fare se non alla lobby animal-ambientalista che non ci ha mai votato e continuerà a non farlo», ha tuonato. «Così facendo si disperde quel patrimonio di consensi, sinora riservati in gran parte al centro-destra, del mondo venatorio e del suo indotto. È un atto di incoscienza politica».

All'interno del Pdl vi sono diverse sensibilità sull'argomento. Un portabandiera del "partito dei cacciatori" nel Pdl, ma alla Camera, è Carlo Nola, eletto nella provincia di Pavia, che da sempre parla di «una caccia sostenibile e responsabile. Alcune affermazioni del ministro Brambilla rendono chiaramente l'idea che la stessa non abbia la minima idea di cosa sia l'attività venatoria, della sua storia e delle sue tradizioni, delle sue finalità sociali e dei suoi risvolti economici».

La Brambilla sta indossando da tempo le vesti di tifosa animalista suscitando perplessità, per esempio quando ha tuonato contro il Palio di Siena o quando voleva convincere il sindaco di Roma Alemanno a mandare in pensione le botticelle romane, in linea con un'idea di città "Animal friendly". Anche in quelle occasioni fu constretta a ritrattare, rettificare, puntulizzare. Difende invece le battaglie animliste delministro Alberto Balboni, uno dei senatori che non hanno firmato il documento di ieri. Come mai?«Glielo dica da cacciatore, sia pure di pesca subacquea», risponde. «Non ho alcun pregiudizio contro l'attività venatoria, che in alcuni casi regolarizza la proliferazione incontrollata di specie che stanno causando molti danni come i cinghiali. Considero invece giusta l'intenzione di abrogare l'articolo 842. Io provengo da una provincia agricola e le posso garantire che gli agricoltori non sono contenti che i cacciatori entrino nel loro fondo coltivato provocando molti danni. Insomma, ci sono mille ragioni per sostenere la caccia, ma con dei limiti».

Il dibattito è aperto e lei, la Brambilla, noncurante delle posizioni contrastanti all'interno del Pd va avanti come una furia. «La mia battaglia è dettata anche da un obbligo istituzionale - ha detto dai microfoni di SkyTg24 Pomeriggio - tra le mie deleghe vi è anche quella per il rilancio dell'immagine dell'Italia, in un contesto europeo dove è mutata la coscienza di rispetto degli animali e dei loro diritti». Invano le si fa notare che l'Italia è tuttavia il paese Ue che ha le norme più restrittive in materia di caccia e in ogni caso le sole specie cacciate sono quelle non in via di estinzione.

Guglielmo Federici
Fonte: http://www.secoloditalia.it/
12.11.2010


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Tao
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«Ricevo molte attestazioni di consenso, in Parlamento conto su un voto trasversale»

Il ministro Brambilla e il pacco intimidatorio con la zampa mozzata di capra: «Non è la prima volta»

La notizia l’aspetta appena sbarcata a Madrid, durante l’incontro con il segretario generale dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo, Taleb Ribai, che insedia ufficialmente l’Italia, nella persona del ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, alla presidenza del Consiglio esecutivo dell’Omt. «Scoperto a Fiumicino un pacco bomba dei cacciatori diretto alla Brambilla»” è la prima informazione che circola di bocca in bocca. Ma quando arriva la precisazione che il plico anonimo aperto dagli artificieri conteneva la zampa mozzata di una capra, il ministro non può trattenere una smorfia di disgusto: «Che gente è quella che commette un gesto simile? E che cosa cerca di dirmi? Che la prossima zampa è la mia? O quella di una delle mie sette caprette?».

«HO ANCHE CONSENSO POPOLARE» - Sa anche lei che la solennità del momento, l’importanza istituzionale della cerimonia che colloca per la terza volta in 26 anni l’Italia al vertice dell’Omt (la prima, da quando, nel 2003, l’organizzazione è diventata un’agenzia dell’Onu) saranno offuscate dalle notizie di casa. Le minacce, ricorda, non sono comunque una novità per lei: «Ma anche il consenso popolare, quindi io vado avanti. E non credo affatto che la caccia rappresenti una risorsa per il nostro turismo. Anzi, abbiamo creato un comitato per un’Italia animal friendly. Amica degli animali». Se le si fa notare che l’opposizione alla riforma della legge sulla caccia è ben radicata soprattutto nella sua squadra, il Pdl, lei non si scoraggia: «Io sono stata eletta dal popolo italiano e ne rappresento le istanze. C’è un sondaggio dell’Ipsos, che sappiamo essere un istituto di ricerca serio, secondo il quale il 60% degli italiani chiede l’abolizione della caccia e un altro 20% maggiori restrizioni». Ma alla fine c’è la resa dei conti in parlamento: «Al Senato forse ho meno appoggio che alla Camera, ma credo che il disegno di legge abbia fondate ragioni per essere condivisibile, perché si propone di tutelare la proprietà privata e di difendere l’incolumità personale dei cittadini. Non è possibile che ai cacciatori sia consentito di entrare nei terreni di chiunque, anche recintati, o di sparare a 50 o cento metri di distanza dalle case e dalle strade. L’evoluzione tecnologica delle armi ha reso queste misure del tutto superate».

IL «FUOCO AMICO» - Al «fuoco amico» dei 92 senatori del suo partito, che bocciano le sue proposte <http> , Michela Brambilla risponde citando due delle molte email che le arrivano tramite il suo sito: «Il papà di una bimba di 5 anni mi ha scritto da Savona, per raccontarmi che sua figlia è rimasta traumatizzata dalla vista di 3 o 4 cacciatori che trascinavano davanti a casa sua un enorme cinghiale ancora agonizzante e coperto di sangue. Un’altra signora mi ha scritto dal Veneto, raccontandomi di come i cacciatori hanno impallinato in giardino il suo gatto, la sua unica compagnia. Come rappresentante di tutti, non posso ignorare queste istanze. Nella scorsa stagione di caccia ci sono stati 24 morti e 71 feriti. E molti erano passanti inconsapevoli. L’Italia è l’unico paese in Europa che autorizza i cacciatori a violare un diritto costituzionale come la proprietà privata ed è stata È una battaglia di civiltà, per la quale confido di avere in parlamento un appoggio trasversale».

L'ITALIA E LA SPAGNA - Anche in Spagna c’è una parte dell’opinione pubblica che si batte, con qualche successo, contro la corrida: «Ottimo segnale la sua abolizione in Catalogna – si compiace Michela Brambilla -, ma c’è ancora molta strada da fare, anche qui. La Spagna si sta muovendo nella direzione giusta, e spero che presto decida di rinunciare alla corrida come richiamo turistico. Che resti pure un simbolo della sua tradizione culturale, ma soltanto come ricordo». Un sms compare sul suo telefonino, da casa scherzano sull’avvertimento mafioso: «Appenderemo la zampetta allo specchietto retrovisore dell’auto», le scrive qualcuno di famiglia. E anche lei finalmente sorride.

Elisabetta Rosaspina
Fonte: www.corriere.it
Link: http://www.corriere.it/quotidiano/archivio/elisabetta_rosaspina.shtml
12 novembre 2010


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grillone
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questa è la parte peggiore della seconda(o terza)repubblica; cioè, non puoi entrare in un partito con le tue idee, ma devi sempre adeguarti al partito 🙁 se non lo fai, ti zittiscono, ti scavalcano, ti seppelliscono, o ti asfaltano 😡 spero solo che non sia troppo tardi per cambiare le cose 😮


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