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Imprese cinesi in Italia dal 2002 sono aumentate del 131%


Tao
 Tao
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Imprese cinesi in Italia a quota 50mila dal 2002 sono aumentate del 131%

Presenti soprattutto in Lombardia, Toscana e Emilia Commercio il settore preferito

Ormai è boom di aziende cinesi in Italia. Tra il 2002 e il 2009 sono infatti cresciute del 131,1% e ormai sfiorano quota 50mila (per l´esattezza sono 49.854). Le regioni maggiormente interessate al fenomeno sono nell´ordine la Lombardia, la Toscana (emblematica la presenza nel distretto industriale di Prato) quindi il Veneto e l´Emilia Romagna. Quanto ai settori preferiti dagli imprenditori cinesi spiccano il commercio (ambulanti e piccoli negozi) e poi il manifatturiero con una concentrazione maggiore nel tessile, l´abbigliamento e la pelletteria.
A disegnare l´identikit dell´imprenditoria cinese in Italia è stato l´ufficio studi della Cgia di Mestre, particolarmente attento ai cambiamenti sociali e economici del Paese. «La Cina - sottolinea il segretario degli artigiani mestrini, Giuseppe Bortolussi - è sempre più vicina: ci preoccupiamo, forse in maniera eccessiva, per la concorrenza che ci viene portata dai prodotti provenienti dall´impero celeste, ma rischiamo di sottovalutare la presenza dei loro imprenditori sul nostro territorio che è sempre più massiccia e diffusa». Ormai in alcune zone del Paese, dice Bortolussi, «alcune filiere produttive o commerciali sono completamente in mano loro. Senza contare - aggiunge - il ritorno di fenomeni preoccupanti come lo sfruttamento della manodopera e il caporalato che da decenni avevamo praticamente debellato».

Certo, l´allarme di Bortolussi pare eccessivo. Anche perché le aziende cinesi, almeno quello più evolute, hanno creato occupazione assumendo anche degli italiani come ad esempio è avvenuto in alcuni casi a Prato. In ogni caso nonostante la crisi anche in questi ultimi due anni il numero delle imprese a proprietà orientale non ha smesso di aumentare. Fra il 2008 e il 2009 la loro presenza è cresciuta su tutto il territorio nazionale del 7,8% con crescite maggiori in Piemonte (+12,2%), in Lombardia (+9,5%) e in Veneto (+8,9%). Mentre le grandi multinazionali fuggono, dunque, i microimprenditori orientali arrivano a frotte.

Il maggior numero di imprenditori cinesi si trova in Lombardia (10.129); segue la Toscana (9.840) e il Veneto (5.798). Mentre in Emilia Romagna gli industriali orientali sono 5.035 e in Lazio 4.587. Al Sud la comunità più consistente è in Campania (2.522 imprenditori), segue la Sicilia (2.077) e la Puglia (1.085).
Quanto all´incidenza degli imprenditori cinesi sul totale dell´imprenditoria straniera presente in Italia si attesta, ormai, all´8, 3 %. In Toscana, però, si arriva al 17, 9 %, in Veneto al 10, 4 %, in Emilia Romagna al 9, 2 % e in Campania all´8,4 %.

Infine, fatto 100 il totale degli imprenditori cinesi presenti in Italia, nel 40, 3 % dei casi si concentrano nel commercio (con 20.102 piccoli imprenditori) e nel 32,1 % nel manifatturiero (15.994). Di questi ultimi ben il 94,8% (pari a 15.163 imprenditori) sono occupati nel tessile, nell´abbigliamento, nelle calzature e nella pelletteria. Forte la presenza anche nel settore alberghiero, bar e ristorazione: le attività condotte da titolari cinesi hanno raggiunto le 8.776 unità.

Giorgio Lonardi
Fonte: www.repubblica.it
4.04.2010


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